I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2021
Sommario
Anna Aluffi Pentini, Fabio Olivieri
Il contributo dà conto di una prima analisi dei dati emersi dall’indagine svolta in Italia e all’estero, volta a rilevare i cambiamenti delle relazioni familiari nel periodo del primo lockdown dovuto al Covid 19. La ricerca è nata dal desiderio di capire i cambiamenti intervenuti tra le mura domestiche per famiglie obbligate a rimanere in casa. Gli ambiti di indagine hanno riguardato la comunicazione interna alla famiglia, il cambiamento e il rispetto delle regole in casa, la percezione della situazione da parte di grandi e piccini, la prosecuzione delle lezioni e il rapporto con le insegnanti, per un totale di 70 domande di un questionario con risposte a scelta multipla e aperte. La quantità di informazioni ricavate dall’indagine richiede ancora molto lavoro, tuttavia una prima analisi ha rivelato che la dimensione familiare del vivere l’emergenza, tra coloro che hanno risposto al nostro questionario, ha mobilitato risorse relazionali che la pedagogia deve imparare a valorizzare e a rafforzare.
The contribution provides a first analysis of the data that emerged from a survey carried out in Italy and abroad, aimed at detecting changes in family relationships in the period of the first lockdown due to Covid 19. A questionnaire was circulated. The areas of investigation concerned internal communication within the family, change of and respect for domestic rules, the perception of the situation by adults and children, with a total of 70 multiple-choice and open-ended questions. The amount of information obtained from the survey still requires a lot of work, but the perception of family dimension of living the emergency, among those who answered our questionnaire, has revealed relational resourcefulness that pedagogy must learn to appreciate and strengthen.
Valeria Caggiano
Il contributo focalizza temi sulle competenze degli insegnanti della scuola dell’infanzia rispetto all’insegnamento della musica. Tali questioni vengono affrontate in una dimensione storica che vede mutare il ruolo delle pedagogie della musica, esplorando e cogliendo dalle voci italiane ispirazioni per nuovi modelli di insegnamento e di apprendimento della musica. Si presenta lo studio di un caso nato all’interno del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma TRE. Il modello dell’Atelier qui presentato rappresenta un percorso di apprendimento trasferibile ai docenti della scuola dell’infanzia chiamati alla pedagogia della musica. L’analisi della letteratura e la presentazione del caso permettono di portare alla luce l’esigenza di formarsi nelle competenze cruciali delle singole risorse umane coinvolte, anche a livello organizzativo proprio del sistema scuola. Le conclusioni raggiunte permettono di evidenziare la necessità di attivare percorsi di progetti e interventi che possano innovare e incentivare l’insegnamento e lo studio della musica nelle scuole italiane.
The contribution focuses on topics on the skills of kindergarten teachers with respect to teaching music. These issues are addressed in a historical dimension that sees the changing role of music pedagogies, exploring and gathering inspiration for new models of teaching and learning music from Italian voices. We present a case study created within the Department of Education of the University of Rome TRE. The presented Atelier model represents a learning path that can be transferred to kindergarten teachers called to the pedagogy of music. The analysis of the literature and the presentation of the case allow to bring to light the need to train in the crucial skills of the individual human resources involved, even at the organizational level of the school system. The conclusions reached make it possible to highlight the need to activate projects and interventions that can innovate and encourage the teaching and study of music in Italian schools.
Cosimo Costa
Nel presente articolo, al fine di sondare la prospettiva filosofico-educativa di Edda Ducci, si prospettano e si analizzano i tre pilastri su cui essenzialmente si fonda il pensiero dell’autrice casentinese: la relazione intesa esplicitamente come momento d’incontro sinergico dell’io con il tu; il dialogo nella sua dimensione di emozione esistenziale o, con le parole di Ducci, come «affezione dell’anima»; la cura riletta come condivisione della vita e non semplicemente di una attività. L’impegno di Edda Ducci insegna all’educativo, e in particolare alla filosofia dell’educazione, che solo attraverso la decodificazione sempre più agile di situazioni interiori e attraverso il «ruminare la parola» si potrà vitalmente intendere la significanza dell’essere uomo per la sua possibile cura.
