I Problemi della Pedagogia

Secondo Semestre 2023
Sommario

Carlo Cappa

L’articolo adotta una chiave storica e concettuale e si sofferma sulle criticità che la riforma sembra prospettare per pensare il profilo professionale dell’insegnante: nel prolificare di differenziazioni, l’idea stessa di abilitazione nazionale sembra scricchiolare, aprendo una stagione tutt’altro che semplice. In particolare, saranno analizzati tre versanti: istituzionale, concettuale ed etico.

The article adopts a historical and conceptual approach and focuses on the critical issues that the reform seems to pose for a reflection on the teacher’s professional profile: in the proliferation of differentiations, the very idea of national qualification seems to be creaking, opening up a season that is anything but simple. In particular, three aspects will be analysed: institutional, conceptual and ethical.

Valentina D'Ascanio

Da una prospettiva comparata, il contributo desidera proporre una analisi della formazione iniziale degli insegnanti, ponendola nel più ampio scenario internazionale al fine di individuare le principali direttrici che caratterizzano l’agenda politica europea e le azioni intraprese dagli Stati. Pertanto, un primo momento guarderà a come sono articolate le finalità della formazione dei docenti e le competenze richieste al docente nei documenti europei per poi distinguere e riflettere sulle vicinanze e somiglianze riscontrabili a livello nazionale, portando in primo piano le interrelazioni tra i soggetti istituzionali nello spazio europeo. Tale analisi comparata e politico-istituzionale offrirà, nelle conclusioni, delle ulteriori prospettive per riflettere sulle criticità che hanno accompagnato e ancora accompagnano il nuovo percorso prossimo a iniziare.

From a comparative perspective, the article is intended to propose an analysis of initial teacher education, placing it in the broader international scenario in order to identify both the main guidelines that characterise the European policy agenda and the actions taken by states. Therefore, a first moment will look at how the aims of teacher education and the competences required of the teacher are articulated in European documents and then distinguish and reflect on the differences and similarities found at the national level, bringing to the fore the interrelationships between institutional actors in the European space. This comparative and political-institutional analysis will offer, in the conclusions, further perspectives in order to reflect on the critical issues that have accompanied and still accompany the new path that is about to begin.

Gemma Errico

L’articolo si propone di indagare gli aspetti legati alla centralità del corpo, strumento comunicativo e relazionale, e del movimento, inteso come esplorazione dell’ambiente, nell’apprendimento e nella formazione dell’individuo considerato nella sua globalità e pluridimensionalità, evidenziando la necessità pedagogica di un recupero educativo del corpo, basato sull’utilizzo libero dello stesso, tramite la predisposizione di alcune procedure di intervento, e sulla promozione del massimo sviluppo di tutte le potenzialità esistenziali in esso contenute. Tale analisi prende le mosse dalla lezione di Célestin Freinet, nella cui École è garantito il diritto alla libera espressione, procedendo in direzione della vita, e le cui intuizioni pedagogiche risultano oggi corroborate dagli studi condotti nell’ambito delle neuroscienze, in particolare dall’approccio Embodied cognition, che mette in stretta relazione movimento e costruzione di conoscenza.

This paper aims to investigate the aspects linked to the centrality of the body, a communicative and relational tool, and of the movement, in the meaning of exploration of the environment, in learning and in education of the individual in his totality and multidimensionality, highlighting the pedagogical need of a body’s educational recovery, based on free use of this latter and on promotion of the maximum development of existential potentialities contained in it. This analysis starts from the lesson of Célestin Freinet, in whose École the right to free expression is guaranteed and whose educational insights are corroborated by current studies conducted in the field of neuroscience, in particular, by Embodied cognition approach, which closely relates movement and knowledge construction.

Andrea Gavosto, Marco Gioannini

La legge 79 del 2022 (governo Draghi) aveva alimentato attese di una seria, e da tempo necessaria, riforma del modello di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie, finalmente centrata sulle competenze didattiche, e del reclutamento, con una netta distinzione fra abilitazione e reclutamento. La riforma, peraltro, era fra quelle richieste dall’Unione europea con il PNRR. Il diverso orientamento su questi temi del governo Meloni, da un lato, e le forti resistenze da parte delle università e dei sindacati della scuola, dall’altro, hanno tuttavia portato a un progressivo e deludente “svuotamento” dei contenuti più innovativi della riforma, che si è consolidato con il DPCM dell’estate 2023. Il saggio ripercorre i passaggi cruciali di un percorso che rischia di chiudersi come un’ennesima occasione perduta per migliorare la qualità della scuola in Italia.