This article, in order to explore Edda Ducci’s philosophical-educational perspective, considers and analyzes the three pillars on which the thought of the Casentino author is essentially based: the relationship understood explicitly as a moment of synergistic encounter between the ego and the you; the dialogue in its dimension of «existential emotion» or, in Ducci’s words, as «affection of the soul»; the care reread as sharing of the life and not simply as an activity. Edda Ducci’s commitment teaches education, and particularly the philosophy of education, which only through the decoding of interior situations and through «ruminating the word» can vitally understand the significance of being a man for his possible cure.
Gabriella D’Aprile, Raffaella C. Strongoli
Scopo principale dell’articolo è delineare la proposta di un approccio teorico e metodologico all’uso delle metafore nei contesti educativi. L’ipotesi di fondo è che questa prospettiva possa favorire il disvelamento degli implici-ti che agiscono nelle pratiche didattiche e possa consentire di indagare l’influenza esercitata dalle epistemologie personali e professionali dei docenti nell’ambiente scolastico odierno. Attingendo alla prospettiva epistemologica neopiagetiana e alla teoria della linguistica cognitiva sull’uso della metafora, l’articolo delinea percorsi di riflessione per la formazione degli insegnanti al fine di mappare modelli educativi, orientamenti cognitivi ed emotivi che agiscono nei processi di apprendimento/insegnamento. Invita, altresì, a decostruire narrazioni, stereotipi, rappresentazioni, mistificazioni che ostacolano la creazione di comunità scolastiche autenticamente inclusive.
The aim of this article is to develop a theoretical and methodological approach to the use of metaphors in educational settings. This perspective will help to discover hidden meanings in educational rela-tionships and to explore personal and professional epistemologies as they affect teaching and learning practices in today’s school environment. Drawing on the Neo-Piagetian epistemological perspective and the cognitive linguistics theory on the use of metaphor, this article outlines pathways of reflection for teacher training in order to map educational models, cognitive and emotional orientations in educational relationships. It also focuses on the deconstruction of narratives, stereotypes, categorizations, representations, and mystifications with the aim of creating inclusive school communities.
Gabriella De Marco
L’Autrice propone un saggio sulla centralità dell’istituzione biblioteca nella società contemporanea. Il contributo, che prosegue alcuni precedenti progetti di ricerca avviati dall’autrice sin dai primi anni duemila, è centrato sullo spazio abitabile e sul potenziale identitario di un edificio. Punto di partenza del suo ragionamento è il presupposto che lo spazio misurabile è anche spazio mentale. Ciò attiva una serie di considerazioni legate al rapporto tra il tempo della storia e il tempo del fruitore. Un edificio, pertanto, e nello specifico una biblioteca sia pubblica o privata sia nazionale o di quartiere, si percepisce ed esiste anche nel tempo soggettivo di chi la fruisce.
The Author proposes an essay on the centrality of the library institution in contemporary society. The contribution, which takes up some of the author’s previous research projects since the early 2000s, focuses on living space and the identity potential of a building. The starting point of his reasoning is the assumption that measurable space is also mental space. From this arises a series of considerations related to the relationship between the time of history and the time of the user. Therefore a building, specifically a library, both public and private both national and local, also exists in the subjective time of those who use it.
Valentina Della Gala
La definizione del termine competenza, il ruolo che le competenze dovrebbero rivestire nel sistema di istruzione e quali dovrebbero essere rese oggetto della programmazione e del processo di apprendimento e insegnamento nelle scuole, continuano ad essere argomenti dibattuti sia dai pratici sia nella comunità scientifica. A livello europeo esistono esempi di riforma del sistema scolastico e del contenuto dell’insegnamento a partire dal concetto di competenza la cui conoscenza può contribuire ad articolare e chiarire i termini di questo dibattito. A questo fine in questo articolo ricostruisco il caso svizzero: le vicende e le elaborazioni che hanno preceduto l’introduzione del Piano di studio 21, un piano di studio basato sulle competenze da quest’anno adottato dalle scuole dell’obbligo di gran parte della Svizzera tedescofona. La storia seppur a grandi linee dell'elaborazione del Piano di Studio 21 mostra la forte interazione nella politica educativa tra i livelli internazionale e nazionale, il ruolo trainante della richiesta politica per un nuovo modello di valutazione del sistema e offre una vista privilegiata sul concetto e il ruolo delle competenze entro il dibattito educativo tedesco: la centralità attribuita alle competenze specifiche (disciplinari) e la relazione tra queste e quelle trasversali (chiave).