The Law 79 of 2022 (Draghi government) had fuelled expectations of a serious and long-awaited reform of the initial training model for secondary school teachers, finally focused on teaching skills, and of their recruitment, with a clear distinction between qualification and recruitment itself. The reform, moreover, was among those requested by the European Union within theNext Generation EU. However, the different approach on these issues by the Meloni government, on the one side, and a strong resistance from universities and school trade unions, on the other, have led to a gradual and disappointing “emptying” of the most innovative contents of the reform, which was consolidated with the Prime Minster Decree of the summer of 2023. The essay retraces the crucial steps of a path that risks ending up as another missed opportunity to improve the quality of schools in Italy.

Francesca Giannoccolo, Anna Aluffi Pentini

Il tirocinio, nei corsi professionalizzanti per educatori, rappresenta il momento centrale della sinergia tra teoria e prassi, finalizzata alla promozione delle competenze degli studenti. Costituisce, inoltre, un’opportunità strategica per promuovere l’orientamento e l’inserimento lavorativo degli studenti con disabilità. La proposta educativa di Don Lorenzo Milani, che mette al centro l’esigenza di dare voce e dignità agli ultimi, oggi, appare particolarmente fertile al fine di stimolare la riflessione sulle pratiche pedagogiche per la promozione di una vita indipendente delle persone con disabilità. L’Università, in collaborazione con gli altri servizi territoriali, ha quindi il fondamentale compito a partire dal tirocinio di promuovere attività di ricerca partecipata per rispondere alle nuove domande di partecipazione sociale e lavorativa e tutelare i diritti di tutti gli studenti, sostenendoli nell’aspirazione ad una vita indipendente. In questa logica, il tirocinio diventa uno strumento efficace per rendere lo studente con disabilità un soggetto attivo nei processi di formazione e per favorire l’inclusione nel mondo del lavoro. I percorsi di capacitazione-in-formazione, fondati sul dialogo, sembrano poter tradurre principi e modelli teorici in occasioni di sviluppo per la persona e per gli ambienti di vita in cui è inserita. Tenendo conto delle indicazioni fornite dalla legislazione vigente e dai contributi della ricerca sui temi dell’inclusione lavorativa, si presentano gli aspetti salienti di un’esperienza di tirocinio realizzata in un corso di studi professionalizzante, esperienza attuata secondo i suddetti principi, nella logica del dare voce a chi rischia di non averla.

In professional courses for educators, internship represents the core of the synergy between theory and practice aimed at promoting students’ skills. It also constitutes a strategic opportunity to promote the orientation and job placement of students with disabilities. Don Lorenzo Milani’s educational proposal, focused on the need to give voice and dignity to ‘the least’, today appears particularly fertile in order to stimulate reflection on pedagogical practices for the promotion of an independent life for people with disabilities. The University, in collaboration with other local services, has the fundamental task, starting from the internship, of promoting participatory research activities to respond to new demands for social and work participation and to protect the rights of all students, supporting them in their aspiration for an independent life. In this logic, the internship becomes an effective tool to make the student with disabilities an active subject in training processes and to promote inclusion in the world of work. Capability-in-training paths, based on dialogue, seem to be able to translate principles and theoretical models into opportunities for development for the person and for the living environments in which he or she is inserted. Taking into account the indications provided by current legislation and the contributions of research on the issues of work inclusion, the salient aspects of an internship experience carried out in a professionalizing course of study are presented, an experience implemented according to the aforementioned principles, in the logic of giving voice to those who risk not having it.

Stefano Salmeri

Dopo la guerra tra Polacchi e Ucraini (1648-1658) il Baal Shem Tov (1700-1760 circa) fonda il Chassidismo. Era necessario restituire linfa vitale al sentimento religioso evitando ogni possibile compromesso con i potenti e i ricchi, rivolgendosi a tutto il popolo e non solo ai dotti. Il maestro/guida/giusto (lo tsaddiq) ha il compito di accompagnare ogni uomo e donna verso la salvezza attraverso il sentimento religioso. Così, se vede una persona precipitare nella melma e nel fango, lo tsaddiq deve calarsi nel fossato e con mano ferma salvare se stesso e il fratello. Compito dello tsaddiq è far venire fuori da ogni singola persona e dalla stessa materia tutte le scintille divine che altrimenti vi rimarrebbero imprigionate. Perciò, per il Chassidismo, si parla di pansacralità e non di panteismo. Inoltre, come uomo tra gli uomini, lo tsaddiq deve porsi come esempio e attraverso il racconto di eventi e di storie sul Baal Shem Tov e sugli altri tsaddiq più importanti guida nella comprensione della Torah e nell’osservanza del Talmud. Per il Chassidismo l’altro è sempre evento di verità e per Martin Buber, il maggior teorico del Chassidismo, il senso dell’Io è nel Tu, e nella relazione educativa ed umana Io e Tu devono trasformarsi in un Noi. Il Chassidismo quindi non è soltanto una concezione religiosa, ma è anche pratica educativa che aspira ad essere pedagogia dell’incontro, della reciprocità e del mutuo riconoscimento. Per lo tsaddiq l’educazione è immersione, contaminazione, profezia di un impossibile che attraverso l’azione del maestro può diventare pratica concreta del possibile, apertura e dialogo secondo una logica inclusiva che trova il suo paradigma nell’amore interpretato come slancio verso l’alterità e come incontro e ricerca dello stesso Santo Benedetto.

After the war between the Poles and the Ukrainians (1648-1658) the Baal Shem Tov (ca. 1700-1760) founded Hasidism. It arose from a need to revitalize religious feeling, avoiding all possible compromise with the rich and powerful, addressing all the people and not just learned men. The master/guide/righteous one (the tsaddiq) has the task of accompanying every man and woman to salvation through religious feeling. Thus, if he sees a person falling into a muddy ditch, the tsaddiq must lower himself down into the ditch and with a steady hand save himself and his brother. It is the tsaddiq’s task to draw from every single person and from matter itself all the divine sparks that would otherwise remain trapped in them. Thus, for Hasidism one speaks of panentheism instead of pantheism. Furthermore, like a man among men, the tsaddiq must stand as an example. By telling stories about the Baal Shem Tov and the most important tsaddiqim, he leads the faithful to an understanding of the Torah and observance of the Talmud. For Hasidism, the other is always an occurrence of truth. Thus, for Martin Buber, the main theorist of Hasidism, the sense of the I is in the Thou, and in the educational and human relationship I and Thou must become We. Hasidism is thus not just a religious conception: it is an educational practice that aspires to be a pedagogy of the encounter, reciprocity and mutual recognition. For the tsaddiq, education is immersion, contamination and prophecy of an impossible that, through the teacher’s action, can become concrete practice of the possible, an opening to, and a dialogue with, according to an inclusive logic whose paradigm is love interpreted as a drive towards alterity, and as looking for and encountering the Holy Blessed One Himself.

Alessandro Sanzo

Trascorsi ormai quasi quattro anni dall’inizio in Italia dell’emergenza sanitaria legata al SARS-CoV-2, il Paese sembra avere sostanzialmente e velocemente ‘voltato pagina’, lasciandosi alle spalle l’esperienza pandemica. Il saggio, a partire da alcune riflessioni di Antonio Labriola sul ‘carattere degli italiani’, sull’apatia civica e sull’Italia post-unitaria, intende contribuire ad una auspicabile e urgente riflessione storico-educativa sugli effetti formativi (possibili, eventuali, reali?) dell’esperienza pandemica a livello individuale e sociale.

It has now been four years since the SARS-CoV-2-related health emergency began in Italy, and the country seems to have basically and quickly turned over a new leaf, leaving the pandemic experience behind. Beginning with some of Antonio Labriola’s reflections on the ‘character of Italians,’ civic apathy and post-unification Italy, the essay aims to contribute to a desirable and urgent historical-educational reflection on the formative effects (possible, eventual, real?) of the pandemic experience at the individual and societal levels.

Pasquale Terracciano

I recenti cambiamenti nella normativa della formazione iniziale degli insegnanti necessitano di un dibattito più generale. Quello che appare mancante è la ricostruzione di un orizzonte di senso entro cui inserire le proposte di riforma. L’articolo affronta il caso della filosofia, in una fase in cui la didattica della disciplina affronta un dibattito interno. L’articolo discute, a partire da queste considerazioni, un recente volume di Massimo Mugnai al riguardo del superamento dell’impianto storico-filosofico nell’insegnamento della filosofia nella formazione secondaria.

The recent changes in the initial training of the teacher in secondary education require a more general debate. What appears to be missing is the reconstruction of a horizon of meaning within which to place reform proposals. The article addresses the case of philosophy, at a time when the didactics of the discipline faces an internal debate. On the basis of these considerations, the article discusses a recent volume by Massimo Mugnai regarding the overcoming of the historical-philosophical framework in the teaching of philosophy in secondary education.