A definition of competence, which role competences should play in the education system and which competence should be taught in school, continue to be debated topics both by practitioners and in the scientific community. Examples of national reforms of the school system based on the concept of competence can help to articulate and clarify the terms of the debate. In the following paper, I analyse the Swiss case: the events and the ideas that preceded the introduction of Lehrplan 21, a new competence-based curriculum adopted in most of German-speaking Switzerland. The Lehrplan 21 history shows a strong interaction in educational policy between the international and national levels and the driving role of the political demand for an outcomes-based assessment. Moreover, it offers a privileged view of the concept and role of competencies within the German educational debate: the focus on specific (disciplinary) competencies and the relationship between these and transversal (key) competencies.
Nelson Guzmán
L’articolo è scritto nella forma del «Protreptico», un genere creato da Aristotele, costituito dall’esortazione, regolarmente diretta all’adozione di uno stile di vita. L’obiettivo dell’articolo è esortare chi si dedica alla filosofia in tempi attuali, ad assumere il valore e l’importanza che questa ha in una società per la quale il pensiero comincia a languire in tutte le sue sfere. Cerca, tra l’altro, di recuperare il valore autonomo del pensiero dallo stupore, che Aristotele considerava la più grande forma di felicità, ma esorta anche a considerare la filosofia come una forma di amicizia che, non esente dalla rivalità e dalla lotta, attraverso la discussione, rafforza i legami di comunicazione tra le persone. Infine, affronta il problema dell’umiltà di pensiero e dell’evitamento dei pregiudizi totalitari a cui può condurci un atteggiamento eccessivamente dogmatico nelle nostre convinzioni. La filosofia, oggi, deve essere un modo di guardare le cose da diverse angolazioni e produrre un’estraniazione dalle nostre convinzioni abituali al fine di comprendere gli altri.
The article is written in the form of the «Protreptic», a genre created by Aristotle, consisting of the exhortation, regularly directed to the adoption of a way of life. The article aims to exhort those who are dedicated to philosophy in current times, assuming the value and importance it has in a society for which thought is beginning to languish in all its spheres. It seeks, among other things, to recover the autonomous value of thought from astonishment, which Aristotle considered the greatest form of happiness, but it also exhorts to consider philosophy as a form of friendship that, not exempt from rivalry and struggle through from the discussion, it strengthens the bonds of communication between men. Finally, it deals with the problem of humility of thought and avoiding the totalitarian biases to which an overly dogmatic conviction in our own beliefs can lead us. Philosophy today has to be a way of looking at things from different angles and producing a alienation from our habitual beliefs in order to understand the others.
Ivonne Lopez
Il contributo intende proporre una rilettura dei lemmi epidemia e pandemia all’interno di note pagine della letteratura greca, nelle opere di Tucidide, Sofocle e Platone. La prospettiva d’osservazione privilegiata sarà la dimensione pedagogica connaturata a queste forme letterarie e al mito nell’antico mondo greco. Complesse e impervie sono le ricadute pedagogiche ed educative della condizione di emergenza, non solo sanitaria, che stiamo vivendo. In questa sede, attraverso i due lemmi greci, si propone un momento di riflessione sulle possibili prospettive educative offerte dai classici della letteratura antica, forieri di alternative possibili per salvaguardare la dimensione umanistica nei contemporanei sistemi d’istruzione e formazione.
This article proposes a rereading of the terms epidemic and pandemic across well-known excerpts of the Greek literature, in particular the works of Thucydides, Sophocles and Plato. The perspective taken in the study is the pedagogical dimension inherent in these literary forms and the myth in the ancient Greek world. The pedagogical and educational repercussions of the emergency conditions, not just health related, are complex and impervious. Here, through the two Greek terms, we propose a moment of reflection on the possible educational perspectives offered by the classics of ancient literature; the classics are indeed harbingers of possible alternatives to safeguard the humanistic dimension in contemporary education and training systems.