Francesco Claudio Ugolini, Domenico Morreale

Il presente contributo integra la prospettiva dei game studies con quella dell’instructional design, offrendo una riflessione che porta all’elaborazione di un framework teorico, volto a orientare le scelte degli insegnanti sia per quello che riguarda l’adozione di un dato ambiente di gioco, sia per lo sviluppo progettuale delle attività ad esso collegate. In particolare, vengono recepite tre importanti evoluzioni recentemente concretizzatesi in ambito videoludico: l’interazione tra più giocatori, l’esplorazione di mondi aperti e il rinnovato interesse verso il costruzionismo. Il framework è dunque articolato in tre principali dimensioni, che possono essere prese a riferimento sia nella scelta del gioco, sia nella successiva progettazione di attività didattiche ‘accanto al gioco’: la direttività, legata alla libertà del giocatore nel determinare le proprie azioni; la modificabilità, legata alla possibilità di creare o rielaborare contenuti all’interno del gioco; la socialità, ossia la possibilità di favorire scambi e relazioni attraverso il gioco. Ad esse si aggiunge una quarta dimensione, la riflessività, legata alla capacità dell’attività didattica di favorire nel discente la riflessione sull’apprendimento. Il framework così definito sarà successivamente messo alla prova empirica sia nell’analisi di ambienti di gioco, sia nella progettazione di attività didattiche reali, in modo che da esso possano essere tratti strumenti validi e linee guida per gli insegnanti.

This paper integrates the perspectives of game studies and instructional design, leading to the elaboration of a theoretical framework, aimed at guiding teachers both in making accurate choices regarding the adoption of a game environment and the subsequent design and development of related activities. In particular, we incorporated three important evolutions that recently happened in the videogaming field: the interaction between multiple players, the exploration of open worlds and the renewed interest in constructionism. The framework is organized into three main dimensions, which serve as reference points for both game selection and the subsequent design of educational activities complementary to the game: directivity, associated with players’ freedom to determine their actions; modifiability, linked to the possibility to create or modify contents within the game; sociality, that is the possibility to foster exchanges and relationships through the game. In addition, a fourth dimension is introduced, reflexivity, linked to the ability of educational activities to encourage learners’ reflection on the learning process. The framework thus defined will be empirically tested both in the analysis of game environments and in the design of actual educational activities, so that valid tools and guidelines for teachers can be drawn from it.

Maria Volpicelli

Le Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale di Giuseppe Lombardo Radice hanno costituito un testo di riferimento fondamentale per la formazione della classe magistrale italiana anche a distanza dei tanti decenni trascorsi dalla loro prima apparizione nel 1913. Come ha ricordato il pedagogista Ernesto Codignola il loro successo fu «strepitoso ». Lo testimoniano le numerose successive edizioni e ristampe che andarono ben al di là delle aspettative dell’autore. Dichiaratamente Accanto ai maestri, maestro egli stesso nel corso della sua adolescenza, e quindi formatore di maestri nella sua veste di insegnante di scuola normale, di direttore di tirocinio di scuola elementare, di professore di pedagogia al Magistero di Roma, il pedagogista catanese ha formulato nelle pagine delle sue Lezioni una peculiare concezione del maestro ispirata non solo ai presupposti teorici dell’attualismo pedagogico gentiliano ma anche alle molteplici concrete figure di maestre e maestri incontrati nel corso della sua esperienza magistrale. Giuseppe Prezzolini ha sintetizzato tale concezione nell’espressione «sii uomo e sarai maestro!». Il contributo proposto intende ripercorrere alcuni aspetti di tale concezione soffermandosi su alcuni momenti delle Lezioni e su alcune figure esemplari della ideale «scuola serena» delineata dal pedagogista siciliano. Figure di una «scuola nuova» capace di valorizzare gli allievi promuovendone nel contempo l’intelligenza, la creatività e la crescita spirituale e morale.

Giuseppe Lombardo Radice’s Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale has been, and still is even after the many decades since it was first published in 1913, a fundamental text of reference for the training of the Italian teachers. Pedagogist Ernesto Codignola recalled its success as ‘strepitoso (remarkable)’. The proof of this is also in the numerous subsequent editions and reprints, which went far beyond the author’s expectations. Declaredly Accanto ai Maestri (Alongside the Teachers), and a teacher himself during his adolescence – later trainer of teachers in his role of regular school teacher, elementary school internship director, professor of pedagogy at the Magisterium of Rome – the Catanian pedagogist formulated, within the pages of his Lezioni, a particular concept of ‘teacher’ that is not only inspired by the theoretical assumptions of Gentile’s pedagogical actualism, but also by the many concrete figures of teachers encountered during his educational experience. Giuseppe Prezzolini summarised said concept in the expression «sii uomo e sarai maestro! (be a man and you will be a master!)». The proposed contribution intends to retrace some aspects of this concept by focusing on some moments of Lezioni and on some exemplary figures of the ideal «scuola serena» delineated by the Sicilian pedagogist. Figures of a «scuola nuova» capable of valorising students while promoting their intelligence, creativity and spiritual and moral growth.

Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
A. ALUFFI PENTINI, C. CAPPA, V. D’ASCANIO, G. ERRICO, A. GAVOSTO, F. GIANNOCCOLO, M. GIOANNINI, D. MORREALE, V. ORSOMARSO, D. PALOMBA, S. SALMERI, A. SANZO, P. TERRACCIANO, F. C. UGOLINI, M. VOLPICELLI