Orazio Niceforo
La riflessione sull’uguaglianza delle opportunità in educazione si è sviluppata nella seconda metà del Novecento giungendo a distinguere sempre più nettamente tra uguaglianza dei punti di partenza (uguali possibilità di accesso ai sistemi di istruzione) e uguaglianza dei punti di arrivo (maggiore omogeneità possibile dei risultati). Questa distinzione ha influito sulle politiche scolastiche, oltre che nel dibattito teorico. L’avvento della scuola digitale può modificare profondamente i termini della questione perché consente la diversificazione e la personalizzazione dei tempi, luoghi e stili di apprendimento. Nell’opinione pubblica dei Paesi liberaldemocratici, ma anche tra gli studiosi, si fronteggiano due diversi modelli valoriali: quello che considera più giusta una scuola individualista e meritocratica e l’altro che, invece, ne mette al primo posto la funzione solidaristica e inclusiva. La preferenza di Benadusi e Giancola, il cui volume Equità e merito nella scuola è ampiamente presentato in questo articolo, va a questo secondo modello, che punta su una scuola pubblica che garantisca a tutti l’acquisizione di una base comune di competenze – comprese quelle socio-politiche e l’alfabetizzazione digitale – definita come «il corredo cognitivo indispensabile per l’esercizio dei diritti di cittadinanza in una democrazia che voglia migliorare e tutelare se stessa». Una posizione condivisibile, a condizione che i tempi e le modalità di acquisizione di questa base comune, o core curriculum, siano personalizzati, e non vengano perciò sottoposti a standard, verifiche e comparazioni uniformizzanti, che entrerebbero in contrasto con la libertà e la pluralità delle formae mentis e delle capacitazioni individuali.
The debate about the equality of opportunities in education developed in the second half of the twentieth century, reaching an ever-clearer distinction between equality of starting points (equal access to education systems) and equality of arrival points (greatest possible homogeneity of results). This distinction influenced school policies, as well as the theoretical debate. The advent of the digital school can deeply modify the terms of the issue because it allows diversification and personalization of times, places and learning styles. In the public opinion of liberal-democratic countries, but also among scholars, two different value models face each other: the one that considers an individualistic and meritocratic school to be fairer and the other that, instead, puts its solidarity and inclusive function in the first place. The recent volume Equità e merito nella scuola by Benadusi and Giancola, widely discussed in the article, supports the second model, which focuses on a public school that guarantees everyone the acquisition of a common base of skills, including socio-political and digital literacy, considered «the essential cognitive equipment for the exercise of citizenship rights in a democracy that wants to improve and protect itself». This is a shareable position, but only provided that the times and methods of acquiring this common base, or core curriculum, are personalized, and are therefore not subjected to standardizing objectives, checks and comparisons, which would enter into contrast with the freedom and plurality of ‘formae mentis’ and individual capabilities.
Agnese Rosati
Il contributo esplora il tema della solitudine di cui pone in evidenza la dimensione costruttiva, positiva. Quando la solitudine non viene vissuta dalle persone come una fuga dalla realtà o un doloroso distacco dal mondo che provoca malessere e genera pensieri negativi, può diventare un’occasione preziosa per «fare spazio» ai propri pensieri, ai silenzi e ai desideri. Anche i giovani che hanno particolarmente sofferto per la mancanza di relazioni amicali e interpersonali nel periodo della pandemia da SARS-CoV-2, dovrebbero saper vivere ed apprezzare la solitudine come momento da dedicare a se stessi, un atto di cura personale e di crescita interiore da coltivare nella quotidianità.
The contribution explores the topic of loneliness ad focuses its constructive and positive dimension. When felt by people as an escape from reality or as a painful detachment arousing uneasiness and giving rise to negative thoughts, loneliness may become and desires. Since they have been seriously missing friendly and interpersonal relationship through SARS-CoV-2 pandemic, youth ought to be able to feel and appreciate loneliness as a moment to devote to themselves and as an act of personal care and interior growth to perform in everyday life.
Manuela Valentini, Gaia Angelini
L’obiettivo di questo articolo è quello di indagare, attraverso la ricerca bibliografica e l’analisi di protocolli, gli effetti che l’attività motoria ha sullo sviluppo cognitivo, in particolare sulle funzioni esecutive, nei bambini di età compresa tra i 3 e i 12 anni; ricerca svolta sui database: SPORTDiscuss, PubMed, ScienceDirect e PsycINFO. Gli studi presi in esame sono stati pubblicati tra il 2007 e il 2019; svolti in ambito scolastico; di tipologia sperimentale o revisione sistematica. Individuati 16 protocolli di cui 2 revisioni sistematiche e 13 studi sperimentali, suddivisi in 5 sottogruppi. Le ricerche concordano nel rilevare un legame positivo tra attività fisica e sviluppo delle funzioni esecutive, le quali risultano essere predittive del successo scolastico. Programmi longitudinali di attività fisica hanno un impatto concreto sulle funzioni esecutive, sull’attenzione e sulle prestazioni scolastiche; i contenuti di e-sercizio fisico acuto sull’attenzione. Tutte le aree vengono così coinvolte e il movimento risulta essere fonte di esperienze fondamentali in tutto il periodo dell’età evolutiva. I programmi che utilizzano l’attività motoria per il miglioramento delle funzioni esecutive permettono agli studenti di avvicinarsi alla quota minima di attività fisica giornaliera auspicata dalla World Health Organization, migliorando la salute generale e i processi cognitivi superiori che risultano essere predittivi non solo del successo scolastico ma anche della realizzazione personale lungo l’arco dell’intera vita.
This review aims to investigate, through bibliographic research and studies analysis, the effects of physical activities on cognitive development, especially on executive functions, in children in the age range 3-12; research was conducted on SPORTDiscuss, PubMed, ScienceDirect and PsycINFO search databases. The articles included in this study were published between 2007 and 2019; school environment; both experimental works and systematic reviews. A total of 16 articles were included in this study, including 2 systematic reviews and 13 experimental works and were divided in 5 subgroups. All the studies observe a positive relationship between physical activity and executive function development, are seen as predictive for academic achievement. Longitudinal physical activities programs have a substantial impact on executive functions, on attention and academic performance, while acute physical activity contents positively affect attention. Hence, all areas are involved and movement becomes a source of fundamental experiences in the overall period of childhood. Programs which use motor activity in order to improve executive functions help students to reach the minimal physical activity suggested by the World Health Organization, improving both general health and superior cognitive processes. These are predictive of academic achievement, which in turn contributes to personal realization along the whole subject’s lifespan.
Roberto Sandrucci, Alessandro Sanzo, Vincenzo Gabriele, Daniela Secondo, Giordana Szpunar, Tania Tomassetti
Le sei recensioni tra loro coordinate in cui consiste l’articolo riguardano tutte lo stesso libro: il quarto volume delle Opere di Antonio Labriola nell’Edizione Nazionale degli scritti di pedagogia e di politica scolastica, dal 1876 al 1904. Gli autori di tutti gli interventi sono stati studenti di Pedagogia nella stessa Facoltà dell’Università di Roma “La Sapienza”, dove Labriola ha inse-gnato per ventisette anni (1876-1904). Alcuni di loro insegnano la stessa disciplina pedagogica labrioliana, nella medesima Università o altrove. Gli altri autori della rassegna sono insegnanti, scrittori, esperti di amministrazione scolastica, operatori civicamente impegnati. Dai loro distinti punti di vista, tutti riconoscono storicamente e tecnicamente in Labriola un fondamentale punto di riferimento didattico, scientifico, etico-politico e pedagogico.
The six reviews, in which the article consists of, are about the same book: the fourth volume of Antonio Labriola’s National edition: Writings of pedagogy and school policy, from 1876 to 1904. The authors of the reviews were students of Pedagogy attending the same Faculty at the University of Rome “La Sapienza”, where Labriola has taught for twenty-seven years (1876-1904). Some of the former students are teaching the same Labriolian pedagogical discipline, at the foresaid University or elsewhere. Other authors of the reviews are teachers, writers, school administration experts, civically engaged operators. From a historical and technical perspective, all of them recognize in Labriola a fundamental didactic, scientific, ethical-political and pedagogical figure.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»: