Uscite
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2024
Sommario
Massimo Baldacci
Il saggio ripercorre la vicenda del modello democratico nella scuola italiana dal secondo dopoguerra. Tale modello è stato inizialmente ostacolato, per essere poi parzialmente realizzato negli anni ’60 e ’70. Successivamente esso è stato progressivamente indebolito dall’affermarsi del neoliberismo e della meritocrazia dagli anni ’80 in poi. Il concetto di merito, nato con intenti progressisti, è diventato uno strumento per giustificare le disuguaglianze. Viene argomentato che una scuola democratica dovrebbe garantire una relativa uguaglianza dei risultati educativi. A questo scopo, occorre contrastare le disuguaglianze socioeconomiche e valorizzare l’apprendimento di tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro origini sociali.
The paper traces the history of the democratic model in Italian schools since the post World War II. This model was initially hindered, only to be partially realised in the 1960s and 1970s. Subsequently, it was progressively weakened by the rise of neo-liberalism and meritocracy from the 1980s onwards. The concept of merit, born with progressive intentions, has become a tool to justify inequalities. It is argued that a democratic school should guarantee relative equality of educational achievement. To this end, socio-economic inequalities should be combated and the learning of all students should be valued, regardless of their social background.
Flavio Brescianini
L’educazione alla cittadinanza è espressa sempre più nei termini di promozione delle competenze di cittadinanza. A fronte della diffusione di questo concetto, se ne riscontra un utilizzo eterogeneo che spesso si riflette in una confusione terminologica. Questo rende più complessa la traduzione delle competenze di cittadinanza in pratiche di promozione della cittadinanza nei contesti educativi. La diffusione di quadri di riferimento – in letteratura grigia e scientifica – agevola l’individuazione di definizioni operative utili per superare queste problematiche. Nel presente contributo viene presentata una breve rassegna dei quadri di riferimento che, nell’attuale dibattito sulle competenze di cittadinanza, contribuiscono in misura maggiore alla definizione e alla diffusione delle stesse. In particolare, si prendono in esame i framework attraverso la comparazione dei loro assunti teorici, delle loro finalità, dei loro ambiti di applicazione e degli strumenti che ne supportano l’adozione. Dall’analisi emerge come alcuni quadri di riferimento possano essere considerati più adatti all’implementazione nei contesti educativi europei. In particolare, il Reference Framework of Competences for Democratic Culture del Consiglio d’Europa propone una concezione di competenza pedagogicamente fondata che può essere adottata dal livello delle politiche a quello delle pratiche educative al fine di promuovere l’educazione alla cittadinanza attiva e democratica nello spazio europeo.
Citizenship education is increasingly framed in terms of promoting citizenship skills. While this concept is widespread, its use is often heterogeneous, leading to terminological confusion. This complexity makes it difficult to translate citizenship competences into educational practice. The dissemination of reference frameworks – both in grey and scientific literature – helps to identify operational definitions that can overcome these challenges. This paper presents a brief review of the reference frameworks that significantly shape the current debate on citizenship competences. The frameworks are analyzed by comparing their theoretical assumptions, aims, fields of application, and the tools that support their adoption. The analysis reveals that certain frameworks are more suitable for implementation in European educational contexts. In particular, the Council of Europe’s Reference Framework of Competences for Democratic Culture offers a pedagogically grounded conception of competence that can be applied from policy levels to educational practices, thereby promoting education for active and democratic citizenship in Europe.
Vasco D'Agnese
Il lavoro intende analizzare il concetto e la prassi della democrazia partendo dalla tematizzazione deweyana e dal lavoro di Hannah Arendt, ponendoli in relazione con lo sviluppo del tema educativo in Maxine Green. In particolare ci si soffermerà sul tema deweyano della democrazia come pura relazionalità e apertura radicale alla costruzione di significati inediti, connettendolo alle questioni della natalità e della «togetherness», così come sono state individuate dalla Arendt. Tanto in Dewey quanto nella Arendt, infatti, la democrazia è una prassi sempre in costruzione, sempre via di definizione, fondata innanzitutto sulla pluralità – come afferma la Arendt, «la pluralità è la legge della Terra». L’obiettivo è mostrare come questo interplay possa dare linfa a un’idea di scuola come spazio privilegiato per la sperimentazione della forma democratica, intesa come pura potenzialità di sviluppo, nella quale, sotto la guida dei docenti, lo spazio di ciò che Maxine Greene ha definito «the not-yet» possa emergere. In quest’ottica l’obiettivo della scuola rispetto alla democrazia è insegnare a «guardare alle cose come se potessero essere sempre poste in altro modo», antidoto essenziale contro le forme di populismo e la restrizione degli spazi democratici che società civile e scuola stanno attualmente sperimentando in Italia e parte dell’Europa.
The paper aims at describing the question – and the praxis – of democracy drawing from Dewey, Arendt and Greene. Particularly, the paper analyses Deweyan question of democracy as connectedness and radical openness towards new meanings, connecting such concepts to Arendtian questions of natality and togetherness. Both in Dewey and Arendt democracy is a praxis always in the making, built up on plurality – as Arendt states, «plurality is the law of the earth». Such a comparison, when linked to Maxine Greene idea of education as «the not-yet» pushes toward a concept – and a practice – of schooling as pure experimentation. Such a practice is, in turn, the best antidote to populism.
Domenico Francesco Antonio Elia
Il contributo intende riflettere sulla necessità di ripensare l’educazione scientifica nell’ordinamento scolastico italiano, nella convinzione che rappresenti uno dei capisaldi della convivenza democratica degli Stati contemporanei. L’insegnamento delle discipline scientifiche nella scuola, infatti, non sembra contribuire attivamente all’educazione delle nuove generazioni, perché viene attribuita scarsa attenzione alle regole di base della scienza che permettono di comprendere se una scoperta è credibile o meno. L’effetto negativo di questo approccio al metodo scientifico si riversa nella proliferazione delle fake-news, aumentate in seguito alla pandemia provocata dal Covid-19, i cui meccanismi costruttivi restano così sconosciuti agli studenti. Si rende necessario, pertanto, insistere sul migliorare il livello dell’alfabetizzazione scientifica italiana, pena il rischio di lasciare i cittadini in balia delle teorie antiscientifiche diffuse dal Web.
This article aims to reflect on the need to rethink science education in the Italian school system, claiming that it represents one of the cornerstones of democratic coexistence in contemporary societies. The teaching of scientific subjects in schools actually contributes little to the education of the new generations because teaching underestimates how scientific knowledge is produced, and so makes it difficult to understand the reliability of a discovery. The negative effect of this approach to the scientific method spills over into the proliferation of fake news, which has increased in the wake of the COVID-19 pandemic, and whose mechanisms remain unknown to students. It is therefore necessary to insist on improving the level of scientific literacy in Italy, otherwise, we risk leaving citizens at the mercy of anti-scientific theories spread by the Web.
Francesco Fabbro, Giuseppe Sellari, Grazia Terrone
La via italiana all’Inclusive Education ha generato un salto di paradigma culturale, sociale e pedagogico che vede oggi coinvolti i vari interpreti della comunità scolastica nella promozione delle migliori e pari opportunità di benessere e di educazione democratica di ogni discente. Sebbene la Legge 17/1999 abbia esteso il diritto allo studio agli studenti con disabilità anche in ambito universitario, a oggi risultano ancora pochi gli studi empirici volti a indagare se e come tale diritto sia sostenuto attraverso una didattica inclusiva. L’articolo presenta i risultati di un’indagine esplorativa sulla percezione dei docenti universitari rispetto all’educazione inclusiva al fine di riflettere sullo stato della didattica nell’Alta Formazione. Lo studio, di natura quantitativa, ha visto la somministrazione di un questionario online a 53 docenti dell’Università di Roma Tor Vergata afferenti alla Macroarea di Scienze. L’indagine ha consentito di misurare il livello di efficacia e inclusività della didattica dei docenti attraverso la scala TEIP (Teacher Efficacy for Inclusive Practices), nonché di rilevare i loro atteggiamenti e preoccupazioni verso l’inclusione per mezzo della scala SACIE-R (Sentiments, Attitudes, and Concerns about Inclusive Education Revised). La discussione dei risultati dello studio riflette sulle potenzialità e i limiti di questo tipo di indagine nell’informare la progettazione di percorsi formativi sulla didattica inclusiva rivolti ai docenti universitari.
The Italian way to Inclusive Education has brought a cultural, social and pedagogical paradigm shift, which now involves the various interpreters of the school community in promoting the best and equal opportunities for the well-being and democratic education of each learner. Although Law 17/1999 has extended the right to study to students with disabilities, including the university context, there are still few empirical studies aimed at investigating whether and how this right is supported through inclusive teaching. The article presents the results of an exploratory survey of university lecturers’ perceptions of disability to reflect on the state of teaching in higher education. The quantitative study involved the administration of an online questionnaire to 53 lecturers at the University of Rome Tor Vergata, belonging to the Science Macro area. The survey measured the teachers’ level of teaching efficacy and inclusiveness through the TEIP (Teacher Efficacy for Inclusive Practices) scale, as well as their attitudes and concerns towards inclusion through the SACIE-R (Sentiments, Attitudes, and Concerns about Inclusive Education Revised) scale. Results’ discussion reflects on the potential and limitations of this type of survey to inform the design of inclusive education courses addressing academic lecturers.
Massimiliano Fiorucci, Veronica Riccardi, Lisa Stillo
Storicamente l’educazione e la democrazia sono state considerate processi situati fortemente interconnessi tra loro attraverso una relazione di vicendevolezza e reciprocità, in grado di costituirsi come subsostanziali per la costruzione per tutti e tutte di una reale partecipazione alla società civile e dell’esercizio di una cittadinanza attiva. Le crescenti disuguaglianze sul piano globale, della povertà, delle guerre e della complessità impone oggi, però, da un lato di mettere in discussione le criticità riscontrate anche sul piano educativo e formativo, e dall’altro di saper valorizzare e promuovere forme di reale esercizio di cittadinanza attiva e partecipazione, ispirata all’educazione ai diritti umani e all’equità, in una prospettiva fortemente radicata sulla cultura di pace e sulla convivenza tra persone e popoli. A tal proposito il presente contributo vuole porre l’attenzione sulla necessità di valorizzare forme di attivazione partecipata e di democratizzazione dei contesti, recuperando l’intuizione di Alexander Langer di costituire i Corpi Civili di Pace, dando visibilità, e quindi vivibilità, alla pace e al rispetto dell’alterità a partire dalla società civile e da ognuno dei suoi componenti. Si propone dunque un focus su come educare alla cittadinanza globale e alla pace, a partire da esperienze vive ed attuali in cui democrazia, educazione e partecipazione prendono ‘corpo’.
Historically, education and democracy have been considered strongly interconnected situated processes through a relationship of mutuality and reciprocity capable of constituting themselves as sub-substantial in order to construct real participation in civil society and the exercise of active citizenship for everyone. However, nowadays, the growing inequalities on a global level, of poverty, of wars, and of the mondial complexity require some deep reflections: on the one hand, it is necessary to question on the educational and training criticalities level, and on the other hand, it is important to know how to valorize and promote forms of real exercise of active citizenship and participation, inspired by education to human rights and equity, in a perspective strongly interconnected to the culture of peace and to the coexistence between people. In this regard, this paper deals to the need to valorize forms of participatory activation and democratization of contexts, recovering Alexander Langer’s intuition of constituting civil bodies of peace, giving visibility, and therefore liveability, to peace and respect for otherness, starting from civil society and each of its components. A focus is therefore proposed on how to educate to global citizenship and peace, starting from living and current experiences in which democracy, education and participation take ‘body’.
Giulia Franchi, Elena Zizioli
Il contributo riflette sul rapporto tra cittadinanza globale e locale e sulle forme di partecipazione nate ‘dal basso”, eleggendo Lampedusa a cantiere pedagogico. L’isola, infatti, terra di sbarchi e di produzione di retoriche e di immaginari sulla migrazione, in questi anni è stata anche laboratorio di nuove pratiche inclusive proprio grazie all’utilizzo delle storie, specie quelle di sole immagini. Le democrazie hanno infatti bisogno di ‘immaginazione narrativa’, soprattutto sul confine, per smontare le posture securitarie e decostruire i confini immateriali che insidiosamente alimentano le paure dell’altro. Grazie alla biblioteca promossa dall’organizzazione internazionale IBBY (International Board on Book for Young people), si è offerto un primo rifugio a bambine e bambini e si sono dilatati i confini, costruendo ponti e compiendo gesti di incontro e accoglienza, come nei progetti ‘Books on board’ e ‘No border books’ che riaffermano il diritto di vivere un’infanzia sicura e felice.
The contribution reflects on the relationship between global and local citizenship and on the forms of participation born ‘from below’, electing Lampedusa as a pedagogical workshop. The island, in fact, land of landings and production of rhetoric and imagery on migration, in recent years has also been a laboratory of new inclusive practices thanks to the use of stories, especially those of images alone. Indeed, democracies need ‘narrative imagination’, particularly on the border, to dismantle securitarian postures and deconstruct the intangible frontiers that insidiously feed fears of the Other. Thanks to the library promoted by the international organization IBBY (International Board on Book for Young people), a first refuge was offered to girls and boys and borders were expanded, building bridges and making gestures of encounter and welcome, as in the ‘Books on board’ and ‘No border books’ projects that reaffirm the right to live a safe and happy childhood.
Emanuele Golino
La società multiculturale in cui viviamo conduce alla riflessione in merito a quanto essenziale sia ripensare la didattica delle nostre scuole in una prospettiva interculturale. Attraverso la figura del maestro Giovanni Piazza (1892-1979), ricostruita mediante interviste e fonti inedite, si intendono restituire notizie in ordine alla pratica didattica interculturale ed educativa delle scuole italo-arabe presso cui egli prestò servizio. L’incontro tra culture, fulcro centrale di queste istituzioni scolastiche, rappresenta il primo tentativo atto alla creazione di ambienti di apprendimento multiculturali, antesignani, nelle metodologie, di quelle che oggi sono le nostre scuole orientate a Linee Guida e Protocolli interculturali. A partire dall’inedito sillabario ‘Dai campi alla scuola’, la cui copertina evidenzia una spinta alla mediazione culturale raffigurando il Corano, la Bibbia e la Stella di Davide, è possibile leggere il profilo didattico del maestro che dall’anno scolastico 1921-22, assunse l’incarico di insegnante e direttore nelle scuole italo-arabe della Tripolitania, con sede a Tagiura, Zuara e Tripoli.
The multicultural society in which we live leads to reflect on the importance to rethink the teaching methods of our schools with an intercultural perspective. Through the figure of Giovanni Piazza (1892- 1979), reconstructed through interviews and unpublished sources, the author wants to provide information regarding the intercultural teaching practices of the Italo-Arab schools where Piazza worked. The encounter between cultures, that was the central focus of these educational institutions, represents the first attempt to create multicultural learning environments, forerunners in their methodologies of today’s schools oriented towards Intercultural Guidelines and Protocols. Starting from the unpublished primer “From the Fields to the School,” whose cover highlights an interpretation oriented towards cultural mediation by depicting the Quran, the Bible, and the Star of David, it is possible to discern the educational profile of the teacher who, from the 1921-22 school year, was teacher and director in the Italo-Arab schools of Tripolitania, based in Tajura, Zuara, and Tripoli.
Orsola Iermano
ll saggio analizza la relazione tra educazione e politica nella pedagogia democratica di John Dewey, alla luce della dura analisi della contemporaneità formulata da Henry Giroux. Come messo in evidenza dal pedagogista americano/canadese, in questo periodo di crisi dei valori democratici c’è bisogno di riscoprire la natura politica dell’educazione, enfatizzata nell’opera di Dewey. L’autrice si concentra quindi sulla stretta corrispondenza tra agire educativo e agire politico nella prospettiva deweyana in cui lo scopo principale dell’educazione è la democratizzazione di abitudini e istituzioni.
The essay analyzes the relation between education and politics in John Dewey’s democratic pedagogy, in light of Henry Giroux’s hard analisys of the contemporaneity. As the American/Canadian pedagogist pointed out, in this time of crisis of democratic values there is a need to recover the political nature of education, that was enphasised in Dewey’s work. Therefore the Author focuses on the close correspondence between educational and political praxis in deweyan perspective in which the main purpose of education is the democratization of habits and institutions.
Viviana La Rosa
Sono molte le sfide che la società contemporanea pone alla pedagogia: non solo appare ormai irrinunciabile la riflessione intorno all’essere e al restare umano in un tempo caratterizzato da guerre e da esistenze sempre più ibride e connettive, ma altresì diviene urgente ridisegnare in prospettiva pedagogica le occasioni di partecipazione democratica alla vita collettiva, non di rado ostaggio di ‘fiammate populiste’ e disimpegno civile. In questa prospettiva, il saggio intende esplorare il nesso cultura-cittadinanza- processi formativi non solo come terreno di lavoro cruciale nell’offrire una lettura dell’educazione e dell’educabilità nel tempo presente, ma anche come spazio di attivazione di una rete di significati, esplorazioni, ricerche che, nel proporre un compromesso tra una apologia dell’esistente (sempre in agguato, ricorda Adorno), istanze emancipative, e contrasto alla distruzione dell’esperienza, possano autenticamente offrire occasioni di contrasto al civic disengagement e di promozione di processi di coesione democratica. Prospettiva privilegiata d’analisi sarà quella che vede nell’educazione alla lettura e nell’esperienza stessa del contatto con i libri un’opportunità elettiva in vista dell’esercizio dei diritti e della promozione di processi partecipativi, nel radicato convincimento che l’immersione nelle storie possa essere occasione cruciale per costruire l’alfabeto emotivo e cognitivo di uomini e donne, bambini e bambine, creando le premesse per favorire processi partecipativi e contrastare il disimpegno civile.
There are many challenges that contemporary society poses to pedagogy: not only does reflection around being and remaining human in a time characterized by wars and increasingly hybrid and connective existences now seem inescapable, but it also becomes urgent to redesign in a pedagogical perspective the opportunities for democratic participation in collective life, not infrequently hostage to “populist flare-ups” and civic disengagement. In this perspective, the essay intends to explore the culture-citizenship-educational processes nexus not only as a crucial terrain in offering a reading of education and educability in the present time, but also as a space for activating a network of meanings, explorations, and research that, in proposing a compromise between an apology of the existing (always lurking, Adorno reminds us), emancipatory instances, and countering the destruction of experience, can authentically offer opportunities to counter civic disengagement and promote processes of democratic cohesion. Privileged perspective of analysis will be the one that sees in reading education and in the very experience of contact with books an elective opportunity in view of the exercise of rights and the promotion of participatory processes, in the deep-rooted belief that immersion in stories can be a crucial opportunity to build the emotional and cognitive alphabet of men and women, boys and girls, creating the conditions to foster participatory processes and counter civic disengagement.
Antonio Luzón, Guadalupe Francia
Questo articolo affronta e analizza le politiche di equità e cittadinanza globale da una prospettiva teorica, considerando l’equità come principio democratico per eccellenza e principio di giustizia sociale. L’Agenda 2030, promossa dalle Nazioni Unite, presenta l’equità nell’educazione come uno degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile. L’equità educativa è quindi considerata un bene comune fondamentale per lo sviluppo di una cittadinanza sostenibile basata su un concetto di democrazia globale e di giustizia tridimensionale, secondo i contributi della filosofa americana Nancy Fraser. Tuttavia, spetta agli Stati nazionali garantire un’istruzione equa e di qualità per tutti i cittadini, nonostante la sua complessità, le sue difficoltà e le sue sfide, non solo a livello locale, ma anche su scala globale. Questa sfida implica considerare l’equità come la spina dorsale di un insieme di sinergie e politiche orientate alla democratizzazione e all’attenzione alla diversità, basate su una concezione dei commons (vita in comune) e dei commons (beni comuni), che considera l’equità educativa come un obiettivo da sviluppare nel processo di implementazione di politiche orientate sia alla vita in comune che ai beni comuni.
This article addresses and analyses equity and global citizenship policies from a theoretical perspective, considering equity as a principle of democracy par excellence and a principle of social justice. The 2030 Agenda promoted by the United Nations introduces equity in education as one of the goals for sustainable development. Educational equity is thus considered a fundamental common good for the development of sustainable citizenship based on a conception of global democracy and three-dimensional justice, according to the contributions of the American philosopher Nancy Fraser. However, it is up to nation states to guarantee equitable quality education for all citizens, despite its complexity, difficulties and challenges, not only at the local level, but also at the global level. This challenge implies considering equity as the backbone of a set of synergies and policies oriented towards democratization and respect for diversity, based on a conception of the commons and the commoning, which considers educational equity as an objective to be developed in the process of implementing policies oriented both the commons and the commoning.
Pompeo Fabio Mancini
Il fenomeni della globalizzazione e delle migrazioni hanno mutato l’idea di cittadinanza legata all’appartenenza e all’identità nazionale considerandola un processo sociale ed educativo multidimensionale in cui l’identità passa attraverso l’integrazione delle appartenenze. Ne consegue che il senso di appartenenza richiesta dall’attuale contesto globale esige di non rinunciare alle identità culturali, ma di vivere un’identità integrata e integrativa capace di affrontare il pluralismo culturale come risorsa, opportunità e valore superando la paura dell’altro mediante un’educazione democratica partecipativa non solo multiculturale ma interculturale. Non è un caso che il Consiglio d’Europa sostiene che la cittadinanza globale sia una particolare forma di cittadinanza identitaria in quanto fa riferimento ai valori universali e ai diritti umani e che per questo richiede un’educazione in sintonia con le esigenze e con i bisogni di una società postmoderna che accetta la sfida educativa ‘glocale’. In questo contesto appare chiaro l’obiettivo del Consiglio d’Europa che ha orientato i suoi interessi verso un progetto europeo di Education for Democratic Citizenship in cui si persegue la concezione partecipativa della cittadinanza, unitamente agli studi internazionali di J. J. Cogan e R. Derricott che hanno elaborato un modello di cittadinanza che dovrà perseguire alcuni obiettivi quali: approccio ai problemi in qualità di membri di una società globale; assunzione di responsabilità; comprensione e apprezzamento delle differenze culturali; pensiero critico; disponibilità alla soluzione non violenta dei conflitti; cambiamento di stile di vita per la difesa dell’ambiente; sensibilità verso i diritti umani; partecipazione a livello locale, nazionale e internazionale.
The phenomena of globalization and migration have changed the idea of citizenship related to belonging and national identity by considering it a multidimensional social and educational process in which identity pass through the integration of belongings. It follows that the sense of belonging required by the current global context demands not to give up cultural identities, but to live an integrated and integrative identity capable of dealing with cultural pluralism as a resource, opportunity and value by overcoming the fear of the other through participatory democratic education that is not only multicultural but intercultural. It is no coincidence that the Council of Europe argues that global citizenship is a particular form of identity-citizenship insofar as it refers to universal values and human rights and therefore requires education in tune with the demands and needs of a postmodern society that accepts the ‘glocal’ educational challenge. In this context, the objective of the Council of Europe, which has directed its interests toward a European project of in which the participatory conception of citizenship is pursued, appears clear, together with the international studies of J. J. Cogan and R. Derricott, who have elaborated a model of citizenship that will have to persepect certain objectives such as: approaching problems as members of a global society; taking responsibility; understanding and appreciation of cultural differences; critical thinking; willingness to non-violent conflict resolution; lifestyle change for environmental advocacy; sensitivity to human rights; participation at local, national and international levels.
Alessandra Mussi, Valeria Cotza, Luisa Zecca, Chiara Bove
Le raccomandazioni europee e le indicazioni ministeriali italiane considerano lo sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza come un obiettivo cruciale delle istituzioni scolastiche, intese come potenziali hub di giustizia sociale, convivenza democratica e cittadinanza attiva. La crescita della percentuale di studenti in condizioni di svantaggio socioculturale e dispersione scolastica mina il raggiungimento di tale obiettivo colpendo, in particolare, ragazzi figli di famiglie con background linguistici e culturali diversificati alle spalle. Molti studenti con background migratorio, pur nascendo in Italia, hanno meno opportunità dei loro coetanei italiani di sviluppare competenze che consentano loro di partecipare attivamente alla società, favorendo forme di ‘integrazione subalterna’. A partire dal progetto Reinventare la cittadinanza. Percorsi di capacitazione di reti e gruppi sociali nel quartiere di San Siro, illustreremo la eco formativa di due interventi pilota di prevenzione di fenomeni di esclusione sociale e dispersione scolastica che hanno coinvolto studenti, famiglie e insegnanti di un Istituto secondario milanese. La costruzione di ‘Cantieri di dialogo’ intergenerazionale mediati dai linguaggi artistici e di esperienze di ‘Peer tutoring’ offre alcune indicazioni metodologiche interessanti per ampliare la riflessione su come promuovere esperienze di democrazia partecipativa a scuola a partire dall’ascolto dei desideri, delle aspirazioni e dei bisogni dei ragazzi.
European recommendations and Italian Ministry of Education guidelines consider the development of key citizenship competencies as a crucial goal for educational institutions, seen as potential hubs of social justice, democratic coexistence and active citizenship. The increasing percentage of students with sociocultural disadvantage and in school dropout status undermines the achievement of this goal. The situation particularly affects children from families with diverse linguistic and cultural backgrounds. Many students with migratory backgrounds, despite being born in Italy, have fewer opportunities than their Italian peers to develop skills for active participation in society, fostering forms of ‘downward assimilation’. Starting from the project Reinventing citizenship. Paths of capacitation of networks and social groups in San Siro neighborhood, we will illustrate the formative echo of two pilot-interventions to prevent phenomena of social exclusion and school dropout that involved students, families and teachers of a secondary school. The construction of intergenerational ‘Dialogue yards’ mediated by artistic languages and ‘Peer tutoring’ experiences offers some methodological insights to broaden the reflection on how to promote experiences of participatory democracy at school starting from listening to the desires, aspirations and needs of boys and girls.
Isabella Pescarmona, Valerio Ferrero
Questo saggio si concentra sulla necessità di generare forme di cittadinanza e partecipazione democratiche, superando meccanismi di esclusione e disuguaglianze. Occorre leggere pedagogicamente i territori per ragionare nell’ottica di una co-progettazione tra scuola ed enti delle comunità attraverso percorsi creativi in sinergia con spazi non formali e informali che includano gli alunni come attori politici in grado di esercitare diritti e doveri. In tal senso, la scuola può assumere un ruolo educativo e politico per costruire comunità plurali, a partire dalle esigenze e prospettive degli alunni, coltivando un ethos democratico, orientato al pluralismo, alla partecipazione politica, al bene comune, attraverso percorsi di engagement dei piccoli per affrontare con loro le questioni emergenti nei territori da loro vissuti.
This essay focus on the need to create democratic forms of citizenship and participation and to overcome mechanisms of exclusion and inequality. Reading pedagogically the territories is necessary in order to think in terms of co-designing between schools and community institutions through creative synergic ways with non-formal and informal spaces that involve students as political actors who can exercise rights and duties. Therefore, the school can take on a pedagogical and political role to build plural communities based on students’ needs and perspectives, by cultivating a democratic ethos oriented towards pluralism, political participation and the common good through paths of children engagement to address with them emerging issues in the territories they experience in.
Maria Ratotti, Elisabetta Biffi
La crescente complessità delle società contemporanee vede un costante incremento delle sfide educative che, come ben testimoniato dalle politiche di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, vanno intese in ottica interdisciplinare e intergenerazionale. In tale contesto, per poter essere parte attiva dei processi decisionali come previsto dalle strutture democratiche, nella formazione dei cittadini divengono sempre più importanti quelle competenze trasversali che consentono loro di comprendere la realtà e interrogarla criticamente. A questo scopo, svolgono un ruolo centrale le istituzioni educative, fra cui l’università, che non solo è luogo di alta formazione, ma è anche presidio di innovazione e ricerca scientifica. Il presente contributo si interroga, dunque, sul ruolo che l’università pubblica può svolgere - nella prospettiva della sua Terza Missione - nell’avvicinare le giovani generazioni ai processi di costruzione del sapere e di fronteggiamento delle sopra citate sfide. A partire da una prospettiva che vede la riflessione pedagogica interrogarsi criticamente sui processi formativi della cittadinanza democratica e sul loro contributo per la giustizia sociale, si propone una riflessione teoretica
The growing complexity of contemporary societies presents constant educational challenges which, as evidenced by the sustainable development policies of the 2030 Agenda, must be addressed from an interdisciplinary and intergenerational perspective. In this context, to be active participants in decision-making processes as envisioned by democratic structures, it is increasingly important for citizens to develop transversal skills that enable them to understand and critically engage with reality. Educational institutions, including universities, play a central role in this process. Universities are not only places of higher education but also centers of innovation and scientific research. Starting from a perspective that involves pedagogical reflection critically questioning the educational processes underlying democratic citizenship and their contribution to social justice, this paper proposes a theoretical and methodological reflection. It focuses on the university as a resource for new generations to engage with the processes of knowledge construction from a democratic perspective, fostering the understanding of the world and active involvement that have always been fundamental to democratic societies.
Agnese Rosati, Edoardo Renzi
L’articolo propone una correlazione fra povertà invisibile e democrazia. L’analisi concettuale dei termini permette di descrivere le condizioni che possono pregiudicare la partecipazione attiva e l’inclusione sociale da parte di coloro che, per ragioni culturali piuttosto che economiche, sono incapaci di documentarsi, di leggere, di saper fare domande. La povertà invisibile, accentuata nella società dell’informazione, amplifica gli effetti della disinformazione e trova terreno fertile per un’esclusione multidimensionale delle persone. Bias cognitivi e un inadeguato livello di pensiero critico generano a loro modo indifferenza e disorientamento nella vita sociale e relazionale dei cittadini, con una ricaduta negativa in termini di diritti e democrazia. Saper leggere un’informazione e documentarsi è oggi un diritto da acquisire e un’esigenza per esercitare la propria libertà nelle scelte e nelle azioni. Alla luce di queste considerazioni ci si chiede quanto educazione e istruzione possano contribuire alla realizzazione di una società democratica nella quale ad ogni persona siano riconosciuti e protetti i diritti politici e sociali.
The article offers a correlation between invisible poverty and democracy. The conceptual analysis of the terms makes it possible to describe the conditions that can undermine active participation and social inclusion on the part of those who, for cultural rather than economic reasons, are incapable of documenting themselves, of reading, of knowing how to ask questions. Invisible poverty, accentuated in the information society, amplifies the effects of disinformation and finds fertile ground for multidimensional exclusion of people. Cognitive biases and an inadequate level of critical thinking generate in their own way indifference and disorientation in the social and relational life of citizens, with a negative impact in terms of rights and democracy. Knowing how to read information and document oneself is today a right to be acquired and a requirement for exercising one’s freedom in choices and actions. In the light of these considerations, one wonders how much education and instruction can contribute to the realisation of a democratic society in which every person’s political and social rights are recognised and protected.
Angela Spinelli
Nell’attuale assetto socio-politico ed economico la scuola italiana sta affrontando sfide complesse a cui da sola non riesce più a far fronte. La continuità dei processi di apprendimento per tutto l’arco della vita e in situazioni non formali e informali sta emergendo come un’opzione necessaria per contribuire alla crescita delle soggettività, ma anche al mantenimento di quei necessari corpi intermedi che ne permettono lo sviluppo e che nell’art. 2 della Costituzione sono definiti formazioni sociali. L’articolo esamina, anche attraverso l’analisi di alcuni case study, il contributo che le organizzazioni di Terzo settore, e in particolare di volontariato organizzato, apportano per la crescita del senso di comunità, di partecipazione e solidarietà concorrendo alla promozione delle competenze di cittadinanza. In questo quadro non saranno taciute le grandi contraddizioni e tensioni che si muovono al suo interno. La prima, riguarda il confronto con le forti pulsioni individualistiche che promuovono forme di partecipazione sporadica e non organizzata, sulla scia di condizioni emotive tanto potenti quanto passeggere. La seconda, affronta il rapporto esistente tra le spinte educative e quelle economiche, che riguardano il tema delle competenze. Elemento, questo, che chiama in causa le policies nazionali ed europee che le assumono come riferimento. Sulla base di queste coordinate, che si muovono tra visioni diverse del processo partecipativo, si gioca il ruolo della formazione e della sua attitudine democratica nel contesto dell’apprendimento permanente.
In the current socio-political and economic framework, the Italian school is facing complex challenges that it cannot face alone. The continuity of lifelong learning processes and in non-formal and informal situations is emerging as a necessary option to contribute to the growth of subjectivities, but also to the maintenance of those necessary intermediate bodies that enable their development and that in Article 2 of the Constitution are defined as social formations. The article examines, also through the analysis of some case studies, the contribution that Third Sector organisations, and in particular organised volunteering, make to the growth of a sense of community, participation and solidarity by contributing to the promotion of citizenship skills. The great contradictions and tensions that move within it will also be considered. The first, concerns the confrontation with strong individualistic drives that promote sporadic and unorganised forms of participation, in the wake of emotional conditions as powerful as they are transient. The second, addresses the relationship existing between educational and economic drives, which concern the issue of skills. This is an element that calls into question the national and European policies that take them as a reference. On the basis of these coordinates, which move between different visions of the participatory process, the role of training and its democratic attitude in the context of lifelong learning is played out.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
A. BALDACCI, E. BIFFI, C. BOVE, F. BRESCIANINI, V. COTZA, V. D’AGNESE, D.F.A. ELIA, F. FABBRO, V. FERRERO, G. FRANCHI, G. FRANCIA, M. FIORUCCI, E. GOLINO, O. IERMANO, V. LA ROSA, A. LUZÓN, P. F. MANCINI, A. MUSSI, I. PESCARMONA, A. ROSATI, M. RATOTTI, E. RENZI, V. RICCARDI, G. SELLARI, A. SPINELLI, L. STILLO, G. TERRONE, L. ZECCA, E. ZIZIOLI
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2023
Sommario
Carlo Cappa
L’articolo adotta una chiave storica e concettuale e si sofferma sulle criticità che la riforma sembra prospettare per pensare il profilo professionale dell’insegnante: nel prolificare di differenziazioni, l’idea stessa di abilitazione nazionale sembra scricchiolare, aprendo una stagione tutt’altro che semplice. In particolare, saranno analizzati tre versanti: istituzionale, concettuale ed etico.
The article adopts a historical and conceptual approach and focuses on the critical issues that the reform seems to pose for a reflection on the teacher’s professional profile: in the proliferation of differentiations, the very idea of national qualification seems to be creaking, opening up a season that is anything but simple. In particular, three aspects will be analysed: institutional, conceptual and ethical.
Valentina D'Ascanio
Da una prospettiva comparata, il contributo desidera proporre una analisi della formazione iniziale degli insegnanti, ponendola nel più ampio scenario internazionale al fine di individuare le principali direttrici che caratterizzano l’agenda politica europea e le azioni intraprese dagli Stati. Pertanto, un primo momento guarderà a come sono articolate le finalità della formazione dei docenti e le competenze richieste al docente nei documenti europei per poi distinguere e riflettere sulle vicinanze e somiglianze riscontrabili a livello nazionale, portando in primo piano le interrelazioni tra i soggetti istituzionali nello spazio europeo. Tale analisi comparata e politico-istituzionale offrirà, nelle conclusioni, delle ulteriori prospettive per riflettere sulle criticità che hanno accompagnato e ancora accompagnano il nuovo percorso prossimo a iniziare.
From a comparative perspective, the article is intended to propose an analysis of initial teacher education, placing it in the broader international scenario in order to identify both the main guidelines that characterise the European policy agenda and the actions taken by states. Therefore, a first moment will look at how the aims of teacher education and the competences required of the teacher are articulated in European documents and then distinguish and reflect on the differences and similarities found at the national level, bringing to the fore the interrelationships between institutional actors in the European space. This comparative and political-institutional analysis will offer, in the conclusions, further perspectives in order to reflect on the critical issues that have accompanied and still accompany the new path that is about to begin.
Gemma Errico
L’articolo si propone di indagare gli aspetti legati alla centralità del corpo, strumento comunicativo e relazionale, e del movimento, inteso come esplorazione dell’ambiente, nell’apprendimento e nella formazione dell’individuo considerato nella sua globalità e pluridimensionalità, evidenziando la necessità pedagogica di un recupero educativo del corpo, basato sull’utilizzo libero dello stesso, tramite la predisposizione di alcune procedure di intervento, e sulla promozione del massimo sviluppo di tutte le potenzialità esistenziali in esso contenute. Tale analisi prende le mosse dalla lezione di Célestin Freinet, nella cui École è garantito il diritto alla libera espressione, procedendo in direzione della vita, e le cui intuizioni pedagogiche risultano oggi corroborate dagli studi condotti nell’ambito delle neuroscienze, in particolare dall’approccio Embodied cognition, che mette in stretta relazione movimento e costruzione di conoscenza.
This paper aims to investigate the aspects linked to the centrality of the body, a communicative and relational tool, and of the movement, in the meaning of exploration of the environment, in learning and in education of the individual in his totality and multidimensionality, highlighting the pedagogical need of a body’s educational recovery, based on free use of this latter and on promotion of the maximum development of existential potentialities contained in it. This analysis starts from the lesson of Célestin Freinet, in whose École the right to free expression is guaranteed and whose educational insights are corroborated by current studies conducted in the field of neuroscience, in particular, by Embodied cognition approach, which closely relates movement and knowledge construction.
Andrea Gavosto, Marco Gioannini
La legge 79 del 2022 (governo Draghi) aveva alimentato attese di una seria, e da tempo necessaria, riforma del modello di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie, finalmente centrata sulle competenze didattiche, e del reclutamento, con una netta distinzione fra abilitazione e reclutamento. La riforma, peraltro, era fra quelle richieste dall’Unione europea con il PNRR. Il diverso orientamento su questi temi del governo Meloni, da un lato, e le forti resistenze da parte delle università e dei sindacati della scuola, dall’altro, hanno tuttavia portato a un progressivo e deludente “svuotamento” dei contenuti più innovativi della riforma, che si è consolidato con il DPCM dell’estate 2023. Il saggio ripercorre i passaggi cruciali di un percorso che rischia di chiudersi come un’ennesima occasione perduta per migliorare la qualità della scuola in Italia.
The Law 79 of 2022 (Draghi government) had fuelled expectations of a serious and long-awaited reform of the initial training model for secondary school teachers, finally focused on teaching skills, and of their recruitment, with a clear distinction between qualification and recruitment itself. The reform, moreover, was among those requested by the European Union within theNext Generation EU. However, the different approach on these issues by the Meloni government, on the one side, and a strong resistance from universities and school trade unions, on the other, have led to a gradual and disappointing “emptying” of the most innovative contents of the reform, which was consolidated with the Prime Minster Decree of the summer of 2023. The essay retraces the crucial steps of a path that risks ending up as another missed opportunity to improve the quality of schools in Italy.
Francesca Giannoccolo, Anna Aluffi Pentini
Il tirocinio, nei corsi professionalizzanti per educatori, rappresenta il momento centrale della sinergia tra teoria e prassi, finalizzata alla promozione delle competenze degli studenti. Costituisce, inoltre, un’opportunità strategica per promuovere l’orientamento e l’inserimento lavorativo degli studenti con disabilità. La proposta educativa di Don Lorenzo Milani, che mette al centro l’esigenza di dare voce e dignità agli ultimi, oggi, appare particolarmente fertile al fine di stimolare la riflessione sulle pratiche pedagogiche per la promozione di una vita indipendente delle persone con disabilità. L’Università, in collaborazione con gli altri servizi territoriali, ha quindi il fondamentale compito a partire dal tirocinio di promuovere attività di ricerca partecipata per rispondere alle nuove domande di partecipazione sociale e lavorativa e tutelare i diritti di tutti gli studenti, sostenendoli nell’aspirazione ad una vita indipendente. In questa logica, il tirocinio diventa uno strumento efficace per rendere lo studente con disabilità un soggetto attivo nei processi di formazione e per favorire l’inclusione nel mondo del lavoro. I percorsi di capacitazione-in-formazione, fondati sul dialogo, sembrano poter tradurre principi e modelli teorici in occasioni di sviluppo per la persona e per gli ambienti di vita in cui è inserita. Tenendo conto delle indicazioni fornite dalla legislazione vigente e dai contributi della ricerca sui temi dell’inclusione lavorativa, si presentano gli aspetti salienti di un’esperienza di tirocinio realizzata in un corso di studi professionalizzante, esperienza attuata secondo i suddetti principi, nella logica del dare voce a chi rischia di non averla.
In professional courses for educators, internship represents the core of the synergy between theory and practice aimed at promoting students’ skills. It also constitutes a strategic opportunity to promote the orientation and job placement of students with disabilities. Don Lorenzo Milani’s educational proposal, focused on the need to give voice and dignity to ‘the least’, today appears particularly fertile in order to stimulate reflection on pedagogical practices for the promotion of an independent life for people with disabilities. The University, in collaboration with other local services, has the fundamental task, starting from the internship, of promoting participatory research activities to respond to new demands for social and work participation and to protect the rights of all students, supporting them in their aspiration for an independent life. In this logic, the internship becomes an effective tool to make the student with disabilities an active subject in training processes and to promote inclusion in the world of work. Capability-in-training paths, based on dialogue, seem to be able to translate principles and theoretical models into opportunities for development for the person and for the living environments in which he or she is inserted. Taking into account the indications provided by current legislation and the contributions of research on the issues of work inclusion, the salient aspects of an internship experience carried out in a professionalizing course of study are presented, an experience implemented according to the aforementioned principles, in the logic of giving voice to those who risk not having it.
Stefano Salmeri
Dopo la guerra tra Polacchi e Ucraini (1648-1658) il Baal Shem Tov (1700-1760 circa) fonda il Chassidismo. Era necessario restituire linfa vitale al sentimento religioso evitando ogni possibile compromesso con i potenti e i ricchi, rivolgendosi a tutto il popolo e non solo ai dotti. Il maestro/guida/giusto (lo tsaddiq) ha il compito di accompagnare ogni uomo e donna verso la salvezza attraverso il sentimento religioso. Così, se vede una persona precipitare nella melma e nel fango, lo tsaddiq deve calarsi nel fossato e con mano ferma salvare se stesso e il fratello. Compito dello tsaddiq è far venire fuori da ogni singola persona e dalla stessa materia tutte le scintille divine che altrimenti vi rimarrebbero imprigionate. Perciò, per il Chassidismo, si parla di pansacralità e non di panteismo. Inoltre, come uomo tra gli uomini, lo tsaddiq deve porsi come esempio e attraverso il racconto di eventi e di storie sul Baal Shem Tov e sugli altri tsaddiq più importanti guida nella comprensione della Torah e nell’osservanza del Talmud. Per il Chassidismo l’altro è sempre evento di verità e per Martin Buber, il maggior teorico del Chassidismo, il senso dell’Io è nel Tu, e nella relazione educativa ed umana Io e Tu devono trasformarsi in un Noi. Il Chassidismo quindi non è soltanto una concezione religiosa, ma è anche pratica educativa che aspira ad essere pedagogia dell’incontro, della reciprocità e del mutuo riconoscimento. Per lo tsaddiq l’educazione è immersione, contaminazione, profezia di un impossibile che attraverso l’azione del maestro può diventare pratica concreta del possibile, apertura e dialogo secondo una logica inclusiva che trova il suo paradigma nell’amore interpretato come slancio verso l’alterità e come incontro e ricerca dello stesso Santo Benedetto.
After the war between the Poles and the Ukrainians (1648-1658) the Baal Shem Tov (ca. 1700-1760) founded Hasidism. It arose from a need to revitalize religious feeling, avoiding all possible compromise with the rich and powerful, addressing all the people and not just learned men. The master/guide/righteous one (the tsaddiq) has the task of accompanying every man and woman to salvation through religious feeling. Thus, if he sees a person falling into a muddy ditch, the tsaddiq must lower himself down into the ditch and with a steady hand save himself and his brother. It is the tsaddiq’s task to draw from every single person and from matter itself all the divine sparks that would otherwise remain trapped in them. Thus, for Hasidism one speaks of panentheism instead of pantheism. Furthermore, like a man among men, the tsaddiq must stand as an example. By telling stories about the Baal Shem Tov and the most important tsaddiqim, he leads the faithful to an understanding of the Torah and observance of the Talmud. For Hasidism, the other is always an occurrence of truth. Thus, for Martin Buber, the main theorist of Hasidism, the sense of the I is in the Thou, and in the educational and human relationship I and Thou must become We. Hasidism is thus not just a religious conception: it is an educational practice that aspires to be a pedagogy of the encounter, reciprocity and mutual recognition. For the tsaddiq, education is immersion, contamination and prophecy of an impossible that, through the teacher’s action, can become concrete practice of the possible, an opening to, and a dialogue with, according to an inclusive logic whose paradigm is love interpreted as a drive towards alterity, and as looking for and encountering the Holy Blessed One Himself.
Alessandro Sanzo
Trascorsi ormai quasi quattro anni dall’inizio in Italia dell’emergenza sanitaria legata al SARS-CoV-2, il Paese sembra avere sostanzialmente e velocemente ‘voltato pagina’, lasciandosi alle spalle l’esperienza pandemica. Il saggio, a partire da alcune riflessioni di Antonio Labriola sul ‘carattere degli italiani’, sull’apatia civica e sull’Italia post-unitaria, intende contribuire ad una auspicabile e urgente riflessione storico-educativa sugli effetti formativi (possibili, eventuali, reali?) dell’esperienza pandemica a livello individuale e sociale.
It has now been four years since the SARS-CoV-2-related health emergency began in Italy, and the country seems to have basically and quickly turned over a new leaf, leaving the pandemic experience behind. Beginning with some of Antonio Labriola’s reflections on the ‘character of Italians,’ civic apathy and post-unification Italy, the essay aims to contribute to a desirable and urgent historical-educational reflection on the formative effects (possible, eventual, real?) of the pandemic experience at the individual and societal levels.
Pasquale Terracciano
I recenti cambiamenti nella normativa della formazione iniziale degli insegnanti necessitano di un dibattito più generale. Quello che appare mancante è la ricostruzione di un orizzonte di senso entro cui inserire le proposte di riforma. L’articolo affronta il caso della filosofia, in una fase in cui la didattica della disciplina affronta un dibattito interno. L’articolo discute, a partire da queste considerazioni, un recente volume di Massimo Mugnai al riguardo del superamento dell’impianto storico-filosofico nell’insegnamento della filosofia nella formazione secondaria.
The recent changes in the initial training of the teacher in secondary education require a more general debate. What appears to be missing is the reconstruction of a horizon of meaning within which to place reform proposals. The article addresses the case of philosophy, at a time when the didactics of the discipline faces an internal debate. On the basis of these considerations, the article discusses a recent volume by Massimo Mugnai regarding the overcoming of the historical-philosophical framework in the teaching of philosophy in secondary education.
Francesco Claudio Ugolini, Domenico Morreale
Il presente contributo integra la prospettiva dei game studies con quella dell’instructional design, offrendo una riflessione che porta all’elaborazione di un framework teorico, volto a orientare le scelte degli insegnanti sia per quello che riguarda l’adozione di un dato ambiente di gioco, sia per lo sviluppo progettuale delle attività ad esso collegate. In particolare, vengono recepite tre importanti evoluzioni recentemente concretizzatesi in ambito videoludico: l’interazione tra più giocatori, l’esplorazione di mondi aperti e il rinnovato interesse verso il costruzionismo. Il framework è dunque articolato in tre principali dimensioni, che possono essere prese a riferimento sia nella scelta del gioco, sia nella successiva progettazione di attività didattiche ‘accanto al gioco’: la direttività, legata alla libertà del giocatore nel determinare le proprie azioni; la modificabilità, legata alla possibilità di creare o rielaborare contenuti all’interno del gioco; la socialità, ossia la possibilità di favorire scambi e relazioni attraverso il gioco. Ad esse si aggiunge una quarta dimensione, la riflessività, legata alla capacità dell’attività didattica di favorire nel discente la riflessione sull’apprendimento. Il framework così definito sarà successivamente messo alla prova empirica sia nell’analisi di ambienti di gioco, sia nella progettazione di attività didattiche reali, in modo che da esso possano essere tratti strumenti validi e linee guida per gli insegnanti.
This paper integrates the perspectives of game studies and instructional design, leading to the elaboration of a theoretical framework, aimed at guiding teachers both in making accurate choices regarding the adoption of a game environment and the subsequent design and development of related activities. In particular, we incorporated three important evolutions that recently happened in the videogaming field: the interaction between multiple players, the exploration of open worlds and the renewed interest in constructionism. The framework is organized into three main dimensions, which serve as reference points for both game selection and the subsequent design of educational activities complementary to the game: directivity, associated with players’ freedom to determine their actions; modifiability, linked to the possibility to create or modify contents within the game; sociality, that is the possibility to foster exchanges and relationships through the game. In addition, a fourth dimension is introduced, reflexivity, linked to the ability of educational activities to encourage learners’ reflection on the learning process. The framework thus defined will be empirically tested both in the analysis of game environments and in the design of actual educational activities, so that valid tools and guidelines for teachers can be drawn from it.
Maria Volpicelli
Le Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale di Giuseppe Lombardo Radice hanno costituito un testo di riferimento fondamentale per la formazione della classe magistrale italiana anche a distanza dei tanti decenni trascorsi dalla loro prima apparizione nel 1913. Come ha ricordato il pedagogista Ernesto Codignola il loro successo fu «strepitoso ». Lo testimoniano le numerose successive edizioni e ristampe che andarono ben al di là delle aspettative dell’autore. Dichiaratamente Accanto ai maestri, maestro egli stesso nel corso della sua adolescenza, e quindi formatore di maestri nella sua veste di insegnante di scuola normale, di direttore di tirocinio di scuola elementare, di professore di pedagogia al Magistero di Roma, il pedagogista catanese ha formulato nelle pagine delle sue Lezioni una peculiare concezione del maestro ispirata non solo ai presupposti teorici dell’attualismo pedagogico gentiliano ma anche alle molteplici concrete figure di maestre e maestri incontrati nel corso della sua esperienza magistrale. Giuseppe Prezzolini ha sintetizzato tale concezione nell’espressione «sii uomo e sarai maestro!». Il contributo proposto intende ripercorrere alcuni aspetti di tale concezione soffermandosi su alcuni momenti delle Lezioni e su alcune figure esemplari della ideale «scuola serena» delineata dal pedagogista siciliano. Figure di una «scuola nuova» capace di valorizzare gli allievi promuovendone nel contempo l’intelligenza, la creatività e la crescita spirituale e morale.
Giuseppe Lombardo Radice’s Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale has been, and still is even after the many decades since it was first published in 1913, a fundamental text of reference for the training of the Italian teachers. Pedagogist Ernesto Codignola recalled its success as ‘strepitoso (remarkable)’. The proof of this is also in the numerous subsequent editions and reprints, which went far beyond the author’s expectations. Declaredly Accanto ai Maestri (Alongside the Teachers), and a teacher himself during his adolescence – later trainer of teachers in his role of regular school teacher, elementary school internship director, professor of pedagogy at the Magisterium of Rome – the Catanian pedagogist formulated, within the pages of his Lezioni, a particular concept of ‘teacher’ that is not only inspired by the theoretical assumptions of Gentile’s pedagogical actualism, but also by the many concrete figures of teachers encountered during his educational experience. Giuseppe Prezzolini summarised said concept in the expression «sii uomo e sarai maestro! (be a man and you will be a master!)». The proposed contribution intends to retrace some aspects of this concept by focusing on some moments of Lezioni and on some exemplary figures of the ideal «scuola serena» delineated by the Sicilian pedagogist. Figures of a «scuola nuova» capable of valorising students while promoting their intelligence, creativity and spiritual and moral growth.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
A. ALUFFI PENTINI, C. CAPPA, V. D’ASCANIO, G. ERRICO, A. GAVOSTO, F. GIANNOCCOLO, M. GIOANNINI, D. MORREALE, V. ORSOMARSO, D. PALOMBA, S. SALMERI, A. SANZO, P. TERRACCIANO, F. C. UGOLINI, M. VOLPICELLI
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2023
Sommario
Alessandro Barca
La libertà, insieme al principio di valorizzazione – inteso come possibilità concessa all’uomo affinché conosca ed interiorizzi i valori, riconoscendoli come tali – è il focus della pedagogia di Gino Corallo, che vede nell’educatore il viatico verso ciò che è buono, vero e giusto, ma anche l’archetipo dell’educando – soggetto attivo nel processo di apprendimento e protagonista nella costruzione e nell’acquisizione delle sue conoscenze – attraverso il principio della «causalità esemplare della testimonianza dell’educatore, che deve motivare e sostenere la volontà dell’educando, avere il carisma di direzionare la sua ‘crescita’ al meglio, lasciandolo libero». Lo scopo di questo contributo è mettere in relazione il modello pedagogico di Corallo e la sua concezione del rapporto maestro/allievo, desunta dai suoi scritti e da quelli dei suoi stessi studenti, con la figura letteraria del Maestro per eccellenza, il Virgilio dantesco che rappresenta per Corallo il modello ideale di educatore.
Freedom, together with the principle of valorisation – understood as the possibility granted to man so that he may know and internalise values, recognising them as such – is the focus of Gino Corallo’s pedagogy, which sees in the educator the viaticum towards what is good, true and just, but also the archetype of the educand – active subject in the learning process and protagonist in the construction and acquisition of his knowledge – through the principle of the «exemplary causality of the educator’s testimony, who must motivate and support the will of the educand, have the charisma to direct his ‘growth’ to the best of his ability, leaving him free». The aim of this contribution is to relate Corallo’s pedagogical model and his conception of the teacher/pupil relationship, deduced from his writings and those of his own students, with the literary figure of the Maestro par excellence, Dante’s Virgil, who represents for Corallo the ideal model of the educator.
Carlo Cappa
L’articolo fotografa il convulso momento di dibattito riguardo alla formazione iniziale degli insegnanti delle scuole secondarie. A partire dalla legge n. 79 del 29 giugno 2022 fino alla bozza del DPCM diffusa dal Ministero, questo snodo del sistema d’istruzione sembra non riuscire a emanciparsi da posizioni contrapposte, rischiando di rivelarsi come l’ennesima occasione persa per la scuola italiana.
The article portrays the convulsive debate regarding the initial training of secondary school teachers. Starting from law n. 79, June 29, 2022, up to the draft of the DPCM released by the Ministry, this node of our education system seems unable to emancipate itself from counterposed positions, risking to reveal itself as yet another missed opportunity for the Italian school.
Marco Innamorati
La psicologia del profondo dimostrò un particolare interesse per le questioni educative soprattutto all’inizio della sua storia, con Freud, Adler e Jung. I loro interessi a proposito di insegnamento e educazione toccano vari aspetti. Innanzi tutto, la cura dei pazienti può essere di per sé una forma di educazione o almeno comprendere aspetti educativi. In secondo luogo, la formazione degli analisti richiede forme di insegnamento che non si riducono alla comunicazione della teoria. In terzo luogo, tutti e tra interpretarono il ruolo della psicologia del profondo ai fini di una generale educazione dell’umanità. Infine, in modi diversi, Freud, Jung ma soprattutto Adler si occuparono dell’istruzione in età evolutiva.
Deep psychology showed special interest in educational issues especially early in its history, with Freud, Adler and Jung. Their interests in teaching and education touch on various aspects. First, patient care can itself be a form of education or at least include educational aspects. Second, the training of analysts requires forms of teaching that are not limited to the communication of theory. Third, all three interpreted the role of depth psychology for the purposes of a general education of humanity. Finally, in different ways, Freud, Jung but especially Adler were concerned with developmental education.
Rossella Marzullo
L’educazione alla cittadinanza è un tema centrale e, anche in virtù dei principi contenuti nella Costituzione, rappresenta il fulcro di qualsiasi progetto formativo che miri a costruire una cultura universale e democratica. I mutamenti che stiamo attraversando, in cui la dimensione onlife e quella online si intrecciano costantemente, la cittadinanza ha bisogno di essere ricondotta, come insegna Freire, alla capacità critica, per non lasciarsi influenzare né dal potere dei media o dei social, né dai condizionamenti della c.d. post-verità. Per far questo i saperi umanistici e la dimensione pratico-laboratoriale assumono, nei contesti educativi e formativi, una rilevanza notevole nella promozione dello sviluppo delle competenze sociali e civiche in materia di cittadinanza che, nel Quadro di Riferimento Europeo, riguardano la capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale. Ciò passa attraverso la comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici, dalla cui elaborazione dipendono l’evoluzione a livello globale e la sostenibilità.
Citizenship education is a central topic and, also by virtue of the principles contained in the Constitution, represents the fulcrum of any educational project that aims to build a universal and democratic culture. The transitions we are going through, in which the onlife and online dimensions are constantly intertwined, citizenship needs to be brought back, as Freire teaches, to critical capacity, in order not to let itself be influenced either by the power of the media or social networks, or by conditioning of the so-called post-truth. To do this, humanistic knowledge and practical-laboratory dimension assume, in educational and training contexts, a relevant importance in promoting the development of social and civic skills in the field of citizenship which, in the European Reference Framework, refer to the ability to act as responsible citizens and to participate fully in civic and social life. This passes through the understanding of social, economic, legal and political structures and concepts, on whose elaboration global evolution and sustainability depend.
Giovanni Moretti, Arianna L. Morini, Alessia Gargano
Il contributo approfondisce l’importanza di consolidare e sviluppare la consapevolezza metacognitiva degli studenti per contribuire a qualificare il processo di apprendimento. Viene presentato il Questionario sulla Consapevolezza Metacognitiva (QCM) tradotto dal Metacognitive Awareness Inventory ideato da Schraw & Denninson (1994), nella versione adattata al contesto nazionale dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre di cui è responsabile il Prof. Giovanni Moretti. Il QCM è uno strumento che può essere utilizzato nell’ambito della scuola secondaria di secondo grado e nel contesto universitario per rilevare la consapevolezza metacognitiva degli studenti approfondendo in particolare due dimensioni: la Conoscenza della cognizione e la Regolazione della cognizione. Il Questionario indaga sulle modalità con cui gli studenti organizzano, monitorano e autovalutano l’apprendimento personale. L’introduzione del QCM consente la riflessione sulle proprie strategie di apprendimento e promuove lo sviluppo della capacità di autoregolazione, favorendo il successo formativo.
The paper explores the importance of consolidating and developing students’ metacognitive awareness to help qualify the learning process. The Questionnaire called «Questionario sulla Consapevolezza Metacognitiva» (QCM) translated from the Metacognitive Awareness Inventory devised by Schraw & Denninson (1994) is presented, in the version adapted to the national context by the research group of the Department of Education Sciences of the University of Roma Tre for which Prof. Giovanni Moretti is responsible. The QCM is a tool that can be used in the secondary school and university context to detect students’ metacognitive awareness by investigating two dimensions: Knowledge of Cognition and Regulation of Cognition. The Questionnaire investigates the ways in which students organize, monitor and self-assess personal learning. The introduction of the QCM allows for reflection on one’s learning strategies and promotes the development of self-regulatory capacity, fostering educational success.
Fabio Olivieri, Anna Aluffi Pentini, Aline Sommerhalder, Luana Zanotto
Il contributo dà conto dei contenuti di una ricerca svolta dagli autori nel periodo della pandemia in Italia e in Brasile, ed in particolare approfondisce il delicato tema dei cambiamenti sopraggiunti all’interno delle famiglie, e quindi nelle relazioni genitori figli e nella gestione del tempo, in una situazione totalmente nuova per tutti. Se è vero che nella maggior parte dei casi i genitori sembrano aver assolto in modo adeguato alla loro funzione, la costrizione ad una dimensione privata ha riportato all’attualità la necessità di un rinnovato dibattito pubblico sulla famiglia, sull’educazione e sulle regole.
This paper gives reports on research carried out by the authors during the period of the Covid-19 pandemic in Italy and Brazil. It addresses the delicate theme of changes that have taken place within families, and therefore in parent-child relations and time management, in a situation that was totally new for everyone. While it is true that in most cases parents seem to have fulfilled their function adequately, the constraints on their private lives have brought to the forefront the need for a renewed public debate on the family, education and rules.
Stefano Salmeri
In un mondo in cui contraddizione e aporeticità sono diventati modelli guida, l’educazione sembra assumere un ruolo sempre più marginale. Infatti la complessità della contemporaneità, da un lato, ha abbandonato i tradizionali sistemi disciplinari per il controllo e, dall’altro, si serve di un eccesso apparente di libertà per attivare dispositivi in grado di monitorare capillarmente anche le più insignificanti azioni dei singoli e della collettività. Allora, in termini foucaultiani, la pedagogia della resistenza può diventare l’ultimo argine per difendersi dall’invasività del panopticon digitale del mondo globale e dal suo pensiero unico. In una prospettiva democratica dell’educare, resistere appare come l’azione politico-culturale più adeguata per smascherare e per disinnescare la violenza del potere. Come Paulo Freire e Aldo Capitini ci hanno indicato, una resistenza nonviolenta e militante può trasformarsi e farsi buona pratica pedagogica per il cambiamento e per una presa di coscienza anche per i soggetti più fragili e differenti. Inoltre, in democrazia, educare a resistere è garanzia anche per scongiurare involuzioni autoritarie e liberticide in politica, e presidio vigile per costruire un approccio alla storia culturalmente attento e critico. Oggi, infatti, si tende a vivere in una sorta di eterno presente, si considera il divenire della storia qualcosa di inesorabile e/o si elaborano pericolose sacralizzazioni del passato, restringendo così i margini per la critica interpretazione. Allora, pedagogia della resistenza e approccio non neutrale e militante alla cultura, alla storia e soprattutto alla politica si presentano come strategie indispensabili per il decondizionamento e per una effettiva crescita nella consapevolezza per tutti gli studenti di ogni ordine e grado, dalla scuola per l’infanzia all’università.
In a world where contradiction and aporias have become guiding models, education is increasingly sidelined. On the one hand, the complexity of contemporaneity has given up its traditional systems of disciplinary control; on the other, it grants what is apparently an excess of freedom to activate devices capable of closely monitoring even the most insignificant actions of individuals and collectivities. Then, in Foucaultian terms, the pedagogy of resistance can become the last bastion against the invasiveness of the digital panopticon of the global world and its monolithic thought. From a democratic perspective on education, to resist appears as the most adequate politico-cultural action to expose and defuse the violence of power. As Paulo Freire and Aldo Capitini have shown us, a nonviolent and militant resistance can become good pedagogic practice, a path to change, and a means to bring new awareness even to especially fragile and different subjects. Furthermore, in democracy teaching to resist is a way to prevent authoritarian and liberticide involution in politics, and develop a culturally aware and critical approach to history. Today we tend to live in a sort of eternal present. We regard historical processes as something inexorable and/or we engage in dangerous sacralization of the past. In doing so, we restrict the scope for critical interpretation. A pedagogy of resistance and a non-neutral, militant approach to culture, history, and especially politics thus appear to be indispensable strategies for deconditioning, and for truly fostering awareness among all students, from kindergarten to college.
Nicola Siciliani de Cumis
L’articolo concerne i tre saggi che costituiscono il terzo volume dell’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Labriola con rinnovata autorevolezza scientifica, ad un sessantennio dell’edizione curata nel 1962 da Luigi Dal Pane, nei tipi dell’editore Feltrinelli. Saggi puntualmente e largamente annotati, che invitano a ripensare storicamente e criticamente la complessiva materia del libro alla luce delle interpretazioni precedenti e delle ulteriori ricerche su fonti tradizionali e recenti, soprattutto tedesche. Di qui la configurazione degli ideali filosofici, storiografici, pratico-operativi e socio-pedagogici caratterizzanti l’attivazione labrioliana del circolo virtuoso ricerca-didattica/didattica-ricerca. Ed il socratismo del laboratorio che ne discende, anzitutto alla luce delle cronache quotidiane e dei carteggi con i numerosi corrispondenti e, quindi, dal nesso indissolubile di oralità e scrittura. E, dunque, dalle problematiche principali del determinismo, fondate sulla dialettica libertà-necessità, in relazione alla filosofia, alla pedagogia, alla religione, all’etica, al diritto (ai diritti e ai doveri di ciascun uomo rispetto agli altri uomini), alla divisione sociale del lavoro manuale e intellettuale, alla psicologia, alla sociologia, all’antropologia, all’arte, alla linguistica, alla statistica, all’interdisciplinarità, al senso di responsabilità degli individui e delle comunità.
The article concerns the three essays that make up the third volume of the National Edition of Antonio Labriola’s Works with renewed scientific authority, sixty years after the edition edited in 1962 by Luigi Dal Pane, in the types of the Feltrinelli publisher. Punctually and widely annotated essays, which invite us to rethink historically and critically the overall subject of the book in the light of previous interpretations and further research on traditional and recent sources, especially German. Hence the configuration of the philosophical, historiographical, practical-operational and socio-pedagogical ideals characterizing the Labrioli activation of the virtuous research-teaching/teaching-research circle. And the socratism of the laboratory that derives from it, above all in the light of the daily news and the correspondence with the numerous correspondents and, therefore, from the indissoluble link between orality and writing. And, therefore, from the main problems of determinism, based on the freedom-necessity dialectic, in relation to philosophy, pedagogy, religion, ethics, law (the rights and duties of each man with respect to other men), social division of manual and intellectual work, to psychology, sociology, anthropology, art, linguistics, statistics, interdisciplinarity, the sense of responsibility of individuals and communities.
Maria Volpicelli
Ida Koritchoner è stata negli anni venti del Novecento un’importante figura di riferimento della World Association for Adult Education. In qualità di travelling Secretary dell’associazione, intrecciò rapporti significativi con alcuni autorevoli pedagogisti ed educatori del continente europeo. Il presente contributo intende ricostruire alcuni momenti dell’attività della Koritchoner in Germania e soprattutto in Italia. Oltre ai suoi scritti e allo spoglio del ‘Bulletin’ della W.A.A.E., l’articolo si è avvalso dei carteggi inediti della studiosa inglese con alcune personalità di spicco della cultura dell’epoca, da Theodor Bäuerle a Wilhelm Flitner sino a Umberto Zanotti-Bianco, Giovanni Gentile e Giuseppe Lombardo Radice.
Ida Koritchoner was an important figure of reference of the World Association for Adult Education during the 1920s. As the association’s travelling secretary, she forged significant relationships with some prominent pedagogists and educators on the European continent. This contribution intends to reconstruct some of Koritchoner’s periods of activity in Germany and, above all, in Italy. In addition to her writings and the perusal of the W.A.A.E. ‘Bulletin’, this article made use of the unpublished correspondence between the English scholar and some prominent personalities of the culture of the time, from Theodor Bäuerle to Wilhelm Flitner all the way up to Umberto Zanotti-Bianco, Giovanni Gentile and Giuseppe Lombardo Radice.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
A. ALUFFI PENTINI, A. BARCA, C. CAPPA, A. GARGANO, S. IACOPETTA, M. INNAMORATI, R. MARZULLO, G. MORETTI, A. L. MORINI, F. OLIVIERI, S. SALMERI, N. SICILIANI DE CUMIS, A. SOMMERHALDER, M. VOLPICELLI, L. ZANOTTO
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2022
Sommario
Marco Cadavero, Anna Salerni
La Neurodiversità è un concetto nato in ambito sociologico che sta lentamente cambiando la nostra percezione e la nostra prospettiva rispetto al neurosviluppo e ai disturbi a esso connessi. Tale paradigma, coniato nel 1998 dalla sociologa autistica Judy Singer, afferma che non esistono in natura due individui con un identico funzionamento cognitivo per via del fatto che la neurodiversità è, a tutti gli effetti, un sottoinsieme del concetto più esteso di biodiversità. Oggi è sempre più necessario prendere in considerazione e definire ciò che da più parti vari movimenti di advocacy e i Disability Studies definiscono come Neuroatipicità o Neurodivergenza. Alla luce di ciò è necessaria una revisione dei concetti di educazione speciale e inclusiva. Tali discipline, invece di assecondare le singole traiettorie del neurosviluppo proprie di ogni individuo trattano, spesso in via medicalizzante e patologizzante, le condizioni di neurodivergenza esclusivamente come deviazioni da una singola e unica norma. La proposta è pertanto quella di fondare una Pedagogia della Neurodiversità che, affiancandosi ad altre Pedagogie con una storia più ricca e articolata, come quella interculturale e di genere, analizzi e operazionalizzi, all’interno di una cornice unica, le variabili proprie delle diverse traiettorie di sviluppo neurologico di ogni individuo in modo multidimensionale e quali-quantitativo.
Neurodiversity is a concept that originated in sociology and is slowly changing our perception and perspective on neurodevelopment and related disorders. This paradigm, coined in 1998 by autistic sociologist Judy Singer, states that there are not two individuals with identical cognitive functioning in nature due to the fact that neurodiversity is, to all intents and purposes, a subset of the broader concept of biodiversity. Today, it is increasingly necessary to take into account and define what various advocacy movements and Disability Studies define as Neurotypicality or Neurodivergence. In light of this, a revision of the concepts of special and inclusive education is necessary. These disciplines, instead of accommodating the individual neurodevelopmental trajectories of each individual, treat, often in a medicalising and pathologising manner, neurodivergence conditions exclusively as deviations from a single and unique norm. The proposal is therefore to found a Pedagogy of Neurodiversity that, alongside other pedagogies with a richer and more articulated history, such as the intercultural and gender pedagogies, analyses and operationalises, within a single framework, the variables specific to the different neurodevelopmental trajectories of each individual in a multidimensional and qualitative-quantitative manner.
Valentina D'Ascanio
Da una prospettiva storico-comparata, l’articolo vuole proporre un’analisi del concetto di prestito, ponendolo in relazione con altri concetti, quali confine, identità e nazione, al fine di saggiarne le implicazioni e i significati. Principali riferimenti saranno le riflessioni sviluppate da eminenti studiosi riguardo ai processi di transfer e translation e transformation e alla riformulazione delle unit ideas in educazione comparata, riservando particolare attenzione a quelle di spazio e di tempo. Nelle conclusioni, si proporranno e discuteranno sviluppi e suggestioni che possono derivare da un’analisi storico-concettuale delle idee di prestito e confine.
From an historical-comparative perspective, the essay is devoted to analyse the development associated to the idea of borrowing, putting in relation with other concepts, like border, identity, nation, in order to show their implications and meanings. Main references will be the thoughts developed by eminent scholars about the processes of transfer, translation and transformation and the reformulation of the unit ideas in comparative education, giving particular attention to the ideas of space and time. Finally, some of the developments and suggestions stemming from the conceptual-historical analysis of the ideas of borrowing and border will be proposed and discussed.
Mario Gennari
L’articolo intende sondare l’idea di Bildung, le cui semantiche complessive si dispongono entro il duplice asse storico-geografico che rinvia ai Paesi di lingua tedesca nella Mitteleuropa dal Basso Medioevo sino a oggi. L’intreccio di prospettive filologiche e etimologiche, filosofiche e teologiche riconduce il discorso alla sua centratura pedagogica, poiché guardando alla storia della formazione dell’uomo è dato rintracciare l’identità originaria della Bildung. Nel ricostruire i passaggi che dalla Bildung divina di Meister Eckhart conducono alla Bildung umana, sigillo del Neoumanesimo tedesco nell’Età di Goethe, il contributo indaga le origini e le forme della mentalità borghese, responsabile della scissione che contrassegna tanto lo spirito di un’epoca – la modernità – quanto l’uomo nella sua essenza. La crisi della neuhumanistische Bildung produce l’emergere di una bürgerliche Bildung non più radicata nella cifra interiore, intima, profonda e armonica dell’essere umano, ma ridotta nei termini di una formazione culturale e professionale quale segno di affermazione sociale.
The article aims to examinate the idea of Bildung, whose semantics are arranged within the double historical and geographical axis that refers to German area from the Late Middle Ages. The connection of philological and etymological, philosophical and theological perspectives conducts the reflection to pedagogical discourse. This is because looking at the history of man’s self-formation it is possible to recognize the original identity of Bildung. Researching the passages that from Meister Eckhart’s divine Bildung come to human Bildung, the distinctive character of German Neuhumanismus in the Age of Goethe, the contribution investigates the origins and forms of bourgeois mentality. This last one is responsible for the laceration that marks both the spirit of modernity and the human being in its essence. The crisis of the neuhumanistische Bildung generates the manifestation of a bürgerliche Bildung no longer settled in the inner, intimate, profound and harmonious essence of human being, but reduced it to a cultural and professional formation, understood as a sign of social affirmation.
Carlo Macale
L’articolo ha come finalità quella di riflettere sul valore educativo delle famiglie di origine e di quelle ospitanti durante e dopo l’esperienza di studio all’estero. Questa riflessione pedagogica prende spunto dai dati emersi all’interno di una ricerca sui vissuti valoriali degli exchange students italiani, ovvero dei/delle giovani che hanno svolto un anno di studio all’estero durante la scuola secondaria di secondo grado. In particolare, il contributo si sofferma su tre tematiche specifiche: la famiglia come valore, la famiglia ospitante come spazio relazionale positivo per un confronto interculturale e il ruolo della famiglia di origine come primo contesto di riadattamento dopo l’esperienza di studio all’estero. Tenendo in considerazione alcuni dati sulla famiglia e l’adolescenza nella contemporaneità e quanto emerso nella ricerca, l’articolo cerca di delineare alcune piste di riflessione educativa sui legami famigliari a partire da elementi di natura pedagogico-interculturale.
The aim of the article is to reflect on the educational value of home and host families during and after the study abroad experience. This pedagogical reflection takes its cue from the data that emerged from a study on the values experienced by Italian exchange students, that is, by young people who have spent a year studying abroad during upper secondary school. In particular, the contribution addresses three specific issues: the family as a value, the host family as a positive relational space for an intercultural comparison and the role of the home family as the first context of readjustment after the study abroad experience. Taking into consideration some data on the family and adolescence in the contemporary age and what has emerged in the research, the article attempts to outline some lines of educational reflection on family ties starting from elements of pedagogical-intercultural nature.
Michel Ostenc
I socialisti riformisti italiani dell’era giolittiana concepivano l’educazione del popolo come una forma di promozione sociale, che permetteva alla classe operaia di subentrare alla borghesia nel governo del paese, senza rimettere in discussione l’economia capitalista. Questa concezione andò in crisi negli anni 1910-1915. La crisi economica e l’evoluzione del capitalismo causarono un inasprimento del movimento rivoluzionario. Da allora in poi, la soddisfazione dei bisogni materiali del proletariato e la critica al capitalismo divennero una priorità.
The Italian reformist socialists of the Giolitti era conceived the education of the people as a form of social promotion, enabling the working class to take take over the bourgeoisie in the government of the country, without calling into question the capitalist economy. This conception went into crisis in the years 1910 –1915. The economic crisis and the evolution of capitalism caused an exacerbation of the revolutionary movement. From then onwards, the satisfaction of the material needs of the proletariat and the critique of capitalism, became a priority.
Mario Pesce, Marco Ferrari
Le molteplici dimensioni della critica freiriana, che fanno confluire nel campo educativo e pedagogico aspetti sociali, questioni politiche, problemi culturali e conflitti su base economica, traspaiono dai contributi qui proposti: frutto di autrici e autori provenienti dalle più diverse esperienze di ricerca nazionali e internazionali, mettono in luce l’interdipendenza di tematiche da analizzare in prospettiva organica, pena la perdita di quella carica di rinnovamento e di crescita tanto collettiva, quanto individuale, che caratterizza l’azione pedagogica di Freire.
The multiple dimensions of Freirian criticism, which bring together social aspects, political issues, cultural problems and conflicts on an economic basis in the educational and pedagogical field, emerge from the contributions here collected: the result of authors from the most diverse national and international research experiences, highlighting the interdependence of themes to be analyzed in an organic perspective, under penalty of losing that charge of both collective and individual renewal and growth that characterizes Freire’s pedagogical action.
Mario Pesce
Nel contributo di Mario Pesce si sottolinea l’aspetto pratico-teorico in relazione alla questione coloniale e all’opera di Frantz Fanon e Albert Memmi, autori e attivisti la cui influenza su Freire è stata enorme. La condizione degli oppressi e degli oppressori nel quadro della dominazione coloniale è il banco di prova fondamentale per comprendere le istanze di riconoscimento degli uni, le forme di controllo socio-culturale degli altri, e i complessi rapporti psicologici che sottendono alle loro relazioni politiche e sociali.
Mario Pesce’s contribution underlines the practical-theoretical aspect in relation to the colonial question and the work of Frantz Fanon and Albert Memmi, authors and activists whose influence on Freire was enormous. The condition of the oppressed and oppressors in the context of colonial domination is the fundamental test for understanding the demands for recognition of some, the forms of socio-cultural control of others, and the complex psychological relationships that underlie their political and social relationships.
Marco Catarci
L’idea di educazione problematizzante, di cui parla Marco Catarci tracciando una visione d’insieme dell’opera di Freire, prende forza da una prospettiva organica. «Problematizzare» vuol dire andare oltre il processo basilare di trasmissione delle conoscenze, in maniera gerarchica da chi detiene il sapere a chi non lo detiene. Per superare questa unidirezionalità, che finisce con l’irrigidire il sapere stesso, è necessario operare un cambiamento strutturale: porre il sapere al centro di un dialogo tra docente e discente, i quali mettono in discussione punti tematici per comprendere come si relazionino con il mondo.
The idea of problematic education, which Marco Catarci talks about by tracing an overview of Freire’s work, takes strength from an organic perspective. “Problematizing” means going beyond the basic process of knowledge transmission, in a hierarchical manner from those who have knowledge to those who do not. To overcome this unidirectionality, which ends up stiffening knowledge itself, it is necessary to make a structural change: to place knowledge at the center of a dialogue between teacher and student, who question thematic points to understand how they relate to the world.
Carla Callegari, Alejandra Castro
Nel contributo di Carla Callegari e Alejandra Castro, la rilettura dell’eredità di Freire avviene attraverso cinque punti di riflessione sul contributo del pedagogista brasiliano al dibattito pedagogico tra Argentina e Italia. Le autrici ricercano l’influenza freiriana e l’impatto delle sue idee su sistemi educativi ed esperienze eterogenee tra le due realtà nazionali, sottolineandone alcuni aspetti particolari. A cominciare dalla «messa a fuoco» come contenuto pedagogico, ossia il pensiero situato in un particolare punto di vista, quello di chi prende la parola: Freire contesta la pretesa di universalità di teorie educative, filosofiche e politiche, cercando sempre di individuare la posizione di chi parla (dove, quando, in quale contesto) e come questa influisca sulla costruzione del pensiero, vincolando idee e analisi della realtà.
In the contribution by Carla Callegari and Alejandra Castro, the rereading of Freire’s legacy takes place through five points of reflection on the contribution of the Brazilian pedagogist to the pedagogical debate between Argentina and Italy. The authors research the Freirian influence and the impact of his ideas on educational systems and heterogeneous experiences between the two national realities, underlining some particular aspects. Starting with the “focus” as a pedagogical content, i.e. the thought located in a particular point of view, that of the speaker: Freire contests the claim of universality of educational, philosophical and political theories, always trying to identify the position of who speaks (where, when, in what context) and how this affects the construction of thought, linking ideas and analysis of reality.
Joyce Mary Adam
La realtà educativa è permeata da barriere e contraddizioni emerse dalle diseguaglianze del sistema economico e sociale. Diventa necessario sviluppare una proposta educativa di trasformazione sociale e formazione integrale delle persone, come scrive Joyce Mary Adam a proposito della sua ricerca bibliografica sulla riflessione del rapporto tra educazione e lavoro in Freire. Una riflessione che trova in questo rapporto l’applicazione della relazione organica tra teoria e pratica: l’unità dialettica di tale relazione è evidente nella concezione freiriana, che si rivela pratico-teorica, in quanto il momento dell’esperienza concreta genera elaborazioni teoriche consapevoli e aperte a modifiche, evitando sclerotizzazioni in modelli artificiosamente ‘universali’.
The educational reality is permeated by barriers and contradictions that emerge from the inequalities of the economic and social system. It is necessary to develop an educational proposal of social transformation and integral training of people, as Joyce Mary Adam writes in her bibliographic research about reflection on the relationship between education and work in Freire. A reflection that finds in this relationship the application of the organic relationship between theory and practice: the dialectical unity of this relationship is evident in the Freirian conception, which reveals itself as practical-theoretical, as the moment of concrete experience generates conscious theoretical elaborations, open to modifications and, thus, avoiding sclerotisation in artificially ‘universal’ models.
Marco Ferrari
La natura politica dell’educazione è al centro del contributo di Marco Ferrari, in cui la coscientizzazione viene vista nella prospettiva di una educazione reticolare, diffusa in ogni ambito e momento della vita individuale e sociale. Una crescita formativa permanente, che acquista il potenziale di antidoto alla deriva autoritaria della democrazia come modello socio-politico dominante sul piano internazionale. La critica di Freire all’educazione bancaria, burocratizzante e alienante, è parte di una critica più ampia, di tipo filosofico, al sistema economico e sociale neoliberista, in cui ogni attività umana ha valore solo in quanto funzionale alla crescita dell’economia, quantificabile solo in termini di costi e benefici.
The political nature of education is at the core of Marco Ferrari’s contribution, in which critical consciousness is seen in the perspective of a network education, widespread in every area and momento of individual and social life. A permanent educational growth, which acquires the potential to be an antidote to the authoritarian drift of democracy as the international dominant political model. Freire’s critique of banking education, bureaucratizing and alienating, is part of a broader philosophical critique of the neoliberal economic and social system, in which every human activity has value only insofar as it is functional to the growth of economy, quantifiable only in terms of costs and benefits.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
J.M. ADAM, A. BARCA, M. CADAVERO, C. CALLEGARI, A. CASTRO, M. CATARCI, V. D’ASCANIO, M. FERRARI, M. GENNARI, C. MACALE, M. PESCE, M. OSTENC, A. SALERNI, N. SICILIANI DE CUMIS
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2022
Sommario
Giuseppe Annacontini
Il contributo intende presentare alcuni passaggi teorici utili a definire il campo della ‘Pedagogia dell’emergenza’ come specifica area di ricerca e intervento segnata dalla presenza di determinate caratteristiche sufficienti per distinguerla dal più ampio e articolato campo della ‘Pedagogia generale e sociale’. In tale direzione, si è inteso recuperare e contestualizzare, tra gli altri, i principi generali della ‘critica’, della ‘crisi’ e della ‘militanza’ riorientandoli in relazione a categorie ritenute fondanti per una ‘Pedagogia dell’emergenza’, quali, tra le altre, la ‘catastrofe’, ‘l’eccezione’, lo ‘stordimento’. Si è trattato, dunque, di descrivere quanto per l’emergenza può essere inteso come metodologicamente ‘trascendentale’, in modo che, su tali caratteristiche, possa prender corpo una teoria-prassi pedagogica che intervenga in qualità di pensiero progettante per la rimozione di quanto, nell’emergenza, possa essere di ostacolo per i processi di disalienazione; intervenendo sulle capacità critiche-interpretative; calibrando i comportamenti e i dispositivi in relazione a principi inclusivi; promuovendo la possibilità di generare nuovi simboli e significati sociali, funzionamenti e, così, aspirazioni e capacitazioni.
The paper aims to present theoretical passages useful to define the field of ‘Emergency Pedagogy’ as a specific area of research and intervention marked by the presence of some basic features useful to distinguish it from the field of ‘General and Social Pedagogy’. In this direction, it was intended to recover and contextualize, among others, the general principles of ‘criticism’, ‘crisis’ and ‘militancy’ by reorienting them in relation to categories considered fundamental for an ‘Emergency Pedagogy’, such as, among others, the ‘catastrophe’, the ‘exception’, the ‘stunning’. We describe what for the emergency can be considered as methodologically ‘transcendental’, so that, on these features, pedagogical theory-praxis can take shape that intervenes as a planning thought for the removal of what, in an emergency, it can be an obstacle to the processes of disalienation; for the activation of critical-interpretative skills; for the behaviors and devices calibration in relation to inclusive principles; for the promoting of the possibility of generating new symbols and social meanings, functionings and, therefore, aspirations and capabilities.
Alessandro Barca
Le favole e le fiabe tradizionali riescono a collocarsi nel complesso contesto postmoderno, caratterizzato dall’iperconnessione e da una complessa pluralità di fattori storico-sociali? I testi digitali, con il loro carattere ludico e multisensoriale, possono maggiormente avvicinare i bambini e le bambine alla lettura? Il digitale può divenire il volàno del cambiamento per la scuola, l’università e l’intera società? Attraverso un virtuale viaggio tra le righe del libro Fiabe 2.0. Una ricerca sulle ‘best practices’ nella costruzione di nuovi percorsi di scrittura ai tempi del Covid/19, gli autori si sono interrogati sulla possibilità di individuare nuove metodologie e strategie che sapessero coniugare la tradizione all’innovazione, dimostrando, anche attraverso la ricerca prodotta, che l’utilizzo dei dispositivi possono valorizzare e promuovere la lettura attraverso l’integrazione del libro cartaceo con quello in formato digitale.
Can traditional fairy tales and fables fit into the complex post-modern context, characterised by hyper-connectedness and a complex plurality of socio-historical factors? Can digital texts, with their playful and multisensory character, bring children closer to reading? Can the digital become the driver of change for schools, universities and society as a whole? Through a virtual journey between the lines of the book Fairy Tales 2.0. Una ricerca sulle ‘best practices’ nella costruzione di nuovi percorsi di scrittura ai tempi del Covid/19, the authors questioned themselves on the possibility of identifying new methodologies and strategies that could combine tradition with innovation, demonstrating, also through the research produced, that the use of devices can enhance and promote reading through the integration of paper books with those in digital format.
Vincenzo Bonazza, Giovanni Chiappetta
Allo scopo di fornire suggerimenti utili a decisori politici e scuole, l’articolo presenta una ricerca empirica sulla diffusione della didattica per competenze. L’indagine, basata su interviste semi-strutturate a oltre 200 insegnanti della regione Campania, analizza i punti di forza e di debolezza che, secondo gli insegnanti, contraddistinguono l’implementazione della didattica per competenze nelle loro scuole.
In order to provide useful insights for policy makers and schools, the paper reports empirical research on the widespread use of competency-based teaching. The study, based on semi-structured interviews conducted with over 200 teachers in the Campania region, analyzes the strengths and weaknesses that, according to teachers, mark the implementation of competency-based teaching in their schools.
Giambattista Bufalino, Gabriella D’Aprile, Raffaella C. Strongoli
La pedagogia contemporanea ha elaborato una concezione teorico-prassica del tempo non riconducibile al paradigma logico-razionale della temporalità deterministica, di natura cronologico-lineare. Il tempo dell’educare e dell’apprendere è estraneo all’universalità convenzionale di un tempo quantitativo e misurabile. Il tempo dell’accadere formativo, soggettivo e qualitativo, segue il ‘ritmo’ dell’esperienza evolutiva del soggetto e deve essere legato alla progettazione di spazi e ambienti di apprendimento che valorizzino le peculiarità individuali. In tale ottica, il contributo intende valorizzare la dimensione formativa del tempo lento in ambienti educativi all’aperto.
Today’s pedagogy has developed a theoretical and practical understanding of time that is incongruent with the logical-rational paradigm of deterministic temporality. The time spent educating and learning is incompatible with the traditional universality of quantifiable and measurable time. The ‘kairological’ rhythm of the subject’s evolutionary experience governs the subjective and qualitative time of education. This time emphasizes individual differences and necessitates the creation of appropriate learning spaces and environments. In this sense, the contribution aims to improve the formative dimension of slow time in education and learning in outdoor enviroments.
Robert Cowen
La letteratura scientifica dell’educazione comparata, e di altre cose che sono chiamate con il suo nome, continua a elettrizzare e irritare in egual misura. L’idea di vivere un mondo ‘post’ è stimolante – perché, se viviamo in un mondo ‘post’, abbiamo, in modo assiomatico, un’identità speciale: post-guerra, post-socialismo, post-moderno, post-strutturalismo o post-COVID. In contrappunto, se le iniziative internazionali di testing, come PISA, sono educazione comparata, questo ambito di studio non ha compreso nulla riguardo a sé stesso dalle sue pubblicazioni successive al 1945 e, in particolare, ha imparato poco da parte della sua tradizione europea circa cosa l’educazione è e cosa può diventare. Queste tensioni possono essere espresse in maniera più formale. L’argomento formale di questo articolo è che l’educazione comparata come ambito di studio richiede, oggi, di riesaminare le sue categorie di pensiero, inclusa la sua dipendenza dalla parola ‘scienza’ e dai molti prestiti dalle scienze sociali. È necessario ri-valutare come è attualmente etichettato il mondo o – per usare un differente vocabolario che affila i concetti – come si procede nel ‘leggere il globale’.
The literature of comparative education, and some of the things which are said in its name, continue to excite and to irritate in about equal measure. The idea that we live in a ‘post’ world is stimulating – because if we live in a ‘post’ world we have, axiomatically, a special identity: we are post-war, or post-socialist, post-modern, or post-structuralist, or post-COVID. Or maybe, dizzyingly and wondrously, we are all of those things at once? In counter-point, if the international testing service, PISA, is comparative education, then the field of study has understood nothing about itself from its own post-1945 writings and, especially, has learned little from parts of its European tradition about what comparative education is and could become. These tensions can be expressed more formally. The formal argument of this article is that comparative education as a field of study now needs to re-examine its categories of thought, including its addiction to the word ‘science’ and to many of its borrowings from the social sciences. It needs to re-assess how it is currently labelling the world or – to use a different vocabulary which sharpens the concept – how it is ‘reading the global’.
Maria Francesca D’Amante
In questo saggio si compie una lettura dell’attuale realtà socio-educativa, adottando come clavis aurea la prospettiva paideutica del cum-munus osservata dalla particolare angolazione che il pensiero del fuori di Jean-Luc Nancy ci offre. Unendo due direttrici portanti della sua filosofia – la comunità inoperosa e l’essere singolare plurale – ci si propone di volgere lo sguardo verso i problemi educativi che, prima con la pandemia e oggi con il conflitto in Ucraina, si sono manifestati sotto una luce rivelatrice. In particolare, il paradigma del confine emerge come chiave di volta dell’intera questione delle relazioni, a nostro giudizio dipendenti proprio da qualcosa che insieme congiunge e divide, perché in-dividua ma allo stesso tempo lega. L’ontologia comunitaria di Nancy ci sembra proporre una visione fondata sul fuori dove il con-fine segna la possibilità di ripensare l’in-comune come dimensione fondativa del linguaggio, della libertà e della comunità, perché ogni apertura avviene nella dimensione del tra. In questa prospettiva, la paura, la crisi e la distanza sociale acquistano un nuovo orizzonte di senso e vengono interpretati alla luce di un pensiero che es-pone a una diversa comunanza.
In this essay we make a reading of the current social-educational reality, interpreting it through the paideutic perspective of cum-munus observed from the particular angle that Jean-Luc Nancy’s thought of the outside offers us. Combining two main lines of his philosophy – the inoperative community and being singular plural – the aim is to look at the educational problems that, first with the pandemic and now with the conflict in Ukraine, have manifested themselves in a revealing light.In particular, the paradigm of the border emerges as the keystone of the whole question of relationships, which in our view depend precisely on something that both joins and divides, because it identifies but at the same time binds. Nancy’s communitarian ontology seems us to propose a vision based on the outside where the border marks the possibility of rethinking the in-common as a founding dimension of language, freedom and community, because every opening takes place in the dimension of between. In this perspective, fear, crisis and social distance acquire a new horizon of meaning and are interpreted in the light of a thought that exposes us to a different commonality.
Mario Gennari
L’articolo intende sondare l’idea di Bildung, le cui semantiche complessive si dispongono entro il duplice asse storico-geografico che rinvia ai Paesi di lingua tedesca nella Mitteleuropa dal Basso Medioevo sino a oggi. L’intreccio di prospettive filologiche e etimologiche, filosofiche e teologiche riconduce il discorso alla sua centratura pedagogica, poiché guardando alla storia della formazione dell’uomo è dato rintracciare l›identità originaria della Bildung. Nel ricostruire i passaggi che dalla Bildung divina di Meister Eckhart conducono alla Bildung umana, sigillo del Neoumanesimo tedesco nell’Età di Goethe, il contributo indaga le origini e le forme della mentalità borghese, responsabile della scissione che contrassegna tanto lo spirito di un’epoca – la modernità – quanto l’uomo nella sua essenza. La crisi della neuhumanistische Bildung produce l’emergere di una bürgerliche Bildung non più radicata nella cifra interiore, intima, profonda e armonica dell’essere umano, ma ridotta nei termini di una formazione culturale e professionale quale segno di affermazione sociale.
The article aims to examinate the idea of Bildung, whose semantics are arranged within the double historical and geographical axis that refers to German area from the Late Middle Ages. The connection of philological and etymological, philosophical and theological perspectives conducts the reflection to pedagogical discourse. This is because looking at the history of man’s self-formation it is possible to recognize the original identity of Bildung. Researching the passages that from Meister Eckhart’s divine Bildung come to human Bildung, the distinctive character of German Neuhumanismus in the Age of Goethe, the contribution investigates the origins and forms of bourgeois mentality. This last one is responsible for the laceration that marks both the spirit of modernity and the human being in its essence. The crisis of the neuhumanistische Bildung generates the manifestation of a bürgerliche Bildung no longer settled in the inner, intimate, profound and harmonious essence of human being, but reduced it to a cultural and professional formation, understood as a sign of social affirmation.
Michel Ostenc
All’indomani della Prima guerra mondiale, la scuola italiana era in crisi per la persistenza dell’analfabetismo e a fronte di un’istruzione secondaria sovraffollata che moltiplicava i diplomati che non avevano possibilità di trovare un impiego in un mercato del lavoro saturato. I cattolici proponevano la libertà dell’insegnamento, mentre i democratici e i socialisti temevano che questa ‘libertà’ potesse minare la laicità della scuola di Stato. Il Ministro dell’Istruzione pubblica nel quinto governo di Giolitti, Benedetto Croce, voleva instaurare un esame di Stato aperto sia ai privatisti sia agli alunni della scuola pubblica, scontrandosi coi paladini del monopolio dello Stato. L’incapacità dello Stato liberale a risolvere il problema aprì la via alla soluzione radicale di Giovanni Gentile nel quadro di un governo fascista.
After the First world war, the Italian school was in crisis. The illiterates were a quarter of population, and the secondaries schools multiplies graduates without employment opportunities in the saturated labour market. Catholics suggest freedom in teaching, but Democrats and Socialists were afraid regarding this option, especially because the risk to undermine laicity of the public school. Benedetto Croce, Minister of Public Education in the fifth Giolitti’s government, suggests the possibility of a state examination for students enrolled in private schools, clashing with the defenders of State monopoly. Italian Liberal State was incapable to solve this problem and its failure opened to the Giovanni Gentile’s radical solution in the framework of fascism regime.
Anselmo R. Paolone
Il regista e sceneggiatore Filippo Paolone (1917-1993), attraverso una costante attività di ricerca parallela e sinergica a quella di cineasta, mise a punto una teoria estetica e didattica del documentario per la formazione, che applicò in oltre duecento film e altrettante trasmissioni televisive. Tale teoria, formulata in una serie di volumi ed articoli scientifici, trovò la sua compiuta applicazione nelle ‘grammatiche del lavoro’, il caratteristico formato di documentari ideato dallo stesso Paolone nel quale, attraverso la serializzazione, i contenuti miranti a uno specifico progetto formativo (ad es. l’insegnamento di un particolare mestiere) venivano proposti ai discenti attraverso una didattica ottimizzata per il medium audiovisivo.
The director and screenwriter Filippo Paolone (1917-1993), through constant research activity parallel and synergic with his work as a filmmaker, developed an aesthetic and didactic theory of the educational documentary film, which he applied in over two hundred films and as many television programmes. This theory, formulated in a series of books and scientific articles, found its full application in the ‘Work grammars’, the characteristic format of documentaries devised by Paolone himself in which, through serialisation, contents aimed at a specific training project (e.g. the teaching of a particular trade) were proposed to learners through a didactic which was optimised for the audiovisual medium.
Francesca Salis, Viviana Fabbri
Il contributo analizza l’organizzazione dei ‘Percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità’, realizzati attraverso la formazione universitaria con una didattica qualitativamente elevata e complessa. La ricerca vuole contribuire ad una definizione di contenuti core comuni a livello nazionale, indagando le competenze individuate dai decreti ministeriali e l’esperienza formativa degli specializzandi, per indicare possibili adeguamenti nei percorsi formativi, con particolare riferimento ai legami tra teoria e prassi e alla riflessività come aspetto centrale della professione docente.
The paper examines ‘teacher training courses for special educational needs’, provided by university with high level and complex teaching approaches. The research aims at defining common core contents at national level, examining skills identified by ministerial decrees and the training experiences of postgraduates, to indicate possible adjustments in training courses, with particular reference to the links between theory and practice and reflexivity such as central aspect of the teaching profession.
Francesco C. Ugolini
L’articolo analizza la recente normativa sulla formazione insegnati nella programmazione informatica ed evidenzia il carattere educativo sotteso alle attività di coding e di sviluppo del pensiero computazionale, evidenziando il ruolo della dimensione pedagogica accanto a quella tecnologica. L’articolo propone inoltre alcune indicazioni didattiche per migliorare l’efficacia della formazione docenti.
The paper analyzes current legislation on teacher training in computer programming. The author highlights the educational component of coding and computational thinking development activities, highlighting the role of the pedagogical dimension alongside the technological one. The article also proposes some teaching suggestions to enhance the effectiveness of teacher training.
Paolo Franzò
Sono passati oltre 150 anni da quando Antonio Labriola era impegnato nella costruzione delle istituzioni scolastiche dell’Italia unita e nella elaborazione di una solida cultura per il nascente Partito Socialista. In questi 150 anni sono avvenute trasformazioni veloci e radicali. Ripercorriamo le raccolte degli scritti pedagogici di Labriola dal 1961 fino all’ultima raccolta del 2020, Scritti di pedagogia e di politica scolastica, per l’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Labriola, e, con gli occhi della cultura che stiamo vivendo, una cultura visuale, mostriamo i contributi originali contenuti nei suoi scritti relativamente all’educazione alle immagini e alla costruzione dell’immaginario.
More than 150 years have passed since Antonio Labriola was engaged in the enstablishment of the educational institutions of united Italy and in processing of a solid culture for the nascent Socialist Party. In these 150 years, rapid and radical transformations have taken place. We retrace the collections of the pedagogical writings of Labriola from 1961 to the last collection of 2020. Essay of pedagogy and school policy, for the National Edition of the Works of Antonio Labriola, and, with the eyes of the culture we are experiencing, a culture visually, we show the original contributions included in his writings regarding education in images and the construction of the imaginary.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
G. ANNACONTINI, A. BARCA, V. BONAZZA, G. BUFALINO, G. CHIAPPETTA, R. COWEN, M.F. D’AMANTE, G. D’APRILE, G. DE ROCCO, V. FABBRI, P. FRANZÒ, M. GENNARI, M. OSTENC, A.R. PAOLONE, F. SALIS, N. SICILIANI DE CUMIS, R.C. STRONGOLI, F.C. UGOLINI
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2021
Sommario
Carlo Cappa
L’articolo compie un percorso che, a partire dall’attuale frangente segnato dalla pandemia, interroga il ruolo dell’educazione e il contributo di accademici e intellettuali al dibattito nella nostra società. In particolare, nella prima parte, sono presi in analisi il discorso pubblico e le sue derive influenzate da un ‘regime comunicativo’ sempre più invadente. Nella seconda parte, l’attenzione è rivolta al possibile ruolo della nostra plurale tradizione pedagogica e dei suoi antidoti per fronteggiare le sfide dei nostri giorni.
Starting from the troubled juncture marked by pandemic and the current debate in our society, the article carries out a journey for questioning the role of education and the contribution given by scholars and intellectuals. Particularly, in the first part of the article, it is developed a critical analysis of public discourse and its transformations driven by the powerful ‘communication regime’. In the second part, the attention is focused on the possible resources of our plural educational tradition and its antidotes to face the challenges of present time.
Carlo Macale
L’articolo si presenta come un’analisi storico pedagogica della proposta educativo-professionale di Luigi Guanella e della sua concretizzazione nella Casa Madre di Como dalla sua fondazione fino alla morte dello stesso educatore cattolico. Consultando le fonti primarie e gli studi sulle prime azioni/riflessioni educative del Guanella, il contributo intende presentare quali sono i punti di originalità del pensiero e della sua azione pedagogica. Guanella, inserito all’interno della corrente della “pedagogia del cuore” insieme ad altri homines novi dell’azione educativa sociale cristiana del tempo, cerca di sintetizzare all’interno della sua proposta di formazione professionale, elementi spirituali, cognitivi e caratteriali, oltreché ovviamente aspetti tecnici del mestiere. Una proposta che come si vedrà non solo era rivolta all’accompagnamento dei giovani, ma era anche di sostentamento per la Casa di Como e aveva un impatto in termini sociali ed economici su un territorio, quello comasco, protagonista come il resto del nord Italia di una forte emigrazione verso le Americhe, a causa della mancanza di lavoro e della povertà.
The article is a historical-pedagogical study of Luigi Guanella’s educational-professional proposal and its implementation in the Mother House of Como from its foundation until Guanella’s death. By consulting the primary sources and the studies on Guanella’s first educational actions/reflections, the contribution intends to present the points of originality of his pedagogical thought and action. Guanella, who was part of the current of the “pedagogy of the heart” together with other homines novi of the Christian social educational action of the time, sought to synthesize within his proposal for professional formation, spiritual, cognitive and character elements, as well as obviously technical aspects of the profession. A proposal that, as we shall see, was not only aimed at guiding young people, but was also a source of sustenance for the House of Como and had an impact in social and economic terms on a territory, the Como area, which like the rest of northern Italy was the protagonist of a strong emigration to the America, due to lack of work and poverty.
Simone Lanza
Il saggio affronta il problema dell’autorità educativa in Hannah Arendt attraverso le sue riflessioni sulle scuole desegregate negli Stati Uniti. L’autore inserisce le Riflessioni su Little Rock nel più ampio contesto delle considerazioni filosofiche e pedagogiche arendtiane, attraverso una ricostruzione della terminologia inglese ma anche tedesca. La scuola è la sfera mediana tra famiglia e stato in cui si svolge l’istruzione. A scuola possono sorgere conflitti tra autorità adulte soprattutto se c’è un uso politico e strumentale dell’istruzione. Le moderne scienze pedagogiche non aiutano a risolvere il problema, perché l’idea che il bambino debba essere al centro cancella l’importanza del ruolo educativo dell’autorità. Non c’è educazione (Erziehung) senza autorità educativa, mentre l’insegnamento-apprendimento può avvenire anche tra adulti. Il confine che separa l’infanzia dall’età adulta non deve diventare un muro, ma rimanere una linea di riferimento per la relazione educativa. L’essenza dell’educare sta nel conservare, preservando la cosa più preziosa che il passato possa offrire: la capacità di iniziare qualcosa di nuovo. L’autorità, che nei tempi moderni è svanita, rimane solo nella sfera pedagogica. Una possibile soluzione per esercitare l’autorità è l’esemplare insegnamento di Arendt.
The essay deals with the problem of educational authority in Hannah Arendt through her reflections on desegregated schools in the United States. The author places these Reflections on Little Rock in the broader context of arendtian philosophical and pedagogical considerations, by a reconstruction of English but also German terminology. School is the median sphere between family and state where education takes place. At school, conflicts between adult authorities can arise especially if there is political and instrumental use of education. Modern pedagogical sciences do not help to solve the problem, because the idea the child should be at the center erase the importance of educational role of authority. There is no education (Erziehung) without educational authority, while teaching-learning can also take place between adults. The borderline that separates childhood from adulthood should not become a wall, but remain a line of reference for the educational relationship. The essence of education is conservation, preserving the most precious thing the past can offer: the ability to start something new. Authority, which in modern times has vanished, remains only in the pedagogical sphere. A possible solution to exercise authority is the exemplary Arendt’s teaching.
Michel Ostenc
All’indomani della Prima guerra mondiale, la scuola italiana era in crisi per la persistenza dell’analfabetismo e a fronte di un’istruzione secondaria sovraffollata che moltiplicava i diplomati che non avevano possibilità di trovare un impiego in un mercato del lavoro saturato. I cattolici proponevano la libertà dell’insegnamento, mentre i democratici e i socialisti temevano che questa ‘libertà’ potesse minare la laicità della scuola di Stato. Il Ministro dell’Istruzione pubblica nel quinto governo di Giolitti, Benedetto Croce, voleva instaurare un esame di Stato aperto sia ai privatisti sia agli alunni della scuola pubblica, scontrandosi coi paladini del monopolio dello Stato. L’incapacità dello Stato liberale a risolvere il problema aprì la via alla soluzione radicale di Giovanni Gentile nel quadro di un governo fascista.
After the First world war, the Italian school was in crisis. The illiterates were a quarter of population, and the secondaries schools multiplies graduates without employment opportunities in the saturated labour market. Catholics suggest freedom in teaching, but Democrats and Socialists were afraid regarding this option, especially because the risk to undermine laicity of the public school. Benedetto Croce, Minister of Public Education in the fifth Giolitti’s government, suggests the possibility of a state examination for students enrolled in private schools, clashing with the defenders of State monopoly. Italian Liberal State was incapable to solve this problem and its failure opened to the Giovanni Gentile’s radical solution in the framework of fascism regime.
Giuseppe Sellari
La recente normativa sul sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni ha aperto scenari inediti e lanciato nuove sfide ai servizi per l’infanzia. Tale sistema, promosso per assicurare eque opportunità a tutte le bambine e i bambini e per arginare qualsiasi forma di svantaggio e di marginalizzazione, si pone l’ambizioso obiettivo di creare laboratori educativi e di ricerca permanenti assicurando la continuità del percorso di crescita di ciascuno e sapendo coniugare la ricchezza delle proposte esperienziali e didattiche con la valorizzazione, il rispetto e l’accettazione di tutte le forme di diversità. In questa nuova prospettiva, il nido e la scuola dell’infanzia si ridefiniscono come luoghi di inclusione e di accudimento dove, attraverso la mediazione dei linguaggi espressivi e del Teatro dei burattini, promuovere il senso di autonomia e lo sviluppo delle abilità comunicative, relazionali e creative.
The recent legislation on the integrated system of education and teaching from birth to six years has opened up new scenarios and posed new challenges for childcare services. Promoted to ensure equal opportunities for all children and to stem all forms of disadvantage and marginalisation, this system has the ambitious aim of creating permanent educational and research laboratories, ensuring continuity for everyone’s growth and combining the wealth of experiential and educational proposals with the appreciation, respect and acceptance of all forms of diversity. In this new perspective, nursery and kindergarten are redefined as places of inclusion and care where, through the mediation of expressive languages and puppet theatre, the sense of autonomy and the development of communicative, relational and creative skills are promoted.
Angela Spinelli
L’articolo affronta il tema, sempre centrale perché in parte irrisolto, della formazione degli insegnanti, collegandolo alla necessità di pensare i percorsi formativi e il profilo professionale anche alla luce del paradigma digitale. Il dibattito sulla formazione insegnanti ha prodotto, anche di recente, un’ampia letteratura che oggi è funzionale a immaginare ipotesi di sviluppo di processi orientati all’organizzazione digitale del sistema scuola. Anche questa pista di ricerca non è nuova, ma l’emergenza sanitaria da SARS-CoV-2 l’ha resa più vitale ed urgente. A fronte dell’attualità di questo dibattito è necessario affrontare il tema della for-mazione insegnanti all’interno delle università italiane, che per certi versi soffrono di un’asfissia didattica e tecnologica che condiziona la preparazione dei futuri docenti e – contemporaneamente – è importante ragionare sull’uso formativo delle piattaforme digitali. Per la formazione in ingresso, infatti, le università rappresentano l’anello di congiunzione fra la preparazione disciplinare dei futuri docenti e la maturazio-ne delle competenze psico-pedagogiche e didattiche. Lo sviluppo di una proposta formativa che integri il digitale già a partire dalla formazione in ingresso ha, attualmente, amplissimi margini di miglioramento pur nell’attuale condizione prevista dagli interven-ti contenuti nel DDL Bilancio/2019, che hanno profondamente ridimensionato i percorsi formativi pre-cedenti.
The article is focused on teacher training, a key and in part unresolved issue, linking it to the digital paradigm and its influence on training and professional profiles. The debate on teacher training has produced a vast literature that is now serving to imagine hypotheses for the development of processes oriented towards the digital organisation of the school system. This field of research is not new either, but the SARS-CoV-2 health emergency has made it more vital and urgent. In order to understand this debate, it is necessary to address the issue of teacher training in Italian universities, where a certain teaching and technological backwardness affects the preparation of future teachers. At the same time, it is important to think about the educational use of digital platforms. In fact, universities represent the link between the disciplinary preparation of future teachers and the maturation of psycho-pedagogical and didactic skills. Currently, the development of a proposal that integrates digital technology right from entry-level training has a great deal of room for improvement, even in the current situation envisaged by the measures contained in the DDL Bilancio/2019, which have profoundly downsized the previous training courses.
Maria Volpicelli
È trascorso un secolo dai decreti legge di riforma del sistema scolastico italiano emanati dall’allora ministro della pubblica istruzione, il filosofo Giovanni Gentile. In sede storiografica numerosi sono stati i lavori che hanno attentamente ricostruito questa importante pagina della politica scolastica del nostro paese e che hanno analizzato a fondo i motivi di plauso e di dissenso che la riforma incontrò nell’Italia degli anni venti del secolo scorso. Meno note e analizzate sono viceversa le critiche sia in positivo sia in negativo che alla riforma vennero riservate nella stampa periodica di altri paesi. Il presente contributo si propone di ricostruire le ragioni di alcune di queste critiche svolte su riviste e giornali danesi e norvegesi dall’etruscologo Søren Peter Cortsen e dal dirigente scolastico Harald Albert Amundsen.
A century has passed since the reform decrees of the Italian school system issued by philosopher Giovanni Gentile, minister of public education during that time. In the historiographical context, there have been numerous works that have carefully reconstructed this important page of our country’s school policy and that have thoroughly analysed the reasons for praise and dissent that the reform encountered in Italy in the 1920’s. Conversely, the criticisms regarding the reform, both positive and negative, in the periodical press of other countries are less known and analysed. This contribution aims to reconstruct the reasons for some of these criticisms carried out in Danish and Norwegian magazines and newspapers by the Etruscologist Søren Peter Cortsen and by the headmaster Harald Albert Amundsen.
Lisa Stillo, Elena Zizioli
L’articolo indaga alcune esperienze di educazione non formale realizzate in quartieri periferici della città di Roma attraverso la costituzione della Rete delle scuole popolari e l’elaborazione di una Carta dei valori. Tali iniziative raccolgono un’eredità preziosa e sembrano essere oggi una valida risposta alle disuguaglianze non sanabili dell’istituzione scolastica. In Italia l’educazione popolare ha accompagnato molte delle trasformazioni sociali, politiche e culturali del Paese ed ancora oggi si scopre capace di formulare proposte innovative all’interno di contesti mutati e sempre più complessi. Il presente contributo vuole essere pertanto un primo lavoro di analisi nell’ambito di un progetto di ricerca più ampio finalizzato a dar conto della dimensione innovativa e sperimentale di queste iniziative affinché possano emergere diversi elementi utili alla riflessione pedagogica. A tal fine sono stati messi in luce alcuni caratteri distintivi che legano le esperienze di ieri con quelle di oggi, per poi concentrare l’attenzione su due delle realtà presenti: la scuola popolare A testa alta e DoPòLiS rispettivamente collocate a San Basilio e a Ciampino.
The paper explores some non-formal educational experiences realized in the suburbs of Rome by building the Popular School Network and creating a Charter of Values. Today, such actions collect a precious heritage and seem to be a valid response to some inequalities which school system is hardly able to cope with. In Italy popular education has given a crucial contribution to the social, political and cultural transformations of the country, and even today it reveals the capability to foster new solutions within the ever-changing and increasingly complex contexts. This work therefore constitutes a first analysis within a broader research project aimed at taking into account the innovative and experimental dimension of these actions, so that various useful elements for pedagogical reflection can emerge. To this end, we have highlighted some distinctive features that link past and present experiences, and we focused attention on two examples of our times: the popular school A testa alta and DoPòLiS, respectively located in San Basilio and Ciampino.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
A. BARCA, C. CAPPA, C. MACALE, S. LANZA, M. OSTENC, D. PALOMBA, A. R. PAOLONE, G. SELLARI, A. SPINELLI, L. STILLO, M. VOLPICELLI, E. ZIZIOLI
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2021
Sommario
Anna Aluffi Pentini, Fabio Olivieri
Il contributo dà conto di una prima analisi dei dati emersi dall’indagine svolta in Italia e all’estero, volta a rilevare i cambiamenti delle relazioni familiari nel periodo del primo lockdown dovuto al Covid 19. La ricerca è nata dal desiderio di capire i cambiamenti intervenuti tra le mura domestiche per famiglie obbligate a rimanere in casa. Gli ambiti di indagine hanno riguardato la comunicazione interna alla famiglia, il cambiamento e il rispetto delle regole in casa, la percezione della situazione da parte di grandi e piccini, la prosecuzione delle lezioni e il rapporto con le insegnanti, per un totale di 70 domande di un questionario con risposte a scelta multipla e aperte. La quantità di informazioni ricavate dall’indagine richiede ancora molto lavoro, tuttavia una prima analisi ha rivelato che la dimensione familiare del vivere l’emergenza, tra coloro che hanno risposto al nostro questionario, ha mobilitato risorse relazionali che la pedagogia deve imparare a valorizzare e a rafforzare.
The contribution provides a first analysis of the data that emerged from a survey carried out in Italy and abroad, aimed at detecting changes in family relationships in the period of the first lockdown due to Covid 19. A questionnaire was circulated. The areas of investigation concerned internal communication within the family, change of and respect for domestic rules, the perception of the situation by adults and children, with a total of 70 multiple-choice and open-ended questions. The amount of information obtained from the survey still requires a lot of work, but the perception of family dimension of living the emergency, among those who answered our questionnaire, has revealed relational resourcefulness that pedagogy must learn to appreciate and strengthen.
Valeria Caggiano
Il contributo focalizza temi sulle competenze degli insegnanti della scuola dell’infanzia rispetto all’insegnamento della musica. Tali questioni vengono affrontate in una dimensione storica che vede mutare il ruolo delle pedagogie della musica, esplorando e cogliendo dalle voci italiane ispirazioni per nuovi modelli di insegnamento e di apprendimento della musica. Si presenta lo studio di un caso nato all’interno del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma TRE. Il modello dell’Atelier qui presentato rappresenta un percorso di apprendimento trasferibile ai docenti della scuola dell’infanzia chiamati alla pedagogia della musica. L’analisi della letteratura e la presentazione del caso permettono di portare alla luce l’esigenza di formarsi nelle competenze cruciali delle singole risorse umane coinvolte, anche a livello organizzativo proprio del sistema scuola. Le conclusioni raggiunte permettono di evidenziare la necessità di attivare percorsi di progetti e interventi che possano innovare e incentivare l’insegnamento e lo studio della musica nelle scuole italiane.
The contribution focuses on topics on the skills of kindergarten teachers with respect to teaching music. These issues are addressed in a historical dimension that sees the changing role of music pedagogies, exploring and gathering inspiration for new models of teaching and learning music from Italian voices. We present a case study created within the Department of Education of the University of Rome TRE. The presented Atelier model represents a learning path that can be transferred to kindergarten teachers called to the pedagogy of music. The analysis of the literature and the presentation of the case allow to bring to light the need to train in the crucial skills of the individual human resources involved, even at the organizational level of the school system. The conclusions reached make it possible to highlight the need to activate projects and interventions that can innovate and encourage the teaching and study of music in Italian schools.
Cosimo Costa
Nel presente articolo, al fine di sondare la prospettiva filosofico-educativa di Edda Ducci, si prospettano e si analizzano i tre pilastri su cui essenzialmente si fonda il pensiero dell’autrice casentinese: la relazione intesa esplicitamente come momento d’incontro sinergico dell’io con il tu; il dialogo nella sua dimensione di emozione esistenziale o, con le parole di Ducci, come «affezione dell’anima»; la cura riletta come condivisione della vita e non semplicemente di una attività. L’impegno di Edda Ducci insegna all’educativo, e in particolare alla filosofia dell’educazione, che solo attraverso la decodificazione sempre più agile di situazioni interiori e attraverso il «ruminare la parola» si potrà vitalmente intendere la significanza dell’essere uomo per la sua possibile cura.
This article, in order to explore Edda Ducci’s philosophical-educational perspective, considers and analyzes the three pillars on which the thought of the Casentino author is essentially based: the relationship understood explicitly as a moment of synergistic encounter between the ego and the you; the dialogue in its dimension of «existential emotion» or, in Ducci’s words, as «affection of the soul»; the care reread as sharing of the life and not simply as an activity. Edda Ducci’s commitment teaches education, and particularly the philosophy of education, which only through the decoding of interior situations and through «ruminating the word» can vitally understand the significance of being a man for his possible cure.
Gabriella D’Aprile, Raffaella C. Strongoli
Scopo principale dell’articolo è delineare la proposta di un approccio teorico e metodologico all’uso delle metafore nei contesti educativi. L’ipotesi di fondo è che questa prospettiva possa favorire il disvelamento degli implici-ti che agiscono nelle pratiche didattiche e possa consentire di indagare l’influenza esercitata dalle epistemologie personali e professionali dei docenti nell’ambiente scolastico odierno. Attingendo alla prospettiva epistemologica neopiagetiana e alla teoria della linguistica cognitiva sull’uso della metafora, l’articolo delinea percorsi di riflessione per la formazione degli insegnanti al fine di mappare modelli educativi, orientamenti cognitivi ed emotivi che agiscono nei processi di apprendimento/insegnamento. Invita, altresì, a decostruire narrazioni, stereotipi, rappresentazioni, mistificazioni che ostacolano la creazione di comunità scolastiche autenticamente inclusive.
The aim of this article is to develop a theoretical and methodological approach to the use of metaphors in educational settings. This perspective will help to discover hidden meanings in educational rela-tionships and to explore personal and professional epistemologies as they affect teaching and learning practices in today’s school environment. Drawing on the Neo-Piagetian epistemological perspective and the cognitive linguistics theory on the use of metaphor, this article outlines pathways of reflection for teacher training in order to map educational models, cognitive and emotional orientations in educational relationships. It also focuses on the deconstruction of narratives, stereotypes, categorizations, representations, and mystifications with the aim of creating inclusive school communities.
Gabriella De Marco
L’Autrice propone un saggio sulla centralità dell’istituzione biblioteca nella società contemporanea. Il contributo, che prosegue alcuni precedenti progetti di ricerca avviati dall’autrice sin dai primi anni duemila, è centrato sullo spazio abitabile e sul potenziale identitario di un edificio. Punto di partenza del suo ragionamento è il presupposto che lo spazio misurabile è anche spazio mentale. Ciò attiva una serie di considerazioni legate al rapporto tra il tempo della storia e il tempo del fruitore. Un edificio, pertanto, e nello specifico una biblioteca sia pubblica o privata sia nazionale o di quartiere, si percepisce ed esiste anche nel tempo soggettivo di chi la fruisce.
The Author proposes an essay on the centrality of the library institution in contemporary society. The contribution, which takes up some of the author’s previous research projects since the early 2000s, focuses on living space and the identity potential of a building. The starting point of his reasoning is the assumption that measurable space is also mental space. From this arises a series of considerations related to the relationship between the time of history and the time of the user. Therefore a building, specifically a library, both public and private both national and local, also exists in the subjective time of those who use it.
Valentina Della Gala
La definizione del termine competenza, il ruolo che le competenze dovrebbero rivestire nel sistema di istruzione e quali dovrebbero essere rese oggetto della programmazione e del processo di apprendimento e insegnamento nelle scuole, continuano ad essere argomenti dibattuti sia dai pratici sia nella comunità scientifica. A livello europeo esistono esempi di riforma del sistema scolastico e del contenuto dell’insegnamento a partire dal concetto di competenza la cui conoscenza può contribuire ad articolare e chiarire i termini di questo dibattito. A questo fine in questo articolo ricostruisco il caso svizzero: le vicende e le elaborazioni che hanno preceduto l’introduzione del Piano di studio 21, un piano di studio basato sulle competenze da quest’anno adottato dalle scuole dell’obbligo di gran parte della Svizzera tedescofona. La storia seppur a grandi linee dell'elaborazione del Piano di Studio 21 mostra la forte interazione nella politica educativa tra i livelli internazionale e nazionale, il ruolo trainante della richiesta politica per un nuovo modello di valutazione del sistema e offre una vista privilegiata sul concetto e il ruolo delle competenze entro il dibattito educativo tedesco: la centralità attribuita alle competenze specifiche (disciplinari) e la relazione tra queste e quelle trasversali (chiave).
A definition of competence, which role competences should play in the education system and which competence should be taught in school, continue to be debated topics both by practitioners and in the scientific community. Examples of national reforms of the school system based on the concept of competence can help to articulate and clarify the terms of the debate. In the following paper, I analyse the Swiss case: the events and the ideas that preceded the introduction of Lehrplan 21, a new competence-based curriculum adopted in most of German-speaking Switzerland. The Lehrplan 21 history shows a strong interaction in educational policy between the international and national levels and the driving role of the political demand for an outcomes-based assessment. Moreover, it offers a privileged view of the concept and role of competencies within the German educational debate: the focus on specific (disciplinary) competencies and the relationship between these and transversal (key) competencies.
Nelson Guzmán
L’articolo è scritto nella forma del «Protreptico», un genere creato da Aristotele, costituito dall’esortazione, regolarmente diretta all’adozione di uno stile di vita. L’obiettivo dell’articolo è esortare chi si dedica alla filosofia in tempi attuali, ad assumere il valore e l’importanza che questa ha in una società per la quale il pensiero comincia a languire in tutte le sue sfere. Cerca, tra l’altro, di recuperare il valore autonomo del pensiero dallo stupore, che Aristotele considerava la più grande forma di felicità, ma esorta anche a considerare la filosofia come una forma di amicizia che, non esente dalla rivalità e dalla lotta, attraverso la discussione, rafforza i legami di comunicazione tra le persone. Infine, affronta il problema dell’umiltà di pensiero e dell’evitamento dei pregiudizi totalitari a cui può condurci un atteggiamento eccessivamente dogmatico nelle nostre convinzioni. La filosofia, oggi, deve essere un modo di guardare le cose da diverse angolazioni e produrre un’estraniazione dalle nostre convinzioni abituali al fine di comprendere gli altri.
The article is written in the form of the «Protreptic», a genre created by Aristotle, consisting of the exhortation, regularly directed to the adoption of a way of life. The article aims to exhort those who are dedicated to philosophy in current times, assuming the value and importance it has in a society for which thought is beginning to languish in all its spheres. It seeks, among other things, to recover the autonomous value of thought from astonishment, which Aristotle considered the greatest form of happiness, but it also exhorts to consider philosophy as a form of friendship that, not exempt from rivalry and struggle through from the discussion, it strengthens the bonds of communication between men. Finally, it deals with the problem of humility of thought and avoiding the totalitarian biases to which an overly dogmatic conviction in our own beliefs can lead us. Philosophy today has to be a way of looking at things from different angles and producing a alienation from our habitual beliefs in order to understand the others.
Ivonne Lopez
Il contributo intende proporre una rilettura dei lemmi epidemia e pandemia all’interno di note pagine della letteratura greca, nelle opere di Tucidide, Sofocle e Platone. La prospettiva d’osservazione privilegiata sarà la dimensione pedagogica connaturata a queste forme letterarie e al mito nell’antico mondo greco. Complesse e impervie sono le ricadute pedagogiche ed educative della condizione di emergenza, non solo sanitaria, che stiamo vivendo. In questa sede, attraverso i due lemmi greci, si propone un momento di riflessione sulle possibili prospettive educative offerte dai classici della letteratura antica, forieri di alternative possibili per salvaguardare la dimensione umanistica nei contemporanei sistemi d’istruzione e formazione.
This article proposes a rereading of the terms epidemic and pandemic across well-known excerpts of the Greek literature, in particular the works of Thucydides, Sophocles and Plato. The perspective taken in the study is the pedagogical dimension inherent in these literary forms and the myth in the ancient Greek world. The pedagogical and educational repercussions of the emergency conditions, not just health related, are complex and impervious. Here, through the two Greek terms, we propose a moment of reflection on the possible educational perspectives offered by the classics of ancient literature; the classics are indeed harbingers of possible alternatives to safeguard the humanistic dimension in contemporary education and training systems.
Orazio Niceforo
La riflessione sull’uguaglianza delle opportunità in educazione si è sviluppata nella seconda metà del Novecento giungendo a distinguere sempre più nettamente tra uguaglianza dei punti di partenza (uguali possibilità di accesso ai sistemi di istruzione) e uguaglianza dei punti di arrivo (maggiore omogeneità possibile dei risultati). Questa distinzione ha influito sulle politiche scolastiche, oltre che nel dibattito teorico. L’avvento della scuola digitale può modificare profondamente i termini della questione perché consente la diversificazione e la personalizzazione dei tempi, luoghi e stili di apprendimento. Nell’opinione pubblica dei Paesi liberaldemocratici, ma anche tra gli studiosi, si fronteggiano due diversi modelli valoriali: quello che considera più giusta una scuola individualista e meritocratica e l’altro che, invece, ne mette al primo posto la funzione solidaristica e inclusiva. La preferenza di Benadusi e Giancola, il cui volume Equità e merito nella scuola è ampiamente presentato in questo articolo, va a questo secondo modello, che punta su una scuola pubblica che garantisca a tutti l’acquisizione di una base comune di competenze – comprese quelle socio-politiche e l’alfabetizzazione digitale – definita come «il corredo cognitivo indispensabile per l’esercizio dei diritti di cittadinanza in una democrazia che voglia migliorare e tutelare se stessa». Una posizione condivisibile, a condizione che i tempi e le modalità di acquisizione di questa base comune, o core curriculum, siano personalizzati, e non vengano perciò sottoposti a standard, verifiche e comparazioni uniformizzanti, che entrerebbero in contrasto con la libertà e la pluralità delle formae mentis e delle capacitazioni individuali.
The debate about the equality of opportunities in education developed in the second half of the twentieth century, reaching an ever-clearer distinction between equality of starting points (equal access to education systems) and equality of arrival points (greatest possible homogeneity of results). This distinction influenced school policies, as well as the theoretical debate. The advent of the digital school can deeply modify the terms of the issue because it allows diversification and personalization of times, places and learning styles. In the public opinion of liberal-democratic countries, but also among scholars, two different value models face each other: the one that considers an individualistic and meritocratic school to be fairer and the other that, instead, puts its solidarity and inclusive function in the first place. The recent volume Equità e merito nella scuola by Benadusi and Giancola, widely discussed in the article, supports the second model, which focuses on a public school that guarantees everyone the acquisition of a common base of skills, including socio-political and digital literacy, considered «the essential cognitive equipment for the exercise of citizenship rights in a democracy that wants to improve and protect itself». This is a shareable position, but only provided that the times and methods of acquiring this common base, or core curriculum, are personalized, and are therefore not subjected to standardizing objectives, checks and comparisons, which would enter into contrast with the freedom and plurality of ‘formae mentis’ and individual capabilities.
Agnese Rosati
Il contributo esplora il tema della solitudine di cui pone in evidenza la dimensione costruttiva, positiva. Quando la solitudine non viene vissuta dalle persone come una fuga dalla realtà o un doloroso distacco dal mondo che provoca malessere e genera pensieri negativi, può diventare un’occasione preziosa per «fare spazio» ai propri pensieri, ai silenzi e ai desideri. Anche i giovani che hanno particolarmente sofferto per la mancanza di relazioni amicali e interpersonali nel periodo della pandemia da SARS-CoV-2, dovrebbero saper vivere ed apprezzare la solitudine come momento da dedicare a se stessi, un atto di cura personale e di crescita interiore da coltivare nella quotidianità.
The contribution explores the topic of loneliness ad focuses its constructive and positive dimension. When felt by people as an escape from reality or as a painful detachment arousing uneasiness and giving rise to negative thoughts, loneliness may become and desires. Since they have been seriously missing friendly and interpersonal relationship through SARS-CoV-2 pandemic, youth ought to be able to feel and appreciate loneliness as a moment to devote to themselves and as an act of personal care and interior growth to perform in everyday life.
Manuela Valentini, Gaia Angelini
L’obiettivo di questo articolo è quello di indagare, attraverso la ricerca bibliografica e l’analisi di protocolli, gli effetti che l’attività motoria ha sullo sviluppo cognitivo, in particolare sulle funzioni esecutive, nei bambini di età compresa tra i 3 e i 12 anni; ricerca svolta sui database: SPORTDiscuss, PubMed, ScienceDirect e PsycINFO. Gli studi presi in esame sono stati pubblicati tra il 2007 e il 2019; svolti in ambito scolastico; di tipologia sperimentale o revisione sistematica. Individuati 16 protocolli di cui 2 revisioni sistematiche e 13 studi sperimentali, suddivisi in 5 sottogruppi. Le ricerche concordano nel rilevare un legame positivo tra attività fisica e sviluppo delle funzioni esecutive, le quali risultano essere predittive del successo scolastico. Programmi longitudinali di attività fisica hanno un impatto concreto sulle funzioni esecutive, sull’attenzione e sulle prestazioni scolastiche; i contenuti di e-sercizio fisico acuto sull’attenzione. Tutte le aree vengono così coinvolte e il movimento risulta essere fonte di esperienze fondamentali in tutto il periodo dell’età evolutiva. I programmi che utilizzano l’attività motoria per il miglioramento delle funzioni esecutive permettono agli studenti di avvicinarsi alla quota minima di attività fisica giornaliera auspicata dalla World Health Organization, migliorando la salute generale e i processi cognitivi superiori che risultano essere predittivi non solo del successo scolastico ma anche della realizzazione personale lungo l’arco dell’intera vita.
This review aims to investigate, through bibliographic research and studies analysis, the effects of physical activities on cognitive development, especially on executive functions, in children in the age range 3-12; research was conducted on SPORTDiscuss, PubMed, ScienceDirect and PsycINFO search databases. The articles included in this study were published between 2007 and 2019; school environment; both experimental works and systematic reviews. A total of 16 articles were included in this study, including 2 systematic reviews and 13 experimental works and were divided in 5 subgroups. All the studies observe a positive relationship between physical activity and executive function development, are seen as predictive for academic achievement. Longitudinal physical activities programs have a substantial impact on executive functions, on attention and academic performance, while acute physical activity contents positively affect attention. Hence, all areas are involved and movement becomes a source of fundamental experiences in the overall period of childhood. Programs which use motor activity in order to improve executive functions help students to reach the minimal physical activity suggested by the World Health Organization, improving both general health and superior cognitive processes. These are predictive of academic achievement, which in turn contributes to personal realization along the whole subject’s lifespan.
Roberto Sandrucci, Alessandro Sanzo, Vincenzo Gabriele, Daniela Secondo, Giordana Szpunar, Tania Tomassetti
Le sei recensioni tra loro coordinate in cui consiste l’articolo riguardano tutte lo stesso libro: il quarto volume delle Opere di Antonio Labriola nell’Edizione Nazionale degli scritti di pedagogia e di politica scolastica, dal 1876 al 1904. Gli autori di tutti gli interventi sono stati studenti di Pedagogia nella stessa Facoltà dell’Università di Roma “La Sapienza”, dove Labriola ha inse-gnato per ventisette anni (1876-1904). Alcuni di loro insegnano la stessa disciplina pedagogica labrioliana, nella medesima Università o altrove. Gli altri autori della rassegna sono insegnanti, scrittori, esperti di amministrazione scolastica, operatori civicamente impegnati. Dai loro distinti punti di vista, tutti riconoscono storicamente e tecnicamente in Labriola un fondamentale punto di riferimento didattico, scientifico, etico-politico e pedagogico.
The six reviews, in which the article consists of, are about the same book: the fourth volume of Antonio Labriola’s National edition: Writings of pedagogy and school policy, from 1876 to 1904. The authors of the reviews were students of Pedagogy attending the same Faculty at the University of Rome “La Sapienza”, where Labriola has taught for twenty-seven years (1876-1904). Some of the former students are teaching the same Labriolian pedagogical discipline, at the foresaid University or elsewhere. Other authors of the reviews are teachers, writers, school administration experts, civically engaged operators. From a historical and technical perspective, all of them recognize in Labriola a fundamental didactic, scientific, ethical-political and pedagogical figure.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2020
Sommario
Marco Burgalassi, Giovanni Moretti, Arianna Giuliani, Arianna Lodovica Morini
Il contributo focalizza i temi dell’abbandono precoce degli studi universitari e dell’efficacia che le attività di tutorato possono avere nel prevenire e contrastare tale fenomeno. Tali questioni vengono analizzate in prospettiva sociologica e pedagogica, presentando uno studio di caso condotto presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre. L’indagine ha coinvolto due coorti di studenti immatricolati nei corsi di studio di primo livello e ha prestato una specifica attenzione agli studenti con Obblighi Formativi Aggiuntivi (OFA), ossia coloro che nel test in ingresso non hanno raggiunto un determinato punteggio. Lo studio ha previsto l’analisi delle attività di tutorato progettate per gli studenti immatricolati con OFA negli anni accademici 2016-2017 e 2017-2018. Gli esiti della ricerca confermano la funzione strategica che il tutorato può avere nel prevenire e contrastare il fenomeno dell’abbandono precoce degli studi. Le attività di tutorato analizzate, infatti, sembrano aver consentito agli studenti con OFA di acquisire abilità e competenze che hanno attenuato il rischio di abbandono e permesso di raggiungere risultati formativi in linea con quelli degli studenti con competenze iniziali migliori.
The paper focuses on the issue of the early academic dropout and on the effectiveness that tutoring activities can have in preventing and countering this phenomenon. The paper presents a case study conducted within the Department of Education of Roma Tre University. The survey involved two cohorts of students enrolled in the first-level degree programs, paying specific attention to the component of them with OFA, namely those who had not reached the minimum score foreseen in the University’s admission test. In the case study were analysed the tutoring activities developed for students enrolled with OFA in the academic years 2016-2017 and 2017-2018. The results of the research confirm the strategic function that tutoring can have in preventing and countering the phenomenon of early academic dropout. The tutoring activities analysed, in fact, seem to have allowed the students with OFA to acquire skills and competences that have mitigated the risk of dropout and allowed to reach educational results in line with those of students with better initial skills.
Donatella Cesareni, Manuela Montebello, Stefano Scippo
Questo contributo si propone di sintetizzare i risultati delle più recenti indagini nazionali e internazionali che rilevano dati sugli apprendimenti delle discipline STEM, focalizzando l’attenzione sui risultati raggiunti dagli studenti italiani e confrontandoli con la media del punteggio raggiunto da tutti i Paesi partecipanti alle rilevazioni. Lo studio nasce nell’ambito del progetto educativo ESERO, per permettere la definizione di azioni di formazione, rivolta agli insegnanti STEM, coerenti con le necessità educative del Paese Italia. Comparando i risultati emersi dalle indagini TIMSS 2015, TIMSS Advanced 2015 e PISA 2018 emergono le criticità nei livelli di apprendimento degli studenti in Italia, confermate anche dalle Rilevazioni nazionali 2019 condotte dall’INVALSI. L’analisi delle indagini conferma problematicità già evidenziate da tutte le precedenti rilevazioni: il peggioramento dei risultati degli studenti dal Nord al Sud del paese e le marcate differenze di genere sui livelli di apprendimento, con le femmine che raggiungono punteggi inferiori a quelli dei maschi. L’analisi dei dati permette di ragionare su tali criticità per evidenziare la necessità di attivare progetti e interventi che possano innovare e incentivare l’insegnamento e lo studio delle materie STEM nelle scuole italiane.
This paper aims to summarize the results of the most recent national and international surveys on the learning of the STEM disciplines, focusing attention on the results achieved by Italian students and comparing them with the average scores attained by all the countries participating in the surveys. The study is part of the ESERO educational project and helps to determine proper training actions for STEM teachers, that are consistent with the educational needs of Italy. Based on the results emerging from TIMSS 2015, TIMSS Advanced 2015 and PISA 2018 surveys, the critical issues in students’ learning levels in Italy are highlighted, and have also been confirmed by the National Survey 2019 conducted by INVALSI in Italian schools. The analysis of the surveys confirms the problems already identified by all the previous ones: the worsening of students’ results from the north to the south of the country and the marked gender differences in learning levels, with females reaching scores lower than those of males. The analysis of the data suggests the need to activate projects and interventions that can innovate and encourage the teaching and study of STEM subjects in Italian schools.
Rotraud Coriand
Nell’intenso dibattito sviluppatosi nei paesi di lingua tedesca sui pro e i contro la didattica generale, sembra che tutto sia stato già detto e che le medesime argomentazioni si ripetano da anni. La conclusione (non molto incoraggiante) sembrerebbe essere che la didattica generale è superflua come parte costitutiva della scienza dell’educazione, seppure offra ancora buoni contributi con riferimento alle numerose pubblicazioni dedicate alla crisi e alla valorizzazione del suo (sostanzialmente empirico) ambito di studio. Nonostante ciò, adottare un approccio storico può dischiudere sorprendenti prospettive per il contesto attuale. Attraverso lo studio dei principi scientifici e teoretici di The Sources of a Science of Education di John Dewey (1929), l’autrice si è confrontata con la tesi che né la sempre rinnovata lontananza dalla dimensione empirica né le ricerche empiriche nell’ambito didattico, costituiscono il tema portante della didattica generale. Esso, invece, è piuttosto un approccio sistematico che è stato trascurato nella scienza dell’educazione. Lo scopo di questo articolo è soppesare la validità di tale tesi e mostrare a tal riguardo i possibili contributi di John Dewey e della storia della pedagogia.
In the intense debate which developed, in the German speaking countries, on the pros and cons of general pedagogy, it seems that everything has been already said, as for many years the same arguments have been repeated over and over. The bottom line (not very encouraging) could be that general pedagogy is redundant as an education science, even if it still offers good contributions in terms of its numerous publications on the crisis of its (mainly empirical) research field, and on the enhancement of that same field. In spite of this, studying pedagogy historically can unveil surprising contemporary developments. By studying the scientific and theoretic principles of John Dewey’s The Sources of a Science of Education (1929), the author of this paper confronts the thesis that neither the ever anew posited distance from empiricism, nor the empirical researches on disciplinary pedagogy, constitute the real focus of general pedagogy, which is rather on the systematic thougth which has been neglected in the Science of Education. The essay aims to discuss this thesis and to show what John Dewey and the history of education have to do with all this.
Donatella Meccia
In questo articolo si è cercato di analizzare il contributo di Luigi Volpicelli alla poco nota Scuola di Cultura Drammatica dell’Aquila. L’interesse per la suddetta scuola è sorto in seguito al ritrovamento casuale e alla lettura appassionata del piccolo volume di Armando Rossini La scuola di Cultura Drammatica, edito nel 1976 per i tipi di Nuovedizioni da Enrico Vallecchi (PG). L’autore attesta il coinvolgimento nella scuola di grandi nomi appartenenti al mondo della cultura italiana e internazionale, quali quello, insieme a molti altri, di Roberto Rossellini, Antonio Calenda, Maurizio Costanzo, Gino Cervi ma, soprattutto, di Luigi Volpicelli e di Maria Signorelli. Nonostante questo, tale realtà è studiata e ricordata solo da pochi.
The purpose of this article is to study Luigi Volpicelli’s contribution to the School of Dramatic Culture of L’Aquila. The interest in this School arose from reading Armando Rossini’s book titled La Scuola di Cultura Drammatica, edited in Perugia in 1976, one of the few works inherent this School. The author states that several artists and intellectuals belonging to the national and international culture; Roberto Rossellini, Antonio Calenda, Maurizio Costanzo, Gino Cervi, Luigi Volpicelli and Maria Signorelli were involved in the School of Dramatic Culture, but, despite their participation, this important reality is studied and remembered only by a few.
Fiorella Paone
Si analizzano i dispositivi utilizzati e i processi di mimesi e dialogo intergenerazionale e interculturale attivati in un intervento di comunità ancora in corso che, a partire dagli eventi sismici iniziati nel 2016, coinvolge un gruppo di cittadini/e di Montorio al Vomano (TE). Ne emerge il valore pedagogico di un processo formativo che riattivando la comunicazione teatrale a partire dal metodo narrativo autobiografico, educa alla resilienza e risponde a una profonda istanza di relazione e ricostruzione identitaria che si basa su dinamiche di coscientizzazione e riappropriazione della memoria, intesa come proprio equipaggiamento simbolico, in prospettiva futura.
The paper examines tools, process of mimesi and inter- and intragenerational dialogue employed in a still ongoing community action started from the 2016 earthquake and involving a group of citizens of Montorio al Vomano (TE). The educational value of a training process, which reactivates theatrical communication resorting to autobiographical narratives, comes to light. In this way, such a process is able to educate to resilience and it stands as an answer to the need for relationship and identity re-building which is based on conscientization and memory’s re-appropriation taken as self «symbolic equipment» future-oriented.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
V. BAELI, M. BURGALASSI, C. CAPPA, D. CESARENI, R. CORIAND, C. CORSINI, V. D’ASCANIO, A. GIULIANI, D. MECCIA, M. MONTEBELLO, G. MORETTI, A.L. MORINI, F. PAONE, S. SCIPPO
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2020
Sommario
Carlo Cappa
In un momento in cui il tema della ‘distanza’ è così centrale, l’articolo presenta una riflessione attorno alle diverse maniere nelle quali, stori- camente, alcune vere e proprie “avventure” educative sono riuscite a ov- viare alla mancanza forzata della presenza. In particolare, ci si soffermerà sull’erculea impresa educativa realizzata da Philip Dormer Stanhope, quarto conte di Chesterfield (1694-1773) per il suo figlio naturale, Phi- lip, e iniziata nel 1737, quando il destinatario aveva solo cinque anni, e protrattasi fino al 1768, quando egli morì, pochi anni prima del padre. Nelle quattrocentotrenta lettere, si affresca un ritratto ambizioso e ri- goroso, tutto mondano, del gentiluomo dell’autunno dell’Antico Regime, diametralmente opposto all’Émile di Rousseau. La separazione tra geni- tore e figlio, in questo caso, non si tramuta in una mancanza, bensì in- genera una ricerca nutrita tanto dalla tradizione – classica e familiare, que- st’ultima impersonificata soprattutto da George Savile – quanto da una sete di vita sociale che ne avrebbe percorso le pagine più suggestive.
In this moment when the theme of “distance” is so central, the ar- ticle presents a reflection about various ways that, historically, have been adopted, in veritable educational “adventures”, in order to face a forced absence of “presence”. It will focus specifically on the herculean edu- cational endeavour undertaken by Philip Dormer Stanhope, IV Earl of Chesterfield (1694-1773) for his son, Philip; an endeavour started in 1737, when the addressee was only five years old, and ended in 1768, when Philip died, a few years before his father. In the four hundred and thirty letters, we can see an ambitious and rigorous, all-worldly, portrait of the gentleman living at the end of the Ancien Régime; an educational proposal diametrically opposed to Rousseau’s Emile. In this framework, the separation between parent and child does not represent a “miss- ing”; rather, it gives rise to a research based on two pillars: the tradition – classical and familiar, the latter personified by George Savile – and a desire of social life which runs through the most suggestive pages of this correspondence.
Alessio Ceccherelli
L’emergenza sanitaria del Covid-19, e la necessità di battere strade al- ternative a quelle abituali delle lezioni in aula, hanno riportato il dibat- tito sulla didattica nell’agenda setting di tutti, facendo emergere posizioni diverse sull’essenza stessa del fare scuola. Uno scenario ampiamente raccontato dai giornali, e che ha trovato enorme spazio di discussione in rete. Dopo l’annuncio del governo del 5 marzo 2020, il discorso sulla scuola e sulla didattica si estende e si diversifica, affrontando questioni specifiche, anche tecniche, dell’insegnamento e dell’apprendimento, so- litamente riservate agli esperti: il valore della valutazione e del metodo, la competenza digitale di docenti, il ruolo di studenti e famiglie. L’arti- colo intende studiare il racconto che della scuola e dell’esperienza di- dattica è stato fatto, in Italia, in 3 testate giornalistiche nazionali e in alcuni siti specializzati, nei primi 40 giorni delle misure di contenimento su tutto il territorio nazionale. Questo filtro mediale ci può dire qualcosa sulla percezione che si ha della scuola, in questo frangente ma non solo, ponendosi come base per una riflessione più ampia sull’efficacia di scelte politiche, comunicative, organizzative, metodologiche.
The health emergency of the Covid-19, and the need to beat alter- native routes to the usual classroom lessons, has brought the debate on didactics back on everyone’s agenda-setting, bringing out different po- sitions about the very essence of schooling. This scenario has been widely narrated in the newspapers, and it has found enormous space for discussion on the net. After the government’s announcement on March 5, 2020, the debate on school and didactics has been extended and diversified, addressing specific issues, also technical, of teaching and learning, usually reserved to experts: the value of assessment and method, the digital competence of teachers, the role of students and families. This paper aims to study the narrative of the school and the teaching experience, made in 3 Italian newspapers and in some special- ized sites during the first 40 days of the lockdown throughout the coun- try. This media filter can tell us something about the perception that one has of the school, as a basis for a broader reflection on the effec- tiveness of political, communicative, organizational and methodologi- cal choices
Angela Spinelli
La scuola si sta confrontando con un cigno nero, con un evento inaspettato e inatteso: chiudere le porte agli studenti e continuare a svolgere il suo compito educativo in una distanza vissuta, forse, come assenza. Sebbene sia presto per capire cosa stia realmente accadendo in seguito alla sospensione delle attività didattiche in presenza, l’impressione è che in questi giorni di emergenza si stia scontando una decennale chiusura, legata anche a politiche educative nazionali, nei confronti di modalità didattiche mediate dalle tecnologie digitali. L’articolo parte da alcune riflessioni della letteratura scientifica intorno alla «scuola a distanza»: la necessità del primato del metodo didattico sulla tecnologia; la differenza tra apprendimento a distanza e apprendimento in ambienti digitali e, infine, una riflessione sul modello organizzativo necessario al funzionamento di una scuola capace di confrontarsi dialetticamente con la dimensione digitale e con il cambiamento che comporta.
The school is dealing with a black swan, with an unexpected event: closing the doors to the students and continuing to carry out its educational task in a situation of distance that is experienced, perhaps, as an absence. Although it is too early to understand what is happening after the suspension of teaching activities in presence, the impression is that in these days of emergency we are facing a ten-year idiosyncrasy towards teaching methods mediated by digital technologies, also because of national educational policies. The paper proposes some reflections on the scientific production about the «distance school»: the need for the primacy of the teaching method over technology; the difference between distance learning and learning in digital environments; and, finally, a reflection on the organizational model necessary for the functioning of a school capable of dealing dialectically with the digital dimension and the change it entails.
Paolo Bonafede
Partendo dal paradigma della crisi della pedagogia, s’intende evidenziare come il discorso pedagogico, nella sua accezione teoretica, mantenga rigore epistemologico sulla base di una riflessività interna rispetto al fenomeno educativo. Lo sguardo immersivo risulta il più adeguato per l’attivazione dei compiti di ricerca della disciplina, individuati nell’analisi storico-critica e nella ricerca ontologico-fondativa. Su queste basi, vengono analizzati i contributi offerti da alcuni autori di indirizzi di filosofia dell’educazione di tradizione italiana, come il problematicismo, la fenomenologia e diverse linee d’ispirazione cristiana. La verifica degli assetti e dei riferimenti interni dei diversi orientamenti fa emergere la convergenza strutturale dei nodi speculativi della Kritik e del Grund, e li conferma come architravi della filosofia dell’educazione.
Starting from the paradigm of the crisis of education, we intend to highlight how the educational discourse, in its theoretical meaning, maintains epistemological rigor on the basis of an internal reflexivity with respect to the educational phenomenon. The immersive gaze is the most suitable for activating the research tasks of the discipline, which are the historical-critical analysis and the ontological-foundational research. On this basis, we analyse the contributions of some authors of Italian tradition guidelines of the philosophy of education (problematicism, phenomenology and various lines of Christian inspiration). The verification of the structures of these different orientations brings out the convergence of the speculative nodes of Kritik and Grund, confirming them as architraves of the philosophy of education.
Lorenzo Cantatore
Come si uccidono le anime è un saggio di Giuseppe Lombardo Radice pubblicato nel 1915. In questo documento è possibile individuare alcuni argomenti centrali nel dibattito italiano sulla scuola e sull’educazione dei primi venti anni del XX secolo. L’opposizione al positivismo si rafforza con idee provenienti dal neo-idealismo, dal socialismo, dall’attivismo (Giovanni Gentile, Gaetano Salvemini). Lombardo Radice utilizza la categoria di scuola gesuitica per contrastare i difetti di una didattica basata sul nozionismo, sullo schematismo, sulla pigrizia degli insegnanti e, di conseguenza, degli alunni. Le idee nuove qui formulate sull’educazione come ricerca e come prevenzione della «morte dell’anima» caratterizzeranno alcune delle esperienze più innovative della scuola primaria italiana anche dopo la Seconda Guerra Mondiale. In particolare l’educazione del bambino alla libera lettura appare come l’anticipazione di un tema molto attuale.
Come si uccidono le anime is an essay by Giuseppe Lombardo Radice published in 1915. In this document it is possible to identify some central topics in the Italian debate on school and education in the first twenty years of the 20th century. The opposition to positivism is reinforced by ideas coming from neo-idealism, socialism, activism (Giovanni Gentile, Gaetano Salvemini). Lombardo Radice uses the category of Jesuit school to contrast the defects of a didactics based on notionism, schematism, the laziness of teachers and, consequently, of pupils. The new ideas formulated here on education as research and prevention of the «soul death» will characterize some of the most innovative experiences of the Italian primary school even after the Second World War. In particular, the education of the child to free reading appears as the anticipation of a very topical issue.
Viviana La Rosa
La vivace stagione che, all’alba del Novecento, ha dato vita alla pedagogia scientifica e sperimentale in Italia risulta ancora oggi pressoché inesplorata. Una lacuna davvero grave, considerata la ricca trama di studi, esperienze e ricerche prodotte. Se, in una prima fase, sulla scia del positivismo, decisa è l’adesione alla medicina, alla fisiologia e all’antropologia (Montessori, Pizzoli, Mosso, Mantegazza), in un secondo momento la pedagogia sperimentale sembra svilupparsi al confine tra psicologia (Ferrari, De Sanctis, Saffiotti) e filosofia (Credaro, De Sarlo, Aliotta, Della Valle). Il saggio intende definire il ruolo giocato dalla ricerca empirica e sperimentale in educazione nella nascita della pedagogia come scienza in Italia, dal 1899, anno in cui viene fondato il primo laboratorio di pedagogia scientifica, sino al 1920, quando, ormai alle porte del regime fascista, di fatto viene sancito il «fallimento della pedagogia scientifica» (Giuffrida).
The exciting times at the onset of the twentieth century which witnessed the birth of scientific and experimental pedagogy in Italy are still a largely unexplored area. As such, they represent an incredible oversight, above all when considering the rich veins of study, experiences and research contained therein. If, at first and in the wake of Positivism, its adhesion to medicine, physiology and anthropology was unmistakable (Montessori, Pizzoli, Mosso, Mantegazza), experimental pedagogy subsequently appeared to develop along the margins between psychology (Ferrari, De Sanctis, Kiesow, Saffiotti) and philosophy (Credaro, De Sarlo, Aliotta, Della Valle). By virtue of a rich archive of material, the role played by empirical and experimental research on education in the birth of pedagogy as a science in Italy will be defined. This research concerns the period 1899, the year in which the first laboratory of scientific pedagogy was founded, to the year 1920 when, at the dawn of the fascist regime, the «failure of scientific pedagogy» (Giuffrida) was recognised.
Anselmo R. Paolone
Nella prima e più importante ricerca di etnografia comparativa multilocale dell’educazione svolta in Gran Bretagna negli anni ’60, se da un lato le competenze etnografiche dei ricercatori erano già piuttosto efficaci, l’impianto comparativo della ricerca ebbe minor successo, visto che alla fine i dati dei tre studi etnografici paralleli si rivelarono problematici da comparare, portando al fallimento del progetto comune. Il presente articolo mira a analizzare alcuni aspetti salienti della ricerca in questione, che sono emblematici dei problemi che si pongono all’etnografia dell’educazione quando viene impiegata in studi comparativi. Ciò viene attuato anche illustrando sinteticamente alcuni dei progressi compiuti nei decenni successivi in quest’ambito dell’educazione comparata.
In the first and most important multi-local comparative ethnography research in education carried out in Great Britain in the 1960s, while the ethnographic skills of the researchers were already quite effective, the comparative structure of the research was less successful, since in the end the data from the three parallel ethnographic studies proved problematic to compare, leading to the failure of the joint project. This article aims to analyze some salient aspects of the research in question, which are emblematic of the problems that arise in educational ethnography when used in comparative studies. This is also done by briefly illustrating some of the progress made in this area of comparative education over the following decades.
Giuseppe C. Pillera
Il corso per docenti Contesti scolastici multiculturali: ricerca-azione e progettualità educativo-didattica per l’intercultura, tenutosi nel 2019 presso l’Università di Catania, ha abbinato ad una formazione condotta prevalentemente in FAD l’accompagnamento alla progettazione e sperimentazione di un’attività nei rispettivi contesti lavorativi. Si è posta perciò la necessità di offrire ai partecipanti un tool per supportare un’autovalutazione formativa della qualità interculturale e inclusiva della propria progettazione educativo-didattica, pensato per stimolare la riflessione su tre costrutti − finalità progettuali, metodologie e processi, relazioni col contesto −, ciascuno articolato in una serie di dimensioni. Utilizzando un campione di 120 partecipanti al suddetto corso, la procedura di validazione presentata in questo studio si compone di quattro verifiche: validità di contenuto (controllo e revisione di una versione beta dello strumento da parte di esperti accademici), attendibilità basata sulla coerenza interna (alfa di Cronbach e item analysis), validità di costrutto (analisi fattoriale per ciascuno dei tre costrutti); validità concorrente di criterio (analisi delle associazioni con i punteggi ottenuti dallo stesso campione anche in uno strumento sull’autoefficacia nella gestione della classe e in una checklist sulla competenza interculturale). I risultati dello studio sono positivi, sia per quanto riguarda l’affidabilità che la validità concorrente dello strumento (più chiaramente associato con l’autoefficacia nella gestione della classe). L’analisi fattoriale ha indotto un nuovo e più dettagliato disegno dimensionale dei costrutti (specialmente il secondo e il terzo) e lievi modifiche nella formulazione di diversi item. Infine, le evidenze della ricerca (in particolare dell’item analysis) hanno offerto elementi per vagliare l’efficacia della formazione condotta, producendo utili spunti per la valutazione del lavoro di progettazione e ricerca-intervento portato a termine dai docenti coinvolti, sia da un punto di vista tematico che metodologico.
The course for teachers Multicultural school contexts: research-action and educational-didactic intercultural design, held in 2019 at the University of Catania, combined training conducted mainly in FAD with the accompaniment to the planning and experimentation of an activity in the respective working contexts. Therefore, aiming at supporting a formative self-assessment of the intercultural and inclusive quality of the participants’ projects, we designed the presented tool to stimulate their reflection on three constructs − design goals, methodologies and processes, relationships with the context −, each articulated in a series of dimensions. Using a sample of 120 participants in the above mentioned course, the validation procedure presented in this study consists of four evaluations: content validity (control and revision of a beta version of the instrument by academic experts), reliability based on internal coherence (Cronbach’s alpha and item analysis), construct validity (Principal Component Factor Analysis for each of the three constructs); concurrent criterion validity (analysis of associations with the scores obtained from the same sample also both in an instrument on self-efficacy in class management and in a checklist on intercultural competence). The results of the study are positive, both as regards the reliability and the concurrent validity of the instrument (more clearly associated with self-efficacy in class management). The factorial analysis induced a new and more detailed dimensional design of the constructs (especially the second and third) and slight changes in the formulation of several items. Finally, the research evidence (in particular the item analysis) offered elements to assess the effectiveness of the training conducted, producing useful cues for the assessment of the design and research-intervention work carried out by the teachers involved, both from a thematic and methodological point of view.
Teodora Pezzano
In questo contributo, dal titolo Le fonti di Democrazia e educazione. L’individuo come organismo sociale, l’autore analizza l’opera deweyana The Ethics of Democracy del 1888 come il presupposto fondamentale del testo di John Dewey Democrazia e educazione del 1916. La finalità dell’autore è dimostrare il concetto di individuo come organismo sociale che è fondamentale per analizzare il significato della democrazia nel pensiero di John Dewey e comprendere le fonti di Democrazia e educazione.
In this paper, The Sources of Democracy and Education. The Individual as a Social Organism, the author analyses Dewey’s work The Ethics of Democracy of 1888 as the fundamental presupposition of John Dewey’s masterpiece Democracy and Education of 1916. In particular, the aim is to demonstrate the concept of the individual as a social organism, which is essential to analyse the future choices of the young philosopher and to understand the sources of Democracy and Education.
Stefania Pulice
In questo contributo, dal titolo La questione educativa nella letteratura secondaria di John Dewey (1929-1930), l’autrice volge l’attenzione alla letteratura secondaria pedagogica di John Dewey, ancora quasi del tutto inesplorata. In particolare, fa riferimento al volume 5 di The Later Works relativo agli anni 1929-1930 ed esamina i saggi inerenti il tema educativo quali Philosophy and Education (1930), General Principles Educational Articulation (1929) e The Duties and Responsabilities of the Teaching Profession (1930). Attraverso la lettura di questi saggi l’autrice tenta di esplorare il rapporto tra filosofia e educazione in Dewey, evidenziando il ruolo sociale dell’educazione e lo stretto legame tra individuo e ambiente nell’esperienza. Affronta, poi, il tema dell’articolazione educativa e tenta di interpretare come Dewey definisce il ruolo degli insegnanti nella formazione dello studente e della società.
In this paper, The Educational Issue in John Dewey’s Secondary Literature (1929-1930), the author turns the attention to John Dewey’s still almost completely unexplored educational secondary literature. In particular, she refers to volume 5 of The Later Works relating to the years 1929-1930 and examines the essays related to the educational theme such as Philosophy and Education (1930), General Principles Educational Articulation (1929), The Duties and Responsibilities of the Teaching Profession (1930). Through a reading of these essays, she tries to explore the relationship between philosophy and education, highlighting the social role of education and the close link between the individual and the environment in the experience. She analyses the theme of the educational articulation and tries to interpret how Dewey defines the role of the teachers in the education of the student and society.
Giuseppe Spadafora
In questo contributo, dal titolo Democrazia e educazione. L’educazione come «la chiave d’oro» del pensiero di John Dewey, l’autore tenta di analizzare la struttura di Democrazia e educazione di John Dewey del 1916, come una sintesi cruciale della sua filosofia. In particolare, esaminando il contenuto di alcuni capitoli, l’autore vuole dimostrare la relazione organica tra la filosofia, l’educazione e la democrazia, così come emerge nello schema generale del libro. L’educazione rappresenta «la chiave d’oro» per comprendere il significato della democrazia nel pensiero di John Dewey.
In this paper, Democracy and Education. Education as «the Golden Key» of John Dewey’s Thought, the author tries to analyze the structure of John Dewey’s Democracy and Education of 1916, as a crucial synthesis of his philosophy. In particular, by examining the content of some chapters, the author wants to demonstrate the organic relationship between philosophy, education and democracy, as emerges in the general outline of the book. Education represents «the golden key» to understand the meaning of democracy in John Dewey’s thought.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
P. BONAFEDE, L. CANTATORE, C. CAPPA, A. CECCHERELLI, M. A. D’ARCANGELI, V. LA ROSA, A. R. PAOLONE, T. PEZZANO, G. C. PILLERA, S. PULICE, A. SANZO, G. SPADAFORA, A. SPINELLI, E. ZIZIOLI
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2019
Sommario
Valeria Caggiano, Ivonne Lopez
Il contributo nasce dallo studio per la proposta di una dinamica educativa presentata nella Nordic summer school presso TUAS in Finlandia. Il laboratorio è stato proposto come attività formativa per l’esercizio delle competenze trasversali. Attraverso la presentazione della paideia come fondamentale modello della tradizione pedagogica, si propone il commento di passaggi riferibili a questo modello, con la finalità di esplorare i possibili stimoli declinabili nelle pratiche educative, come nell’educazione alla cittadinanza. Il laboratorio propone i Classici come una forma di esercizio che può indirizzare una critica educazione alla cittadinanza. Le competenze trasversali sono cruciali per essere Persone e Lavoratori migliori. L’esperienza ci invita a riflettere su una nuova integrazione dei modelli educativi, basati sulla esperienza dei classici.
The article comes from a study for the proposal of an educational laboratory within the Nordic summer school at TUAS in Finland. The laboratory is proposed as a training activity to improve transversal skills. Through the presentation of the paideia, as a foundational pedagogical model of the pedagogical tradition, we propose the commentary of related passages, in order to explore the possibilities of stimulating educational practices, as well as citizenship education. The laboratory suggests the use of Classical as civic education practice to drive critical education citizenship. This transversal skills is crucial to be better Humans and Better workers. Experience leads us to reflect new integrated educational styles based on the Classical experience.
Stefania Lorenzini
Il contributo porta l’attenzione alla realtà familiare dell’adozione nazionale e internazionale e affronta un tema delicato nell’esperienza adottiva: i ricordi e le informazioni relative alla vita precedente l’adozione di figlie e figli. La storia di ogni figlio nell’adozione comincia prima dell’adozione. Tra i tanti tasselli di esperienza e vissuti pregressi, i ricordi o l’assenza di ricordi personali, la conoscenza trasmessa da altri o la non conoscenza delle vicende preadottive, costituiscono elementi che i figli non lasciano alle spalle, ma portano con sé. È possibile che sviluppino approcci diversi di rifiuto o accettazione, a volte di ambivalenza verso ricordi e storia pregressa, ma un importante passo di accoglienza e riconoscimento verso ciò che i figli nell’adozione hanno e sono può essere fatto proprio verso i ricordi e gli aspetti noti della vita preadottiva o verso il loro desiderio di conoscere di più rispetto a quanto già sanno o non sanno. Può essere difficile per i genitori accogliere gli aspetti della vita pregressa dei figli ma un dato che emerge da molte ricerche mostra come sostenere i ricordi e condividere il passato preadottivo favorisca un rapporto positivo con esso e positive relazioni familiari. Vitale per i figli è essere accompagnati nella composizione della trama completa della propria storia di vita. Riconoscere loro un diritto dal triplice volto rispetto ai ricordi ne costituisce elemento chiave.
The contribution brings attention to the reality of national and international adoption and deals with a delicate issue in the adoptive experience: memories and information related to the life before the adoption of daughters and sons. The story of each child in adoption begins before adoption. Among the many pieces of past experiences, the memories or the absence of personal memories, the knowledge transmitted by others or the lack of knowledge of the pre-adoptive events, constitute elements that the children do not leave behind, but carry with them. It is possible that they develop different approaches of rejection or acceptance, sometimes of ambivalence towards memories and past history, but an important step of acceptance and recognition towards what they have and are can be made right towards memories and aspects known of the pre-adoptive life or towards their desire to know more than what they already know or don’t know. It may be difficult for parents to accept aspects of their children’s lives before adoption but a result that emerges from many research shows how supporting memories and sharing the pre-adoptive past fosters a positive relationship with it and positive family relationships. Vital for children is to be accompanied in the composition of the complete plot of their life story. Recognizing them a right with a triple face towards memories constitutes a key element.
Arianna Lodovica Morini
Nella scuola del Primo ciclo di istruzione uno dei traguardi previsti dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo (MIUR, 2012) è quello di saper leggere e comprendere consapevolmente un testo scritto. La sfida dei docenti non si limita solo a questo. Per formare dei lettori forti, ossia dei lettori che non perdano nel tempo le competenze acquisite e consolidino la pratica della lettura a prescindere dal contesto scolastico, è necessario conoscere le abitudini dei bambini e verificare, oltre alla capacità di comprensione, anche la loro motivazione alla lettura. In questo senso, disporre di uno strumento capace di rilevare la motivazione alla lettura degli studenti, è importante per poter orientare l’azione didattica e per poter individuare le strategie più efficaci per promuovere il piacere della lettura. Il contributo presenta il Questionario sulla Motivazione alla Lettura (QML) nella versione tradotta e adattata al contesto nazionale. Il QML deriva dal Motivation for Reading Questionnaire ideato da Wigfield & Guthrie, (1997). Lo strumento, di cui era già stata condivisa con la comunità scientifica l’analisi fattoriale di tipo esplorativo (Moretti, Morini & Giuliani, 2019), è stato nuovamente somministrato a un campione di 740 studenti della scuola del primo ciclo di istruzione al fine di validarne il costrutto individuato. L’Analisi Fattoriale Confermativa ha permesso di confermare la struttura del questionario che si configura, nella versione definitiva, composto da 4 fattori e 33 item. L’interesse è di condividere con ricercatori, docenti ed esperti del settore, un Questionario che, nel contesto nazionale, possa contribuire a indagare sulla Motivazione alla Lettura nel contesto scolastico.
In the first cycle of education, one of the goals set by the National Curriculum Guidelines (MIUR, 2012) is to know how to read and understand a written text. The teachers’ challenge is not limited only to this but also to train proficiency readers, that is to say readers who do not lose the acquired skills over time and consolidate the practice of reading regardless of the school context. In addition, it is necessary to know the habits of children and verify their motivation for reading. In this regard, having a tool useful to detect students’ motivation to read is important in order to guide teaching methods and to identify the most effective strategies for promoting the pleasure of reading. The paper presents the so called “Questionario sulla Motivazione alla Lettura (QML)” in the translated version adapted to the Italian context. The QML derives from the Motivation for Reading Questionnaire created by Wigfield & Guthrie, (1997). The Questionnaire, of which Exploratory Factor Analysis had already been shared with the scientific community (Moretti, Morini & Giuliani, 2019), was again administered to a sample of 740 students from the school of the first cycle of education in order to validate the identified construct. The Confirmatory Factor Analysis allowed us to confirm the structure of the questionnaire that is configured, in the final version, composed of 4 factors and 33 items. The interest is to share with researchers, teachers and experts in the reading field, a Questionnaire which, in the national context, can contribute to investigating Reading Motivation in the school context.
Anselmo R. Paolone
La rilevanza educativa della “narrazione esperienziale” è ormai riconosciuta e dibattuta da diversi autori nell’ambito delle scienze dell’educazione. Si tratta della narrazione attraverso la quale si vuole rappresentare e comunicare l’esperienza vissuta, con diversi scopi che vanno dalla “costruzione del significato” alla “condivisione dei valori”. Le azioni attraverso cui questa narrazione si esplica consistono, in sintesi, nell’ attingere nella memoria il ricordo dell’esperienza vissuta, per poi rappresentarlo attraverso il racconto. Tuttavia esisterebbero particolari modalità (esemplificate, tra l’altro, da stili letterari) capaci di rendere più efficace questa narrazione. Nell’articolo si parla in particolare di diverse possibilità con riferimento al modo di intendere e “evocare” la memoria dell’esperienza vissuta, memoria che costituisce il contenuto della narrazione esperienziale stessa. Traendo esempi dalla letteratura narrativa (in particolare il tema della “memoria involontaria” di Marcel Proust), si mostra come essi trovino delle corrispondenze in alcune teorie neuropsicologiche (in particolare quelle di Gerald Edelman e Antonio Damasio), che suggeriscono l’ipotesi che le suddette forme di narrazione siano particolarmente coinvolgenti ed efficaci, perché sarebbero congrue con alcuni meccanismi della psiche umana, che qui vengono riassunti nel concetto euristico di “verità della mente”.
“Experiential storytelling” is the narrative form through which we represent and communicate the lived experience, with different purposes ranging from the “construction of meaning” to the “sharing of values”. The actions through which this storytelling happens consist, in synthesis, in drawing from memory the recollection of the lived experience, and then representing it in narration. However, there are particular ways (exemplified also by some literary styles) which can make this form of storytelling more effective. The essay depicts some of these “effective” ways of “evoking” the memory of the lived experience (such as the technique of “involuntary recollection” by Marcel Proust). The hypothesis is that these forms are particularly engaging and effective for the reader, because they are consistent with some mechanisms of the human mind, depicted in neuropsychological theories such as those by Gerald Edelman and Antonio Damasio.
Maria Volpicelli
Questa seconda parte, conclusiva, della ricostruzione delle ‘festose accoglienze’ che vennero riservate alle Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale di Giuseppe Lombardo Radice ha preso in esame le molteplici segnalazioni che del libro vennero pubblicate sulla stampa periodica dell’epoca, dal sud al nord della penisola, immediatamente a ridosso della sua uscita. Si tratta di recensioni, discussioni, brevi presentazioni, articoli apparsi su quotidiani nazionali e locali, su riviste di cultura, su organi di associazioni educative, su periodici filosofici e pedagogici, dai toni per lo più elogiativi, che ben possono contribuire a illustrare le ragioni della ‘fortuna’, della diffusione e della vitalità di un’opera che giunse nel 1936 alla diciassettesima edizione, riscontrando, come osservava retrospettivamente Ernesto Codignola, un successo ‘strepitoso’.
This second and conclusive part of the reconstruction of the ‘festose accoglienze’, which was reserved for the Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale by Giuseppe Lombardo Radice, analyses many reports published in the periodical press of the time, from the south to the north of the peninsula, immediately after its release. These are reviews, deliberations, short presentations, articles published in national and local newspapers, cultural magazines, organs of educational associations, philosophical and pedagogical journals, mainly full of praise, which may well help illustrate the reasons for the streak of ‘luck’, diffusion and vitality of a work that, by 1936, was in its seventeenth edition, encountering, as Ernesto Codignola observed retrospectively, a success that was ‘strepitoso’.
Corrado Ziglio
L’articolo presenta un modello di formazione che è stato collaudato in trent’anni di esperienze formative: insegnanti, medici e infermiere ospedalieri, farmacisti, personale delle carceri, poliziotti, funzionari di polizia e alta dirigenza della Polizia di Stato, suscitando non solo ammirazione ma entusiasmo da parte di coloro che vi partecipavano, sentendosi protagonisti e non solo spettatori. È un modello universale applicabile a tutte le professioni e secondo gli epistemologi della scienza, trovare un modello o una legge universale, significa scoprire una teoria scientifica. In questo articolo vengono individuati tre momenti fondamentali per realizzare una formazione coinvolgente, basata sulle didattiche attive.
The article presents a training model that has been tested in thirty years of training experiences: teachers, hospital doctors and nurses, pharmacists, prison staff, police officers and senior police officers, arousing not only admiration but enthusiasm in the participants, as they felt were protagonists not just spectators. It is a universal model applicable to all professions and according to the epistemologists of science, finding a model or a universal law means discovering a scientific theory. In this article three fundamental moments are identified in order to realize an engaging educational training, based on active teaching methodology.
Carlo Cappa
L’articolo offre una riflessione sulla formazione iniziale degli insegnanti, a partire dal convegno Formazione iniziale degli insegnanti: scorciatoie o qualità?, svoltosi a Roma, il 4 dicembre 2019, presso il Palazzo dei Gruppi Parlamentari – Camera dei Deputati e organizzato dall’A.N.F.I.S. – Associazione Nazionale Formatori Insegnanti Supervisori, il CIDI – Centro Iniziativa Democratica Insegnanti e il DDM-GO – Docenti Didattica della Musica Gruppo Operativo – AFAM. Nel complesso scenario politico e cultuale italiano, sono offerti alcuni elementi derivanti dagli studi comparativi in educazione riguardo al contesto europeo, per poi soffermarsi sulla proposta elaborata dalla CUNSF – Conferenza Nazionale Universitaria di Scienze della Formazione.
The article offers a study about teacher education, focussing on a topic developed for the conference Formazione iniziale degli insegnanti: scorciatoie o qualità?, held in Roma the 4th of December 2019, Palazzo of Gruppi Parlamentari – Camera dei Deputati and organised by A.N.F.I.S. – Associazione Nazionale Formatori Insegnanti Supervisori, CIDI – Centro Iniziativa Democratica Insegnanti and DDM-GO – Docenti Didattica della Musica Gruppo Operativo – AFAM. In the complex political and cultural framework of the Italian scenario, we suggest some elements drawn from comparative studies in a European context, then proceeding to analyse the proposal elaborated by CUNSF – Conferenza Nazionale Universitaria di Scienze della Formazione.
Alessandro Sanzo
Dino Carina (1836-1872), studioso toscano di economia e di politica scolastica, a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento compie diversi “viaggi pedagogici” in Francia, Belgio, Germania e Inghilterra. È autore di diversi lavori riguardanti l’educazione comparata: Sulla istruzione primaria e industriale della Francia, dell’Inghilterra, del Belgio (1861), Della istruzione primaria e industriale considerata nelle sue relazioni colla pubblica economia. Nuovi studi comparativi (1868), Dell’ozio in Italia (1870). Ciò nonostante, è un autore ancora poco conosciuto e studiato. In questo articolo si prende in considerazione il suo contributo al processo di sviluppo degli studi comparativi in educazione in Italia negli anni dell’unificazione nazionale. In particolare, si focalizza l’attenzione sul suo interesse per il contesto socio-politico-culturale nel quale nascono e si modificano i sistemi d’istruzione e per i diversi fattori – e, anzitutto, quello economico-produttivo – che rivestono un ruolo chiave nell’organizzazione dei sistemi d’istruzione.
Dino Carina (1836-1872) is a Tuscan scholar of economics and of school policy; starting from the Sixties of the Nineteenth Century, he performs several journeys made in order to study the educational situations existing outside Italy (France, Belgium, Germany and England). He’s the author of several comparative education studies (e.g. Sulla istruzione primaria e industriale della Francia, dell’Inghilterra, del Belgio, 1861; Della istruzione primaria e industriale considerata nelle sue relazioni colla pubblica economia. Nuovi studi comparative, 1868; Dell’ozio in Italia, 1870). Nevertheless, Dino Carina is an author still little known and studied. This paper considers his contribution to the process of development of comparative education studies in Italy in the years of the national unification. In particular, attention is focused on his interest in the sociopolitical and cultural environment in which education systems are born and modified and to the various factors – first of all the economic factor-productive – which play a key role in the organization of education systems.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
V. CAGGIANO, C. CAPPA, I. LOPEZ, S. LORENZINI, A. L. MORINI, V. ORSOMARSO, A. R. PAOLONE, A. SANZO, M. VOLPICELLI, C. ZIGLIO
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2019
Sommario
Giuseppe Carci, Martina De Luca, Viola Tiberti
Nel presente contributo viene approfondito il tema dell’inclusione sociale e dell’accessibilità fisica e culturale per non vedenti e ipovedenti, con riferimento al ruolo educativo dei musei e degli istituti culturali. A tal fine vengono presentati i risultati di una ricerca quali-quantitativa, uno studio di caso multiplo, condotta su 19 istituti museali con riferimento ai percorsi tattili/plurisensoriali, alle visite guidate e alle attività rivolte a questa tipologia di visitatori. L’analisi della letteratura ha evidenziato il valore dell’accessibilità al patrimonio culturale per tutti e l’importanza dello sviluppo della percezione estetica e artistica attraverso i differenti sensi; tuttavia, sono risultate evidenti le notevoli differenze tra le strutture nella gestione dei servizi museali accessibili, data la mancanza di linee guida comuni per la progettazione di percorsi accessibili. Attraverso la costruzione e l’utilizzo di tre strumenti di indagine (intervista a responsabili sulla progettazione del percorso/servizio; scheda di osservazione/ diario in diretta; questionario rivolto ai visitatori sul gradimento del servizio) è stato possibile definire cinque indicatori specifici sull’accessibilità culturale nei musei. Le informazioni rilevate hanno consentito di fornire indicazioni utili per una più efficace progettazione di percorsi museali e servizi accessibili per il pubblico non vedente e ipovedente.
In this contribution the theme of social inclusion and physical and cultural accessibility for the blind and visually impaired is examined in depth, with reference to the educational role of museums and cultural institutions. To this end, the results of a quali-quantitative research are presented, a multiple case study, conducted on 19 museum institutes with reference to tactile/ multi-sensory paths, guided tours and activities aimed at this type of visitor. The analysis of the literature has highlighted the value of accessibility to the cultural heritage for all and the importance of the development of aesthetic and artistic perception through the different senses; however, the considerable differences between the structures in the management of accessible museum services were evident, given the lack of common guidelines for the design of accessible routes. Through the construction and use of three survey tools (interview with managers on the design of the path/service; observation diary; satisfaction questionnaire addressed to visitors) it was possible to define five specific indicators on accessibility cultural in museums. The information collected allowed us to provide useful information for a more effective planning of museum routes and services accessible to the blind and visually impaired public.
Cosimo Costa
Nel complesso mosaico della riflessione medievale, il De disciplina scholarium dello Pseudo Boezio può dirsi parte di quel sottofondo che in genere accompagna le grandi voci e offrirsi come testimonianza viva di un costume, una prassi, un modo di considerare l’uomo mediante una viva compresenza di scientia e virtus. Nell’articolo qui proposto, dapprima, si osserveranno brevemente quei caratteri sociali, economici, politici, culturali e pedagogici appartenuti al XII secolo e importanti per comprendere le caratteristiche metodologiche e teleologiche del trattato in questione che vede luce intorno al 1230-1240; in un secondo momento, invece, si punterà l’attenzione al tipo di formazione proposta dall’autore medievale, evidenziando in particolar modo la sua coloritura paidetica.
In the mosaic complex of medieval reflection, Pseudo Boezio’s De discipline scholarium can be considered as making part of the background which generally accompanies the great voices and offers a testimony of customs, praxis and a way of considering man through the living coexistence of scientia and virtus. This article offers initially some basic social, economic, political and cultural elements and pedagogical features which characterize the 13th century and are important to understand the treatise’s methodological and teleological features written around 1230 to 1240. Afterwards the attention will be focused on the type of training proposed by this medieval author, highlighting in particular his “paidetical” coloring.
Gabriella D’Aprile
Avvalendosi di fonti di documentazione in gran parte inesplorate e inedite, l’articolo offre un approfondimento prospettico sugli indirizzi dell’attivismo pedagogico e i modelli di una nuova pedagogia dell’infanzia, richiamando l’attenzione sul ruolo cruciale ricoperto, nei primi decenni del ‘900, dal prestigioso Istituto ginevrino Jean-Jacques Rousseau nel promuovere una nuova cultura pedagogica per la scoperta e riscoperta dell’universo del fanciullo e per la formulazione dei processi di pedagogizzazione infantile in senso scientifico, culturale, sociale.
Through an analysis of mostly unexplored and unpublished historical documents, the article provides an in-depth look into the main theoretical directions of the pedagogy of activism together with the models of a new pedagogy of childhood. It also highlights the pivotal role of the Jean-Jacques Rousseau Institute in Geneva in promoting a new pedagogical culture for the ‘discovery’ and ‘rediscovery’ of the child in order to theoretically ground and rigorously apply education in a scientific and cultural manner.
Gabriella De Marco
Gabriella De Marco propone una riflessione sul genere a partire da alcuni manuali adottati in Italia, dalla metà degli anni settanta del Novecento, nelle scuole e all’Università. In particolare, ha preso in considerazione alcuni volumi di autori italiani e stranieri pubblicati tra il 1970 ed il 2016. Il genere, dunque, e in particolare quello che l’autrice definisce come scritture al femminile, è spunto di riflessione per un ragionamento legato al canone, o più precisamente, all’avvio del canone negli studi di storia dell’arte contemporanea. L’attenzione nei confronti dell’avvio di storicizzazione dell’arte delle donne è motivo, inoltre, di un ragionamento sulle potenzialità di un manuale nella formazione della ricezione e del gusto sul fronte culturale. L’autrice, esponendo i suoi criteri di selezione, ha preso in esame alcune artiste attive, nel contesto internazionale dall’età neoclassica ai nostri giorni. La disamina, inoltre, ha evidenziato, al di là delle scelte personali degli autori dei manuali considerati, l’esistenza di un centro e di una periferia che incide profondamente nell’elenco delle presenze; e ciò indipendentemente dalla questione del genere. Il testo, per concludere, proprio perché vuol essere una sguardo su alcuni di quei volumi su cui si sono formate generazioni di studenti, si propone come un contributo sull’avvio del canone e la contemporaneità. Ciò a partire dall’arte delle donne.
Gabriella De Marco proposes a reflection on gender starting from some textbooks adopted in Italian schools and universities since the mid-seventies, with specific reference to some volumes of Italian and foreign authors published between 1970 and 2016. The gender, which the author defines as female writings, is a reflection on the canon or more precisely on the start of the canon in the studies of contemporary art history. The start of a process of historicization of women’s art is also an occasion for a reasoning on the potential that a manual has in the formation of cultural taste. The author has examined some artists active in the international context from the neoclassical age to the present. The survey has highlighted, beyond the personal choices of the authors, the existence of an interior and an exterior that deeply affects the list of selected artist, regardless of the gender issue. Finally, the text wants to have a glance at some of those textbooks on which generations of students have been formed. It is proposed as a contribution to the beginning of the canon and the contemporary studies, starting from the art of women.
Marco Ferrari
L’educazione popolare è una forma di intervento che evidenzia i problemi di inclusione e preparazione della cittadinanza. Freire ha proposto nelle sue opere alcune esperienze di incontro e dialogo tra culture sociali, nazionali e straniere, il cui esame può fornire un contributo di grande importanza e interesse. La consapevolezza della dimensione politica dell’educazione è un punto fondamentale: secondo Freire, non è possibile eseguire un’educazione neutra, intellettualistica, affidata a teorie tendenti a un’universalità astratta. L’azione comunicativa all’interno della società, che acquisisce profondità di significato e prospettiva attraverso l’educazione, è azione politica, inserita in un contesto che ne determina le premesse e ne influenza i risultati. La società è anche un terreno di scontro tra il dominio ideologico-culturale delle élite e la resistenza culturale di coloro che subiscono questo dominio, che può essere espresso come la conservazione della propria cultura e identità, o come rifiuto di tutto ciò che è percepito come appartenente ai governanti. Di questo paradigma, Freire dà l’esempio nei contesti di ex-colonie in Africa, in particolare nell’esperienza della Guinea-Bissau, che richiama la relazione dei paesi europei con l’attuale immigrazione di massa dai paesi africani. Questo porta al compito di formare insegnanti, educatori che affronteranno emergenze educative in contesti multiculturali. Da qui il tentativo di confrontare alcune idee e elementi teorico- pratici del lavoro di A.S. Makarenko, con riferimento al lavoro sul recupero della marginalità sociale, la formazione per il reinserimento nella società degli individui, l’uso della disciplina come educazione alla responsabilità, che si pone quale complemento indispensabile alla libertà che deriva dall’educazione per la vita associata.
Popular education is a form of intervention that highlights the problems of inclusion and preparation of citizenship. Freire proposed in his works some experiences of meeting and dialogue between social cultures, national and foreign, whose examination can provide a contribution of great importance and interest. The awareness of the political dimension of education is a fundamental point. According to Freire, it is not possible to carry out a neutral, intellectual education, entrusted to theories tending to an abstract universality. Communicative action within society, which acquires depth of meaning and perspective through education, is political action, set in a context that determines the premises and is influenced by the results. Society is also a battleground between the ideological-cultural domination of elites and the cultural resistance of those who suffer this dominion, that can be expressed as the preservation of their own culture and identity, or as a rejection of everything that is perceived as belonging to the rulers . Of this paradigm, Freire sets the example in the contexts of ex-colonies in Africa, in particular in the experience of Guinea-Bissau, which recalls the relationship of European countries with current mass immigration from African countries. This leads to the task of training teachers, educators who will face educational emergencies in multicultural contexts. Here is the attempt to confront some ideas and theoretical-practical elements of the work of A.S. Makarenko, with reference to the work on the recovery of social marginality, the training for the reintegration into the society of individuals, the use of the discipline as an education to responsibility, which stands as the indispensable complement to the freedom that derives from education for the associated life.
Donatello Smeriglio
La realtà umana e sociale che oggi va definendosi racconta di un contesto di vita sempre più instabile, insicuro. La società informazionale, globalizzata e, in modo compulsivo, protesa a rincorrere il progresso tecnologico ha, per molti versi, lasciato indietro gli aspetti fondamentali dell’agire e del sentire dell’uomo, ovvero il senso di identità e di appartenenza, con le sue profonde implicazioni psico-pedagogiche e axiologiche. Un contesto sociale, quindi, che più che definirsi complesso, e lo è, sviluppa complessi, ovvero ansie, paure e disorientamenti legati in modo stretto alla discordanza che tale realtà sociale mostra, da un verso in termini di intenzioni e propositi di sviluppo, dall’altro in termini di azioni messe in atto e di concrete opportunità di realizzazione e di crescita offerte ai cittadini. Questa condizione d’insicurezza influenza le nuove generazioni che sempre più palesano una sorta di debolezza e di remissività ad affrontare gli ostacoli della vita quotidiana, evidenziando sfiducia verso la società in generale, e disinteresse, in modo particolare verso la scuola, non riconoscendole il ruolo di “agente culturale” e di volano di progresso e di integrazione sociale. Disagio, passività, vittimismo, distacco, intolleranza, abbandono dello studio, sono sempre più sentimenti e risposte che derivano da questa cornice di riferimento socio-culturale post-moderna, in cui il sistema educativo, anch’esso, mostra profondi limiti nel mettere in campo principi pedagogici e strategie didattiche capaci di re-invertire la rotta, di trasformare, per così dire, i “sentimenti bui” in “sentimenti di fiducia e di forza”, le difficoltà in opportunità di sviluppo culturale. In questo specifico nucleo riflessivo s’inserisce il tema del presente articolo che intende soffermarsi, in termini didattico-pedagogici, sul concetto di trasformazione educativa. Un discorso che si costruirà attraverso l’analisi di alcuni principi della teoria di Mezirow dell’apprendimento trasformativo, messi in relazione ad una particolare scrittura autobiografica, quest’ultima considerata come dispositivo di trasformazione delle esperienze, come strumento capace di attivare il processo di ri-mediazione e ri-configurazione del proprio vissuto, di ri-valutazione della propria “cifra esistenziale”, di ri-costruzione del proprio pensiero critico. Ci riferiamo alla scrittura autobiografica dell’mc che può delinearsi come evidenza e prova della portata trasformativa che da essa può innescarsi. Una portata trasformativa, in termini mezirowiani, che assume una dimensione educativa, in virtù del fatto che tale forma narrativa, generatasi e sviluppatasi in contesti difficili, poveri, violenti, ai margini del mondo, è riuscita a rigenerare non solo chi attraverso essa ha dato voce al proprio disagio, alla propria sofferenza, alla propria condizione di emarginazione, e di solitudine, ma altresì è riuscita a librarsi fuori da un territorio semantico e linguistico circoscritto, divenendo arte.
Today, we exist in a human and social reality where life is increasingly unstable, insecure. Ours is a society of globalized knowledge, constantly and compulsively in search of technological progress, and which has, in many respects, forgotten about the more basic aspects of life, meaning that human beings are no longer in touch with their feelings, their sense of identity and belonging and all the deeper implications of their emotions and values. This social context is not just complex, but one that creates complexes, or rather anxieties, fears and disorentation, that is linked to the obvious lack of harmony in our social reality. This, in turn, is caused by the division that has been created between the possibilities and objectives for development, and the concrete actions and opportunities for growth and fulfilment that are on offer to people. The growing anxiety and lack of confidence in the younger generations can be seen in the rather weak and often submissive way they deal with the problems and obstacles that occur in their daily lives. It also shows their general mistrust of society, and increasing disinterest in school, which they no longer recognize as a “cultural agent” or the driving force behind progress and social integration. Some of the most common symptoms and responses to this socio-cultural post-modern reference frame are distress, passivity, victimization, detachment, intolerance and school abandonment, within an education system that is also beginning to show deep-rooted limitations. In fact, the education system is unable to come up with teaching principles and didactic strategies that might help reverse the trend, and which could transform these “dark sentiments” into “sentiments of confidence and strength”, and transform difficulties into opportunities for cultural development. The present article discusses the concept of transformative learning within this context, and analyzes some of the principals of Mezirow’s
Francesco C. Ugolini, Giuseppe Sellari
L’articolo si propone di mostrare come un intervento laboratoriale di musica d’insieme nella scuola secondaria di primo grado a indirizzo musicale (L. 124 del 3/5/99) possa configurarsi come ideale contesto per lo sviluppo di competenze socio-emotive, in base al modello dei Big Five, revisionato dall’OCSE nel quadro dello studio sulle Social and Emotional Skills (OCSE-SSES). Tale framework verrà discusso in una prima parte del contributo: i Big Five nascono infatti come rappresentazione di tratti della personalità e ci interroghiamo in che misura essi possano essere considerati skills e quindi competenze, con particolare riferimento alla possibilità di intervenire nel loro sviluppo (“malleabilità”). In una seconda parte, verranno quindi esaminate le potenzialità di un laboratorio orchestrale scolastico nello sviluppo di tali competenze: per ciascuno dei 16 aspetti (facets) del framework, verranno esposte le principali risultanze presenti in letteratura integrate, in particolar modo per l’ambito della Task Performance, dal contributo emerso da una seconda analisi del materiale empirico di uno studio di caso svolto presso l’I.C. “A.M. Ricci” di Rieti, in relazione alle esibizioni in pubblico alle quali l’orchestra scolastica partecipa regolarmente da diversi anni. In conclusione verranno quindi proposte alcune indicazioni operative per gli insegnanti – specie per il direttore d’orchestra scolastica – affinché possano promuovere al meglio lo sviluppo di tali competenze.
This paper aims to show how an orchestral workshop in a lower secondary school with a music orientation (L. 124 del 3/5/99) may constitute a context for the development of social and emotional competences, according to the Big Five model, revised by OECD, within the Study on Social and Emotional Skills (OECD-SSES). Such framework will be discussed in the first part: the Big Five originally represented personality traits and we will question to which extent they can be considered as “skills” and then “competences”, namely in respect to the possibility of an intervention aimed at developing them (“malleability”). In a second part, we will then focus on the potentiality of an orchestral school workshop in developing such competences: for each of the 16 facets of the framework, we will show the main literature results completed, namely for the “Task Performance” domain, with the contribution emerged in a second analysis of the empirical material of a case study carried out in the I.C. “A.M. Ricci in Rieti”, in respect to the public exhibitions to which its school orchestra regularly participates. In the conclusions, we will propose some operational indications for teachers – namely the school orchestra director – as they can better foster the development of such competences.
Manuela Valentini, Sara Girometti
Questo lavoro si propone di investigare il fenomeno del bullismo da diversi punti di vista. Viaggiando attraverso le emozioni, scopriremo come queste, se non educate, possono indurre comportamenti dannosi per se stessi e per gli altri. Da diverse ricerche si evince come l’empatia sia il discriminante all’interno dei rapporti sociali e analizzando alcuni strumenti di prevenzione al bullismo, vedremo come il gioco-sport rappresenti un elemento importante nella costruzione della Personalità del giovane, dell’area cognitiva, sociale, affettiva e relazionale. Grazie anche ai risultati mostrati dal progetto finlandese KiVa, si può affermare come le scuole impegnate in prevenzione e azione, risultino meno soggette a atti di vio- lenza ed il clima scolastico positivo permette agli alunni di lavorare bene sviluppando un senso identitario adeguato. Dopo un’attenta ricerca bibliografica, sono state analizzate alcune sperimentazioni internazionali con relativa analisi e riflessione sui dati raccolti, inerenti i benefici apportati da tecniche innovative ed all’avanguardia contro il bullismo.
This article aims to investigate bullying from different perspectives. We will discover how emotions, if not educated, can lead to harmful behaviors both towards others and ourselves. Various studies show that empathy is the discriminant within social relationships. Analysing some bullying preventive strategies,we wil see how “gioco-sport” represents an extremely important component in children’s character development as well as their cognitive,social, emotional and rational area. Thanks to the results achieved by the Finnish project “KiVa” we can state that schools which have a prevention policy are less incline to acts of violence. In addition, positive mood in school allowes students to learn in serenity developing an adequate sense of identity. After a very accurate bibliographic review, some international tests are taken into consideration, with their corresponding analysis regarding th benefits brought by innovative techniques against bullying.
Maria Volpicelli
L’articolo, che si compone di due parti, si propone di ricostruire le ‘festose accoglienze’, per usare un’espressione di Giovanni Gentile, che vennero riservate alle Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale di Giuseppe Lombardo Radice. In questa prima parte, attraverso il ricorso al ricco epistolario del pedagogista catanese, si sono richiamati alcuni giudizi di interlocutori più o meno noti, molti dei quali insegnanti di pedagogia nelle scuole normali, che con accenti diversi espressero il loro sincero apprezzamento nei confronti del lavoro, concepito dall’autore come un testo prevalentemente destinato alla preparazione dei maestri nelle scuole normali e magistrali. Si è quindi cercato, attraverso lo spoglio delle recensioni apparse su giornali e riviste ‘italiane’ nelle cosiddette ‘terre irredente’, di restituire un quadro della diffusione e del successo delle idee pedagogiche di Lombardo Radice soprattutto nelle regioni allora parte dell’Impero austro-ungarico.
The article, which consists of two parts, aims at reconstructing the ‘festose accoglienze’, to use an expression by Giovanni Gentile, which were reserved for the Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale by Giuseppe Lombardo Radice. In this first part, with the aid of the Catanese educator’s rich collection of letters, we highlighted some of the opinions of interlocutors of varying notoriety, many of which teachers of education who, in their own different ways, expressed their sincere appreciation for the work conceived by the author as a text mainly intended for the preparation of masters. Thus, through the examination of the reviews published in ‘Italian’ newspapers and magazines in the so-called ‘terre irredente’, this paper sought to give an outline of the diffusion and success of the educational ideas of Lombardo Radice, especially in the regions that were then part of the Austrian Hungarian Empire.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
C. CAPPA, G. CARCI, C. COSTA, M. D’AGOSTINI, G. D’APRILE, M. DE LUCA, G. DE MARCO, M. FERRARI, S. GIROMETTI, M. INNAMORATI, A. SANZO, G. SELLARI, D. SMERIGLIO, V. TIBERTI, M. VALENTINI, F. C. UGOLINI, M. VOLPICELLI
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semetre 2018
Sommario
Mario Caligiuri
Il saggio assume un preciso punto di vista: la qualità dell’educazione dipende in buona parte dalla qualità della formazione e selezione degli insegnanti. Oggi la loro responsabilità sociale è ancora più decisiva poiché l’avvento dell’intelligenza artificiale è destinato a sconvolgere soprattutto i processi educativi. Pertanto, bisogna prestare attenzione a cosa insegnare alle giovani generazioni destinate a diventare “a tre dimensioni”: reale, virtuale e aumentata (quest’ultima attraverso le tecnologie inserite direttamente nel corpo umano). Pertanto, discipline come le neuroscienze, la genetica e l’intelligence potrebbero diventare decisive. Diventa allora fondamentale scegliere in modo diverso gli insegnanti. Essendo incolmabile il divario tra tempi della formazione e le innovazioni sociali, non è possibile avere subito a disposizione la quantità necessaria di insegnanti adeguati nelle scuole e nelle università: siamo, però, ancora in tempo per renderli consapevoli di tale metamorfosi. La decadenza della democrazia espone concretamente al rischio di generare addirittura due diverse razze umane, condannando all’irrilevanza la maggioranza delle persone. Corriamo quindi il rischio di registrare il tragico fenomeno dei popoli superflui dei quali le élite non avranno alcun bisogno per governare e anche per produrre. Vengono posti temi complessi che non possono essere costantemente elusi in ossequio a principi spesso astratti smentiti dalla realtà.
The essay assumes a specific point of view: the quality of education depends largely on the quality of teacher training and selection. Today their social responsibility is even more decisive because the advent of artificial intelligence is destined to disrupt es pecially the educational processes. Therefore, we need to pay attention to what to teach young generations to become “three dimensions: real, virtual and augmented (the latter through technologies directly inserted in the human body). Therefore, disciplines such as neuroscience, genetics and intelligence may become crucial. Then, it gets essential to choose teachers differently. With the gap between training time and social innovations being unbridgeable, it is not possible to have immediately the necessary amount of appropriate teachers in schools and universities: we are, however, still in time to make them aware of this metamorphosis. The decadence of democracy concretely exposes the risk of generating even two different human races, condemning most people to irrelevance. We therefore run the risk of recording the tragic phenomenon of the superfluous peoples whose elites will have no need to govern and even to produce. Complex questions are being made that cannot be constantly evaded in accordance with abstract principles often denied by reality.
Giacomo Cives
La teoria dell’educazione di Giuseppe Lombardo Radice è una delle più importanti espressioni del neoidealismo italiano. Giuseppe Lombardo Radice fu, infatti, uno dei più fedeli allievi di Giovanni Gentile. Nello stesso tempo, fu anche studioso molto originale e indipendente, capace di cogliere le novità presenti nel mondo (per esempio, l’importanza di Dewey e della sua teoria dell’educazione attiva) e di progettare un modello di scuola elementare che ebbe grande rilievo, nonostante il clima politico del fascismo abbia contribuito a far cadere nell’oblio questa esperienza educativa. L’articolo di Giacomo Cives ricostruisce le caratteristiche principali dell’opera di Lombardo Radice e delinea le maggiori tendenze interpretative recenti al riguardo.
Giuseppe Lombardo Radice’s theory of education is one among the most important expressions of Italian neoidealism. Giuseppe Lombardo Radice was, in fact, one of Giovanni Gentile’s most faithful students. At the same time, he was also a very original and independent scholar, able to grasp the new trends of education all around the world (for example, he suddenly understood the im-portance of Dewey and his theory of progressive education) and to design a model of elementary school that had great importance, despite the political climate of fascism. Cives’ essay reconstructs the main characteristics of Lombardo Radice’s work and outlines the major interpretative tendencies regarding this 20th century educational theory.
Silvia Nanni
Laudomia Bonanni (L’Aquila 1907 - Roma 2002) è stata una scrittrice italiana con uno stile dirompente e originale, fin dalle prime pubblicazioni del 1948; è stata un’insegnante instancabile, dal 1930 al 1966 e un giudice laico presso il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, dal 1946 al 1964. Una costante attenzione all’umanità dei ragazzi e dei protagonisti dei suoi libri è stata la cifra del suo impegno umano e professionale. In questo articolo vogliamo proporre una riflessione pedagogica sui personaggi femminili della Bonanni, attraverso i quali ha proposto la sua idea di genere, ovvero un “concetto etico di femminilità” che si realizza nel recupero “qualitativo” dell’innato senso materno della donna. Per l’autrice la ricerca di una “maternità di elezione” si esprime in una narrativa ricca di implicazioni educative – molte ancora da tratteggiare. Il percorso di emancipazione intrapreso dalla Bonanni, attraverso le nostre interpretazioni, la rendono senza tempo e quindi estremamente attuale.
Laudomia Bonanni (L’Aquila 1907 - Rome 2002) was an Italian writer with a disruptive and original style, since the first publica-tions of 1948; she was a tireless teacher, from 1930 to 1966 and a lay judge at the juvenile court of L’Aquila, from 1946 to 1964. A constant attention to the humanity of the boys and of the protagonists of her books was the main characteristic of her human and professional commitment. In this article we want to propose a pedagogical reflection on the female characters of Bonanni, through which she proposed her idea of gender: an “ethical concept of femininity” that is realized in the “qualitative” recovery of the maternal innate sense of woman. For the author, the search for a “motherhood of election” is expressed in a narrative full of educational implications – many oh them still to be delineated. The path of emancipation highlighted by Bonanni, through our interpretations, makes it timeless and therefore extremely current.
Edoardo Puglielli
Umberto Postiglione (1893-1924) è stato dirigente del movimento operaio, educatore, maestro e poeta; è stato studioso del pensiero scientifico di Élisée Reclus e di Pëtr Kropotkin (due dei più importanti nomi nella storia della pedagogia libertaria), della filosofia di Ralph Waldo Emerson, della teologia di Rabindranath Tagore, del cristianesimo di Lev Tolstoj e della pedagogia di Omar Dengo. Il presente articolo si sofferma soprattutto sul suo impegno pedagogico e culturale svolto presso le comunità italiane negli USA e sulla sua attività educativa svolta in Italia tra le masse lavoratrici e nella scuola pubblica.
Umberto Postiglione (born 1893, died 1924) was a leader of the working-class movement; he was an educator, a teacher and a poet; he studied Élisée Reclus’ and Pëtr Kropotkin’s scientific thought (two of the most important scholars of anarchist pedagogy), Ralph Waldo Emerson’s philosophy, Rabindranath Tagore’s theology, Lev Tolstoj’s Christianity and Omar Dengo’s pedagogy. The present study focuses most on his pedagogical and cultural commitment within the Italian communities in the USA and on his educational activity in Italy within working-classes and public school.
Stefano Salmeri
Il messaggio di Freire (maestro del dialogo e della cura educativa) è pratica di un’educazione emancipatrice che considera l’incontro e l’interazione non violenta strategie privilegiate per una concreta liberazione. Il dialogo presuppone ascolto e possesso della parola. La lotta all’analfabetismo, filo conduttore della pedagogia di Freire, è percorso necessario per restituire la parola agli oppressi che il potere ha condannato al silenzio. La cultura viene dal popolo che grazie all’educazione prende coscienza e libera l’intera umanità. La società e la storia, non più predeterminate, sono il prodotto del libero agire umano e la pedagogia è sapere emancipativo, mentre il rapporto tra docente e discente si concretizza come mutuo scambio: insegnando si impara e imparando si insegna. La cura educativa per Freire è impegno per dare compimento ad una società migliore. La critica a neoliberismo e capitalismo allora è proposta per un cambiamento che aspira ad essere critica emancipazione in funzione della coscientizzazione, della liberazione e di una democrazia fondata sulla solidarietà. Il paradigma pedagogico di Freire è prospettiva ermeneuticamente aperta che concilia teoria e prassi formativa, vita e scuola, traducendosi in agire educativo orientato secondo criteri epistemologici volti a: ricerca, interpretazione, indagine, autonomia emancipatrice. Soltanto una pedagogia militante e della resistenza può fungere da itinerario di consapevolezza. La concezione pedagogica di Freire fa della cura, dell’attenzione all’alterità, del riconoscimento degli ultimi e di tutti i differenti la chiave epistemica per andare oltre, in nome di un’ontologia che è tensione verso l’essere di più. L’obiettivo è conciliare e integrare le differenze, non per neutralizzarne la matrice divergente e di contrasto, ma per promuovere una pedagogia solidale che sappia realizzare l’unità nella diversità, tutelando la singolarità di ciascun cittadino nella pluralità, e che favorisca il mutuo riconoscimento e l’effettiva tutela delle minoranze e di tutti i più deboli.
Freire was a master of dialogue and healing through education. His legacy is an emancipatory form of education, which regards non-violent interaction as an effective strategy to achieve true liberation. Dialogue requires an ability to listen and a mastery of words. The struggle against analphabetism was at the heart of Freire’s pedagogy, a necessary step to restore the voice of the oppressed, whom power has condemned to silence. Culture come from the people, who, thanks to education, develop awareness and liberate all of humanity. Society and history are no longer predetermined; they are a product of free human action. Pedagogy is emancipatory knowledge, and the relationship between the teacher and the pupil takes the form of a mutual exchange: one learns while teaching, and teaches while learning. Freire’s recipe for education is commitment to build a better society. The aim of his critique of neoliberalism and capitalism is to promote awareness, liberation, and a democracy founded on solidarity. Freire’s pedagogic paradigm is a hermeneutically open perspective harmonizing theory and educational practice, life and school. This perspective translates to a practice of education based on epistemological criteria aimed at research, interpretation, investigation, and emancipatory autonomy. Only a militant and resistant pedagogy can provide a path to awareness. In Freire’s pedagogical conception, acknowledgement of otherness, and particularly recogni-tion of those at the bottom of the social ladder and of all differences, is the epistemic key to going beyond, in the name of an ontology striving for being more. The objective is to harmonize and integrate differences, not to neutralize them, but to promote a solidary pedagogy. Such a pedagogy should be capable of achieving unity in diversity by protecting the singularity of each citizen, and of favoring reciprocal recognition and effective protection of minorities and the weak.
Elena Zizioli
Il presente contributo restituisce gli esiti di un’esperienza pilota di lettura collettiva con un gruppo ristretto di donne detenute che si è svolta presso i locali della biblioteca dell’Istituto Femminile della Casa Circondariale di Roma Rebibbia, per valorizzare gli effetti benefici dei libri e della lettura nel contesto penitenziario a livello individuale e collettivo. L’utilizzo di testi speciali quali i silent books o wordless picture book e la metodologia utilizzata hanno qualificato questa sperimentazione come un percorso educativo da sistematizzare e replicare, avviando la riflessione sul ruolo della pedagogia in uno dei luoghi, il carcere, più a rischio di spersonalizzazione e disumanizzazione.
The present paper presents the results of a pilot collective reading experience with a small group of female inmates of the Roman correctional facility “Rebibbia”. This experience took place inside the Female Institute’s library with the aim of acknowledging the beneficial effects of books and reading in a penitentiary context, both on an individual and a group level. The use of special texts like silent books or wordless picture books and the methodology employed qualified this experiment as an educational journey which needs to be systematized and replicated, so as to set off a reflection upon the role of education in jail, one of the places where the risk of depersonalization and dehumanization is highest.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
M. CALIGIURI, C. CAPPA, G. CIVES, M. D’AGOSTINI, E. FERRACCI, S. NANNI, E. PUGLIELLI, S. SALMERI, E. ZIZIOLI, F. C. UGOLINI
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2018
Sommario
Giovanna Alatri
Per commemorare Giovanni Cena a cento anni dalla scomparsa ci è sembrato opportuno ricordare, in un periodo così poco “illuminato” del nostro paese, alcuni degli aspetti più nobili della sua personalità che hanno caratterizzato la sua breve e intensa vita: l’amore per l’Arte in ogni sua espressione, la sensibile e generosa sollecitudine verso le classi più deprivate socialmente e culturalmente, la profonda umanità.
A century after his disappearance, in order to commemorate Giovanni Cena, we deemed appropriate to remember, during such a little “enlightened” period of our country, some of the noblest aspects of his personality that characterized his short and intense life: love for Art in its every expression, the sensitive and generous consideration for the most socially and culturally deprived classes and his deep humanity.
Giacomo Cives, Remo Fornaca
Remo Fornaca (1925-2015), già docente dell’Università di Torino, tra la sua appassionata critica dell’attualismo gentiliano, dagli esiti solipsistici e autoritari, e il suo interesse instancabile per gli sviluppi del nuovo sapere, ha posto uno studio assiduo, originale e penetrante del pensiero di Maria Montessori in chiave storica, pedagogica, culturale, psicologica, sociale, sottolineandone la chiave di profonda fiducia nel bambino e nell’uomo e il legame costante alle nuove scienze, dalla psicoanalisi al neoevoluzionismo. In particolare ha anticipato le nuove prospettive della complessità, cogliendone le istanze di problematicità e integrazione tra presente e futuro, localismo e universalità, corpo e mente, individuo e società, realismo e utopia.
Remo Fornaca (1925-2015) was a professor of the University of Turin. His original, intense and enthusiastic study of the thinking of Maria Montessori was placed between the critical approach to the thought of Giovanni Gentile, resulting solipsistic and decisive, and his endless interest into the development of the new knowledge. Fornaca studied Maria Montessori in a historical, cultural, social and psychological key, thus underlying the strong confidence both in the child and in the man, and also her relationship with the new sciences, from psychoanalysis to new-evolutionism. In particular, she revealed in advance the new complexity perspectives, understanding the problematic and integration aspects between present and future, mind and body, individual and society, and finally realism and utopia.
Cristiano Corsini, Silvia Zanazzi
Il lavoro presentato indaga il punto di vista di studentesse e studenti sulla valutazione in università. La ricerca impiega un disegno misto sequenziale esplicativo, strutturato in due fasi: in una prima, quantitativa, è stato somministrato un questionario a 1071 studentesse e studenti universitari; nella seconda, qualitativa, quanto emerso dall’analisi dei risultati raccolti è stato approfondito attraverso interviste condotte su un gruppo selezionato di rispondenti al questionario. Il lavoro fa emergere associazioni significative tra la percezione di determinate prassi valutative e la tendenza di studentesse e studenti universitari a impiegare le valutazioni ricevute, in maniera più o meno efficace, per migliorare il proprio metodo di studio e la qualità dei processi di apprendimento.
The work investigates the students’ viewpoint on evaluation at university, using a mixed-methods sequential explanatory design. During the first, quantitative phase we administered a questionnaire to 1071 university students; during the second, qualitative phase, starting from the results of the first, we carried out a more in-depth analysis through interviews with a selected group of students who had previously responded to the questionnaire. Our study shows that there are statistically significant, meaningful associations between the perception of some evaluative practices and the tendency of students to use the evaluations they receive, more or less effectively, to improve their study methods end the quality of their learning process.
Anselmo R. Paolone
Kenneth Koch, educatore e poeta statunitense legato al movimento d’avanguardia della New York School, sperimentò, a partire dalla fine degli anni ‘60, un interessante metodo per l’insegnamento della composizione poetica ai bambini e agli anziani. Il presente articolo costituisce la seconda parte di un dittico. Nella prima parte avevamo parlato del metodo rivolto ai bambini e della sua genesi. Nella presente invece cercheremo di mostrare come, a partire da alcuni elementi già usati nell’approccio puerocentrico “Wishes, LIes and Dreams”, Koch abbia saputo adattare le proprie tecniche educative anche agli anziani ospiti delle case di riposo. A detta di Koch, gli anziani soffrono di una sorta di “deprivazione sensoriale” che può essere lenita attraverso la composizione poetica. Essi possono essere iniziati a una forma di poesia contemporanea basata sull’uso della lingua colloquiale che gli consente, attraverso la produzione di semplici ma efficaci versi elegiaci (il “Regno di Calliope”) di ritrovare un equilibrio interiore nei difficili anni del declino.
Kenneth Koch, an American educator and poet tied to the avant-garde movement of the New York School experimented, since the late 1960s, an interesting method for teaching poetry writing to the children and the elderly. This article is the second part of a diptych. In the first part we talked about the method for children and its genesis. In this part we will show how, starting from some elements already used in the puerocentric approach “Wishes, Lies and Dreams”, Koch has been able to adapt its educational techniques to the elderly guests of nursing homes. According to Koch, the elderly suffer from a kind of “sensory deprivation” that can be soothed through poetry writing. Senior citizens can be initiated to a form of contemporary poetry based on the use of the colloquial language, which allows them, through the production of simple but effective elegiac verses (the “kingdom of Calliope”) to find an inner balance in the difficult years of their decline.
Agnese Rosati
Augusto Romagnoli, il più importante teorico di Pedagogia della minorazione visiva, è un pensatore attuale per le sue intuizioni in campo educativo e per l’impianto epistemico del suo modello. Oggi la scuola ambisce ad essere luogo per l’inclusione e comunità educante e aperta alle differenze, allora rivisitare il contributo teorico di Romagnoli può aiutare a ridefinire e a ricalibrare i percorsi di integrazione nel rispetto delle specificità e degli effettivi bisogni formativi di ogni allievo in difficoltà, soprattutto se con disabilità visiva. Infatti, il pericolo maggiore oggi è di non tenere adeguatamente conto delle peculiarità dei singoli deficit, cadendo in un genericismo pedagogico che considera i bisogni speciali in fondo un po’ simili per tutti i soggetti in situazione di difficoltà. Augusto Romagnoli, vicino al pensiero di Maria Montessori e all’Attivismo, già agli inizi del XX secolo comprende che mentre gli obiettivi educativi possono essere comuni sia per i normodotati che per i ciechi, invece le metodologie, le tecniche e i tempi di apprendimento sono inevitabilmente diversi. Il suo grande merito è stato quello di saper guardare alla globalità della persona e non soltanto alle sue carenze e ai suoi limiti, perché chi ha un deficit non è necessariamente deficitario. L’attenzione all’aspetto motorio, l’educazione al bello, all’orientamento e al gioco, e gli interventi compensativi vengono indicati da Romagnoli come strategie fondamentali per consentire al bambino cieco di sviluppare tutte le potenzialità residue, per strutturare una consapevolezza chiara dei propri limiti e per integrarsi. In altri termini, le differenze non vanno né enfatizzate, né sottovalutate. Infatti un bambino cieco, se ben educato, può diventare un cittadino efficiente e con pari dignità, perché la minorazione visiva non compromette le funzioni superiori del pensiero, né tanto meno le capacità socio-relazionali, né la dimensione affettivo-emotiva. Piuttosto che parlare di uguaglianza in astratto, sulla base dell’insegnamento di Augusto Romagnoli è bene allora fare riferimento al concetto più avanzato e più completo di pari opportunità. Infine, per Romagnoli, nell’approccio alla cecità era giunto il momento di passare dalla pietà alla scienza.
Augusto Romagnoli, the most important theorist of the pedagogy of visual disabilities, is a thinker whose educational intuitions are still valid today, as is the epistemic structure of his model. Today school has the ambition of being a place of integration and an educating community, open to difference. In this perspective, revisiting Romagnoli’s theoretical contribution can help educators to redefine and fine-tune integration processes in a way that is respectful of the specific educational needs of challenged students, particularly those with visual disabilities. The biggest danger today is that of overlooking the peculiarities of individual deficits, and thus lapsing in a generic pedagogical approach based on the notion that the special needs of students with difficulties are somehow similar. As early as the beginning of the twentieth century, Augusto Romagnoli – who was close to the thought of Maria Montessori and of Activism – realized that while the educational objectives can be the same for non-disabled students and the blind, the methods and learning schedules must inevitably be different. His great merit was that he took account of the whole of the student’s personality, and not just of his or her shortcomings or limits; disability does not necessarily imply inability. Romagnoli argued that physical movement, the appreciation of beauty, orientation, play, and compensational action are fundamental strategies to allow blind children to develop all their residual potential, attain a clear awareness of their limits, and thus achieve integration. In other terms, differences should be neither emphasized nor underestimated. A blind child, if properly educated, can become an efficient citizen, on an equal standing with anybody else. Visual disability does not compromise the higher mental functions, socio-relational capabilities, or the affective and emotional sphere. Rather than speaking abstractly of “equality”, we should take inspiration from Augusto Romagnoli’s teaching and prefer to use the more advanced and comprehensive concept of “equal opportunity”. In sum, according to Romagnoli the time had come for a transition from compassion to science in approaching blindness.
Carlo Cappa, Paolo Quintili, Charles Alunni
Si presentano nella sezione Studi comparativi in educazione tre saggi che sviluppano gli studi compiuti per la partecipazione al convegno internazionale Mort de l’enseignement philosophique ou épuisement du paradigme cousinien?, a Parigi (2017). In questi tre saggi, Apprendre des autres: la comparaison comme exercice philosophique di Carlo Cappa, La philosophie sous attaque. L’Italie et la philosophie di Paolo Quintili e Victor Cousin en Italie di Charles Alunni, educazione comparata e filosofia s’intrecciano con la dimensione storica e istituzionale, per comprendere il pensiero e l’eredità di Cousin nel contesto europeo odierno.
For the section Studi comparativi in educazione, we present three essays which develop researches carried out for the International Conference Mort de l’enseignement philosophique ou épuisement du paradigme cousinien?, Paris (2017). In these essays, Apprendre des autres: la comparaison comme exercice philosophique by Carlo Cappa, La philosophie sous attaque. L’Italie et la philosophie by Paolo Quintili and Victor Cousin en Italie by Charles Alunni, comparative education and philosophy are intertwined with historical and institutional dimensions, for understanding the contribution and the heritage of Cousin’s works in our present European scenario.
Alessandro Sanzo
Dino Carina (1836-1872), studioso toscano di economia e di politica scolastica, a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento compie diversi “viaggi pedagogici” in Francia, Belgio, Germania e Inghilterra. È autore di diversi lavori riguardanti l’educazione comparata: Sulla istruzione primaria e industriale della Francia, dell’Inghilterra, del Belgio (1861), Della istruzione primaria e industriale considerata nelle sue relazioni colla pubblica economia. Nuovi studi comparativi (1868), Dell’ozio in Italia (1870). Ciò nonostante, è un autore ancora poco conosciuto e studiato. In questo articolo si prende in considerazione il suo contributo al processo di sviluppo degli studi comparativi in educazione in Italia negli anni dell’unificazione nazionale. In particolare, si focalizza l’attenzione sul suo interesse per il contesto socio-politico-culturale nel quale nascono e si modificano i sistemi d’istruzione e per i diversi fattori – e, anzitutto, quello economico-produttivo – che rivestono un ruolo chiave nell’organizzazione dei sistemi d’istruzione.
Dino Carina (1836-1872) is a Tuscan scholar of economics and of school policy; starting from the Sixties of the Nineteenth Century, he performs several journeys made in order to study the educational situations existing outside Italy (France, Belgium, Germany and England). He’s the author of several comparative education studies (e.g. Sulla istruzione primaria e industriale della Francia, dell’Inghilterra, del Belgio, 1861; Della istruzione primaria e industriale considerata nelle sue relazioni colla pubblica economia. Nuovi studi comparative, 1868; Dell’ozio in Italia, 1870). Nevertheless, Dino Carina is an author still little known and studied. This paper considers his contribution to the process of development of comparative education studies in Italy in the years of the national unification. In particular, attention is focused on his interest in the socio-political and cultural environment in which education systems are born and modified and to the various factors – first of all the economic factor-productive – which play a key role in the organization of education systems.
Corrado Ziglio
Sulla base di recenti informazioni, in questo articolo viene descritto un progetto di fondazione della Facoltà di Scienze dell’Educazione realizzato a Nampula, in Mozambico. Viene raccontata una storia che, al di là, di un impianto curricolare, pone l’accento su una metodologia etnografica trasversale a tutte le discipline evitando di compiere errori di imperialismi culturali. Ciò che viene messo in evidenza è la capacità di realizzare un progetto culturale, di declinare le scienze dell’educazione in luoghi lontani dai contesti culturali occidentali grazie a una sensibilità di comparatisti.
Based on recent information, this article describes the foundation project of the first Faculty of Education Sciences in Nampula, Mozambique. The story told, besides the curriculum planning, focuses on an ethnographic methodology transversal to all disciplines to avoid mistakes of cultural imperialism. What is highlighted is the ability to realize a cultural project of education science in places far from Western cultural contexts thanks to comparative awareness.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
G. ALATRI, C. ALUNNI, V. BURZA, C. CAPPA, G. CIVES, C. CORSINI, G. GIACHERY, A. R. PAOLONE, P. QUINTILI, A. ROSATI, S. SALMERI, A. SANZO, S. ZANAZZI, C. ZIGLIO
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2017
Sommario
Anna Aluffi Pentini
Il contributo evidenzia origini e specificità della consulenza in ambito educativo ed in particolare approfondisce le condizioni rilevanti per l’avvio di percorsi di consulenza nei contesti interculturali, condizioni che facilitino la sintonia con utenti appartenenti ad un background culturale diverso da quello dell’operatore. A partire da un’esperienza ventennale di consulenza alle famiglie immigrate l’autrice si propone una modalità di lavoro che può risultare utile per avviare un rapporto di fiducia con tutte le famiglie degli utenti di un servizio socio-educativo.
This contribution presents the origins and specific features of counseling in the sphere of education and explores particularly the pertinent conditions under which counseling processes can commence in intercultural contexts, conditions which would facilitate the understanding of users who belong to a cultural background that is different from that of the counselor. On the basis of twenty years’ experience in counseling immigrant families the presenter proposes a method which could prove useful in promoting a trusting relationship with all family members of users of socioeducational services.
Valeria Caggiano, Mariella Di Maggio
Il contributo si inserisce nel dibattito internazionale relativo alla valutazione dei sistemi scolastici e vuole fornire un contributo alla spiegazione delle variabili, cultura organizzativa e innovazione, che incidono e caratterizzano l’insegnamento dei docenti della scuola primaria. L’apporto dello studio contribuisce al dibattito internazionale legato al tema e agli strumenti utilizzati, riporta l’interesse sulla Cultura organizzativa come dimensione che caratterizza il livello di innovazione dei docenti. L’utilizzo della scala spagnola, Inventario de Cultura Organizacional Educativa (ICOE) e i laboratori Foodball legati all’educazione alimentare, hanno coinvolto un campione di 155 docenti di scuola elementare italiana. Da quanto è emerso, si può dire che la Cultura Organizzativa incide sulla propensione all’innovazione; tale caratteristica non incide in maniera significativa sul livello di partecipazione al format legato all’educazione alimentare. Studi futuri mostreranno il ruolo delle variabili socio-demografiche influenti rispetto alla cultura organizzativa, contribuendo alla letteratura internazionale sul tema.
This contribution is aimed to be a conceptual proposal within the discussion on the school system and also intends to make a contribution in the explanation of the variables affecting and characterizing the primary school teachers’ teaching styles. The study fits within the international debate on this topic and more in specific on the tools used for the assessment, and returns the interest on organizational culture as dimension characterizing the teaching related to innovation. The use of the spanish scale Inventario de Cultura Organizacional Educativa (ICOE), together with the Foodball Labs involved a sample of 155 primary school teachers. According to the results, the Culture whom primarily affect the innovation attitude, this attitudes it is not significative explain with the teachers participation at labs related to food education – Foodball Labs. Further studies will show in depth the sociodemographic variables impact on the teaching styles, contributing to the international literature about these issues.
Olga di Loreto
Il contributo si propone di arricchire la conoscenza sui conservatori femminili, con particolare attenzione a quelli aquilani durante l’Ottocento, considerando questi istituti come autentici “luoghi educativi”. L’intento principale è far emergere un misconosciuto aspetto di anzidetti conservatori che va oltre l’assistenzialismo caritatevole e cristiano: l’aspetto pedagogico, ciò che concerne l’educazione e l’istruzione delle fanciulle appartenenti alle classi sociali più svantaggiate (orfane, “periculanti”, indigenti, le cosiddette “figlie del popolo”) che, in assenza di anzidetto aire pedagogico, realizzato dai conservatori, perduravano nell’analfabetismo ed emarginazione.
The aim of this article is to increase the studies on girl’s schools with particular emphasis on girl’s schools of 1800 in L’Aquila considering these schools as real educational place. The main purpose is to underline an ignored aspect of mentioned schools that goes beyond charitable welfare culture: that is educational aspect; it’s based on disadvantaged young girls’ education (orphans, periculanti, poor person, so-called “daughter of the people”). Then in absence of educational initiative in girl’s schools, the young girls persist in illiteracy and marginalisation.
Giuseppe Elia, Antonia Rubini
L’idea di fondo del presente contributo verte sul concetto di scuola come punto di riferimento irrinunciabile sia per le politiche scolastiche, sia per l’organizzazione dei concreti percorsi formativi. Il cittadino si forma attraverso la partecipazione alla vita democratica della comunità, e si forma veramente come tale soltanto nella misura in cui tale partecipazione si realizza in forme sufficientemente attive e critiche. Una formazione da cittadino democratico, cioè, è l’esito complessivo e di lungo termine di un contesto democratico, ossia di una vita scolastica ispirata all’ethos della democrazia. Educare il cittadino globale significa, quindi, permettere agli studenti di acquisire capacità di giudizio critico che li renda protagonisti del loro pensiero e che permetta loro di essere preparati ad affrontare i cambiamenti che essi stessi apporteranno alla società a cui appartengono.
The basic idea behind this contribution is the concept of school as an indispensable point of reference for both school policies and the organization of concrete training paths. The citizen is formed through the participation in the democratic life of the community, and he really develops as such only insofar as such participation takes place in sufficiently active and critical forms. A democratic citizen training, that is, is the overall and long-term outcome of a democratic context, ie a scholastic life inspired by the ethos of democracy. Educating a global citizen means therefore allowing students to acquire critical judgment skills that make them protagonists of their thinking and allow them to be prepared to face the changes they themselves will make to the society they belong to.
Mario Gennari
L’articolo mette quale proprio epicentro tematico il concetto di curialitas. Indaga, dunque, sulle septem curialitates che sono l’esito tanto dello svilupparsi di una mentalità laica nel tardo Medioevo quanto il progressivo affermarsi, con la società di corte, di una educazione cortese. Dopo aver rivisitato lingue e linguaggi della classicità e del volgare, l’autore si propone di considerare l’avventura cavalleresca e la civiltà dei comportamenti determinati da una nuova “etichetta” delle convenzioni al fine di chiarire i tempi materiali e gli spazi spirituali della curialità.
The article places the concept of curialitas as its own thematic epicenter. It therefore investigates the septem curialitates, which are the result of the development of a secular mindset in the late Middle Ages as much as the progressive affirmation, with the court society, of a courteous education. After revisiting the languages and speaches of classicism and vulgarity, the author intends to consider the chivalrous adventure and the civilization of behaviors determined by a new “label” of conventions, in order to clarify the material times and the spiritual spaces of curiality.
Rossella Marzullo
Il lavoro, posto dai padri costituenti a fondamento della nostra Repubblica, è indubitabilmente strumento di affermazione sociale e di superamento di una condizione, anche culturale, di subalternità. Di chiara matrice personalista, il carattere pedagogico del lavoro presente nella nostra Costituzione intravede nel potenziale umano uno strumento di emancipazione e anche di riscatto, sia dal disagio economico, sia dalla marginalità. Non a caso Gentile nell’opera Genesi e struttura della società, ha definito il lavoro un’attività umana universale e cosciente, il cui fine ultimo è saldamente ancorato al progetto stesso della persona. Tali principi sono fortemente presenti nel progetto “Buoni dentro”, avviato nel 2012 nell’istituto penitenziario minorile Beccaria di Milano e nato con l’intento di realizzare la funzione rieducativa della pena mediante la pedagogia del lavoro. Il progetto nasce con la costituzione di un laboratorio di panificazione all’interno del carcere dedicato al grande filosofo e giurista lombardo. Si tratta di un laboratorio esperienziale rivolto ai giovani ospiti dell’IPM, il cui obiettivo è sviluppare percorsi incentrati sulla valorizzazione del lavoro come giacimento formativo: un’esperienza continua di apprendimento che sappia restituire speranza e fiducia ai giovani che incontrano difficoltà nel percorso di crescita.
The work, fundamental principle of our Republic, is undeniably a tool of social affirmation and overcoming of a condition, even cultural, of subordination. Of a clear personalistic matrix, the pedagogical nature of work sees the human potential as an instrument of emancipation and even redemption, both from economic disadvantage and marginality. Indeed Gentile, in his work Genesi e struttura della società, defined work as a universal and conscious human activity, whose ultimate purpose is firmly anchored to the same person project. These principles are strongly present in the project “Buoni dentro”, launched in 2012 in the juvenile penitentiary institution “Beccaria” in Milan. This project was born with the intent to realize the re-education of the punishment through the pedagogy of the work. It is a baker’s workshop inside the jail dedicated to the great Lombard philosopher and lawyer. It is an experiential workshop for young people from the juvenile penitentiary institution, whose goal is to develop work-centered learning pathways as a learning platform: a continuous learning experience that can give hope and confidence to young people who encounter difficulties in the path of growth.
Anselmo R. Paolone
Kenneth Koch, poeta statunitense legato al movimento d’avanguardia della New York School, sperimentò, a partire dalla fine degli anni 1960, un interessante metodo per l’insegnamento della composizione poetica ai bambini. Nel presente articolo cercheremo di ripercorrere i momenti salienti della genesi di questo approccio educativo, mostrandone in particolare le prime due fasi, in cui Koch passò da una iniziale posizione di marcato puerocentrismo, a una posizione più tollerante verso le concezioni di insegnamento della poesia allora in auge nelle scuole americane, che invece all’inizio egli aveva particolarmente criticato. In una successiva sezione del presente studio (che però verrà pubblicata in uno dei prossimi numeri della rivista) si completerà la trattazione dell’argomento, parlando di come Koch abbia sperimentato anche un metodo per l’insegnamento della composizione poetica agli anziani. In questa parte successiva dell’articolo si trarranno anche le conclusioni generali in termini pedagogici, in una prospettiva comparativa.
Kenneth Koch, American poet tied to the New York School avant-garde movement, experimented in the late 1960s an interesting method for teaching poetry writing to school children. In this paper I will try to survey the key moments in the birth of his educational approach, showing in particular its first two stages, in which Koch moved from an initial, strong critical and puerocentric position, to a milder attitude towards the traditional poetry teaching methods in American schools. In a further section of this study (which will be published in a forthcoming issue of the journal) I will complete the survey by showing how Koch later experimented a method for teaching poetry writing to old people. In this final part, I will also draw general conclusions in terms of the educational aspects of Koch’s work, in a comparative perspective.
Vincenzo A. Piccione
Prendersi cura delle ragioni pedagogiche, nella ricerca, nell’insegnamento, nel pensare e perfezionare i nostri approcci alla didattica, deve avere il senso dell’attribuzione di valore alle relazioni educative, ai pensieri che elaboriamo, ai significati dei contenuti che commentiamo, alla usabilità delle idee e dei significati che proponiamo a chi cresce. Prendersi cura delle ragioni pedagogiche deve avere il senso della valorizzazione dell’umano, di tutti i processi che consentono percezione di sé, costruzione di sé, elaborazione del pensiero, elaborazione dei significati. La memoria è protagonista vitale in tutti quei processi, eppure, negli ultimi anni, la usabilità, le potenzialità, la propedeuticità dei processi che chiedono alla memoria un contributo essenziale nei processi di apprendimento sono stati alquanto oscurati, in qualche caso trascurati e dimenticati.
Taking care of pedagogic reasons, while making research, while teaching, while thinking and refining our teaching approaches to didactics, must have the sense of the attribution of value to our educational relationships, to our thoughts, to the usability of the ideas and meanings we manipulate within all educational settings. Taking care of pedagogical reasons must have the sense of the valorisation of a human dimension, of all the processes that allow the perception of self, the elaboration of thinking, the elaboration of meanings. Memory is the vital main character in all these processes, yet in recent years the usability, potentiality, and propaedeuticity of the processes that call for memory an essential contribution have been sometimes overshadowed, sometimes neglected and forgotten.
Adele Rossi
L’autrice analizza il testo di Martha Nussbaum, The New Religious Intollerance del 2012. In questo libro la filosofa americana sostiene la difesa della libertà religiosa, così come avviene per il modello americano contro quello europeo ritenuto dalla Nussbaum meno aperto alle diversità. Questo lavoro si basa sul concetto di immaginazione empatica: la filosofa parte dal fenomeno dell’islamofobia per promuovere il concetto di democrazia, focalizzando le complesse connessioni tra religione, omofobia, sessismo e terrorismo. Questo libro fa seguito a Liberty of Conscience (2008), di cui lo stesso sottotitolo In Defense of America’s Tradition of Religious Equality, spiega perché Martha Nussbaum prende posizione nel difendere la tradizione americana contro i nuovi fenomeni di intolleranza religiosa negli Stati Uniti. Il libro, curato dall’autrice di questo contributo, è di prossima pubblicazione nella traduzione italiana.
The author analyzes Martha Nussbaum’s work, The New Religious Intolerance (2012). In this book, the American philosopher supports the defense of a religious freedom that is very close to the American model against the European, considered by the American philosopher less open to diversity. This work is based on the concept of empathetic imagination: the philosopher starts from the islamophobia phenomenon to promote the concept of democracy, together with the possible solutions that come from philosophy, highlighting the complex connections between religion, homophobia, sexism and terrorism. This book follows Liberty of Conscience, of which the same subtitle In Defense of America’s Tradition of Religious Equality explains why Martha Nussbaum takes position in defending the American tradition against the new religious intolerance in the United States. The book, edited by the author of this paper, is forthcoming in Italian language.
Carla Roverselli
In questo articolo si prende in considerazione la formazione in servizio degli insegnanti in Italia per ciò che riguarda la loro sensibilizzazione alla diversità culturale e alle questioni di genere. Col Decreto Ministeriale 797 del 19/10/2016 si è portato ad attuazione il comma 124 della legge 107/2015 che stabilisce la natura obbligatoria, permanente e strutturale della formazione in servizio dei docenti di ruolo, e si è adottato il Piano per la formazione dei docenti 2016-2019. In questo documento si parla della formazione interculturale e della formazione alle questioni di genere in modo sbilanciato, dando poco più spazio alla prima e meno alla seconda. Se ne analizzano i motivi e si avanzano alcune osservazioni critiche.
This paper considers teacher training in Italy as regards their awareness of cultural diversity and gender issues. The Ministerial Decree 797 of 19.10.2016 has led to the implementation of paragraph 124 of Law 107/2015 establishing the mandatory, permanent structural nature of on-the-job training of the teaching staff, and has adopted a Plan for training of teachers 2016-2019. This document refers to intercultural training and training on gender issues in an unbalanced way, giving a little more space to the former and less to the latter. We analyze the reasons and make some critical observations.
Francesco C. Ugolini
L’articolo studia il laboratorio di musica d’insieme nella scuola secondaria di primo grado a indirizzo musicale, analizzando il ruolo che, al suo interno, riveste l’esibizione musicale in pubblico. Si propone una chiave di lettura che muove dall’approccio orientato allo sviluppo di competenze, con particolare riferimento alla valutazione autentica a carattere formante. In questa cornice, l’esibizione è una prestazione collettiva che si configura come un compito autentico, guidando così l’attività didattica nel suo complesso. Il contributo si sofferma poi sul ruolo rivestito dalle emozioni in tale scenario. Coerentemente con l’approccio adottato, la cornice di riferimento muove dalla letteratura sulle emozioni che contempla l’uso del termine competenza: il costrutto di competenza emotiva, i quadri di competenze che tengono conto delle emozioni, il rapporto specifico intercorrente tra metacognizione ed emozioni. Lo sviluppo di diversi tra questi aspetti è connaturato ad un laboratorio di musica d’insieme, mentre per altri, in particolare quelli legati al riconoscimento e alla comprensione di emozioni e stati d’animo, interventi più mirati, con l’esplicitazione di una rubrica valutativa, aumenterebbero l’efficacia dell’intervento su questo specifico versante.
This paper studies the laboratory of orchestral music in middle schools with specialization in music, analyzing the role of the public exhibition within it. It proposes an interpretation moving from a competence-oriented approach, in particular referring to authentic assessment for learning. In this picture, the exhibition is a collective performance taking the shape of an authentic task, orienting in so the whole educational activity. This paper then focuses on the role of emotions within this scenario. According to the approach we adopted, the framework we used comes from the literature that uses the word competence in respect to the emotions: the emotional competence construct, the competence frameworks dealing with emotions, the relationship between metacognition and emotions. Some of those aspects are intrinsic in a laboratory of orchestral music, while others, namely those addressing acknowledgement and understanding of emotions and emotional states of mind, may be improved by specific actions with the use of an explicit assessment rubric.
Maria Volpicelli
Il contributo si propone di ripercorrere le molteplici espressioni del vivo interesse manifestato nelle pagine della “Revista de Pedagogía” (1922-1936) verso le idee riformatrici di Giuseppe Lombardo Radice e, più in generale, nei confronti delle teorie pedagogiche, delle scuole e delle vicende educative italiane. Al fine di illustrare le motivazioni di tale interesse da parte di collaboratori che, come Orencio Muñoz e Concepción Sáinz-Amor, maggiormente si impegnarono a far conoscere ai numerosi lettori del periodico spagnolo le trasformazioni in atto nella scuola italiana dell’epoca, sono stati utilizzati materiali di vario tipo tra cui lettere, appunti e diari di viaggio reperiti in archivi italiani e di altri paesi europei.
This contribution aims at retracing the manifold expressions of the keen interest shown in the pages of the Revista de Pedagogía (1922-1936) to the reforming ideas of Giuseppe Lombardo Radice and, more generally, with regard to Italian pedagogic theories, schools and educational institutions. With the aim of illustrating the motives of such interest on the part of contributors such as Orencio Muñoz and Concepciόn Sáinz-Amor, who mostly concentrate on informing the many readers of the Spanish journal of the changes occurring in the Italian schools of the time, material has been used of various type, among them letters, notes and travel diaries found in the archives of Italy and of other European countries.
Paul Morris
Nell’orizzonte mondiale, la politica dell’istruzione è sempre più guidata dal desiderio di emulare le “migliori pratiche” dei Paesi che hanno conseguito punteggi elevati nei test cross-nazionali di profitto degli alunni, quali PISA e TIMMS. Quest’articolo presenta un’analisi critica di come opera tale forma applicata di educazione comparata, la sua logica e gli assunti su cui si basa nonché i principali attori chiave coinvolti.
Educational policy around the world is increasingly driven by a desire to emulate the ‘best practices’ of nations that have performed well on cross national tests of pupil achievement such as PISA and TIMMS. This article provides a critical analysis of how this applied form of comparative education operates; the logic and assumptions on which it is based and the key actors involved.
Orazio Niceforo
L’articolo ripercorre le principali tappe della storia della SICESE (Sezione Italiana della Comparative Education Society in Europe), una delle più antiche società pedagogiche italiane, approfondendone in particolare il periodo più recente, a partire dal 2006, con l’avvento di Donatella Palomba alla sua presidenza. Attraverso una serie di iniziative a carattere nazionale e internazionale (incontri, seminari, lezioni), realizzate in collaborazione con l’Università di Roma “Tor Vergata”, e dal 2014 con la SIPED, la SICESE ha progressivamente messo a punto il suo approccio teorico e metodologico all’educazione comparata. Principali caratteristiche ne sono l’interdisciplinarità, la proiezione internazionale, l’indipendenza da condizionamenti politici o economici.
The article retraces the main stages in the history of SICESE (Sezione Italiana della Comparative Education Society in Europe), one of the oldest Italian educational Societies. A special attention is given to the recent period of this history, since 2006, when Donatella Palomba became the SICESE President. In cooperation with the University of Rome “Tor Vergata” and SIPED (Società Italiana di Pedagogia, leaving from 2014) a series of initiatives at national and international level was promoted. Through meetings, seminars, and lectures the theoretical and methodological identity of SICESE came progressively into focus: main features are interdisciplinarity, international dimension, independence from economic and political pressures.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
A. ALUFFI PENTINI, V. CAGGIANO, M. DI MAGGIO, O. DI LORETO, G. ELIA, M. GENNARI, A. LOMBARDINILO, R. MARZULLO, P. MORRIS, O. NICEFORO, A. R. PAOLONE, V. A. PICCIONE, A. ROSSI, C. ROVERSELLI, A. RUBINI, F. C. UGOLINI, M. VOLPICELLI, E. ZIZIOLI
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2017
Sommario
Nicola Siciliani de Cumis
Una scienza in carne e ossa. Makarenko, il carcere, l’educazione è il titolo di una lezione svolta nell’Università Tor Vergata di Roma, in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2016-2017. Una Lectio inauguralis incentrata sull’idea di una scienza pedagogica elementarmente umana, sulla traccia dell’esperienza educativa e narrativa di Anton S. Makarenko. Il saggio che ne deriva coincide pertanto con il racconto di una concreta esperienza individuale e collettiva in un Laboratorio di scrittura e lettura, nei carceri di Regina Coeli a Roma e Ugo Caridi di Catanzaro (Siano). Finalità del Laboratorio la sperimentazione, in un contesto culturale, carcerario e didattico assai diverso, delle idee e delle tecniche educative di Makarenko. Obiettivi principali in tal senso: una connessione il più possibile rigorosa e flessibile del potenziale critico e autocritico (autoeducativo) degli studenti e dell’insegnante; e la pubblicazione dei risultati dell’apprendimento-insegnamento realizzato con sullo sfondo gli articoli 2,3, 27, 33 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana, nel quadro dell’Unione Europea e degli elementari Diritti Umani mondialmente riconosciuti come inalienabili.
A science in flesh and bone. Makarenko, Prison, Education is the title of a lesson held at Tor Vergata University in Rome, at the opening of the academic year 2016-2017. A Lectio inauguralis centred on the idea of an undoubtedly human pedagogical science, on the assumption of Antonio Labriola's teaching and on the track of the educational and narrative experience of Anton S. Makarenko. The resulting essay thus coincides with the narrative of the individual and collective reality of a Laboratory of Writing and Reading, in the prisons of Regina Coeli in Rome and Ugo Caridi of Catanzaro (Siano). The purpose of the Laboratory is experimentation, in a very different cultural, prison and didactic setting, of Makarenko's educational ideas and techniques. Main goals in this regard: a connection as strictly as possible and flexible as possible of the critical and self-critical potential (self-education) of students and teachers; And the publication of learning outcomes achieved in the background in Articles 2.3, 27, 33 and 34 of the Constitution of the Italian Republic, within the framework of the European Union and the Human Rights elementary universally recognized as inalienable.
Kathi A. Borden, Lynn H. Collins, Mario Gennari, Mary Beth Kenkel, Lorraine Mangione, Giancarla Sola
L’articolo affronta il concetto di “Psyche” muovendo da una prospettiva interdisciplinare restituita dalla Pedagogia Clinica e dalla Psicologia Clinica. Scritto da pedagogisti e psicologi, italiani e americani, l’articolo anzitutto tratteggia i presupposti epistemologici che permettono alla Pedagogia Clinica e alla Psicologia Clinica di instaurare un dialogo tra scienze differenti. Quindi, individua alcune convergenze tematiche che consentono di correlare la ricerca in pedagogia con la ricerca in psicologia. Infine, delinea come tale approccio interdisciplinare contribuisca non solo a potenziare i rispettivi àmbiti di ricerca delle due scienze, ma anche a incrementare la conoscenza sull’essere umano e le forme di malessere che, all’inizio del XXI secolo, lo contraddistinguono. Si tratta di un settore euristico ancora poco studiato, la cui rilevanza teorica e pratica non può più essere ignorata o trascurata. Né dalla Pedagogia Clinica né dalla Psicologia Clinica.
The article deals with the concept of “Psyche” moving from an interdisciplinary perspective represented by Clinical Pedagogy and Clinical Psychology. Written by pedagogists and psychologists, both Italian and American, the article first covers the epistemological assumptions that allow Clinical Pedagogy and Clinical Psychology to establish a dialogue between different sciences. Therefore, it identifies some thematic convergences that link research in Pedagogy with research in Psychology. Lastly, it outlines how an interdisciplinary approach contributes not only to develop the respective research areas of the two sciences, but also to increasing knowledge of the human being and the forms of malaise which, at the beginning of the 21st century, distinguish it. It is a heuristic field still underdeveloped, whose theoretical and practical relevance can no longer be ignored or overlooked. Neither from Clinical Pedagogy nor from Clinical Psychology.
Gemma Errico
L’articolo affronta il tema della continuità tra gioco e lavoro in ambito educativo e scolastico, descrivendo, alla luce di alcune concezioni pedagogiche e psicologiche, la funzione e il significato di questi due strumenti apparentemente lontani. Invitando a non considerare il gioco come metodo alternativo al lavoro, ma a scorgere la valenza formativa ed educativa di entrambi, si propone di utilizzare l’attività ludica come metodo creativo e lavorativo, quale attività seria e sensata (gioco-lavoro), quindi, di promuovere il naturale passaggio dal gioco al lavoro, salvaguardando in quest’ultimo (lavoro-gioco) la spontaneità e l’appagamento caratterizzanti il gioco.
The article deals with the topic of continuity between play and work in educational and scholastic context, describing, based on some pedagogical and psychological concepts, the function and the meaning of these apparently opposite tools. The essay suggests not considering the play as an alternative method to work, but recognising the educational value of both, and proposes to use the playful activity as creative and working method, as serious and sensible activity (play-work), therefore, to foster the natural transition from play to work, safeguarding in the latter (work-play) the spontaneity and the satisfaction which characterize the play.
Anselmo R. Paolone
Con riferimento al concetto di ricerca qualitativa in educazione, alcuni autori anglosassoni usano, piuttosto che definirla sinteticamente (secondo i classici criteri per cui, tra l’altro, sarebbe legata alla prospettiva “naturalista”, a una comprensione interpretativa dell’esperienza umana, ecc.) descriverla in modo ben più articolato, sottolineandone anche altre specificità, ad esempio rispetto a differenti tipologie di ricerca. In questo modo la ricerca qualitativa non viene quasi mai sinteticamente definita, ma piuttosto se ne esplorano e descrivono estensivamente vari risvolti, al fine di fornirne un quadro articolato e capace di chiarirne di volta in volta il profilo, vista anche la tendenza a applicare i metodi qualitativi in modo idiosincratico. In conclusione, dall’esame della letteratura in questione appare più facile trovare ampi elenchi di caratteristiche della ricerca qualitativa (nelle sue varie incarnazioni e accezioni) che non sue sintetiche definizioni, il che sarebbe dovuto tra l’altro all’estrema eterogeneità e vitalità del campo studiato.
Some Anglo-Saxon authors, instead of defining qualitative research using synthetic formulas, prefer wider definitions based on the description of specific aspects of different varieties of educational research. This, in order to exemplify them clearly, accordingly to the context of the precise domain they are illustrating. In such perspective, some authors for instance focus on the differences between qualitative and quantitative research, using them as descriptive items. Others highlight the trans-disciplinary and inter-disciplinary nature of qualitative research, describing it as a multi-method and multi-paradigm form. Others highlight its ethical and political dimensions. Reflexivity is another qualifying element. Others classify different types of educational research by dividing them into different streams, which could be synthesized as the streams of “prediction and control”; “understanding”; “educational policy”; “assessment and decision-making”. This synthetic review shows us that it is easier to describe qualitative research by being aware of its multiple articulations and specificities, rather than attempting to reach a synthetic ultimate formula.
Giuseppe Sellari
La comunicazione verbale si avvale di meccanismi che vanno oltre la sola funzione referenziale. La voce infatti esprime la personalità, l’emotività, l’intelligenza e la sensibilità dell’individuo, rendendo la comunicazione verbale ricca di elementi che definiscono il messaggio finale recepito dall’interlocutore. I disturbi della voce (disfonie) influiscono sulla comunicazione per l’impatto che essa ha sulle attività quotidiane, sulla sfera psicologica e sulla percezione personale delle caratteristiche vocali. L’educazione musicale, specialmente come attività scolastica di gruppo, diviene il meccanismo attraverso il quale il bambino, con gioia e partecipazione, assimila il comportamento vocale più idoneo. Durante le attività musicali gli effetti energetici del suono guidano a movimenti spontanei e più consapevoli contribuendo a sviluppare nel bambino un’intelligenza comportamentale, espressiva e fonatoria indispensabile per un corretto uso della voce. Pertanto la musica assume una valenza formativa, educativa ed estetica.
Verbal communication makes use of mechanisms that go beyond the only reference function. In fact, voice expresses personality, emotions, intelligence and sensibility of each individual, it conveys verbal communication to be rich of elements that defines the final message drawn to the interlocutor. Voice disorders (dysphonia) influences the communication depending on the impact of everyday’s activities, on the psychological sphere and on the personal perception on vocal characteristics. Music education, especially as a group school activity, becomes the mechanism where a child, with joy and participation, assimilates the most correct voice habit. During musical activities the energetic effects of the sound directs to a spontaneous and a awareness of movement helping to develop therefore a behavioural, expressive and phonatory intelligence in the child, essential for a correct use of the voice. So the music assumes a formative, educational and aesthetic valence.
Maria Volpicelli
L’articolo documenta la diffusione delle concezioni pedagogiche di Giuseppe Lombardo Radice in vari contesti europei ed extraeuropei. I risultati della ricerca, condotta in vari archivi italiani e stranieri, hanno reso necessario suddividere il testo in due parti. La parte che qui si pubblica, la prima, prende in esame la circolazione delle idee dello studioso catanese in Polonia e in Romania, le motivazioni della sua controversa mancata partecipazione al Congresso della LIEN di Locarno del 1927 e, preliminare allo svolgimento delle tematiche affrontate nella seconda parte, il rapporto del pedagogista spagnolo Lorenzo Luzuriaga con il movimento dell’educazione nuova.
This article documents the spread of Giuseppe Lombardo Radice’s pedagogical concepts in various European and non-European contexts. The results of this research, conducted in a number of Italian and foreign archives, dictated a division of the text into two parts. The part published here, the first, examines the circulation of the scholar from Catania’s ideas in Poland and Romania, the reasons behind his controversial non-participation at the Locarno Congress of the LIEN in 1927 and, as a preliminary to the themes dealt with in the second part, the Spanish educationalist Lorenzo Luzuriaga’s relationship with the new education movement.
Carlo Cappa
L’articolo si articola in tre differenti momenti: il primo riguarda l’ambito interdisciplinare della geografia dell’educazione, con particolare attenzione all’educazione comparata, al fine di analizzare l’uso di un vocabolario sovente legato ad approcci postmoderni. Nel secondo momento, oggetto di riflessione è il processo di selezione operato da una rilevante parte degli studiosi anglo-americani dediti all’educazione comparata per selezionare o derivare concetti e metodologie dal pensiero postmoderno. La terza parte, infine, è dedicata all’elaborazione di una possibile e, si ritiene, generativa maniera riflettere riguardo all’educazione comparata in vivace conversazione con le attuali interpretazioni italiane del postmoderno.
My article is composed of three parts: the first one concerns the interdisciplinary field of the geography of education, with special attention on comparative education, in order to show the use of a vocabulary generally linked to a postmodern approach. In the second part, I will draw attention to the selective choice made by a large part of the Anglo-American scholars in comparative education, to pick up concepts and methodologies from the postmodern tradition. In the third part, I would like to present a possible and, from my point of view, generative way of thinking about comparative education in relationship to the present Italian reading of the postmodern.
Stephen Carney
L’articolo analizza l’emergere e l’influenza di una nuova knowledge-geographic communities impegnata a consolidare e approfondire l’uso dell’inglese quale lingua veicolare per gli studi umanistici e per le scienze sociali. L’autore prende in considerazione alcune nozioni centrali della globalizzazione che hanno riscosso grande attenzione nelle scienze sociali anglo-americane, al fine di proporre alcuni suoi approcci originali alla comparazione nell’ambito dell’educazione comparata. Tali approcci sono presentati dall’autore come minoritari all’interno delle riflessioni attualmente maggiormente diffuse. Tracciando un percorso di come tale marginalizzazione è stata possibile, l’articolo riflette su come prendere in conto, celebrare e istituzionalizzare la differenza all’interno della ricerca accademica. Nonostante l’analisi sia radicata nell’ambito dell’educazione comparata, essa si configura come rilevante per altri ambiti disciplinari e rappresenta un monito per restare vigili rispetto a nuove e pervasive forme d’esclusione, non ultime quelle basate sulla supposta neutralità dell’inglese accademico globale.
This article considers the emergence and dominance of new ‘knowledge-geographic communities’ that work to consolidate and deepen the use of English as a language of exchange in the humanities and social sciences. I consider some of the key notions of globalization that have preoccupied Anglo-American social science research, and outline some of my own approaches to comparative work in the field of comparative education. Here, I suggest that these are positioned as marginal within the mainstream. Having outlined a trajectory of how this marginalization becomes possible, I reflect on what can be done to acknowledge, celebrate and institutionalize difference in the academy. Whilst my analysis is grounded in the ‘field’ of comparative education, it is relevant for other disciplinary communities and serves as a call that we remain vigilant against new and pervasive forms of exclusion, not least when they are based on the purported neutrality of global academic English.
Alessandro Sanzo
L’obiettivo di questo saggio, che si inserisce organicamente nel lavoro di ricerca che l’autore porta avanti ormai da alcuni anni sul Museo d’Istruzione e di Educazione, è quello di offrire un contributo originale alla storia degli studi comparativi in educazione nell’Italia del secondo Ottocento. A tal fine, si focalizzerà l’attenzione sulle dimensioni comparative relative all’attività del suddetto istituto museale durante la direzione di Giuseppe Dalla Vedova (1875-1877) e Antonio Labriola (1877-1893). Si cercherà di dimostrare, tra le altre cose, come gli studi comparativi compiuti da Labriola negli anni Settanta e dell’Ottocento Ottanta vadano necessariamente inseriti e compresi nel quadro dell'esperienza museale.
This essay is part of a research project that the author carries ahead by now some years on the Museum of Instruction and Education. The aim of this paper is to offer an original contribution to the history of the comparative studies in education of the second Eight hundred in Italy. Therefore the attention will be focused on the comparative dimensions relative to the activity of the abovementioned museum institute during the direction of Giuseppe Dalla Vedova (1875-1877) and of Antonio Labriola (1877-1893). We will try to prove, between other things, like the comparative studies, carried out by Labriola in the Seventies and Eighties, must be inserted and necessarily understood in the area of the museum experience.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
K. A. BORDEN, C. CAPPA, S. CARNEY, H. A. CAVALLERA, L. H. COLLINS, G. ERRICO, M. GENNARI, B. KENKEL, L. MANGIONE, A. R. PAOLONE, A. SANZO, G. SELLARI, N. SICILIANI DE CUMIS, N. SISTOLI PAOLI, G. SOLA, M. VOLPICELLI
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2016
Sommario
Hervè A. Cavallera
L’articolo, attraverso la disamina della lettura che Elémire Zolla svolge della sapienza orientale, intende delineare come quest’ultima tende a costituirsi nel suo significato di percorso di salvezza. Essa ha pertanto un profondo valore educativo, destinato a rivelarsi come il principale compito della formazione, aspetto che la cultura occidentale contemporanea invece trascura.
The piece, through the analysis of the vision of the eastern wisdom made by Elémire Zolla, intend to outline how this wisdom tends to constitute herself in a sense of a path to salvation. Therefore it has a deep educative value, destined to become known as the crucial task of the education, a perspective overlooked by the contemporary western knowledge.
Cosimo Costa
In un tempo pervaso dall’etica della forza, dove il giusto e l’ingiusto sono in balia del più forte, è sempre più avvertita la necessità di individuare il potenziale umano, inventariare i suoi percorsi oltre che gli aiuti per raggiungerlo. Attraverso Platone, che sostiene la modificabilità della natura umana ma non dimentica la tensione alla legge del più forte, si avvia il tratteggio dell’individuazione e dell’aiuto. Ed ecco lo svelamento dell’essere, il logos che mediante i logoi coglie l’essere che si svela, ma anche il rischio dell’educere, in cui lo svelamento della verità rischia di divenire doxa, nonché annullamento dell’essere altrui.
In a period dominated by the ethics of power, where justice and injustice are to serve the strongest, there is an urgent need to identify the human potential, inventorying its paths beyond the means to reach it. Through Plato, who emphasizes the changeability of human nature, not ignoring the law of the strongest and its tension, we get closer to the layout of individualization and help. There’s the unveiling of being, the logos which seizes the being through logoi, but also the risk of educere, where the unveiling of the truth threatens to become doxa or even the extermination of other’s beings.
Valentina D’Ascanio
Dalla fine degli anni ’90, la formazione iniziale degli insegnanti ha ricevuto una crescente attenzione nell’agenda politica dell’Unione Europea in materia d’istruzione e formazione. In Education and Training 2010 e nel successivo Education and Training 2020, nonché nei documenti europei specificatamente dedicati alla formazione iniziale degli insegnanti, questa è stata definita elemento cardine per un’istruzione di qualità ed è stata affermata la volontà di delineare “un profilo europeo dell’insegnante”, mediante la proposta di un quadro di riferimento europeo delle competenze e l’invito, rivolto agli Stati membri, a implementare un sistema di assicurazione della qualità. Il progressivo articolarsi del discorso sovranazionale in materia di formazione degli insegnanti sta avvenendo in uno scenario educativo che continua a mostrare marcate e sostanziali differenze a livello nazionale e istituzionale per ciò che concerne tempi, contenuti e modi dell’offerta formativa progettata ed erogata per gli insegnanti di scuola primaria e secondaria. Sulla base di tale considerazione, il presente contributo si propone di impiegare il contesto italiano, nello specifico la formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria, quale punto di osservazione da cui guardare “in parallelo” e confrontare criticamente i principali momenti che, dalla fine degli anni ’90, hanno caratterizzato la discussione politica nazionale ed europea. Tale analisi è volta a individuare e comprendere gli eventuali punti di contatto e di distanza tra il discorso sovranazionale e nazionale per riflettere sulle dinamiche, le interrelazioni e le forze che interessano la formazione degli insegnanti di scuola secondaria e per prospettare ulteriori approfondimenti e linee di ricerca.
Since the end of Nineties, the political agenda of the European Union has devoted a growing attention to the initial teacher education. In Education and Training 2010 and in the following Education and Training 2020 as well as in the European documents specifically dedicated to the initial teacher education, this last is seen as a crucial factor for a quality education; moreover, here the political will to delineate a European teacher profile by a common European competence framework has been declared and the European States members have been encouraged at implementing a quality assurance system. The supranational discourse on the teacher education is taking shape in an educational scenario which has been showing sharp and significant differences at national and supranational levels for what regards time, content and ways of the teacher education both for primary school teachers and for secondary school teachers. On the basis of such consideration, this contribute is devoted to use the Italian context, specifically the initial education of secondary teachers, as a point of view from which looking at in parallel and critically comparing the main moments that have characterized the national and European political discussion since the Nineties. This analysis is aimed at understanding the possible points of contact and distance between the supranational discourse and national one in order to reflect on the dynamics, the interrelationships and the forces which affect the education of secondary school teachers and to prospect further deepening and investigations.
Mario Gennari
L’articolo affronta il tema dell’arte romana, scrutandone l’autenticazione identitaria profonda. Ciò attraverso l’esplicarsi delle differenze tra classicità e classicismo. Sono così analizzati i “canoni estetici” dell’arte nella Roma repubblicana e imperiale. Lo “stile” peculiare di quest’ultima pone in evidenza i rapporti fra architettura e urbanistica, considerando però anzitutto i processi della formazione e dell’educazione dell’uomo romano. L’articolo ripensa la storia della pedagogia ponendola in rapporto con la storia dell’estetica, che nell’iconografia cristiana registrerà la fine della classicità e del classicismo, nonché il passaggio dell’uomo della virtus a quello della perfectio.
The article broaches the theme of Roman art, scanning its deep identitarian authentication. It does that through the explication of the differences between classical and classicism. In this way the “aesthetic canons” of art in republican and imperial Rome are analyzed. The peculiar style of the latter points out the connections between city planning and architecture, considering however in the first instance the processes of the self-formation and the education of the Roman mans. The article thinks again the history of pedagogy in connection with the history of aesthetics. This, in the Christianiconography, will record the conclusion of classical and classicism, as well as the passage from the man of virtus to the man of perfectio.
Antonella Nuzzaci
Il contributo affronta il problema dell’Assicurazione della Qualità nell’Istruzione Superiore, diventato ormai centrale nel panorama internazionale. Esso restituisce un quadro d’insieme sulle problematiche riguardanti il necessario radicamento di una cultura del la qualità in Europa quale elemento principale di innovazione atto a consentire una reale trasformazione di specifici contesti universitari, il ruolo svolto dalle “Agenzie nazionali” in riferimento agli accordi, agli standard e alle linee guida che vengono condivisi dagli Stati, dalle istituzioni e dalle organizzazioni che fanno parte del “sistema europeo dell’istruzione superiore” e che vedono agire una “governance” entro uno spazio e un territorio comuni alla ricerca di un equilibrato rapporto tra processi di valutazione esterna e interna.
The contribution deals with the problem of Quality Assurance in Higher Education, which has become central in the international scene. It gives an overview about questions regarding the necessary establishment of a culture of quality in Europe as the major element of innovation directed to allow a real transformation of the specific university contexts, the role of “National Agencies” with reference to the agreements, the standards and guidelines that are shared by states, institutions and organizations that are part of the “European Higher Education System” and see acting a “governance” within a common space and territory in search of a balanced relationship between processes of external and internal evaluation.
Anselmo R. Paolone
La cittadinanza romana era articolata in una gerarchia sociale basata sul rispetto di valori condivisi, che si incarnavano in virtù civiche (l’osservanza delle quali è definita cumulativamente da Tito Livio col nome di dignitas: patriottismo, moralità, ecc.). In tal senso, ogni 5 anni, nella cerimonia detta census, i censori distribuivano i cittadini negli ordini sociali, in accordo con la dignità delle loro azioni, e davano vita così a una gerarchia sociale in cui i privilegi erano bilanciati dai doveri: più alta era la posizione sociale di ciascun cittadino, maggiori erano le sue responsabilità verso il bene comune (res publica). Partecipando al census la gioventù romana, attraverso l’azione congiunta del rituale valutativo attuato dai censori, e della pubblica mostra del relativo sistema dei valori (incarnati negli exempla: modelli virtuosi da imitare, presentati attraverso la storia nazionale, la letteratura e le arti figurative) veniva così educata al sistema di valori che strutturava la società. In un’epoca in cui un sistema formativo nazionale ancora non esisteva, questa poteva essere considerata una forma “cerimoniale” di educazione civica. Si trattava tuttavia di una forma di educazione tipica delle culture antiche, che mirava soprattutto all’irregimentazione dei cittadini nella società olisticamente intesa.
Roman citizenship was articulated in a social hierarchy based on the commitment to shared values, which were embodied in civic virtues (the observance of which is defined cumulatively by Livy by the name of dignitas: patriotism, morality, etc.). In this sense, every 5 years, in the ceremony called census, the magistrates called censors, distributed the citizens in the hierarchized social orders, in accordance with the dignitas of their actions. By doing so, censors and citizens gave life to an official social hierarchy in which privileges were balanced by duties: the higher was the social position awarded to each citizen, the greater was his responsibility and committment to the common good (res publica). By participating in the census, Roman youth, through the combined effect of censors’ ritual evaluation, and the public display of the system of values (embodied and disseminated through the exempla: virtuous role models, presented to citizens by the means of national history, literature and the visual arts) was in such way “educated” to the value system, which structured Roman society. In a historical context where a national education system did not exist, all this can be considered as a “ceremonial” form of civic education. However, it was a “holistic” form of education typical of ancient cultures, as it aimed especially at the regimentation of citizens in the social structure, when the whole of society was more important than its individual members (salus rei publicae suprema lex esto).
Nicola Siciliani de Cumis
Makarenko in carcere racconta l’avventura del grande educatore e romanziere ucraino Anton S. Makarenko in Calabria, nel carcere di Siano/Catanzaro “Ugo Caridi”, dal giugno 2015 al giugno 2016. Si tratta della cronaca della straordinaria esperienza di un Laboratorio di scrittura e lettura e dei suoi primi risultati a stampa. Tema del saggio: la capacità dello scrivere, che precede la capacità del leggere criticamente un testo. Si impara a scrivere prima di imparare a leggere. La lettura è resa possibile dalla precedente elaborazione mentale del lettore. L’esperienza dello scrivere diventa maggiormente significativa se avviene nel corso della lettura dei propri scritti e degli elaborati degli altri (scritti, film, musiche, quadri, manufatti ecc.). Tutto questo insegna e continua ad insegnare quel che può e deve avvenire in carcere, per rendere effettivo il contenuto dell'articolo 27 della Costituzione della Repubblica Italiana, sull’educazione del condannato. E sulla rieducazione di chi liberamente insegna.
Makarenko in prison tells the adventure of the great educator and Ukrainian novelist Anton S. Makarenko in Calabria, in the prison of Siano / Catanzaro "Ugo Caridi", from June 2015 to June 2016. This is the chronicle of the extraordinary experience of a Writing Workshop and reading and its first printed results. The essay topic: the ability of writing, which precedes the ability to read the text critically. You learn to write before learning to read. The reading is made possible by the previous mental processing of the player. The experience of writing becomes more significant if it occurs during the reading of their writings and deliverables of the other (written, films, music, paintings, artefacts etc.). All this teaches and continues to teach what can and should be in prison, to implement the content of Article 27 of the Constitution of the Italian Republic, on the education of the convicted. And the reeducation of those who teach freely.
Elena Zizioli
Nel saggio qui proposto, sulla scorta della documentazione disponibile, si è tentato di valorizzare il contributo della tedesca ebrea Jella Lepman all’opera di “rieducazione” delle giovani generazioni nella Germania all’indomani del secondo conflitto mondiale. Fondatrice della celebre Internationale Jugendbibliothek di Monaco e del Comitato internazionale IBBY (International Board on Books for Young people), Lepman scelse di costruire percorsi di cittadinanza democratica attraverso i libri per ragazzi. La sua opera consente di trarre ancora oggi stimoli fecondi per chi è chiamato ad educare nelle nostre società caratterizzate sempre di più dai fenomeni migratori e dalla debolezza di prospettive, scommettendo sul libro come motore di cambiamento.
Leaning on available documents, in the present essay we tried to emphasize the contribution of Jella Lepman, a Jewish German, to the work of “reeducation” of the younger generations in Germany in the aftermath of World War II. Founder of the famous Internationale Jugendbibliothek of Monaco and of the International Committee of IBBY (International Board on Books for Young people), Lepman chose to create democratic citizenship paths through books meant for children. Her work and idea to bet on books to promote change, still today offers fruitful stimuli to those called to teach in a society characterized, more and more, by migratory phenomena and by a lack of perspectives.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
P. BERALDI, G. CANEPA, C. CAPPA, C. COSTA, H. A. CAVALLERA, V. D’ASCANIO, M. DURST, M. GENNARI, A. NUZZACI, A. PAOLONE, N. SICILIANI DE CUMIS, E. ZIZIOLI
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2016
Sommario
Raffaella Biagioli
Nel panorama degli interventi finalizzati ai minori non accompagnati, sussistono differenti stadi di complessità, di organizzazione, di servizi e di attività mirate all’utenza, nonché di progettazione specifica che risente dei differenti approcci metodologici. A questo riguardo mancava completamente una ricerca che si occupasse delle problematiche scolastiche visto che i minori stranieri, anche se privi di permesso di soggiorno, hanno il diritto di essere iscritti a scuola (di ogni ordine e grado) e l’iscrizione avviene nei modi e alle condizioni previste per i minori italiani In Toscana è stata compiuta una ricerca che ha avuto come obiettivo proprio quello di rilevare la presenza dei minori non accompagnati all’interno delle scuole secondarie, per acquisire dati sui numeri, per comprendere la tipologia di accoglienza scolastica, per capire le difficoltà incontrate nei percorsi disciplinari e le modalità didattiche utilizzate da parte degli insegnanti.
In the overview of interventions focused on unaccompanied minors, there are different stages of complexity, organization, services and activities targeted to users, as well as specific planning that reflects the different methodological approaches. In this respect, a specific research was needed in order to deal with school problems, since foreign children -including those without a residency permit- have the right to be enrolled in school (of all levels), and the registration is made under the conditions provided for by law for Italian minors. In Tuscany, a search was performed which was aimed precisely to detect the presence of unaccompanied minors in secondary schools, in order to acquire numerical data, understand the type of educational integration received, understand the difficulties faced in the disciplinary paths and teaching methods used by teachers.
Valeria Caggiano, Elfy Fiorini
Il contributo si inserisce nel dibattito internazionale rispetto alla valutazione dei docenti e vuole fornire un contributo alla spiegazione delle variabili, valori professionali, che incidono e caratterizzano l’insegnamento dei docenti della scuola primaria. L’apporto dello studio contribuisce al dibattito internazionale legato al tema e agli strumenti utilizzati, riporta l’interesse sui Valori come dimensione psicologica che caratterizza gli stili di insegnamento e le competenze auto-valutate dagli insegnanti. L’utilizzo della scala spagnola, Escala de Evaluación de la Competencia Autopercibida del Docente de Educación Primaria (ECAD-EP), congiuntamente alla Scala di Schwartz PVQ (Portrait Values Questionnaire) ha coinvolto un campione 213 docenti di scuola elementare, contempla docenti di nazionalità belga-francese e docenti italiani. Da quanto è emerso, si può dire che i valori che principalmente incidono sullo sviluppo di tali capacità e comportamenti professionali, sono: tradizione, universalismo, autodirezione e benevolenza. I primi due influiscono in modo maggiormente significativo e su un più elevato numero di competenze, mentre gli ultimi due possiedono delle influenze più specifiche e mirate. Studi futuri mostreranno il ruolo delle variabili socio-demografiche influenti negli stili di insegnamento, contribuendo alla letteratura internazionale sul tema.
This contribution is aimed to be a conceptual proposal within the discussion on the teachers’ assessment and also intends to make a contribution in the explanation of the variables affecting and characterizing the primary school teachers’ teaching styles. The study fits within the international debate on this topic and more in specific on the tools used for the assessment, and returns the interest on Values as psychological dimension characterizing the teaching styles and the teachers’ self-assessed skills. The use of the spanish scale Escala de Evaluación de la Competencia Autopercibida del Docente de Educación Primaria (ECAD-EP), together with the Schwartz PVQ scale (Portrait Values Questionnaire) involved a sample of 203 primary school teachers. According to the results, the values whom primarily affect the development of these skills and professional behaviors are: tradition, universalism, benevolence and self-direction. The first two affect more significantly and on a higher number skills, while the rest have more specific and targeted influences. Further studies will show in depth the sociodemographic variables impact on the teaching styles, contributing to the international literature about these issues.
Carlo Cappa
L’articolo affronta il delicato tema del ruolo delle discipline umanistiche all’interno dell’attuale scenario dell’insegnamento superiore in Europa. La prima parte è dedicata all’analisi dell’odierno frangente dell’università e, in particolare, delle dinamiche di stampo aziendalistico che, nel quadro del Processo di Bologna e degli sviluppi della Strategia di Lisbona, ne hanno mutato in profondità il profilo. Nella seconda parte, per cercare di rispondere agli interrogativi emersi, si svolge una ricerca fondata sullo studio di alcune opere che hanno offerto, in diversi momenti storici, uno sguardo critico e propositivo riguardo all’identità europea proprio a partire dal suo legame con gli studi umanistici e con la loro tradizione, ponendo sempre in primo piano l’irrinunciabile contributo della riflessione educativa.
The principal aim of the article is to understand the role of humanities in the current scenario of European higher education. The first part contains an analysis of the university predicament in the world of today and, in particular, of the recent market-oriented dynamics linked to Bologna Process and to the developments of Lisbon Strategy, in order to stress their impact on the idea itself of higher education. In the second part, for answering the questions raised in the previous pages, a research is carried out on some important works devoted to the European identity linked to humanities and their tradition, emphasising the essential contribution of educational thought in this respect.
Marco Antonio D’Arcangeli
Il contributo propone un’analisi pedagogica – sotto il profilo, quindi, delle sue implicazioni, potenzialità, “applicazioni” educative e formative – del concetto di «decrescita», mediante un breve confronto, condotto da questo punto di vista, con i testi e con le tesi di Serge Latouche, l’economista e maître à penser francese che ne è il principale teorizzatore, divulgatore e patrocinatore. Al centro della riflessione v’è il ruolo che può e deve giocare l’educazione – che per dirsi tale, non può accettarne uno di rango meramente “esecutivo” – situandosi fra la critica al paradigma della «crescita» (e alla forma economica capitalistica, che ne rappresenta la premessa, con i suoi “assiomi”, il profitto e il consumo, e il suo sostrato ideologico, una raison “tracotante” che si pone come dominatrice della natura), tramite la denuncia delle sue nefaste conseguenze sul piano ambientale (l’inquinamento e la distruzione degli ecosistemi, l’esaurimento delle materie prime), sociale (l’accrescersi delle diseguaglianze e delle povertà), etico e morale (la riduzione e l’asservimento all’«economico», alle finalità del «produrre e consumare di più», a uno sfrenato individualismo e a un cieco utilitarismo, di tutte le dimensioni, gli aspetti e i valori dell’attività e dell’esistenza umana, a livello individuale e dei rapporti interpersonali e sociali; l’appiattimento e l’omologazione culturale), portata avanti, a partire dagli anni Novanta, da Latouche e da numerosi studiosi, gruppi e movimenti d’opinione, e «l’utopia possibile», pure da questi proposta e variamente articolata, della realizzazione di un nuovo modello economico, sociale, politico, antropologico – quello della «decrescita», appunto.
The aim of the present essay is the presentation of a pedagogical analysis of the concept of “degrowth”- therefore in terms of its implications, possibilities, educational and instructive implementations – by means of a short, focused debate on the writings and theories of Serge Latouche, the French economist and authority who is the main theoretician, popularizer and proponent of the notion. At the heart of our reflections there is the role that education can and should play – since genuine education can’t accept one of a mere “executive” rank – and has to move from a criticism of the epitome of “growth” (and of the capitalist economic system as its precondition, with its “postulates” of profit and consumption, and its ideological foundation, an arrogant reason which aims at ruling over nature), through the condemnation of its ominous consequences on the environment (pollution and devastation of eco-systems, raw materials depletion), on society (increase of inequalities and poverty) on ethics and morals (subjection and enslavement to “finance”, to the goals of “producing and consuming more”, to selfish individualism and blind utilitarianism of all kinds, values and forms of human life and activity at individual level, and in interpersonal and social relations; cultural standardization and homogenization), which since the Nineties has been fostered by Latouche and several scholars, groups and movements, to the “possible utopia” – that they have also variously sustained – of the fulfillment of a new economic, social, political, anthropological model – namely the model of “degrowth”.
Alessandro Sanzo
La storiografia relativa al Museo d’Istruzione e di Educazione, trascorsi ormai oltre centoquaranta anni dalla fondazione dell’istituto museale (1874), si trova a fare ancora i conti con la dispersione dell’importante patrimonio museale. In tale prospettiva, alla luce di recenti ricerche archivistiche effettuate presso l’Archivio Centrale dello Stato e la Società Geografica Italiana, l’articolo intende apportare un contributo originale alla ricostruzione delle vicende legate alla soppressione del «Giornale del Museo d’Istruzione e di Educazione » (1876) e alle dimissioni del geografo Giuseppe Dalla Vedova dalla direzione dell'istituto museale (1877).
Almost one hundred and forty years have elapsed since the foundation of the Museum of Instruction and Education (1874), and the historiography of the museum’s institution still has to tackle the dispersion of its important heritage. On the basis of the recent archival research carried out at the Central Archive of the State and the Italian Geographical Society, the aim of this paper is to make an original contribution to the reconstruction of the events related to the suppression of the “Giornale del Museo d’Istruzione e di Educazione” (1876) and to the resignation of the geographer Giuseppe Dalla Vedova from the direction of the museum Institute (1877).
Mirosława Zalewska-Pawlak
Il problema di base affrontato nel presente contributo è la ricerca di una argomentazione che permetta di riconoscere il ruolo dell’educazione estetica quale materia nel quadro delle scienze pedagogiche. La questione qui discussa è relativa alla possibilità, nel XXI secolo, di attribuire alla teoria dell’educazione estetica una propria identità e di considerarla, pertanto, una sotto-disciplina pedagogica a sé stante. Nel corso dell’analisi si è ritenuto opportuno fare alcuni riferimenti e confronti tra Polonia e Italia in considerazione del fatto che nelle tradizioni teoriche di entrambi i Paesi sono riscontrabili sia studi continuativi sulla relazione arteformazione, sia pubblicazioni scientifiche recanti nel titolo il termine “educazione estetica”. Il presente contributo pone in risalto le principali categorie in grado di sancire la scientificità di una materia: la cultura estetica, l’autocoscienza estetica, l’atto creativo, l’esperienza estetica. Le conclusioni del presente articolo vogliono essere un incentivo alla riflessione.
The basic issue addressed is the search for considerations identifying the subject of aesthetic education in pedagogical science. The research question concerns the nature of the identity of the theory of aesthetic education in the twenty-first century as a subdiscipline of pedagogy. In order to legitimize the study, a comparative analysis of Polish-Italian references has been carried out, since both theories continue to investigate the relationship between art and education and researches in this field use the term aesthetic education. The proposed content analysis is based on significant subjects as in the following categories: aesthetic culture, aesthetic self-knowledge, creativity, aesthetic experience. Answers presented in the conclusions are open for reflection.
Donatella Palomba
L’articolo, dando brevemente conto della complessità e dell’ampiezza delle tematiche inerenti agli studi comparativi in educazione, intende proporne una lettura che mette in luce il contributo che tali studi possono portare ad un approfondimento della riflessione pedagogica ed educativa in tutta la sua estensione e complessità, non solo nei suoi aspetti istituzionali ma anche sul piano teorico e storico così come su quello delle pratiche educative e delle ricerche empiriche.
The article, addressing briefly some of the crucial points related to comparative studies in education and to the complexity and extension of the themes they address, intends to highlight the contribution that these studies can give to a deepening of the reflection on education in all its aspects, not only institutional and historical, but also in the theoretical domain as well as in the domain of educational practices and empirical research.
Vanna Gherardi
I rapporti di reciproco beneficio tra il campo degli studi comparativi in educazione e quello degli studi in didattica viene sostenuto prendendo in esame le fasi di evoluzione della formazione degli insegnanti e quelle di riforma dei curricoli. Quando la richiesta di professionalità nell’insegnamento, come risposta alla crisi della scuola, coinvolge l’Italia nel dibattito internazionale per un rinnovamento della formazione iniziale e continua degli insegnanti, la mancanza nel nostro paese di una prospettiva comparativa nella elaborazione della riforma mette in evidenza come l’innovazione sia a rischio quando la professionalità didattica rimane una categoria astratta. La debolezza di studi empirici di tipo etnografico nella ricerca in didattica, la linea di ricerca più feconda negli studi comparativi, porta a prestiti concettuali aldilà delle tradizioni culturali e del carattere nazionale dei paesi coinvolti. Ciò si ripercuote sulle pratiche educative, producendo distorsioni di senso e distacco tra il piano del curricolo formale e ciò che avviene nella realtà delle pratiche a scuola.
The mutually advantage relationship between the field of comparative education studies and didactic studies is supported by examining the evolution stages of teacher training and those of the curricula’s reform. When the demand of professionalism in teaching, as a response to the school crisis, involves Italy in the international debate for a renovation of the initial and continuing teachers training, the lack in our country of a comparative perspective during the scholastic reform elaboration highlights how innovation is at risk when professionalism in teaching remains an abstract category. The weakness of empirical ethnographic studies in the didactic research, how the most fruitful research line in comparative studies, brings to conceptual borrowing beyond cultural traditions and national characters of involved countries. This has an impact on educational practices producing a misrepresented sense and a gap between formal curriculum plan and the real school practices.
Anselmo R. Paolone
Le tendenze all’omologazione presenti in certe politiche educative (e nella ricerca comparativa che le giustifica) basate sulla governance e, tra l’altro, sulla spettacolarizzazione di benchmark e indicatori internazionali, hanno subito di recente critiche da studiosi legati al discorso postmoderno, e in particolare da alcuni adepti del metodo etnografico. Essi hanno soprattutto criticato l’affermazione di ispirazione neoistituzionalista per cui i sistemi scolastici mondiali tenderebbero necessariamente verso l’armonizzazione e l’omologazione. Queste critiche sono motivate dal fatto che varia letteratura comparativa basata su ricerche etnografiche segnala piuttosto divergenza. Ma vi è anche una reazione, a livello metodologico, contro il “rigurgito” di positivismo implicito nell’uso di benchmark e indicatori. Se a livello internazionale questa reazione avviene specialmente dentro alcune delle frange metodologicamente più avanzate della ricerca etnografica e qualitativa, dove si sta delineando una nuova tipologia di ricerca “post-qualitativa”, che prende le mosse da una “crisi della rappresentazione” ed è basata su una critica “neomaterialista”, in Italia (dove non disponiamo di una survey sulle ricerche in corso) possiamo forse tentare di inferire qualcosa sulle attuali tendenze, da una rassegna degli insegnamenti di educazione comparata impartiti nelle nostre università. Da tale rassegna, si evince un trend positivo dell’educazione comparata in chiave storica. In un recente articolo, A. Nóvoa e T. Yariv-Mashal indicano proprio nella storia un rimedio alle attuali derive dell’educazione comparata. In Italia dunque una reazione alle suddette tendenze potrebbe svilupparsi a partire dalla sensibilità storica presente nella nostra tradizione.
Some contemporary educational policies (and the comparative research that justifies them) are governance-minded and use benchmarks and international indicators as spectacle. This has been criticized by postmodern scholars, particularly by some followers of the ethnographic method. They especially criticize, among other things, the neoinstitutional-inspired concept that school systems around the world, necessarily tend towards standardization. Such criticism is motivated by the fact that some comparative literature based on ethnographic research, reports divergence instead. But these postmodernist scholars are also reacting, at a methodological level, against the "revival" of positivism which is implicit in the use of benchmarks and indicators. Internationally, this reaction seems to happen especially in some of the most methodologically advanced fringes of ethnographic and qualitative research, where a “post-qualitative” trend is taking shape. This trend is tied to a new “crisis of representation” and is based on a “neo-materialistic” critique. In Italy (where a survey on current comparative education research is not yet available) we can perhaps try to infer some hints about current trends, from a survey of comparative education courses taught in our universities. The survey shows a growth of comparative education based on history. In a recent paper, A. Nóvoa and T. Yariv-Mashal indicate precisely in history a remedy to the current “drifts” of comparative education. Therefore in Italy, a reaction to those trends could rise from the historical sensibility typical of our comparative tradition.
Corrado Ziglio
Per capire il ruolo dell’educazione comparata e la nascita di questa disciplina è importante ripercorrere alcune tappe evolutive. Nella preistoria di questa disciplina troviamo un fondamento basilare: nella scoperta delle altre culture, scopriamo la nostra identità culturale. Tuttavia, ci sono ottiche diverse per approcciarsi alla comparazione: filosofica, storiografica, sociologica, antropologica, ecc. e ogni ottica pone questioni diverse. Questo articolo, infine si pone in una dimensione critica verso una internazionalizzazione che è diventata sinonimo di rinuncia della propria identità culturale.
To understand the role of comparative education and the emergence of this discipline is important to look back at some evolutionary stages. In the pre-history of this discipline we find a basic foundation: the discovery of other cultures, we discover our cultural identity. However, there are different optics to approach the comparison: philosophy, historiography, sociology, anthropology, etc. and each optical raises several issues. This article finally goes into a critical mass towards internationalization which is become synonymous with renunciation of their own cultural identity.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
R. BIAGIOLI, V. CAGGIANO, G. CANEPA, C. CAPPA, H. A. CAVALLERA, M. A. D’ARCANGELI, G. ERRICO, E. FIORINI, V. GHERARDI, D. PALOMBA, A. R. PAOLONE, A. ROSATI, A. SANZO, I. VOLPICELLI, M. ZALEWSKA-PAWLAK, C. ZIGLIO
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2015
Sommario
Carlo Cappa
L’articolo propone un’analisi dell’Orazione fatta nell’aprirsi dell’Accademia ferrarese (1567) di Torquato Tasso, evidenziando la complessità dei rapporti tra Accademia e Università durante la prima modernità. In particolare, il testo di Tasso è posto in dialogo con gli ideali educativi, nati in seno agli studi umanistici, che caratterizzarono l’Umanesimo italiano e il Rinascimento europeo. Essi, pur appartenenti a un preciso contesto storico e culturale, possono presentare feconde suggestioni per arricchire la riflessione sulle problematiche oggi presenti nel sistema d’istruzione superiore, brevemente presentate con riferimento allo scenario europeo.
The essay proposes an analysis of Torquato Tasso’s Orazione fatta nell’aprirsi dell’Accademia ferrarese (1567), pointing out the complex relations between Academy and University in early modernity. Particularly, Tasso’s work is investigated in the framework of educational ideals born in the humanities and distinctive of Italian Humanism and European Renaissance. These ideals, although belonging to a specific historical and cultural context, may offer fruitful suggestions for enriching the present debate on higher education, which are sketched with reference to the European scenario.
Grzegorz J. Kaczyński, Piotr Podemski
Nell’articolo si propone una presentazione del panorama del sistema educativo in Polonia e in particolare del ruolo che la scuola media svolge nel suo contesto. Nel primo paragrafo viene tracciata la tradizione del sistema educativo ponendo l’accento sulle sue caratteristiche fino alla svolta democratica della Polonia avvenuta nel 1989, quando anche il sistema educativo polacco si è trasformato profondamente, a cominciare dalla legge del 7 settembre 1991 che ha introdotto la prima riforma di natura prevalentemente ideologica. Negli altri quattro paragrafi è delineata l’evoluzione più recente del sistema fino all’ordinamento attuale. Vi è presentata l’analisi dei fondamenti del nuovo sistema educativo, delle sue tipologie e dei programmi attuati dalle riforme governative.
The paper contains an analysis of the educational system in Poland and particularly the role of the middle school in this context. In the first section the authors present the tradition of the educational system with emphasis on its particular features until the democratic transformation of Poland in 1989. At that time the educational system was also transformed radically, firstly by the law of 7 September 1991 which introduced the first reform of an ideological nature. In the following four sections of the paper, the evolution of the educational system during the following years until the present organization is outlined. It contains an analysis of the foundations of the new educational system, its typologies and the programs introduced by governmental reforms.
Vincenzo Orsomarso
L’articolo si propone di cogliere le sollecitazioni marxiane in ordine ai processi educativi, i rapporti tra questi ultimi e una riflessione più complessiva interessata ad individuare, nella concretezza dei rapporti che si stabiliscono storicamente tra gli uomini, le premesse materiali e politiche di una organizzazione sociale e produttiva altra da quella esistente.
The article intends to understand the Marxist solicitations about educational processes and the connections between these ones and a more general consideration that wants to identify, in the concreteness of the relationships historically established among human beings, the political and material premises of a social and productive organization different from the existing one.
Giovanni Spadafora
In questo articolo l’autore analizza il significato della pedagogia nel pensiero di Giovanni Gentile. In particolare, l’autore esamina il saggio del giovane Gentile Il concetto scientifico della pedagogia del 1901. In questo saggio il filosofo italiano teorizza in modo sofisticato la “risoluzione” della pedagogia all’interno della “filosofia dello spirito”, cioè nella sua “Filosofia dell’Atto”. L’autore dimostra che questa “risoluzione” potrebbe essere considerata uno dei più significativi contributi al dibattito contemporaneo sulla filosofia dell’educazione.
In this paper the author analyzes the meaning of pedagogy in Giovanni Gentile’s thought. In particular, the author examines the young philosopher’s essay The scientific concept of pedagogy of 1901. In this essay the Italian philosopher theorizes in a sophisticated way the “resolution” of pedagogy within “the Philosophy of the Spirit”, later defined “the Philosophy of the Act”. The author demonstrates that this “resolution” could be considered one of the most meaningful contribution to the contemporary debate of philosophy of education.
Cristiano Corsini, Silvia Zanazzi
L’articolo descrive le vicende relative alla valutazione del sistema scolastico e universitario nel nostro Paese e ne presenta un’analisi critica, alla luce del dibattito in corso a livello nazionale ed internazionale e delle acquisizioni più mature evidenziate dalla riflessione scientifica sulla valutazione educativa. Dopo aver ripercorso l’evoluzione storica dei sistemi di valutazione di scuola e università, vengono illustrati e commentati i provvedimenti normativi più recenti (in particolare: il D.P.R. 80/2013 e la «Buona Scuola» per quanto riguarda il sistema scolastico; le leggi 1/2009, 240/2010 e il D.lgs. 19/2012 per l’università), le istituzioni preposte alla valutazione, gli strumenti utilizzati e gli obiettivi, costruendo un quadro completo ed aggiornato dello stato dell’arte. Il contributo evidenzia come i sistemi di valutazione di scuole e università nel paese presentino una graduale convergenza nel loro sviluppo, convergenza individuata nell’affermazione di un approccio di tipo sommativo-rendicontativo finalizzato al controllo, carente dal punto di vista dell’efficacia formativa e della capacità di migliorare i contesti valutati.
The article illustrates the events concerning evaluation of schools and universities in Italy and proposes a critical analysis of the current systems and practices, in light of the debate going on at a national and international level and considering the reflections on the matter proposed by scientific research on educative evaluation. After describing the historical evolution of the evaluation systems, the authors explain and comment the most recent provisions (in particular: D.P.R. 80/2013 and the «BuonaScuola» reform for the school system; laws 1/2009, 240/2010 and the decree 19/2012 for university), the institutions in charge of evaluation, the instruments used and the goals, providing a complete and updated state of the art. The article underlines how evaluation systems for schools and universities present a gradual convergence in their development towards an approach centered on measurement and control, lacking from the viewpoint of educational effectiveness and in its capacity to foster real improvement
Pietro Lucisano
Il contributo propone una riflessione sul tema del significato del temine valutazione e sullo slittamento semantico che ha portato nel tempo a percepire questa attività nella sola forma di giudizio espresso da chi detiene il potere su chi deve eseguirne le indicazioni. La valutazione dei tecnologi opera, sia nella scuola sia nell’università, solo top down, rifiutando la messa in discussione degli elementi di contesto e riducendo i parametri di osservazione ad aspetti minimali dei prodotti. Per superare i limiti di questo approccio si propone un approccio dialettico basato sul confronto e sul superamento dell’impostazione analitica a favore di una visione basata sulla ragionevolezza e sulla comprensione.
The article proposes a reflection about the meaning of the term “evaluation” and on the semantic shift that has led, over time, to perceive such activity in the only form of judgement expressed by those who have the power on those who have to follow their directions. The evaluation by “technologists” adopts, both at school and at university, only a top down approach, refusing to call into question contextual elements and reducing the parameters of observation to minimal aspects of the product. In order to overcome the limits of this approach, we propose a dialectical one based on dialogue, aimed at overcoming the analytical approach in favour of a vision founded on reasonableness and understanding.
Francesco Coniglione
Il saggio cerca di individuare i motivi di fondo che hanno portato alla pressante esigenza della valutazione, che si è affermata negli ultimi decenni, e a individuarne alcune caratteristiche. Il ricorso alla valutazione si giustifica con la crescente produzione scientifica, scarsamente dominabile dal singolo ricercatore e dai decision makers, sicché si è sentita l’esigenza di rendere quanto più possibili automatici e oggettivi i criteri di valutazione. In Italia la valutazione, diversamente da quella che si era sempre fatta, ha finito per privilegiare i “prodotti” e non le persone, ha concentrato tale esercizio valutativo nello spazio (un singolo ente valutativo, l’ANVUR) e nel tempo (una volta ogni certo numero di anni) ed ha avuto carattere amministrato dall’alto. Essa è così diversa da quella che invece, privilegiando la persona, ha carattere distribuito, in quanto giudica il talento dei singoli mediante un certo numero di prove o giudizi che costoro di fatto affrontano durante la loro formazione e carriera. Infine tale tipo di valutazione è regressiva, nel senso che constata uno stato di fatto passato e di conseguenza attribuisce quote di premialità che finiscono per consolidarlo, invece di essere progressiva, cioè di accertare i limiti delle singole strutture per predisporre piani atti al loro superamento.
The paper attempts to identify the underlying reasons that led to the creation and implementation of a national agency to evaluate the quality of research produced by universities and public research bodies in Italy. The paper also identifies the salient characteristics of the evaluation program. The use of a national evaluation agency has been justified by increasing scientific production, and the inability of decision makers to understand the existing systems of evaluation used at the university level. Therefore, there arose a bureaucratic demand to make the evaluation criteria as automated and standardized as possible. In Italy the current evaluation’s program, unlike the one carried out in the past, ended up favouring the evaluation of “products” and not of people. The program is conducted by a single body, the National Agency for the Evaluation of the University and Research Systems (ANVUR) once every certain number of years, and is administered in a topdown bureaucratic style. We claim that this type of top-down, standardized evaluation system is regressive in the sense that is based on past accomplishments and does not recognize the promise of the future. Consequently, past performance is rewarded monetarily. In essence, research that “plays it safe” and does not take intellectual risks becomes valued because the system of evaluation relies on indicators based on a standardized worldview of quality. Thus this new system of evaluation acts to consolidate knowledge instead of being progressive, that is, to ascertain the limits of the research structures so to prepare plans acts to overcome them.
Giovanni Salmeri
Il dibattito sulla valutazione dell’insegnamento è molto acceso nella scuola, ma la maggior parte degli elementi della discussione sono rilevanti anche per l’Università. Essendo l’insegnamento un’attività umana molto complessa, sono possibili diversi modelli di valutazione, tutti con i loro limiti e rischi: si può valutare l’esperienza e preparazione dell’insegnante, la sua concreta pratica di insegnamento, i risultati nei suoi studenti. Ancora più importante è chiedersi quale sia lo scopo della valutazione: se essa viene impiegata in modo da aumentare la competizione e da fornire motivazioni estrinseche all’insegnamento, gli svantaggi saranno molto superiori ai vantaggi. Nell’intera questione non si tratta solo di elaborare soluzioni tecniche, ma di decidere che cosa sia l’insegnamento e quale sia il suo scopo umano e civile. Queste domande sono particolarmente importanti per l’Università, la cui funzione di insegnamento ha bisogno di essere ristabilita con forza.
The debate on assessment of teaching is heated as regards schools, but most of the elements of the discussion are relevant for Universities too. Since teaching is a very complex human activity, different evaluation models are possible, and each one has its own limitations and risks: one can evaluate the teachers’ experience or education, or their teaching practice, or the outcome in their students. Even more important is to determine what is the purpose of the assessment: if it is used in order to increase competition and to provide extrinsic motivations to the teaching, its disadvantages outweigh the benefits. Therefore the whole issue is not about developing technical solutions, but about deciding what is teaching and what is its human and civil meaning. These questions are particularly important for Universities, whose educative function needs to be restored from the ground up.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
G. CANEPA, C. CAPPA, H. A. CAVALLERA, F. CONIGLIONE, C. CORSINI, G. ERRICO, G. J. KACZYŃSKI, P. LEVRERO, P. LUCISANO, V. ORSOMARSO, P. PODEMSKI, G. SALMERI, G. SPADAFORA, S. ZANAZZI
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2015
Sommario
Mario Gennari
L’articolo affronta, all’interno del quadro storiografico rappresentato dalla classicità romana, il tema delle religioni nel loro rapporto con la formazione dell’uomo. Paganesimo, ebraismo, esoterismo e cristianesimo delle origini sono i quattro ambiti di riferimento all’interno di un cammino che muove dal complesso orizzonte pagano, attraversa il Dio unico dell’ebraismo, analizza i paesaggi cultuali delle tradizioni esoteriche, per giungere infine a porre in evidenza l’universalismo cristiano e la sua corrispondente teologia dell’amore.
The article discusses, within the framework of historiography represented by the Roman classicism, the theme of religions in their relation to formation of man. Paganism, Judaism, Christianity and esoteric origins are the four topic areas in a way that moves from the articulated pagan horizon, crosses the one God of Judaism, analyzes the landscapes cult of esoteric traditions, to finally reach a place in featured Christian universalism and its corresponding theology of love.
Matteo Aluigi
Questo articolo descrive l’evoluzione storico-teoretica del concetto di soggetto nel pensiero di John Dewey dai suoi primi scritti fino al periodo di Chicago. Si tratta di un tema poco trattato dalla critica, forse per via della complessità a definire la natura cangiante dell’io deweyanamente inteso. Eppure ha un forte valore esplicativo seguire la genesi filosofica della nozione di sé funzionale o pratico, per poi analizzare come questa sfocia nella concezione attivistica del bambino, essere attivo, auto-espressivo secondo l’educazione progressiva deweyana. Così si può fare chiarezza in merito ai motivi, alla forte cogenza speculativa e al saldo ancoraggio empirico del puerocentrismo, nel quale si traduce la rivoluzione copernicana in pedagogia e col quale s’impone al centro del pensiero deweyano il sé in perenne formazione.
This article describes the historical-theoretical evolution of the self in the thought of John Dewey from his early writings to the years at Chicago. The subject-matter hasn’t been developed in detail yet, perhaps because of the difficulty of defining the continuously changing nature of the self in the Deweyan perspective. Nevertheless, it has a wide explanatory value to analyze the philosophical genesis of the notion of a functional or practical self and to examine how it converges within an activist concept of the child, an active, self-expressing being according to the progressive education. Thus we can shed light on the reasons, the speculative cogency and the empirical anchorage of Dewey’s puero-centrism in which the Copernican Revolution in education is translated and with which the self in continuous formation imposes itself across the whole philosopher’s thought.
Alba Chiara Amadu
L’articolo indaga il profilo della vita intellettuale di Louise Andreas von Salomé. Dall’intreccio fra l’esperienza vitale e l’esperienza creatrice dell’autrice emerge la dimensione pedagogica presente nella sua opera. La formazione e l’educazione dell’uomo fanno da sfondo all’intera produzione bibliografica della scrittrice, la quale giungerà a individuare nelle categorie di armonia ‒ intesa come «Tensione al Tutto» ‒ e di amore gli elementi fondativi della formazione e quindi dell’educazione dell’uomo.
The article investigates the profile of the intellectual life of Louise Andreas von Salomé. Interweaving between the vital experience and the creating experience of the author shows the pedagogical dimension present in her works. Formation and education of human being are in the backdrop to the entire bibliographic production of the writer, who will come to identify the categories of harmony ‒ as a «Tension to All» ‒ and love the foundational elements of formation and education of human being.
Elsa Bruni
La nuova direzione della ricerca educativa, emersa a seguito dell’affermazione di una nuova epistemologia e della crisi della razionalità tecnica che regolava il pensare/fare formazione, ha fatto emergere un nuovo modello formativo e una impostazione originale della comunicazione che lo anima. Partendo dalla ricostruzione di questa premessa, il contributo si propone di indagare la comunicazione come frontiera del discorso pedagogico, ricollocando la categoria all’interno dell’interesse scientifico che ne sottolinea la rilevanza nei processi di educazione-formazione e nell’ambito delle professionalità educative. Il focus della riflessione è dato per un verso dalla necessità di approfondire le frontiere per ripensare e migliorare gli strumenti e le forme del comunicare nella pluralità dei luoghi in cui ciascuno vive la sua esistenza umana, per un altro verso dall’esigenza di indagarle nel loro costituirsi in termini di relazione. Al centro si pone la relazione comunicativa che si stabilisce negli ambiti intenzionalmente educativi: il che genera l’indagine sulle competenze e sui comportamenti comunicativi dell’educatore considerati il fattore principale da cui dipendono in larga misura, al di là delle implicazioni sul piano emotivo, il successo o l’insuccesso degli allievi.
The new direction of the educative research, arisen following the affirmation of a new epistemology and of the crisis of the technical rationality which regulated the thinking/training, has given rise to a new educational model and to a new original way of communication. Starting from this consideration, this work aims at inspecting “communication” as a frontier of the pedagogic discourse, reallocating the category inside the scientific interest which underlines its importance as educational/training method as well as in the field of the educative job. Focus of this work is to think over and to better the forms and the tools for a communication which should aim at becoming global that is, used by every single human being in the place he/she has chosen to live. This work also aims at investigating them, from the very beginning, in terms of relation. First of all, the core should be the communicative relation inside the educative sphere: a study of the communicative competences and behavior of the educator/teacher, considered the main actor for the success or failure of the students, beyond any emotional involvement.
Giulia Franchi
A partire da un’analisi dell’albo illustrato, della sua struttura e delle sue peculiarità, la prima parte del testo indaga le potenzialità della narrazione per immagini come strumento di educazione attraverso l’arte per i più piccoli. La seconda parte presenta un percorso di lettura, frutto della ricerca teorica e dell’esperienza sul campo, attraverso dieci esempi di picturebook e libri d’artista che avvicinano i bambini al linguaggio dell’astrazione fornendo loro un primo vocabolario per una grammatica del visivo.
The first part of this text examines narration through images’ potential of being an instrument of education through art for children starting from the analysis of picturebook’s structure and its peculiarities. The second part presents a reading itinerary through ten picturebook and artist book examples, resulting from theoretical research and hands on experience. These draw the children nearer to the language of abstraction giving them their first dictionary of visual grammar.
Paolo Levrero
L’articolo si propone di sondare criticamente gli aspetti lessicali connessi con il discorso che la Pedagogia generale ha saputo costituire in quanto scienza generale della formazione e dell’educazione dell’uomo. Le strutture logiche e linguistiche nelle quali tale discorso si è prodotto rinviano al pensiero che lo ha generato. L’analisi lessicale condotta ha voluto considerare il dibattito epistemologico che ha coinvolto la Pedagogia nella seconda metà del Novecento, situandosi anche nella storia complessiva delle concettualizzazioni che a proposito degli oggetti di studio di questa scienza sono venute concretandosi. Ciò al fine di restituire l’identità e le categorie della ricerca pedagogica.
The article aims to explore critically lexical aspects related to the scientific speech that the General Pedagogy has organized, as the science which studies human formation and human education. Logical and linguistic structures in which that discourse is produced give expression to the thinking that created it. The lexical analysis wished to consider the epistemological debate that involved the Pedagogy in the second half of the Twentieth century, and also situating in the overall history of conceptualizations about the objects of study of this science. That in order to return the identity and the categories of pedagogical research.
Simona Perfetti
Riflettere sull’esistenza di un soggetto in crisi che attraversa il cammino della vita mentre tenta di conquistare la sua forma, lancia alla pedagogia nuove sfide educative, quali la diversità in tutte le sue declinazioni, l’alienazione, la pazzia. Nell’ambito della perversa dialettica tra normalità e diversità, il metodo fenomenologico esistenziale porta avanti una forma di conoscenza che si caratterizza per l’introspezione e per l’immedesimazione e che punta su un ideale umano che si apre alle differenze, al molteplice. La diversità, nell’accezione di «negativo» della normalità, se emarginata, non com-presa, può rivelarsi come una dimensione dell’esistere chiusa, come carenza relazionale; colui che viene etichettato come «diverso», il malato mentale, il dissidente politico, il vagabondo chi, in altri termini, con la sua forte carica di alterità rischia di sovvertite l’ordine costituito, può anche essere la persona che non essendo nel testo ma vivendo ai margini della pagina, non riesce a dispiegare tutte le attività vitali e, quindi, non è in grado di portare avanti relazioni profonde con se stesso e con gli altri. Ecco perché gli interrogativi educativi che oggi la pedagogia ha l’obbligo di porsi, devono essere rivolti sia alle risorse cognitive necessarie per permettere una stretta sinergia tra le principali istituzioni educative, sia agli strumenti da adoperare per fare del dialogo e della comunicazione i perni teorici di una qualsivoglia convivenza civile. In tal senso la pedagogia della comunicazione educativa si pone come l’unica pedagogia in grado di inverarsi nella relazione interumana valorizzando, sempre, la singolarità di ogni individuo. Abbracciare come orizzonte di senso la comunicazione educativa vuole dire riflettere sulla formazione della persona che per sua essenza è volta a «decentrarsi», a «donarsi», ad aprirsi all’altro.
Reflecting the existence of a person in crisis through the journey of life as he attempts to achieve his form, it launches to pedagogy new educational challenges, such as diversity in all its forms, alienation, madness. As part of the perverse dialectic between normality and diversity, the existential phenomenological method carries out a form of knowledge characterized by introspection and empathy and pointing to a human ideal open to the differences, the multiplex. Diversity, in the sense of «negative» of normality, if marginalized, not understood, it may be proved as a closed dimension of existence, as a relational deficiency; the one labeled as «different», the mentally ill, the political dissident, the tramp... in other words, the one that with its strong position of otherness risks to subvert the established order, it may also be the person that being not in the text but living on the edge of the page, it fails to deploy all vital activities and, therefore, is unable to carry out deep relationships with himself and with others. That’s why the educational questions that today’s pedagogy has an obligation to ask itself, they must be addressed to both the cognitive resources necessary to enable a close synergy between the major educational institutions, and to the tools to be used to make dialogue and communication theorists pins of any civil society; in other words, to that philosophy of man and of reality which makes education and communication with each other as those prospects of sense required to carry out a fullfledged anthropological turn. In this sense, pedagogy of educational communication stands as the only pedagogy which can realize itself in inter-human relationship enhancing, ever, the uniqueness of each individual. Hugging the educational communication as horizon of meaning, it means to reflect on the training of the person which by its essence is aimed to «decentralize», to «give themselves», to open up to each other.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
M. ALUIGI, A. C. AMADU, E. M. BRUNI, H. A. CAVALLERA, D. COLELLA, V. D’ASCANIO, G. ERRICO, G. FRANCHI, M. GENNARI, P. LEVRERO, S. PERFETTI, C. SPINA, L. TODARO, S. TRIFILIO
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2014
Sommario
Mario Bottoni
L’educazione scolastica e religiosa del rione Trastevere viene brevemente esaminata in un periodo, tra l’Ottocento e i primi del Novecento, denso di eventi che avevano portato la città a trasformarsi da sede del potere temporale della Chiesa a capitale del giovane Regno d’Italia. Si evidenziano anche le conseguenze topografiche della realizzazione di istituti scolastici. Particolare rilievo viene dato all’opera educativa promossa da Pio IX e a quella del cardinale Merry del Val, già Segretario di Stato di papa Pio X.
School and religious education in the rione Trasttevere is briefly examined in a period, between the nineteenth and early twentieth century, full of events that led the city to transform itself from the seat of temporal power of the Church into the capital of the young kingdom of Italy. The topographic consequences of the construction of schools are also highlighted. An emphasis is put on the educational works promoted by Pius IX and by the cardinal Merry del Val, former Secretary of State of pope Pius X.
Elisabetta Colla
Partendo da una riflessione sull’educazione nei luoghi di confine, in particolare con i giovani a rischio o autori di reati, il presente contributo – situato all’interno di uno specifico settore del contesto pedagogico, quello della ‘Pedagogia sociale’ – evidenzia come sia oggi importante non definire una rigida demarcazione tra luoghi tradizionalmente deputati all’educazione/formazione e ‘contesti di vita’, dove avviare processi dinamici diretti all’autonomia ed alla consapevolezza. Anche territori depositari del disagio e del rischio sociale, come il carcere, dove può apparire remota l’attenzione pedagogica e formativa, possono rappresentare per i ragazzi uno spazio privilegiato di ripensamento e scommessa educativa. A tal fine vengono presi in esame da un lato i principali interventi e strumenti educativi attualmente in uso nei circuiti penali e ‘trattamentali’, con riferimento ad un’esperienza di ricerca sul campo, dall’altro – traendo spunto dall’analisi del filosofo Michel Foucault su libertà, potere ed etica – si analizzano alcune tecniche di cura del sé, auto-narrazione e giustizia riparativa, come mezzi privilegiati di sviluppo del pensiero generativo e di trasformazione.
Beginning with a reflection on education in border areas, particularly with young people at risk or offenders, this contribution – located within a specific area of the pedagogical context, namely the ‘Social Pedagogy’ – shows how today it is important not to define a strict demarcation between places that are traditionally meant for education/training and ‘ordinary life contexts’, where dynamic processes directed to autonomy and awareness can be started. Even territories where discomfort and social risk are dominant, such as the prison, where teaching and training care could appear remote, can represent for the youths a privileged environment for rethinking and educating themselves. To this purpose, on the one hand the main interventions and educational tools currently in use in the criminal and treatment circuits, with reference to an experience of field research, are taken into exam; on the other hand – drawing on the analysis of the philosopher Michel Foucault on freedom, power and ethics – techniques of self-care, self-narration and restorative justice are analyzed as privileged means for developing a generative and renewing thought.
Santo Di Nuovo
Vengono trattate le alterazioni dello sviluppo ‘tipico’ del bambino che configurano i Bisogni Educativi Speciali, oggetto di recenti note ministeriali per un adeguato trattamento nella scuola: Funzionamento Intellettivo Limite, Disturbi Specifici di Apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia), Disturbi di Linguaggio, Deficit di Attenzione e Iperattività. Si tratta di condizioni diverse dalla disabilità, che comportano comunque problemi diagnostici e di intervento specialistici oltre che didattici ed educativi. Importanti indicazioni vengono dai risultati delle ricerche neuroscientifiche, che sono sinteticamente riassunti insieme con alcuni spunti critici, specie sul piano metodologico ed epistemologico. Alla luce delle recenti ipotesi sulla plasticità neuronale e sul ruolo dell’epigenetica, si indicano alcuni criteri utili per la formulazione del piano educativo personalizzato per alunni con bisogni educativi speciali.
The article deals with some abnormalities in child ‘typical’ development, that configure the Special Educational Needs, i.e. the target of recent ministerial guidelines for an adequate treatment in school: Borderline Intellectual Functioning, Specific Learning Disorders (dyslexia, dysgraphia, dyscalculia), Language Disorders, Attention deficit and Hyperactivity Disorders. These conditions are different from the disability; however, they involve specialist diagnostic and intervention problems, in addition to didactic and educational ones. The results of neuroscience research are relevant to these issues; they are briefly summarized along with some critical insights, particularly regarding the methodological and epistemological aspects. According to the recent hypotheses on the neuronal plasticity and the role of epigenetics, some useful criteria are indicated for the formulation of customized educational plans for pupils with special educational needs.
Alba G. A. Naccari
Con il presente lavoro si intende ricercare la possibilità della riconciliazione fra sacro e profano secondo il pensiero di Martin Buber, come opportunità pedagogica per l’uomo e la donna contemporanei. Tale possibilità è individuata così come essa emerge nella prospettiva del linguaggio e del raccontare; analizzando a questo proposito gli scritti sul ‘principio dialogico’ ed in particolar modo l’Io e il Tu, nonché quelli sul Chassidismo, principalmente I Racconti dei Chassidim, Il Chassidismo e l’uomo moderno, L’origine ed il significato del Chassidismo. Si prospetta così una pedagogia che valorizza la narrazione come importante dimensione formativa che considera l’autentica reciprocità dialogica come spazio ed insieme espressione della misteriosa compresenza tra esseri umani e Tu Infinito. La parola, nel dialogo, assume le caratteristiche di potente mediazione tra ogni tu incontrato ed il Tu Eterno in ogni ora della vita vissuta; nel raccontare, il superamento della separazione tra sacro e profano, assume la peculiare forma di una testimonianza vissuta al presente. Ma tutto questo richiede particolari capacità di ascolto e di risposta, che si fanno e si educano nella continua circolarità del dialogo autentico, educazione che si realizza alla concreta presenza del maestro, con modalità squisitamente sapienziali. Al di là di quanto è già stato messo in luce nella pedagogia di Buber, nel saggio si collega tale potere della parola alle sue misteriose origini nella cabala chassidica, argomentandone così ulteriori prospettive. Si mette in evidenza, inoltre, come l’atteggiamento ermeneutico di Buber nei confronti della parola Chassidica assuma la forma di una ermeneutica dialogica, un’ermeneutica cioè che coinvolge in prima persona, interpellando la propria vita attraverso ciò che si legge, permettendo così di orientarsi sempre più verso la comprensione di sé e verso un’autentica e ricca crescita umana e spirituale. Tale atteggiamento ermeneutico è richiesto, in generale, nella lettura della parola di un testo; poiché solo l’ascolto vivo e compartecipe da parte di chi legge può restituire alla parola scritta la vivacità del dialogo e la possibilità esperienziale e soggettiva della verità. Nell’argomentare i vari spunti individuati ci si propone di immetterli nella riflessione pedagogica odierna anche attraverso il confronto con alcune impostazioni analoghe.
Through Martin Buber’s philosophy, this paper intends to investigate the possibility of reconciliation between the sacred and the profane, as an educational opportunity for the men and women of today. This possibility is identified as it emerges from the perspective of language and storytelling, analyzing the writings on the ‘dialogical principle’ and especially the I and Thou, as well as those on Hasidism, mainly Tales of the Hasidism, Hasidism and modern man, The origin and meaning of Hasidism. Here we see a pedagogy enhancing narration as an important educational dimension and considering the authentic dialogic reciprocity as a space for and the expression of the mysterious simultaneous presence of humans and Endless Thou. At any time of the true existence, words, in a dialogue, take on the characteristics of powerful mediation between each you one meet and the Eternal Thou; in the storytelling the overcoming of the separation in question is regarded as a peculiar form of witness lived in the present. But all this requires a special ability in listening and answering that we can achieve and improve in the circularity of authentic dialogue, an education possible only in the concrete presence of a master, in a purely experiential way. Beyond what has already been highlighted in the pedagogy of Buber, this paper connects the power of words to its mysterious origins in the Hasidic cabal, then additional perspectives are argued. It is also described as Buber’s hermeneutic approach to the Chassidic word takes the form of a dialogical hermeneutics, that involves personally, questioning one’s own life through what one read, and allowing to progressively attain self-understanding and a true, full human and spiritual growth. This attitude is also required, in general, in the hermeneutic reading of the words of a text, because only the authentic and active listening on the part of the reader can return to the written word the liveliness of the dialogue and the possibility of experiential and subjective truth. In arguing all these ideas, we intend to put them in the current pedagogical reflection also through comparison with some similar concepts in contemporary thought.
Vincenzo Orsomarso
L’intervento ha come oggetto di indagine i termini in cui Gramsci propone il marxismo, come moderna riforma intellettuale e morale; caratterizzata da un rapporto educativo incentrato su una «“riduzione [...] reciproca”» tra «ceti intellettuali e non intellettuali», tra «dirigenti e diretti», in conformità alla moderna «dottrina» e «pratica pedagogica».
The article investigates the terms in which Gramsci sets up Marxism as a modern reform, both intellectual and moral, characterized by an educational relation based on a «mutual […] reduction» between «intellectual and non intellectual classes», between «rulers and the ruled», according to the modern «doctrine» and «pedagogical practice».
Stefano Orofino
L’articolo intende mostrare come, nei suoi interventi sul tema dell’educazione, Adorno superi la tesi di una scissione pressoché insanabile fra teoria e praxis. Una tesi che, nell’ambito del marxismo occidentale del Novecento, contraddistingue in senso pessimistico il pensiero adorniano. Nelle sue riflessioni pedagogiche, infatti, Adorno pensa sempre la teoria in stretta simbiosi con la praxis (educativa), non mancando di fornire delle indicazioni molto precise, a volte anche minuziose, riguardanti pure il campo della didattica. Ovviamente, anche in ambito pedagogico si manifesta lo spirito dialettico della teoria critica di Adorno: lo evidenziano in maniera esemplare le sue considerazioni sull’autorità dell’educatore, la quale – nella misura in cui è razionale e ‘illuminata’ – è da lui ritenuta un presupposto imprescindibile per lo sviluppo, nell’educando, di un pensiero razionale, autonomo e antiautoritario: il filosofo critica invece l’autoritarismo – assieme a tanti altri aspetti – del sistema educativo vigente, che egli considera una parte dell’apparato di dominio, e quindi volto a contribuire all’integrazione dell’individuo nell’ordine costituito; mentre secondo la sua visione, al contrario, l’educazione dovrebbe mirare a suscitare nell’individuo la capacità intellettuale e psicologica di resistere alla pressione all’adattamento determinata da tutti gli aspetti del sistema sociale contemporaneo. Una ‘resistenza’ che – Adorno ne è ben consapevole – nel tardo capitalismo l’individuo deve pagare con la sofferenza dell’isolamento e dell’emarginazione: è questo lo sfondo tragico entro cui si muove ogni progetto pedagogico che si richiami alla teoria critica dell’’inattuale’ autore francofortese.
The article aims to show how, in his speeches on the subject of education, Adorno passes the thesis of an incurable split between theory and praxis. A thesis that, in the context of Western Marxism of twentieth century, characterizes in a pessimistic away Adorno’s thought. In his pedagogical reflections, in fact, Adorno always thinks of theory in close symbiosis with the praxis (educational), providing very precise and meticulous details, also including didactic elements. Of course, even in pedagogy is clear the dialectical spirit of Adorno’s ‘critical theory’: this is highlighted in an exemplary way in his concerns about the educator’s authority, which – if it is rational and ‘enlightened’ – it is considered a prerequisite for the development of a rational, autonomous and antiauthoritarian thinking in the student. The philosopher criticizes authoritarianism – along with many other aspects – of the current educational system, which he considers a part of apparatus of domination, and consequently intended to contribute to the integration of the individual in the established order; on the contrary, in his point of view, education should aim to arouse in the individual intellectual and psychological capacity to withstand the pressure to adjustment determinated by all the aspects of the contemporary social system. A ‘resistance’ that – Adorno is well aware – in the late capitalism the individual pays with the suffering isolation and exclusion: this is the tragic background within moves educational project which refers to the critical theory of the ‘outdated’ author from Frankfurt.
Simona Rizzari
La collaborazione tra università e mondo del lavoro è considerata oggi di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo della società, l’incremento dell’occupabilità e un’efficace realizzazione delle politiche di lifelong learning. Dal punto di vista educativo, però, la creazione di partnership tra le istituzioni universitarie e le organizzazioni lavorative presenta non poche difficoltà, legate soprattutto alle differenti modalità di produzione della conoscenza che le caratterizza. Il work-based learning costituisce uno dei nuovi modelli formativi in grado di risolvere la tradizionale dicotomia tra apprendimento formale universitario e apprendimento informale proprio dei contesti lavorativi, mediante l’integrazione tra la teoria e la pratica operata su base riflessiva. Esso si pone, in tal senso, come idoneo sistema di supporto all’aggiornamento professionale continuo dei lavoratori e all’ampliamento della loro partecipazione all’istruzione superiore. La finalità del presente studio è, pertanto, quella di esplorare i fondamenti teorici e metodologici del work-based learning, cercando di individuare i punti di forza e i fattori di criticità che ne condizionano l’attuazione.
Nowadays, the collaboration between the university and the world of work is essential to the growth and the development of the society, the increase of employability and the achievement of lifelong learning policies. However, from a educational perspective, the building of a partnership between universities and working life organizations raises many difficulties, due to their different modes of knowledge production. Work-based learning is one of the new educational models that can solve the traditional dichotomy between formal learning in the educational system and informal learning at work, building a firm connection between theory and practice through a reflective process. Thus, it acts as a suitable medium to support the continuing professional development of employees and the widening of their participation in higher education. Therefore, the purpose of this study is to explore the conceptual and methodological underpinnings of work-based learning, trying to identify strengths and weaknesses that affect its implementation.
Stefano Salmeri
Educare alla democrazia significa trasformare la scuola, l’università e le altre agenzie educative in luoghi in cui l’esercizio alla cittadinanza attiva viene appreso, praticato e vissuto. La scuola e l’università devono perciò essere luoghi di democrazia e devono diventare lo spazio per il confronto, per l’incontro e per il dialogo tra giovani di provenienza diversa. L’identità impone il confronto con l’alterità. L’accettazione della differenza e della marginalità e la costruzione della reciprocità sono conquiste lente. I percorsi di coscientizzazione e la formazione della memoria, per la nuova paideia, danno vita ad un’educazione democratica e sinceramente emancipatrice. In educazione l’obiettivo è l’autogoverno. Educare per la nuova paideia vuol dire trasmettere la fiducia in potenzialità latenti e inespresse. La vera educazione liberatrice, infatti, stimola il cambiamento e privilegia la creatività.
Educating for democracy means turning schools, universities and other educational structures into places where the exercise of citizenship is learnt, practiced and lived. Schools and universities must then be a democratic space, a platform for discussion, contact and dialogue between young people of different origins. Identity requires a comparison with alterity. Accepting differences and marginalised groups and building reciprocity are all goals which can only be attained in the long term. The process of conscientization and the formation of memory, for the new paideia (pedagogy), create a democratic education which is also fairly emancipating. The aim of education is autonomy. Educating for the new paideia means transmitting self-confidence based on latent and unexpressed potentiality. The real liberating education, indeed, stimulates change and privileges creativity.
Corrado Ziglio
Preoccupato di una rinascita di svalutazione delle scienze umane rispetto alle scienze della natura e tecnologiche, l’articolo risale ai fondamenti epistemologici delle discipline scoprendo che tutte tentano di decifrare le grammatiche comportamentali dei rispettivi oggetti di studio. Come la chimica si interrogava sul perché le molecole si comportano nel modo in cui si comportano, così i filosofi si interrogano sul perché le persone si comportano nel modo in cui si comportano. Ho quindi individuato una formula che accomuna tutte le discipline, mettendole tutte sullo stesso piano. L’errore è stato quello di gerarchizzare le scienze e ritenere che i modelli matematici fossero più importanti del pensiero e dei sentimenti, costringendo le scienze umane a omologarsi alle scienze della natura. Per la scienza esistono i fenomeni, naturali e umani, e il suo compito è quello di decifrarli.
Being concerned about a new wave of devaluation of humanities in comparison with natural sciences and technology, the article goes back to the epistemological foundations of the different disciplines: It came out that each discipline attempts to decipher the behavioral grammar of their own object of study. As research chemists investigated why molecules behave in the way they do, so philosophers investigated why people behave as they do.Therefore I found out a formula which, being common to all disciplines, puts them on the same level. In my opinion, in fact, the error has been to put disciplines in a hierarchical order, and prioritize mathematical models in comparison with thought and feelings. In this way humanities are forced to conform to natural sciences to gain respect. Both natural and human phenomena exist and science has the task to decipher them.
Elena Zizioli
Il presente contributo ricostruisce l’impegno di Giovanni Cena per le scuole dei contadini dell’Agro romano attraverso un osservatorio privilegiato: il giornale “Il piccolissimo”. Tale esperienza, peraltro fino ad oggi poco indagata dalla letteratura scientifica, se epurata dai toni propagandistici propri del periodo (1917-1919), permette di svolgere riflessioni interessanti su un modello di intervento educativo a favore delle popolazioni rurali. Nel ricostruire il contesto, in cui l’iniziativa editoriale matura, si sono potuti così ripercorrere gli esordi di una pagina significativa della storia dell’educazione popolare italiana all’inizio del secolo scorso dove l’alfabeto fu concepito innanzitutto come uno strumento di riscatto umano.
This paper aims at reconstructing the efforts of Giovanni Cena for the schools of the Agro Romano farmers through a privileged observatory: the paper “Il piccolissimo”. Such an experience, which has so far been little explored within the scientific literature, if purged from the propagandistic tone of the period (1917-1919), enables to develop interesting reflections over a model of educational intervention for the benefit of the rural population. By reproducing the context in which this publishing initiative sees the light, we could trace back the start of a significant page in the history of Italian popular education at the beginning of the last century, when the alphabet was conceived primarily as an instrument of human redemption.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
L. BELLATALLA, M. BOTTONI, H. A. CAVALLERA, E. COLLA, S. DI NUOVO, A. G. A. NACCARI, T. PEZZANO, S. OROFINO, V. ORSOMARSO, R. REGNI, S. RIZZARI, S. SALMERI, C. ZIGLIO, E. ZIZIOLI
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2014
Sommario
Giovanni U. Cavallera
Il saggio illustra un particolare momento dell’editoria scolastica nel periodo successivo all’Unità d’Italia, ovvero gli sviluppi e l’articolazione del manuale di filosofia per i licei come venne a svilupparsi con le prime leggi dello Stato unitario. La rivisitazione dei programmi scolastici avvenne in concomitanza con l’affermazione del pensiero positivista in Italia. Il Positivismo, tuttavia non monopolizzò l’articolazione dei manuali che mostrano una varietà di indirizzi speculativi, come si evince dalla comparazione di alcuni tra i più diffusi all’epoca.
The essay discusses a particular moment in educational publishing in the period following the unification of Italy, namely the development and articulation of the philosophy’s textbook for high schools as it was developed by the first laws of the unitary State. The revision of the curriculum was in conjunction with the rise of positivist thought in Italy. Positivism, however, did not monopolize the articulation of textbooks, that show a variety of speculative addresses, as is clear from a comparison of some of the most popular at the time.
Gemma Errico
Il presente articolo intende sottolineare la necessità di promuovere un’educazione in grado di sviluppare la capacità espressivo-creativa dei bambini, al fine di favorire le loro tendenze spontanee, costituenti il motore di qualsiasi processo educativo. Tale educazione, volta a valorizzare le infantili manifestazioni creative, presuppone l’attuazione del tâtonnement sperimentale, processo naturale di adattamento-apprendimento, attraverso cui il bambino acquisisce e perfeziona naturalmente svariate abilità. Sul tâtonnement, ovvero sulla ricerca e sulla scoperta, si fonda il metodo naturale di insegnamento-apprendimento promosso da Freinet. Tale metodo, favorendo l’originalità del fanciullo, conservando il suo dinamismo e coltivando la sua innata curiosità, contribuisce a innescare un clima favorevole alla libera creazione. Il metodo naturale freinetiano può essere applicato non soltanto alla scrittura, alla lettura e al disegno, ma anche alla musica, le cui potenzialità come strumento di libera espressione sono qui evidenziate. Come nel caso della scrittura e della lettura, la creazione musicale deve rispondere al bisogno naturale del bambino di comunicare un messaggio personale. Pertanto, affinché si possa attuare un insegnamento naturale della musica, occorre sperimentare un metodo che parta dall’espressione musicale libera, permettendo al bambino di compiere le proprie esperienze tâtonnées.
This paper aims to underline the necessity of promoting an education that develops children’s creative-expressive ability, in order to foster their spontaneous tendencies, which constitute the driving force of any educational process. This education, which aims at enhancing children’s creative expressions, requires the implementation of the experimental tâtonnement, natural process of adaptation-learning, through which the child naturally learns and improves several skills. The natural method of teaching-learning promoted by Freinet is based on tâtonnement, or rather on research and discovery. This method, favoring the originality of the child, preserving his dynamism and cultivating his innate curiosity, contributes to trigger a favorable climate for free creation. The natural method of teaching can be applied not only to writing, reading and drawing, but also to music, whose potentialities as a tool of free expression are highlighted here. Such as in the case of writing and reading, music creation has to respond to child’s natural need to communicate a personal message. Therefore, so that we can implement a natural teaching of music, we must test a method that starts from free music expression, allowing the child to make his tâtonnées experiences.
Marinella Muscarà, Roberta Messina
Il contributo illustra i risultati di uno studio esplorativo riguardante la motivazione all’esercizio della professione docente e la percezione dell’importanza delle competenze psico-pedagogiche e didattiche della professionalità docente tra gli aspiranti insegnanti che frequentano i percorsi abilitanti speciali. Presenta, inoltre, gli esiti della validazione dello strumento appositamente creato e somministrato ai 364 corsisti frequentanti il PAS.
This contribution presents the results of an exploratory study regarding the reasons which induce people to enter the teaching profession and the perception of the importance of didactic and psycho-pedagogical competencies. It also presents the results of the validation of a scale created and administered to 364 temporary teachers engaged in training courses leading to a qualification (PAS).
Elena Madrussan, Franco Cambi, Hervè A. Cavallera, Stefano Calvetto, Renata Fadda, Giuseppe Spadafora, Ignazio Volpicelli
La rivista “I Problemi della Pedagogia” ricorda la personalità e l’opera del pedagogista ligure Antonio Erbetta attraverso una serie di saggi di colleghi, amici ed allievi che lo hanno conosciuto ed apprezzato. I contributi pubblicati, senza certamente presumere di voler tracciare un bilancio della sua complessa attività di studioso impegnato su molteplici fronti, costituiscono in ogni caso utili prospettive per un approccio al suo pensiero con riferimento ai contesti culturali in cui esso si è sviluppato.
“I Problemi della Pedagogia” commemorates the personality and work of the ligurian philosopher of education Antonio Erbetta through a series of essays by colleagues, friends and students who knew and appreciated him. The contributions published, without of course claiming to draw a balance of its complex activities as a thinker engaged on multiple fronts, in any case offer useful perspectives to approach his thought with reference to the cultural contexts in which it developed.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
L. BELLATALLA, S. CALVETTO, F. CAMBI, C. CAPPA, G.U. CAVALLERA, H.A. CAVALLERA, G. ERRICO, R. FADDA, E. MADRUSSAN, R. MESSINA, M. MUSCARÀ, G. SPADAFORA, I. VOLPICELLI
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2013
Sommario
Gianluca Giachery
Il saggio, richiamandosi alla tradizione della teoria critica della società, intende porre in evidenza l’attualità delle riflessioni dei francofortesi. Di particolare interesse, ai fini dell’analisi delle pratiche educative, risultano essere alcune tematiche, quali autonomia, costruzione delle soggettività e socializzazione. A partire da Horkheimer e Adorno, per arrivare ai più recenti contributi di Habermas e Honneth, tali autori hanno posto come ineludibile, per la riflessione pedagogica, il rapporto conflittuale tra la soggettività e il contesto socio-istituzionale. In tal senso, emerge anche la problematicità, nella relazione educativa, tra coercizione e autonomia, tra violenza e autorità, tra spinta al cambiamento e richiesta sociale di adattamento, intese come fondamentali risorse per lo sviluppo e la formazione del carattere individuale.
The essay, invoking the tradition of the critical theory of society, intends to highlight the modernity of Frankfurt School’s reflections. Of particular interest, in the analysis of educational practices, are some themes, such as autonomy, building subjectivities and socialization. Starting from Horkheimer and Adorno, to reach the latest Habermas’ and Honneth’s contributions, these Authors have defined the conflictual relationship between subjectivity and socio-institutional context as something essential for the pedagogical reflection. In this sense, it also emerges the questionability, within the educational relationship, between coercion and autonomy, between violence and authority, between push for change and social request for adaptation, intended as fundamental resources for individual character development and formation.
Giovanni U. Cavallera
Durante il regno di Costantino VII Porfirogenito si è assistito a un rinnovato interesse verso il mondo dell’educazione. Attraverso le agiografie e un prezioso epistolario di un docente dell’epoca il saggio ricostruisce un quadro dell’educazione secondaria del tempo e mostra quale fosse l’attenzione imperiale riguardo le questioni educative, nell’alveo di una civiltà che riuscì ad armonizzare la sapienza antica con la Religione Cristiana.
During the reign of Constantine VII Porphyrogenitus a renewed interest in the world of education was witnessed. Through the hagiographies and a rare collection of letters of a teacher of the time, the essay reconstructs a picture of secondary education of the period and shows the imperial interest regarding educational matters, in a civilization that was able to harmonize the ancient wisdom with the Christian religion.
Cesare Coppari
Sorta per rispondere a particolari e specifiche esigenze dell’istruzione tecnica, che non si può dire godesse di grande considerazione nel mondo pedagogico, la rivista ottenne un largo consenso in Italia e molto contribuì, con le sue iniziative, a richiamare l’attenzione sui problemi didattici di questo importante settore della scuola secondaria, di cui rivendicò la pari dignità culturale nei confronti della scuola classica.
The review came into being in order to meet the specific demands of technical schools, which were not given much consideration in the educational world. It met with wide approval in Italy and its initiatives greatly helped to draw attention to the didactic problems of this important sector in secondary education, claiming a social status for this type of school equal to that enjoyed by classical secondary schools.
Gemma Errico
Affinché la scuola non sia «soltanto un altro mattone nel muro», affinché essa costituisca un fattore di sviluppo positivo, occorre in primo luogo che essa si erga a strumento di comprensione, favorendo la costruzione di uno spazio che consenta la libera espressione e la soddisfazione dei bisogni degli alunni, nonché la realizzazione delle loro potenzialità; uno spazio in cui poter instaurare un’intensa comunicazione e una buona relazione maestro-allievo, basata sulla fiducia e sull’apertura all’altro. La creazione di uno spazio comunicativo in un ambiente favorevole e facilitante, in cui l’insegnante si sforzi di percepire e accettare l’allievo, è una condicio sine qua non per un pieno ed equilibrato sviluppo della personalità dell’alunno. La missione educativa consiste sostanzialmente nell’ascoltare, nel rispettare e nel comprendere gli allievi, nel comprendere la loro complessa realtà affettiva; consiste nel permettere loro di soddisfare i propri bisogni, punto di partenza del processo educativo, di coltivare i propri interessi e di pensare liberamente. In secondo luogo, al fine di rivoluzionare la funzione della scuola, occorre trasformarla in una comunità cooperativa, in un luogo di cooperazione, componente essenziale dell’atto educativo. Bisogna educare alla cooperazione a partire dalla prima infanzia, quando il soggetto è più ricettivo, al fine di favorire l’interiorizzazione di comportamenti cooperativi. L’esempio di Freinet e di Korczak dimostra che lo sviluppo di valori condivisi e di atteggiamenti cooperativi, attraverso la costruzione di abitudini alla vita collettiva, può trasformare la scuola in un ambiente educativo democratico in grado di assicurare uguali opportunità di apprendimento e di relazione. In appendice sono riportati alcuni studi sulla cooperazione compiuti nell’ambito della psicologia storico-culturale. Come emerge dalle ricerche condotte da Vygotskij, il lavoro cooperativo, favorendo il dialogo e l’interazione tra i bambini, permette e facilita l’attivazione di complesse funzioni cognitive. Ne deriva che l’interazione sociale costituisce un elemento essenziale per l’apprendimento. Concludendo, affinché la scuola assolva una funzione positiva, è necessario che si instauri in essa un clima all’insegna della comprensione e della cooperazione.
So that the school is not «just another brick in the wall», so that it constitutes a positive factor of development, it firstly must become a tool for comprehension, promoting the construction of a space that allows the free expression and satisfaction of pupils’ needs, as well as the realization of their potential; a space in which to establish an intense communication and a good teacher-pupil relationship, based on trust and openness to the other. The creation of a communicative space in a positive and facilitating environment, in which the teacher strives to perceive and accept the pupil, is a condicio sine qua non for a full and balanced development of pupil personality. The educational mission is substantially to listen to pupils, to respect them, to understand them, to understand their complex affective reality; it’s to enable pupils to satisfy their own needs, starting point of educational process, to cultivate their interests and to think freely. Secondly, in order to revolutionize school’s function, it’s necessary to transform the school into a cooperative community, into a place of cooperation, an essential component of the educational act. It’s necessary to educate to cooperation since early childhood, when the individual is most receptive, in order to promote the internalization of cooperative behaviours. The example of Freinet and Korczak shows that the development of shared values and cooperative attitudes, through the construction of collective life habits, can transform the school into a democratic educational environment able to ensure equal opportunities for learning and relationship. In addendum are reported some studies about cooperation conducted in the area of historical-cultural psychology. As shown by Vigotskij’s researches, cooperative work, promoting dialogue and interaction among children, enables and facilitates the activation of complex cognitive functions. So social interaction is an essential factor for learning. In conclusion, so that the school fulfils a positive function, it’s necessary to create a climate characterized by comprehension and cooperation.
Raffaella C. Strongoli
Nell’opera di formazione diffusa compiuta, dal 1910 al secondo dopoguerra, in Italia dall’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia, si individua un punto d’osservazione privilegiato per la traduzione in atto di un modello di sviluppo che guarda con fiducia alla pratica educativa d’istruzione come strumento di crescita personale e collettiva, di rigenerazione del tessuto economico e sociale. Il testo rivisita l’azione compiuta da un gruppo di intellettuali che, tra iniziativa privata ed intervento pubblico, seppe essere volano di progresso sociale, civile ed economico, ergendosi al grado di importante interprete di un processo di promozione e di espansione culturale anche attraverso significativi interventi sul terreno scolastico e dell’istruzione.
From the beginning of the XXth century until the Fifties, there was a nationwide educational activity supervised and overseen by the “National Association for the Southern Italy’s Interests”. Starting from the training action fulfilled by the association, it is possible to elicit a privileged point of view for the establishment of a developing model that may consider not only the educational practice as a personal and collective growth, but also the economic and social texture’s regeneration. The group of intellectuals members of the National Association had the merit to promote a social, civil and economic progress. The text at issue highlights this action, at first generated by a private initiative, but that later received some public funds. In conclusion, thanks to some meaningful actions on the educational field run by this group of intellectuals, a process of cultural promotion and expansion was established.
Franco Blezza, Grazia Angeloni
L’interlocuzione pedagogica è una tecnica specifica di pratica professionale in forma di dialogo che abbiamo usato per supportare le coppie e le famiglie. Il saggio offre una panoramica della ampia e comprensiva casistica che abbiamo affrontato, fornendo un rendiconto che riteniamo significativo del ruolo e della funzione del pedagogista professionale.
The pedagogical interlocution is a specific technique of professional practice in the form of dialogue that we used to support couples and families. The essay is an overview of the broader and more comprehensive case studies we dealt with, providing an account that we think significant for the professional pedagogist’s role and function.
Francesca Romana Nocchi
Il saggio intende ripercorrere le fasi che hanno condotto alla terza edizione in italiano del Poema pedagogico, evidenziando la forte componente sperimentale e filologica che ha caratterizzato il lavoro del curatore Nicola Siciliani de Cumis. Il libro, vera opera di un collettivo, ha comportato diverse indagini di ambito culturologico, approfondimenti di carattere linguistico ed ideologico che hanno permesso un avvicinamento progressivo al pensiero autentico di A. S. Makarenko. Per questo si può parlare, a diritto, di una doppia traduzione, quella del testo e quella di un metodo pedagogico che N. Siciliani de Cumis ha riattualizzato in un contesto storico-sociale del tutto diverso.
The essay aims to retrace the steps that led to the third Italian edition of the Pedagogical Poem, underlining the strong experimental and philological component that distinguishes the intensive work performed by the Editor, Prof. Nicola Siciliani de Cumis. This volume, the result of real teamwork, implied challenging culturalogical research and linguistic and ideological insights that allowed a progressive development towards Makarenko’s true thought. Therefore, it is right to speak of a double translation, that of a text and of a teaching method, which N. Siciliani de Cumis has brought to the present day in a completely different socio-historical context.
Vincenzo Orsomarso
Il testo che segue raccoglie quanto esposto dall’autore nel corso della prova didattica prevista per la valutazione comparativa a professore universitario di ruolo per il settore scientifico disciplinare di Pedagogia Generale e Sociale. L’intervento, che assume ad oggetto la politica considerata da Antonio Labriola in termini di opera pedagogica, non ha assolutamente la pretesa di rappresentare un qualche modello di didattica universitaria ma vuole essere solo un contributo sull’attualità/inattualità di un classico della pedagogia; in più una riflessione su ciò che può precedere e accompagnare un corso di lezioni, indicando accorgimenti e procedure utili ad una didattica della ricerca in ambito universitario.
The following text collects what the author stated during the educational test for the comparative assessment to become professor for the scientific sector of General and Social Pedagogy. The address, that assumes politics regarded as a pedagogical work by Antonio Labriola as a purpose, makes no pretence to represent any model of university didactics but it wants to be just a help on the up-to-dateness or outdateness of a classic of Pedagogy; moreover it makes an observation about what can precede and go with a course, suggesting tactics and procedures useful for a university research didactics.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
G. ANGELONI, F. BLEZZA, C. CAPPA, G. U. CAVALLERA, H. A. CAVALLERA, C. COPPARI, G. ERRICO, G. GIACHERY, F. R. NOCCHI, V. ORSOMARSO, F. PIZZI, R. C. STRONGOLI, E. ZIZIOLI
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2013
Sommario
Diego Sevilla, Antonio Bolívar e Miguel A. Pereyra
Il saggio propone un’attenta analisi della situazione attuale del sistema educativo spagnolo, illustrando i tentativi compiuti per superare quelli che gli Autori identificano come principali ritardi ereditati dal passato e dando risalto agli obiettivi ancora da raggiungere. Sono approfondite, innanzitutto, le priorità che hanno guidato le riforme del sistema d’istruzione spagnolo, offrendo una puntuale analisi dei fattori storico-sociali e delle criticità che ancora permangono. L’accurata ricostruzione delle leggi che si sono succedute negli ultimi anni è accompagnata dalla presentazione di quei temi, oggetto di vivo e sentito dibattito, quali, in particolare, la formazione del corpo docente e il bilanciamento tra qualità e competitività al centro dell’agenda del sistema d’istruzione superiore.
The essay offers a careful analysis of the present condition of the Spanish education system, describing the efforts to overcome the main gaps with other European countries, that the Authors identify as inherited from the past, and highlighting the aims still to be attained. First of all, the priorities are presented that have oriented the reforms of the Spanish education system, offering a detailed analysis of the social and historical context and of the critical points that can still be identified. Along with a precise reconstruction of the laws that have followed one another in recent years, there is a presentation of the main themes that have been lively debated, as, in particular, teacher education and training, and the balancing between quality and competitiveness as a focal issue in the agenda of the higher education system.
Jean-Jacques Paul, Elisaveta Bydanova
L’articolo fornisce un quadro del sistema di istruzione francese nella sua configurazione attuale, prima di affrontare i principali sviluppi di recente riscontrati. Sono ampiamente descritti, in primo luogo, la struttura, quindi l’organizzazione e, infine, le modalità di regolazione del sistema francese che, per ciascuna parte, viene collocato all’interno di schemi comparativi al fine di circoscriverne meglio la specificità rispetto ad altri sistemi di istruzione, (con particolare riguardo a quelli dei paesi dell’OCSE). Dopo alcuni cenni storici, vengono presentati e discussi i lineamenti essenziali del sistema, con particolare attenzione ai risultati che esso ottiene, per affrontare, in fine, i punti che sono l’oggetto dell’attuale dibattito.
The chapter provides a description of the French education system in its present profile, before addressing the main trends recently observed. In the first place, the structure, the organization and the regulatory modalities of the system are described. The different aspects of the French system are placed in a comparative framework, in order to define more accurately their specificity with regard to other education systems, namely the systems of the OECD countries. After a brief historical account, the main features of the system are presented and discussed, with special attention to the results and outcomes, finally addressing the issues on which present debates are focused.
Zlata Godler, Vlatka Domović
Il saggio offre un’accurata ricostruzione storico-critica del sistema d’istruzione croato, il quale risulta attraversato da profonde modificazioni e numerose riforme. Le autrici propongono, innanzitutto, alcuni dettagliate informazioni sul loro paese che aiutano il lettore nella comprensione della puntuale analisi storica, dal Diciannovesimo secolo a oggi, dei principali snodi del sistema d’istruzione. Giungendo alla situazione attuale, s’incontra un’ampia illustrazione della struttura del sistema d’istruzione, di cui sono affrontate le più recenti e significative trasformazioni, tra le quali particolare risalto è dato alle scelte compiute riguardo alla formazione degli insegnanti. Sono segnalati, infine, i numerosi aspetti oggetto di vivo dibattito, propri di un tumultuoso cambiamento come quello che affronta questo paese.
The essay offers a precise historical and critical reconstruction of the Croatian education system, which is experiencing profound changes and reforms. The authors give, first of all, some detailed information about their country, helping the reader to understand the accurate historical analysis of the main articulations of the education system from the 19th Century until today. Coming to the present times, a broad illustration of the educational structure is proposed, addressing its most recent and meaningful transformations, among which special relevance is given to the choices made about teacher education. Lastly, the authors point out the numerous issues that are presently at the center of a lively debate, typical of a tumultuous change, as the one that the country is experiencing.
Nikolay Popov
Il saggio offre un quadro particolareggiato del sistema d’istruzione in Bulgaria, concentrandosi sul suo sviluppo storico, con particolare riferimento alle profonde trasformazioni avvenute a partire dagli anni Novanta del Novecento, e soffermandosi sulle recenti norme che determinano lo sviluppo del sistema dell’istruzione, sulla sua gestione a tutti i livelli – nazionale, regionale, comunale e di singolo istituto – sulla sua struttura e sui meccanismi di finanziamento. Si mette in luce come già dall’ultimo decennio del Novecento il sistema di istruzione di questo Paese abbia affrontato alcuni processi di riforma, ma come esso abbia subito le maggiori trasformazioni dal 2006, da quando cioè il Parlamento bulgaro ha varato il Programma Nazionale per lo Sviluppo dell’Istruzione Prescolare e Scolare (2006-2015), che riguarda alcuni importanti aspetti quali la gestione, la disponibilità finanziaria, e le strutture del sistema di istruzione. Il saggio sottolinea altresì alcuni dei principali aspetti che potranno essere rilevanti per gli ulteriori sviluppi del sistema.
The essay offers a detailed picture of the educational system in Bulgaria, focusing on its historical development, with specific reference to the profound transformations experienced since the 1990’s, and then dwelling on the more recent norms that regulate the development of the education system, its management at all levels – national, regional, municipal and of the individual institution – on its structure and funding mechanisms. It is highlighted how the educational system of the country has known reform processes since the end of the 20th century, but the main transformations took place from 2006 onward, when the Bulgarian Parliament adopted the National Programme for the Development of School and Pre-school Education (2006-2015), concerning some important aspects as the management, funding and structure of the education system. The essay outlines as well some of the main prospects that can be relevant for the future developments of the system.
Carlo Cappa
Il saggio, concentrandosi su opere che hanno riservato una particolare attenzione agli aspetti educativi, affronta alcuni concetti alla base della costruzione del soggetto nell’Europa moderna. La riflessione muove dall’attuale scenario del dibattito sull’identità del Vecchio Continente, caratterizzato da importanti successi che sono, però, attraversati da numerose tensioni. Il processo di trasformazione dell’Unione, cantiere aperto dai molti successi, è dunque analizzato come dinamica intrinsecamente aperta, che ha proprio nel suo carattere di costante ridiscussione uno dei suoi tratti più peculiari. In tal senso, è avanzata l’ipotesi che l’identità europea non possa fare a meno del costante apporto delle discipline umanistiche. Sono esse, infatti, ad aver posto, nella nostra modernità, quegli irrinunciabili tasselli che, nel saggio, sono presentati nella loro problematicità e nella loro ricchezza, attraverso una dettagliata disamina di luoghi testuali più precipui, trascelti in un ampio arco temporale, che copre dal XV al XVII secolo.
The essay addresses some of the founding concepts of the building of the subject in modern Europe, focussing on works that paid a special attention to the educational aspects. The reflection starts from the present landscape of the debate about the identity of Europe, which is characterized by important achievements that are nonetheless permeated by several tensions. The transformation process of the Union, a building site that has known several achievements, is therefore analysed as a dynamics which is constitutively open, finding one of its most peculiar features in its own perennial re-discussion. In this sense, the hypothesis is advanced that the European identity cannot do without the constant contribution of the humanities: it was the humanities, actually, that laid down in our modernity the inalienable elements which the essay presents in their problematic nature and in their full richness, through a detailed examination of salient textual loci, selected in a broad time span which goes from 15th to 17th Century.
Valentina D'Ascanio
Proseguendo le tematiche sviluppate dagli Autori, si è ritenuto utile proporre degli aggiornamenti circa provvedimenti recenti che hanno guidato, negli ultimi anni, l’agenda della politica educativa dei singoli Paesi. Come fonti, sono stati utilizzati i più recenti documenti elaborati da Eurydice, in quanto materiale proficuo per situare azioni e scelte nazionali nella cornice che definisce lo spazio europeo dell’istruzione.
In connection with the issues discussed by the authors of the essays, it is offered here an account of recent legislation that in the last years has oriented the educational policy agenda in the individual countries. This has been done drawing on the most recent documents produced by Eurydice, as useful material in order to situate national actions and choices in the framework of the European education area.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
A. BOLÍVAR, E. BYDANOVA, C. CAPPA, V. D’ASCANIO, V. DOMOVIĆ, Z. GODLER, D. PALOMBA, J-J. PAUL, M.A. PEREYRA, N. POPOV, D. SEVILLA
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2012
Sommario
Thyge Winther-Jensen
Il saggio, per offrire un’efficace chiave di comprensione del sistema d’istruzione danese, ne presenta innanzitutto una ricostruzione storica, scandendo i principali snodi concettuali e le più importanti tappe legislative del Diciannovesimo e del Ventesimo secolo. Il lettore è così accompagnato in un percorso nel quale dalla scuola Almue e la scuola di latino, istituite nel 1814, si giunge fino alle attuali istituzioni cardine per l’educazione come sono la Folkeskole e il Gymnasium. Particolare risalto, inoltre, è conferito dall’Autore all’istruzione superiore, della quale illustra con accuratezza e rigore i più recenti momenti legislativi, con le loro ripercussione sull’immagine e sul funzionamento di questo livello del sistema d’istruzione. Nelle pagine dedicate alle trasformazioni dell’università danese, emerge con forza la difficoltà della salvaguardia dei lineamenti della tradizione humboltiana, viepiù incalzata dalle pressioni esercitate da una retorica volta alla promozione dell’efficienza e alla misurazione della qualità.
In order to offer an effective understanding of the Danish education system, the essay presents first of all its historical background, highlighting the main conceptual issues and the most important steps in the 19th and 20th Centuries legislation, thus leading the reader along a path that, from the Almue school and the Latin School, set up by law in 1814, comes to the present key educational institutions, like the Folkeskole and the Gymnasium. Special relevance is given to higher education: its more recent legislative developments are accurately and thoroughly explained, together with the repercussions they have on the profile and functioning of the higher level of the education system. In the section devoted to those developments, it clearly appears the difficulty of safeguarding the features of the Humboldtian tradition, increasingly pressed by a rhetoric directed to the promotion of efficiency and the measurement of “quality”.
Elisabeth Buk-Berge
L’Autrice illustra il sistema d’istruzione norvegese, fornendo innanzitutto una rapida disamina storica, per poi presentarne i dati più rilevanti, così da permettere al lettore di comprendere il particolare contesto del paese scandinavo. Tale cornice è la premessa per un’attenta analisi dei diversi livelli d’istruzione del sistema norvegese. Tra le numerose tematiche affrontate, gioca un ruolo di primo piano il riconoscimento dell’autonomia quale architrave delle più rilevanti riforme legislative riguardati l’istruzione.
The Author illustrates the Norwegian education system, first providing a synthetic historical analysis, and then proceeding to present the most relevant features and data, in order to allow the reader to understand the specific context of this Scandinavian country. This framework sets the premises for a thorough analysis of the different educational levels of the Norwegian system. Among the various themes addressed, a major role is played by the recognition of autonomy as a key structural feature of the most relevant educational reforms.
Lennart Wikander
Il saggio sul sistema d’istruzione della Svezia descrive la cornice socio-politica ed economica del paese, per mostrarne i profondi mutamenti che hanno portato a una sempre maggiore rilevanza del mercato e dei processi di deregolamentazione statale dalle considerevoli ripercussioni nelle politiche educative. È offerta un’accurata ricostruzione dello sviluppo storico del sistema d’istruzione svedese, nel quale si può osservare un ripensamento strutturale con il passaggio da un modello unitario, che ruotava attorno alla centralità della scuola comprensiva, rilevante a partire dal secondo dopoguerra, al modello duale che si sta affermando, basato su decentramento e autonomia, che caratterizzano, pur con accenti differenti, tutti i livelli dell’istruzione e che risentono delle mutevoli dinamiche socio-economiche degli ultimi anni.
The essay on the educational system in Sweden describes the socio-political and economic framework of the country, in order to show the deep changes that have brought about an increasing relevance of the market and of State deregulation processes, with remarkable repercussions on the educational policies. A very accurate reconstruction of the historical development of the Swedish educational system is offered in the first place, showing in recent times a structural policy reappraisal, with a transition from a uniformed model, revolving on the central role of the comprehensive school – relevant since the post-WWII period – to the dual model that is presently prevailing, based on features as decentralisation and autonomy, which characterizes, although with different emphases, all education levels, reflecting the changing socio-economic dynamics of the last years.
Rezarta Zaloshnja
Il presente lavoro descrive, attraverso la presentazione di dati storici, lo sviluppo delle politiche di istruzione e formazione dello Stato Albanese; delinea le prime tracce della lingua scritta albanese per poi giungere a illustrare un complesso sistema culturale e sociale. Nei labirinti della storia dell’Albania, si riscontrano svariate influenze internazionali nel campo dell’educazione. Un filo d’Arianna guida l’indagine nei vari passaggi storici: le considerevoli influenze religiose, la creazione dello stato albanese, le politiche scolastiche appartenenti a un regime di censura, la ricerca di modelli scolastici democratici, la complessità odierna del sistema educativo, il “Processo di Bologna”. Ripercorrendo i meandri della storia dell’Albania, si percepisce il desiderio sospeso nel tempo di conseguire un’identità europea. Nel corso dell’analisi qui proposta, attraverso la descrizione della legislazione in vigore inerente l’istruzione superiore, che rientra nel Processo di Bologna, ci si rende conto che la corsa verso un adeguamento ai modelli europei genera molteplici problemi che mettono a rischio la vera crescita sociale. Il presente articolo, infine, invita a riflettere sull’impatto che ha avuto il Processo di Bologna sull’istruzione in Albania, facendo convergere l’attenzione sugli ingranaggi formativi attivati e sull’immediata esigenza di ulteriori ricerche volte a costruire le basi necessarie per una formazione che culturalmente, territorialmente, socialmente e storicamente si sviluppi con le sue peculiarità identitarie e si relazioni con l’avvenire.
The essay describes, through the presentation of historical data, the development of the politics of education in the Albanian State, also delineating the first traces of the Albanian language in order to illustrate a complex cultural and social system. In the mazes of the history of Albania, we can find various international influences in the field of education. An Ariadnes’ thread guides the investigation in several historical passages: the considerable religious influences, the creation of the Albanian State, the education policies pertaining to a censorship regime, the search for democratic school models, the complexity of today’s educational system, the Bologna Process. Going through the maze of Albanian history it can be perceived, suspended in time, the desire to achieve an European identity. In the analysis proposed here, by describing the legislation in force inherent to higher education, in the framework of the Bologna Process, one realizes that the race towards an adaption to the European models generates multiple problems that jeopardize a true social advancement. The present article, finally, invites us to reflect on the impact that the Bologna Process has had in the Albanian education, by bringing attention on the educational mechanisms that have been put in place and on the immediate need for further research giving the necessary basis to build an education that can develop culturally, territorially, socially and historically with its own identity and peculiarities, as well as its relations with the future.
Valentina D'Ascanio
Proseguendo le tematiche sviluppate dagli Autori, si è ritenuto utile proporre degli aggiornamenti circa provvedimenti recenti che hanno guidato, negli ultimi anni, l'agenda della politica educativa dei singoli Paesi. Come fonti, sono stati utilizzati i più recenti documenti elaborati da Eurydice, in quanto materiale proficuo per situare azioni e scelte nazionali nella cornice che definisce lo spazio europeo dell’istruzione.
In connection with the issues discussed by the authors of the essays, it is offered here an account of recent legislation that in the last years has oriented the educational policy agenda in the individual countries. This has been done drawing on the most recent documents produced by Eurydice, as useful material in order to situate national actions and choices in the framework of the European education area
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
E. BUK-BERGE, C. CAPPA, V. D’ASCANIO, D. PALOMBA, R. ZALOSHNJA, L. WIKANDER, T. WINTHER-JENSEN
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2012
Sommario
Donatella Palomba
Il saggio propone una riflessione sulla politica educativa nei paesi europei, presi nella loro singolarità e nei loro reciproci rapporti, con una particolare attenzione alla dinamica e alle tensioni fra la tendenza alla creazione di uno “spazio europeo dell’educazione”, da un lato, e il mantenimento delle specificità nazionali e della responsabilità dei singoli Stati sui sistemi di istruzione, dall’altro. In questo quadro, si propongono anche alcune linee interpretative degli sviluppi più recenti degli studi comparativi in educazione, che a loro volta si confrontano con le dinamiche derivanti dalle relazioni fra le tendenze globali e la realtà ben viva dei singoli contesti locali e nazionali.
The essay proposes a reflection on educational policy in European countries, in their individuality and in their mutual relations, with special attention to the dynamics and the tensions between the trends towards the creation of a “European area of education”, on the one hand, and the preservation of national specificities and of the responsibility of individual States on the educational system, on the other. In this framework, some lines of interpretation are offered about the more recent developments of comparative studies in education, that in turn address the dynamics resulting from the relations between global trends and the reality, still well alive, of local and national contexts.
Hans-Georg Kotthoff
Il saggio, per offrire un’efficace chiave di comprensione del sistema d’istruzione tedesco, ne presenta innanzitutto una ricostruzione storica, identificando nel federalismo educativo una delle sue più rilevanti caratteristiche. Le tradizioni dei Länder, infatti, restano ancora vive e significative per leggere l’attuale orizzonte della scuola in Germania. In questo quadro, l’Autore propone un’attenta e approfondita disamina delle recenti tendenze presenti nelle politiche educative, che lo guidano nell’analisi della complessa architettura del sistema d’istruzione, dal Kindergarten alle delicate tematiche del decentramento e della valutazione, giungendo a trattare esaustivamente anche il nodo della formazione insegnanti.
In order to offer an effective key for understanding the German education system, the essays turns first of all to an historical account, identifying educational federalism as one of its main characters. The traditions of individual Länder, actually, are still lively and significant for reading the present educational landscape in Germany. In this framework, the Author offers a thorough in-depth analysis of recent trends in German educational policy, investigating the complex architecture of the educational system, from kindergartens to the higher levels, also addressing sensitive issues – such as decentralization and evaluation, as well as treating exhaustively the crucial theme of teacher training.
Valentina D’Ascanio
Dalla fine degli anni ’90, la formazione iniziale degli insegnanti ha ricevuto una crescente attenzione nell’agenda politica dell’Unione Europea in materia d’istruzione e formazione. In Education and Training 2010 e nel successivo Education and Training 2020, nonché nei documenti europei specificatamente dedicati alla formazione iniziale degli insegnanti, questa è stata definita elemento cardine per un’istruzione di qualità ed è stata affermata la volontà di delineare “un profilo europeo dell’insegnante”, mediante la proposta di un quadro di riferimento europeo delle competenze e l’invito, rivolto agli Stati membri, a implementare un sistema di assicurazione della qualità. Il progressivo articolarsi del discorso sovranazionale in materia di formazione degli insegnanti sta avvenendo in uno scenario educativo che continua a mostrare marcate e sostanziali differenze a livello nazionale e istituzionale per ciò che concerne tempi, contenuti e modi dell’offerta formativa progettata ed erogata per gli insegnanti di scuola primaria e secondaria. Sulla base di tale considerazione, il presente contributo si propone di impiegare il contesto italiano, nello specifico la formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria, quale punto di osservazione da cui guardare “in parallelo” e confrontare criticamente i principali momenti che, dalla fine degli anni ’90, hanno caratterizzato la discussione politica nazionale ed europea. Tale analisi è volta a individuare e comprendere gli eventuali punti di contatto e di distanza tra il discorso sovranazionale e nazionale per riflettere sulle dinamiche, le interrelazioni e le forze che interessano la formazione degli insegnanti di scuola secondaria e per prospettare ulteriori approfondimenti e linee di ricerca.
Since the end of Nineties, the political agenda of the European Union has devoted a growing attention to the initial teacher education. In Education and Training 2010 and in the following Education and Training 2020 as well as in the European documents specifically dedicated to the initial teacher education, this last is seen as a crucial factor for a quality education; moreover, here the political will to delineate a European teacher profile by a common European competence framework has been declared and the European States members have been encouraged at implementing a quality assurance system. The supranational discourse on the teacher education is taking shape in an educational scenario which has been showing sharp and significant differences at national and supranational levels for what regards time, content and ways of the teacher education both for primary school teachers and for secondary school teachers. On the basis of such consideration, this contribute is devoted to use the Italian context, specifically the initial education of secondary teachers, as a point of view from which looking at in parallel and critically comparing the main moments that have characterized the national and European political discussion since the Nineties. This analysis is aimed at understanding the possible points of contact and distance between the supranational discourse and national one in order to reflect on the dynamics, the interrelationships and the forces which affect the education of secondary school teachers and to prospect further deepening and investigations.
Dimitris Mattheou
L’Autore sostiene la sua ricostruzione dell’attuale situazione del sistema d’istruzione ellenico grazie alla chiave di volta rappresentata dalla comprensione di specifici momenti che hanno scandito l’evoluzione sociale e politica della Grecia, nei quali elementi primari sono stati il ruolo attribuito all’educazione e la forte centralizzazione che ne ha sempre contraddistinto l’organizzazione e l’architettura. L’attenta ricostruzione storica, unita alla puntuale analisi dell’amministrazione dei livelli d’istruzione, fornisce le coordinate per comprendere l’immobilismo sociale e istituzionale che, secondo l’Autore, incide sulla volontà politica di attuare le riforme nonostante il confronto a volte vivace sulle questioni che animano l’agenda della politica educativa, tra le quali la valutazione, l’autonomia scolastica e l’esiguo finanziamento riservato all’istruzione.
The author supports his reconstruction of the present situation of the Greek education system thanks to the keystone represented by the understanding of specific moments that have marked the social and political evolution of Greece, whose main features have been the role attributed to education, and the strong centralization that always has characterized its structure and organization. The accurate historical reconstruction, together with the precise analysis of the administration of the different levels of education, provides the framework for understanding the social and political immobilism that, according to the author, impacts negatively on the political will of implementing educational reforms, despite the debate, sometimes lively, which exists about crucial issues of the educational policy agenda, among which the topics of assessment and evaluation and of school autonomy, as well as the poor financing of the education system.
David Crook
Il saggio sul sistema d’istruzione del Regno Unito si connota, fin dalle prime pagine, nel segno della pluralità. L’Autore, infatti, pone in piena luce quanto sia arduo tracciare una rappresentazione univoca della sfaccettata realtà di un territorio nel quale coesistono sia differenti tradizioni appartenenti a quattro paesi – Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord – sia numerosi percorsi formativi differenti, ben evidenti nella cultura delle independent schools. In questo articolato scenario, è proposta una dettagliata ricostruzione storica che giunge a indagare gli attuali sviluppi dei diversi livelli del sistema d’istruzione del Regno Unito, soffermandosi sulle tendenze e sulle problematiche emerse negli ultimi quindici anni e dando contezza dei numerosi argomenti in discussione nel dibattito nazionale.
The essay on the educational system of the UK is marked, since its beginning, by the distinctive feature of plurality. The Author highlights how arduous it is to draw a univocal portrait of the multifaceted reality of a land in which we can find the coexistence of different traditions belonging to four different countries – England, Wales, Scotland and Northern Ireland – as well as several different educational paths provisions, as it appears clearly e.g. in the culture of “independent schools”. In this complex landscape, the Author offers a detailed historical reconstruction of the education system of the United Kingdom, investigating it in its different levels up to the most recent developments, with special reference to trends and problems that have emerged in the last fifteen years, and illustrating the numerous issues that are presently discussed at national level.
Valentina D'Ascanio
Proseguendo le tematiche sviluppate dagli Autori, si è ritenuto utile proporre degli aggiornamenti circa provvedimenti recenti che hanno guidato, negli ultimi anni, l'agenda della politica educativa dei singoli Paesi. Come fonti, sono stati utilizzati i più recenti documenti elaborati da Eurydice, in quanto materiale proficuo per situare azioni e scelte nazionali nella cornice che definisce lo spazio europeo dell’istruzione.
In connection with the issues discussed by the authors of the essays, it is offered here an account of recent legislation that in the last years has oriented the educational policy agenda in the individual countries. This has been done drawing on the most recent documents produced by Eurydice, as useful material in order to situate national actions and choices in the framework of the European education area
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
C. CAPPA, D. CROOK, V. D’ASCANIO, H-G KOTTHOFF, D. MATTHEOU, D. PALOMBA
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2011
Sommario
Francesca Pulvirenti
Il contributo focalizza l’attenzione su due aspetti centrali, strettamente interconnessi, dell’opera del pedagogista catanese: l’educazione linguistica come scuola di sincerità e la didattica critica come ricerca e riflessione del maestro sul proprio operare. Suddetti aspetti, a nostro avviso, si pongono, oggi, come chiavi interpretative per una riconfigurazione e restituzione storica del vitale apporto di Giuseppe Lombardo Radice al movimento dell’educazione nuova e della scuola attiva in Europa.
This contribution focuses on two closely related focal points drawn from the work of the catanese educator: language education as school of honesty and critical education as the teacher’s research and reflection on his own work. These aspects, in our view, establish themselves today as interpretative keys for a reconfiguration and historical return of the vital contributions offered by Giuseppe Lombardo Radice to the new education movement and the active school in Europe.
Gabriella D'Aprile
Attingendo a fonti di documentazione fino ad oggi inesplorate, riportate alla luce presso il Fonds Adolphe Ferrière degli Archives Institut J.-J. Rousseau (AIJJR) dell’Università di Ginevra, il saggio consegna in forma sintetica i primi esiti del lavoro di interpretazione/ricostruzione condotto sul carteggio inedito Adolphe Ferrière/Giuseppe Lombardo Radice.
Drawing on documentary sources, most of which have been brought to light at the Fonds Adolphe Ferrière of the Archives Institut J.-J. Rousseau (AIJJR) of the University of Geneva, the essay reports the results of a work of interpretation/reconstruction on the unpublished correspondence between Adolphe Ferrière/Giuseppe Lombardo Radice.
Teresa Garaffo
Figura originale all’interno del pensiero pedagogico italiano, Giuseppe Lombardo Radice contribuì al rinnovamento dell’educazione e della scuola. Fondamentale nella sua opera l’idea che il rapporto educativo sia dialogo, collaborazione e rispetto degli altri: questa idea guida tanto la sua pratica di maestro quanto le sue riflessioni teoriche.
Giuseppe Lombardo Radice has been an original thinker within the italian pedagogical tradition and has contributed to the renewal of education and school in Italy. A fundamental assumption lying behind his work is that the educative relationship is dialogue, collaboration and respect for others: this assumption drives both his practice as an educator and his theoretical perspectives.
Giuseppe Pillera
Il contributo vuole tracciare una prima disamina della rivista “Rassegna di Pedagogia e di Politica scolastica”, continuazione dei “Nuovi Doveri”, edita da Sandron a Palermo nel 1912-1913 e diretta da Giuseppe Lombardo Radice. In evidenza emergono le linee prospettiche che hanno ispirato il gruppo di idealisti siciliani vicini a Lombardo Radice, proprio nel vivo della loro battaglia per un rinnovamento del sistema scolastico nazionale e per la promozione socio-culturale del Sud Italia.
This article aims to provide a close observation on the review “Rassegna di Pedagogia e di Politica scolastica” (1912-1913), edited by Giuseppe Lombardo Radice and published by Sandron in Palermo, as a continuation of “Nuovi Doveri”. This work points out the perspectives inspiring the sicilian idealists who followed Lombardo Radice’s ideas: and this concerning their fight for a renovation of italian educational system and for a social and cultural development of the South of the country.
Marisa Marino
Assumendo la realtà scolastica siciliana di fine ‘800 quale laboratorio di sperimentazioni dal respiro europeo, l’autrice, supportata dal puntuale riferimento alle riviste pedagogiche dell’epoca, presenta uno spaccato (non del tutto prevedibile) della riflessione pedagogica isolana che, esprimendo istanze di professionalizzazione magistrale e di rinnovamento della didattica, si poneva pienamente nel contesto positivista allora in voga. A questo proposito vengono presentate come paradigmatiche le vicende del Museo Pedagogico di Palermo, della rivista “Archivio di Pedagogia e scienze affini”, delle Conferenze pedagogiche. Tutte iniziative animate dal primo docente di Pedagogia dell’Università di Palermo: Emanuele Latino. Operatore culturale molto attivo e, per molti versi, anch’esso emblematico di una adesione “di maniera” a teorie e metodi didattici innovativi, ma incapaci di dar vita ad un reale processo di emancipazione popolare. L’autrice, in particolare, descrive l’attività del Museo Pedagogico rintracciandovi alcuni possibile esiti nell’ambito delle Scuole nuove e individuando in quella esperienza elementi anticipatori dell’Attivismo.
The author consider the condition of the Sicilian school at the end of ‘800 as a test laboratory with an European scope. On assuming such a context and with a careful reference to pedagogical journals of that period, she reports a non trivial presentation of the Sicilian pedagogical thinking. The latter had stressed the need for improving the professional qualification of teachers and for renovating didactics, thus encompassing the positivistic attitude used on that period. As an example, she introduces as paradigmatic the case of the “Museo Pedagogico” of Palermo, of the journal “Archivio di Pedagogia e scienze affini”, and of “Conferenze Pedagogiche”. These enterprises were operated by the first professor of Pedagogy of the University of Palermo: Emanuele Latino. He was a cultural operator very active and, in many respects, itself representative of a formal agreement to didactical theories and methods, which may be considered innovative but unable to generate an actual process of people emancipation. In particular, the author describes the activity of the “Museo Pedagogico” discovering some possible outcomes in the contexts of the Scuole nuove and eliciting on that experience some precursor elements of Attivismo.
Viviana La Rosa
Il saggio ricostruisce il contributo di Maurilio Salvoni (1879-1933), maestro ed educatore milanese. Trascurato dalla letteratura pedagogica, è stato definito pioniere dell’attivismo in Italia per gli originali apporti sul terreno dell’innovazione didattica e educativa e per la sperimentazione di esperienze di scuola attiva d’avanguardia ispirate al pensiero di Dewey.
The essay rebuilds the Maurilio Salvoni’s tribute (1879-1933), a milanese teacher and educator. Neglected by pedagogical literature, he was defined a pioneer of the activism in Italy thanks to his original effort in the fields of didactic and educative innovation and research on the avantgarde activity school experimentation inspired by the Dewey’s thought.
Dominique Ottavi
Dagli inizi della carriera agli scritti degli anni 1940-1950, l’opera di Roger Cousinet presenta un processo di evoluzione interna che testimonia un sottile passaggio da idee educative “tradizionali” o, meglio, da concetti che non sono in rottura con le idee educative della Terza Repubblica, ad assunti veramente rivoluzionari che sovvertono il rapporto bambino-adulto. Ci si può chiedere, alla fine di un tale esame, fino a che punto l’itinerario di Roger Cousinet offra elementi di riflessione in ordine alla famosa “crisi d’autorità” attraversata dall’educazione occidentale.
Roger Cousinet’s work, from the beginning of his career until 1940-1950’s writings, presents a process of internal development which testifies a thin shift from educational ideas, still considered «traditional», or, better, from concepts which are not in break with educational ideas of the Third Republic, to really revolutionary concepts which change profoundly the relationship child-adult. At the end of such exam, we may ask ourselves until what point R. Cousinet’s itinerary offers matters of reflection in order to the famous «authority crisis» lived by the western education.
José González Monteagudo
Il saggio approfondisce il contributo dell’educatore francese Célestin Freinet (1896-1966), figura di rilievo del rinnovamento educativo europeo per quattro decadi del secolo scorso. Sotto il profilo dell’indagine storica rivolge l’attenzione al periodo compreso tra il 1920 e il 1935, che coincide con il primo quindicennio di insegnamento. In questa stagione Freinet va a definire il proprio modello pedagogico e concepisce un insieme di tecniche educative da mettere a supporto dell’apprendimento libero e cooperativo di bambini e educatori. Il saggio muove da una presentazione biografica. Successivamente commenta i temi relativi alla guerra e alla pace, alla critica politica della società e della scuola; descrive inoltre la posizione di Freinet come erede critico della tradizione della École Nouvelle, analizza il concetto di educazione e l’approccio globale all’educazione. Sottolinea, infine, l’approccio internazionalista ed europeista di Freinet, alla luce della posizione socialista e progressista.
This paper focus on the French educator Célestin Freinet (1896-1966), leading figure of European innovative and progressive approaches on education through four decades of the past century. I stress especially the period between 1920 and 1935, the first 15 years of Freinet’s working activity in the public educational system. During this period Freinet conceived his pedagogical model and he created, from collaborative work, several educational techniques supporting free and cooperative learning by children and educators. The paper stars with a biographical presentation. Then I comment several issues related to war and peace, political and ideological critique of society and school, the special Freinet’s situation as a critic heir of the legacy of the École Nouvelle, the concept of cooperation and the global approach to education. Finally I underline the internationalist and European approach upholded by Freinet from socialist and progressive stances.
Marinella Muscarà
Nel 1921 l’ispettrice scolastica inglese Beatrice Ensor, componente del Consiglio dell’Educazione, insieme ai suoi amici e colleghi fondò la New Education Fellowship. Insieme avviarono una comunità di pratiche per dare un contributo significativo alla formazione dei bambini e degli adulti attraverso una serie di pubblicazioni che videro una vasta diffusione oltreconfine. La comunità non mise a punto un nuovo metodo educativo ma un nuovo approccio all’educazione.
Beatrice Ensor, English inspector of schools for a county council and for the Board of Education with her friends and colleagues initiated the New Education Fellowship in 1921. They launched a community of practice to make a significant contribution to the lives of children and adults across many geographical and cultural borderspublications. The community didn’t produce a new method of education but a general new approach to education.
Consolación Calderón España
Le Reales Sociedades Económicas de Amigos del País nacquero nell’ultimo terzo del Diciottesimo secolo con l’intenzione di promuovere l’economia spagnola, ma c’era di più: costituirono un nucleo di ricezione delle idee innovative e della loro diffusione. Queste idee riservarono all’educazione considerevole attenzione. Esse si posero come obiettivo lo sviluppo economico, industriale, agricolo, scientifico e educativo delle rispettive regioni, per le quali organizzarono attività in tutti questi campi. In questo saggio faremo esclusivo riferimento alle attività educative realizzate tra Diciottesimo e Diciannovesimo secolo.
The Economic Royal Societies of Friends of the Country were born in the last third of the eighteenth century with the intention of promoting the Spanish economy, but they were something else: They were a reception center for innovative ideas and their dissemination. Education has a very prominent attention for them. Their aims were the economic development, industrial, agricultural, scientific and educational in the respective region for which programmed activities in all of these topics. In this paper we will only refer to the educational activities developed during the eighteenth and nineteenth centuries.
Anders Svenson
Il saggio approfondisce il contributo di Ellen Karolina Sofia Key, scrittrice svedese autrice del paradigmatico volume Il secolo del fanciullo (1900), saggio sull’educazione dei bambini che ha conosciuto all’alba del Novecento grande notorietà, tanto da essere tradotto in molte lingue. Quella di Ellen Key rappresenta una figura emblematica nel contesto della cultura e della pedagogia svedesi, per l’impegno esercitato ai fini della difesa e della rivendicazione dei diritti sociali e per l’influenza che ha saputo esercitare sulla pratica educativa nel mondo scandinavo.
The essay rebuilds the Ellen Karolina Sofia Key’s contribution, Swedish author of paradigmatic volume Century Child (1900), essay on the education of children who experienced a great reputation in the early Twenty-First Century, so as to be translated into many languages. Ellen Key is an iconic figure in the swedish context of culture and education, for her commitment on defense and vindication of social rights and for the influence she has been able to carry on educational practice in the Scandinavian world.
Ariana Mellquist
Una parte considerevole della letteratura per l’infanzia svedese e anche scandinava del Novecento affronta tematiche di carattere educativo, prendendo in oggetto il rapporto uomo-ambiente, temi attinenti la geografia, la botanica e le scienze della natura. Chiari emergono, per la centralità dell’esperienza nell’apprendimento, gli echi della filosofia dell’educazione di Dewey. Il contributo opera riferimento specifico a tre autrici svedesi: Selma Lagerlöf, Tove Jansson, Astrid Lindgren e si sofferma con particolare attenzione sul personaggio di “Pippi Calzelunghe” (1945).
A considerable part of Sweden and Scandinavian children’s literature of the Nineteenth century face educational subjects, considering the relationship humanenvironment, themes regarding geography, botany and nature’s sciences. Dewey’s educational philosophy echoes come out clearly due to the centrality of experience inside the field of learning. Such contribution makes a specific reference to three Swedish authors: Selma Lagerlöf, Tove Jansson, Astrid Lindgren and makes particular attention to “Pippi Longstocking” (1945).
Corrado Muscarà
Il movimento dell’educazione nuova e della pedagogia dell’attivismo si delinea in seguito alle iniziative, alle proposte, ai tentativi, non solo di educatori e di pedagogisti conclamati, ma anche di operatori scolastici. In questa direzione, la produzione di Carlo Capasso può essere considerata una testimonianza del rinnovamento dell’educazione collegiale in Sicilia, quale momento significativo dei nuovi movimenti attivistici.
The movement of the new education and of the education of activism are the outcome of initiatives, proposals, attempts, not only of famous educators, but also of all school staff. This is the reason why Carl Capasso’s production can be considered a testimony of the renewal of collective education in Sicily, a meaningful period for new activist movements.
Stefano Lentini
Nel 1921, a Calais, furono fissati “trenta punti” utili all’elaborazione ed alla definizione dei principi basilari della Scuole Nuove. Il presente contributo di ricerca, oltre a richiamare un’ampia pagina di rinnovamento della cultura pedagogica contemporanea, si propone di ricavarne una lettura anticipatrice dei temi legati all’educazione alla e per la democrazia nelle Scuole Nuove, propri di esperienze culturali e scientifiche successive, e di sollecitarne un approfondimento critico ulteriore.
In 1921, in Calais, were set “thirty points” useful in the development and the definition of the basic principles of the New Schools. The aim of this research, as well as to recall a wide page of renewal of contemporary educational culture, is to obtain a read-ahead of issues related to and for education and democracy in the New Schools, with their own subsequent cultural and scientific experiences, and to request a further critical investigation.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
MA C. CALDERÓN ESPAÑA, G. D’APRILE, T. GARAFFO, V. LA ROSA, S. LENTINI, M. MARINO, A. MELLQUIST, J. G. MONTEAGUDO, C. MUSCARÀ, M. MUSCARÀ, D. OTTAVI, G. PILLERA, F. PULVIRENTI, A SVENSON
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2011
Sommario
Giuseppe Spadafora
Il problema dell’educazione interculturale può essere analizzato tramite una filosofia dell’educazione considerata come fondazione epistemologica dell’educazione interculturale. L’autore si propone di dimostrare la relazione tra il problema dell’educazione interculturale e la costruzione progressiva della democrazia.
The intercultural educational problem can be analyzed through a philosophy of education considered as an epistemological foundation of intercultural education. The author tries to demonstrate the relationship between the educational intercultural problem and the progressive building of the democracy.
Viviana Burza
Nel presente lavoro l’autrice intende dimostrare il ruolo centrale dell’infanzia da una prospettiva culturale basata sulle scienze dell’educazione e da un punto di vista sociologico che tiene conto dei diversi aspetti della società digitale. In questa prospettiva culturale è possibile proporre i principi di una pedagogia dell’infanzia molto importante per l’educazione dei “nativi digitali”.
In this essay the author wants to demonstrate the central role of the infancy from a cultural perspective based on the sciences of education and from a sociological point of view which considers the different aspects of digital society. In this cultural perspective it is possibile to propose the principles of an infancy’s pedagogy very important for the education of the “digital natives”.
Ignazio Volpicelli
L’attenzione di Dewey nei confronti della pedagogia di Herbart si inserisce nell’ambito della marcata incidenza che le teorie pedagogiche herbartiane ebbero negli Stati Uniti nell’ultima decade dell’Ottocento. Il presente lavoro si propone di ripercorrere alcuni momenti centrali di tale vicenda esaminata sia in prospettiva storica sia nei suoi risvolti più propriamente teorico-ideali.
Dewey’s attention to Herbart’s theory of education begins in the last decade of the 19th century, together with the growth of incidence of the herbartians educational theories in the United States. This paper aims to explore some important moments of that story examined into historical perspective and in its more properly theoretical implications.
Francesco Mattei
La morte apparente delle grandi ideologie ha costretto gli studiosi ad interrogarsi nuovamente, dopo decenni di dibattiti spesso sospesi tra scienza e ideologia, sulla natura delle proposizioni che mettono in linguaggio la realtà del mondo naturale e del mondo dell’uomo. Siamo tornati cioè alla casella iniziale del dibattito aperto (e non concluso) dallo storicismo tedesco a fine Ottocento, e siamo ancora lì ad interrogarci sulla differenza e sulle caratteristiche delle scienze della natura e delle scienze dello spirito. Il lessico è mutato, ma il cuore della tematizzazione è ancora quello. In questo studio si cerca di mettere a fuoco la natura delle proposizioni della scienza, i legami con le teorie che le danno fondamento, la persistenza di un ambito proposizionale ideologico che ha ancora una sua vasta vitalità, ancora più vitale nell’ambito delle scienze pedagogiche.
The apparent death of great ideologies forced scholars to question again, after decades of debate often suspended between science and ideology, the nature of the propositions that put into language the reality of the natural world and of the human world. That is: we came back to the debate opened (and not completed) by the German historicism at the end of the 19th century, and we are still there questioning the differences and characteristics of the sciences of nature and of the sciences of spirit. The vocabulary has changed, but the heart of theming is the same. This study aims at focusing on the nature of the propositions of science, on the links with the theory that support it, on the persistence of an ideological propositional field that keeps wide its vitality, even more vital in pedagogical science.
Nicola Siciliani De Cumis
Il saggio affronta i seguenti argomenti: Tolstoj come massimo scrittore e massimo pedagogista. La inseparabilità secondo lui di questi due piani di esperienza. La pedagogia universitaria romana e Tolstoj come “classico” sui generis tanto della letteratura quanto dell’educazione, a partire dalla fondamentale questione: chi è che insegna a chi? Sono gli scrittori che insegnano ai contadinelli, oppure sono i contadinelli che insegnano agli scrittori? Sia Tolstoj sia la pedagogia universitaria romana ritengono imprescindibile la reciproca relazione formativa di natura e cultura. Inoltre professori e studenti fanno specialmente riferimento alle opere e alle esperienze di Tolstoj, con specifica attenzione al tema delle “risorse potenziali umane” e della connessione reciproca tra “indagine scientifica” e “senso comune”, tra “qualità” e “quantità”, “governanti” e “governati”, “regole” ed “eccezioni”, “libertà” e “disciplina”, “individuale” e “collettivo”, “localizzazione di una cultura internazionale” e “internazionalizzazione di una cultura locale”. In particolare, Tolstoj sottolinea la “elementare complessità” dell’essere umano e dei suoi bisogni immediati, tra i fattori biologici e i fattori culturali dell’esperienza. Di qui, in Tolstoj e nella pedagogia universitaria romana, una sorta di filosofia dell’“immediatezza” e una fiducia radicale nella creatività intellettuale e morale che appartiene ad ognuno. Il pacifismo di Tolstoj ha qui le sue radici.
The essay is about these two topics: Tolstoy as greatest writer and as greatest pedagogist. The academic Roman-school Pedagogy and Tolstoy as a “sui generis” classic, in literature and education as well, starting from this basic issue: who teaches whom? Are the writers the ones who teach something to the peasants or are the peasants teaching the writers? Both Tolstoy and the Roman academic pedagogy consider this nature & culture mutual training relationship as a key point. Furthermore, professors and students refer in particular to Tolstoy’s works and experiences, with specific attention to the theme of “human potential resources” and the interlinked connection between “scientific inquiry” and “common sense” between “quality” and “quantity”, “rulers” and “governed”, “rules” and “exceptions”, “freedom” and “discipline”, “individual” and “collective”, “localization of an international culture” and “internationalization of the local culture”. In particular, Tolstoy emphasizes the “elementary complexity” of the human being and his immediate and basic needs, between biological and cultural factors of experience. Hence, both in Tolstoy and in the Roman academic Pedagogy, we can find a sort of “philosophy of immediacy” and a radical trust in moral and intellectual creativity belonging to everyone. Tolstoy’s pacifism took its roots here.
Giancarla Sola
Il saggio si prefigge di sondare i rapporti tra Martin Heidegger e la Pedagogia Generale. L’autore affronta il rapporto tra uomo e essere, il problema dell’originarietà del pensare e la questione metafisica, la quale viene configurandosi entro gli scritti heideggeriani quale attestazione di un’arché dimenticata. L’attenzione si sposta poi sul corpus philosophicum di Heidegger e in particolare su quei volumi dove sono custoditi riferimenti inequivocabili alla pedagogia e ai suoi oggetti di studio: la formazione e l’educazione dell’uomo. L’articolo ricostruisce così una mappa eidetica dalla quale emerge come Heidegger abbia attraversato, lungo il cammino della sua speculazione, temi di marcata cogenza pedagogica: la categoria greca di paideia e l’idea latina di humanitas, quindi i concetti di Bildung e Erziehung. Proprio nell’interpretazione heideggeriana della Bildung, tuttavia, è possibile scorgere l’errore pedagogico di Martin Heidegger, di fronte al quale la scienza generale della formazione e dell’educazione dell’uomo ha il compito di elaborare una riflessione critica.
The article aims to explore the relationship between Martin Heidegger and General Pedagogy. The author tackles the relationship between human being and Being, the problem of thinking and the metaphysical question, which is witness – according to Heidegger – of a forgotten original principle. Then, the attention moves on Heidegger’s corpus philosophicum and especially on those volumes where we can find several references to pedagogy and its objects of study: formation and education of human being. In this way, the article reconstructs an eidetic map which shows how Heidegger, in his speculation, has gone through significant pedagogical topics: the greek cathegory of paideia and the latin idea of humanitas, the german concepts of Erziehung and Bildung. Just in Heidegger’s interpretation of Bildung, however, it’s possible to recognize Martin Heidegger’s pedagogical error, before which the general science of formation and education of human being has the task of developing a critical thinking.
José Antonio Rabadán Rubio, Ana María Giménez-Gualdo
Al giorno d'oggi, i disturbi del comportamento nei bambini e negli adolescenti stanno aumentando progressivamente mentre aumentano i disturbi che si producono nei diversi campi in cui interagiscono. Una corretta diagnosi e un intervento precoce eviteranno imminenti disturbi della personalità in età adulta e ciò consentirà a diversi operatori professionali di fornire risposte adeguate per i loro trattamenti. I disturbi del comportamento sono un'area di trattamento e intervento ad alta rilevanza per Insegnanti, Gruppi di Counseling, Pediatria e Professionisti della Salute Mentale. Si basa su una crescente prevalenza, una gestione complessa e conseguenze negative in campo personale, familiare, accademico e sociale. Ci sono patologie frequenti nei contesti di disturbo del comportamento noti come disturbo oppositivo provocatorio, disturbo antisociale di personalità e disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) che compaiono soprattutto nell'infanzia. La diagnosi si basa principalmente sull'osservazione, sulla raccolta di informazioni scolastiche e familiari e sul colloquio clinico. Il trattamento ha un'efficacia limitata perché la terza prevenzione viene normalmente eseguita in fase di diagnosi tardiva. Vuol dire che questa patologia è solo una forma fissa e strutturata difficilmente modificabile. La diagnosi precoce e il trattamento possono proteggere queste persone da future patologie di mantenimento. Gli insegnanti, i team di pediatria e salute mentale hanno un ruolo di primo piano nell'individuazione, gestione, derivazione e trattamento dei disturbi del comportamento, che stanno emergendo nei contesti sociali. Tra i professionisti dovrebbe esserci un corretto coordinamento interdisciplinare che permetta alle persone colpite un'integrazione il più normalizzata possibile.
Nowadays, the behaviour disorders in children and adolescents are increasing progressively at the same time the disrupts, which are produced, increase in different fields where they interact. A correct diagnosis and an early intervention will avoid upcoming personality disorders in adulthood and this will allow different professional agents to provide suitable answers for their treatments. The behaviour disorders are a high relevancy area of treatment and intervention to Teachers, Counselling Teams, Paediatrics and Mental Health Professionals. It is based by increasing prevalence, complex management and negative consequences in personal, familiar, academic and social fields. There are frequent pathologies in behaviour disorder contexts known like oppositional defiant disorder, antisocial personality disorder and attention deficit hyperactivity disorder (ADHD) which especially appear in childhood. The diagnosis is mainly based on the observation, collected school and familiar information and clinical interview. The treatment has limited efficiency because of third prevention is normally done in late diagnosis. It means that this pathology is just a fixed and structured form difficult to change it. The early detection and treatment can protect these people from future maintenance pathologies. Teachers, Paediatrics and Mental Health Teams have a prominent role on the detection, management, derivation and treatment of behaviour disorders, which are emerging in society contexts. Between professionals should have a correct interdisciplinary coordination that allows to affected people as normalized integration as possible.
Letterio Todaro
Il saggio analizza gli sviluppi della Scuola Elementare “Cesare Battisti” di Catania nei primi suoi dieci anni di vita, dal 1916 al 1926, periodo durante il quale tale istituzione educativa si affermò sorprendentemente quale realtà innovativa dal punto di vista pedagogico e didattico, costituendo un modello esemplare di quel cambiamento della cultura dell’educazione su cui intervenne sapientemente la sintesi teorica dell’attivismo di Giuseppe Lombardo Radice. Portare a conoscenza l’esperienza di cambiamento prodotta e maturata da tale scuola sul piano dei modelli della formazione risulta importante non soltanto per gettare una luce su una realtà scolastica significativa quale prototipo delle innovazioni in seguito codificate nei nuovi Programmi per la scuola elementare che perfezionarono l’avvento della Riforma varata dal Ministro Gentile, ma anche per scoprire un vero e proprio laboratorio di sperimentazione educativa che merita di essere annoverato fra le più valide testimonianze di un capitolo fondamentale della storia dell’educazione in Italia nel Novecento.
The article analyses the development of the “Cesare Battisti” elementary school in the first ten years of its activity (1916 to 1926). During this span of time, the school unexpectedly emerged as innovative didactic and pedagogical context, representing an ideal model for the changes in pedagogical culture theoretically synthetized by Giuseppe Lombardo Radice’s activist thought. The experimental work and the changes in the educational models produced in this educational institution are worth being explored for shedding new lights on the “Cesare Battisti” school as both a prototypical context for innovative elementary school curriculaplanning within and after Gentile’s school reform and as a lively laboratory of experimental education which certainly deserves being included among the most significant experiences of this central phase in the Twentieth century Italian history of education.
Alessio Ceccherelli, Emiliano Ilardi
Sulla base delle ultime innovazioni tecnologiche improntate all’immersività e all’esperienza diretta e immediata (touch screen, augmented reality, etc.), si delinea una breve storia delle mediazioni tra individuo e società, dal romanzo moderno ai videogiochi, per riflettere infine su due possibili conseguenze di una ipotizzata “fine delle mediazioni”: la crisi finanziaria del 2008 e le problematicità in ambito educativo.
The latest technological innovations based on a direct and immediate experience (touch screen, augmented reality, etc.) lead to some implications. After a short history of the mediations between individual and society, from the modern novel to videogames, the authors discuss about two possible consequences concerning an hypothesized “end of mediations”: the financial crisis of 2008 and the issues in the educational sphere.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
V. BURZA, A. CECCHERELLI, A. M. GIMÉNEZ-GUALDO, E. ILARDI, F. MATTEI, J. A. RABADÁN RUBIO, N. SICILIANI DE CUMIS, G. SOLA, G. SPADAFORA, L. TODARO, I. VOLPICELLI
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2010
Sommario
Maria Tomarchio
Molteplici aspetti chiama in causa il lavoro di interpretazione/ricostruzione di tratti caratterizzanti la complessa stagione educativa e pedagogica che va a delinearsi tra fine Ottocento/inizi Novecento; per nulla semplice focalizzare i termini dell’articolato dibattito che, con apporti diversi nei più rappresentativi contesti europei, continua ad accompagnare la ricerca e la messa a punto di chiavi interpretative atte a ricomporne un convincente quadro di modelli, temi, figure. L’intervento intende richiamare l’attenzione intorno a recenti contributi di studio che hanno speso il loro impegno per riportare alla luce volti di educatori e di pedagogisti europei dimenticati, apporti per lo più provenienti da contesti e personalità marginalmente, parzialmente o per nulla presi in considerazione che, ad un’attenta disamina passata al vaglio di una ricerca integrata e di riscontri operati a livello europeo, sembrano invece aprire più avanzate prospettive d’indagine.
The work of interpretation/reconstruction deals with many aspects that characterize the complex educational and pedagogical period between the end of the nineteenth century and the beginning of the twentieth; it is by no means easy to focus on the terms of the articulated debate that, with different contributions in the most representative European contexts, continues to accompany the research and the regulation of interpretative keys able to piece together a convincing picture of models, themes and figures. The paper aims to bring attention back to recent studies dedicated to bringing back to the light the faces of forgotten European educators and education experts, contributions mainly coming from contexts and personalities marginally or partially taken into consideration or not at all, that, with detailed examination, integrated research and verifications operated on a European level seem to open up more advanced perspectives of the investigation.
Gaetano Bonetta
Il deweysmo e le scuole nuove suscitano da un punto di vista riflessivo considerazioni epistemologiche che li configurano come fondamentale punto di riferimento teorico per una generale rilettura della storia educativa del nostro paese e per un’auspicabile “grande trasformazione” dell’educazione scolastica. La diffusione del pensiero di John Dewey e, più in generale, dell’attivismo nel nostro Paese, risulta essere nella nostra storia pedagogica e formativa la pagina di gran lunga più illuminante e significativa, quella più rappresentativa ovvero, infine, quella che fa l’immagine paradigmatica del pensiero e della memoria non razionali delle forme esistenziali desiderabili, innovatrici ed emancipatrici.
From a reflexive point of view, the deweysm and the new schools generate epistemological considerations that constitute the fundamental theoretical reference for a general reading of our country’s educational history and for a desirable “great transformation” of school education. The spread of John Dewey’s thought and, more generally, of activism in our country appears to be the most significant and illuminating page in our pedagogic and formative history, the most representative and, lastly, the one that makes the paradigmatic image of thought and not-rationale memory existential forms desirable, innovative and emancipatory.
Franco Cambi
Riprendere in considerazione oggi l’attivismo educativo della prima parte del Ventesimo secolo è un lavoro importante sotto molti profili. Esso va infatti riletto nella sua struttura profonda e nella sua identità trasversale, oltre che nella sua forza teorico-pratica, di ieri e, forse, anche, sotto alcuni aspetti, di oggi. Il contributo si sofferma sugli elementi-base costitutivi e sui caratteri-chiave di maggiore rilievo operando riferimento critico al pensiero di vari autori tra i quali Dewey e Decroly, Kilpatrick e Kerschensteiner.
Rethinking today the educational activism of the first part of the Twentieth Century is an important work both of historical reconstruction both of theoretical renewal. At that time, between the thought of John Dewey and Decroly, Kilpatrick and Kerschensteiner, there are still some crucial points of our actual educational work to achieve educational processes. Nodes to rethink, to refine, to enhance: the educational motivation, the socialization, the libertarian practices.
Ignazio Volpicelli
Nella seconda metà dell’Ottocento il movimento pedagogico herbartiano ha avuto ampia diffussione in molti paesi europei ed extraeuropei. Il presente lavoro si propone di indicare alcuni aspetti problematici del rapporto che lega la pedagogia di Herbart all’herbartismo concepito nella varietà delle sue posizioni e articolazioni. Ciò anche al fine di meglio definire quale sia stata, al di là degli slogan e delle parole d’ordine, l’effettiva posizione, peraltro estremamenta variegata, nei confronti di quel movimento da parte di alcuni esponenti di punta della cosiddetta “riforma pedagogica” che si sviluppò nei primi decenni del secolo scorso.
In the second half of the nineteenth century the herbartian educational movement had a wide circulation in many European countries and worldwide. The present paper aims to remark some problematic aspects of the relationship that binds the educational theory of Herbart to herbartian movement in the variety of its positions and articulations. This in order to better define, beyond the slogans and watchwords, which was the real position, extremely varied however, towards that movement from some exponents of the so-called “educational reform” that arose in the first decades of the last century.
Joan Soler Mata
La situazione sfavorevole delle scuole rurali in Catalogna e Spagna mostra nuova speranza quando, nel processo di rinnovamento educativo che ha trasformato l'insegnamento nel primo terzo del Novecento, affronta il problema della scuola rurale per “rivitalizzare” e costruire una scuola con “fisionomia propria” e non come copia volgare della scuola urbana. Questo capitolo mira a rivedere e analizzare i contributi di insegnanti ed educatori, da diverse prospettive, per cercare nuove idee ed esperienze, in Europa, per trasformare la scuola rurale impoverita dalla Spagna.
The unfavourable situation of rural schools in Catalonia and Spain show new hope when in the process of educational renewal that transformed the teaching during the first third of the twentieth century, it addresses the problem of rural school in order to “revitalize” and build a rural school with “own physiognomy” and not as a vulgar copy of the urban school. This chapter aims to review and analyze the contributions of teachers and educators, from different perspectives, to look for new ideas and experiences, in Europe, to transform the impoverished rural school from Spain.
Santo Di Nuovo
Nel contributo si passa in rassegna la storia della psicologia sperimentale dalle sue origini come “scienza positiva” agli sviluppi fenomenologici e funzionalisti. Le diverse teorie psicologiche hanno offerto fin dai primi del Novecento contributi rilevanti per i processi educativi, e questo vale anche per l’educazione speciale. Alla luce del recente cognitivismo, i costrutti di auto-efficacia e di attribuzioni causali sostengono un approccio attivo dell’istruzione e della formazione.
The paper contains a review of the history of the experimental psychology, from the origins as “positive science” to the phenomenological and functionalist approaches. The different psychological theories offered, since the early Nineties, relevant contributions to the educational processes, including special education° In the light of the latest cognitive theory, the constructs of self-efficacy and causal attribution support an active approach to instruction and formation
Giuseppe Spadafora
In questo saggio ho tentato di dimostrare che la teoria educativa della “scuola-laboratorio” di John Dewey, che è stato il più importante esperimento della “nuova educazione” all’inizio del Ventesimo secolo, potrebbe essere applicato all’interno dell’educazione contemporanea. Focalizzando i principi educativi della “scuola-laboratorio”, mi piacerebbe dimostrare che proprio questi principi possono essere applicati a un modello della scuola contemporanea.
In this essay I tried to demonstrate that the educational theory of Dewey’s “laboratory-school”, which has been the most important experiment of “new education” at the beginning of the 20th century, could be applied within the contemporary education. Focalizing on the educational principles of the “laboratory-school”, I would like to demonstrate that indeed these principles can be applied to a model of contemporary school.
Stefano Salmeri
Il rapporto maestro/allievo, come esperienza e relazione educativa, appartiene alla cultura ebraica e al chassidismo orientale che trasforma in sapere educativo-operativo la tradizione kabbalistica rendendone pedagogicamente significativo l’approccio teoretico. Interpretazione dei testi, incontro/confronto con l’Altro e costruzione di una rete Io/Tu/Tutti fungono da guida e da indirizzo, e hanno reso i maestri chassidici e i pensatori della Bildung ebraica esempi nelle buone pratiche educative.
The relationship between the master and the pupil, as experience and educational relationship, is typical of the Jewish culture and of the oriental Chassidism that transforms the Kabbalistic tradition into tangible educational teaching that gives a pedagogically relevant dimension to the theoretical approach. Interpretation of the text, encounter/confrontation with the Other and creation of a network I/You/Its work as guide and address, and made of the Chassidic masters and the Jewish Bildung thinkers an example of good teaching practices.
Letterio Todaro
La riforma della scuola elementare – approvata dal Ministro Gentile nel 1923 e realizzata grazie alla mediazione teoretica e istituzionale di Giuseppe Lombardo Radice – rappresenta il risultato finale di un articolato processo di rinnovamento della cultura pedagogica risalente all’inizio del Ventesimo secolo. Il saggio specialmente analizza la crescita di una nuova cultura dell’educazione e la diffusione di nuove forme di pratica educativa all’interno del contesto microstorico della città di Catania.
The reform of public primary school – approved by Minister Gentile in 1923 and carried out thanks to Giuseppe Lombardo Radice’s theoretical and institutional mediation – represents the final result of an articulate process of renewal of pedagogic culture dating back to the beginning of the Twentieth Century. The essay especially highlights the rise of a new culture of education and the diffusion of new forms of educational practise within the micro-historical context of Catania.
Isabel Corts Giner
Alla fine del XIX secolo, l'educazione spagnola è sotto due pensieri contraddittori: primo, il pessimismo derivato dallo stato negativo dell'istruzione dopo il disastro del 1898. In secondo luogo, l'aspettativa su un'educazione moderna e adattativa alle persone e alla società ha bisogno come soluzione per la rigenerazione del Paese. In questo senso si sottolinea il lavoro dei “pensionados de la Junta de Ampliación de Estudios” y de la “Institución Libre de Enseñanza”. Incarna lo spirito innovativo dell'istruzione spagnola e ha avuto un'influenza molto importante sulla vita intellettuale spagnola e sulla sua educazione. Come sottolineano gli Statuti della Fondazione dell'Istituzione, uno degli obiettivi principali è la pubblicazione di un Boletín. Il primo numero è stato pubblicato il 7 marzo 1877. La mentalità aperta dei suoi editori e scrittori ha contribuito a creare una rivista d'avanguardia che ha introdotto in Spagna le nuove idee scientifiche e pedagogiche europee e allo stesso tempo ha contribuito ad ampliare l'esperienza spagnola, e in particolare gli ideali dell'istituzione. Analizziamo la pedagogia dei diversi pensieri della Nuova Scuola attraverso i principali autori e metodologi, e la sua influenza sull'educazione spagnola alla fine del XIX secolo.
At the end of XIX century, Spanish education is under two contradictory thoughts: first, the pessimism derived from the negative state of the education after the 1898 disaster. Second, the expectancy on a modern and an adaptative education to the people and society needs as the solution for the regeneration of the country. In this sense, it’s emphasized the work of the “pensionados de la Junta de Ampliación de Estudios” y de la “Institución Libre de Enseñanza”. It embodies the innovative spirit of Spain education, and had a very important influence on Spanish intellectual life and its education. As the Institution’s Foundation Statutes point out, one of the main objectives is to publish a Boletín. The first number was published on March the 7th of 1877. The open mind of its editors and writers contributed to create a vanguard journal that introduced in Spain the new European scientific and pedagogy ideas and at the same time contributed to expand the Spanish experience, and specially the institution’s ideals. We analyze the pedagogy of the different thoughts of the New School through the main authors and methodologists, and it influence on the Spanish education at the end of the XIX Century.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
G. ALATRI, F. CAPUTO, A. CARANNANTE, A. CIONI, F. CLEMENTE, A. M. DISANTO, A. ERBETTA, G. GIACHERY, E. MADRUSSAN, V. ORSOMARSO, A. ORSINI, M. A. PALMIERI, G. PATELLA, L. T. PEDATA, S. SALMERI, B. SCHETTINI, E. ZIZIOLI
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2010
Sommario
Francesco Mattei
Verso la fine del suo lungo viaggio di studio e di ricerca, Piaget ripensa il rapporto tra scienza e filosofia, in particolare quella epistemologia genetica che ha costituito il nucleo principale della sua ricerca psicologica. Qui si vogliono ricostruire i diversi passaggi in materia: dall’iniziale avviamento all’osservazione e alla ricerca sperimentale, fino al rapporto tra scienze della natura e scienze dello spirito applicate alla sua stessa ricerca. Pur criticando fortemente i limiti metodologici della ricerca filosofica, non sembra all’autore che Piaget si sia mai allontanato definitivamente dal nucleo euristico della ricerca filosofica, un nucleo sempre ricco di senso e di significato e sempre matrice di domande anche per la ricerca dell’interrogazione psicologica.
Towards the end of his long journey of study and research, Piaget rethinks at the relationship between science and philosophy, particularly that genetic epistemology which formed the core of his psychological research. Here we want to reconstruct the steps in this area, starting from the initial observation and experimental research, up to the relationship between the natural sciences and human sciences applied to his own research. While strongly criticizing the methodological limitations of philosophical research, Piaget does not seem to the author to have ever permanently deviated from the heuristic core of philosophical research, a core always rich with meaning and significance and always array of questions for the psychological research.
Margarete Durst
Lo studio mette in rilievo le sfaccettature, le disomogeneità e le contraddizioni che hanno caratterizzato i percorsi di formazione e l’esercizio del mestiere delle donne insegnanti durante l’epoca fascista. La ricerca, condotta in maniera analitica, ha un orientamento storico-storiografico e di storia delle donne. Attinge inoltre a diversi settori delle scienze dell’educazione (ad esempio, quello sociologico) e agli studi di genere. Uno degli argomenti più importanti del saggio riguarda infatti le cosiddette “Militi dell’idea”: gruppo femminile di eccellenza votato alla causa fascista.
This article deals with the various facets, non homogeneities and contradictions which have marked the education tracks and job experiences of women teachers in the fascist era. This research, analytically carried out, has a historical-historiographic and, more specifically, a women history orientation. Furthermore, it draws from some different fields of the education sciences (for example, sociology) and from the Gender Studies. One of the article focus is on the so-called “Militi dell’idea”, a group composed by prominent women devoted to the fascist project.
Franco Frabboni
All’alba di questo secolo, il vecchio continente ha sciolto al vento – a Lisbona e a Bruxelles – le proprie campane per richiamare l’attenzione sulla forza emancipatrice della conoscenza e della formazione quali “capitali” economici-socialiculturali (risorse umane) da preservare e da spendere lungo l’intero arco della vita, se si intende perseguire l’orizzonte valoriale intitolato alle tre “I” al maiuscolo della Persona: Irripetibile, Irriducibile, Inviolabile.
At the turn of this century the old world – in Lisbon and in Bruxelles – focused attention on the emancipating strenght of Knowledge and Education as economic, social and cultural resources which must be preserved and used in one’s lifetime to pursue a target named after the three capital “I” of the person: Irreplaceable, Irreducible, Inviolable.
Ignazio Volpicelli
Il lavoro, che costituisce il testo di una relazione tenuta a Catania, propone alcune riflessioni sui problemi della globalizzazione e del multiculturalismo e del contributo che l’educazione e la scuola possono dare al fine di promuovere una interiore disponibilità a comprendere e solidarizzare con le ragioni degli altri.
The work, wich constitues the text of a report made in Catania, proposes some reflections on the problem of globalization and of multiculturalism and on the contribution the education and the school can give with the objective of promoting an interior willingness to understand and solidarize with the reasons of others.
Maurizio Cosentino
Il problema educativo, poiché si occupa dell’agire umano, è una questione filosofica. Aristotele ha assegnato infatti alla filosofia pratica, al suo metodo e in particolare al concetto di phronesis, uno statuto d’eccezione rispetto ai metodi delle altre scienze. Nella pedagogia, nell’ermeneutica e nella filosofia pratica si può individuare un comune denominatore che ci permette di sostenere la possibilità di un’autoeducazione dell’uomo. La pedagogia filosofica di Giovanni Gentile e l’ermeneutica filosofica di Hans Georg Gadamer presentano contenuti di riflessione che riconducono, pur non partendo da presupposti comuni, ai principi intramontabili della lezione dell’etica aristotelica.
The problem of education is a philosophical question, because it takes care of human action. Aristotle assigns to practical philosophy and its method and to phronesis’concept a special purpose compared with the methods of the other sciences. The pedagogy, the hermeneutics and the practical philosophy can identify a common denominator that enables us the possibility of a self-education of the man. The philosophical pedagogy of Giovanni Gentile and the philosophical hermenutics of Hans Georg Gadamer introduce thoughts, although they don’t start with same assumptions, that bring back to timeless principles of the Aristotelian Ethic’s lesson.
Gabriella Chisari
Nell’odierna società complessa e globalizzata, per realizzare il processo di apprendimento-insegnamento, occorre che la scuola educhi alla ricerca, recuperi l’unità dei saperi, coniughi la teoria e la prassi, utilizzi nuove strategie didattiche, quali la didattica laboratoriale, che possano stimolare la motivazione dell’allievo. Ma ciò che deve essere certo per una scuola intesa come “comunità educante” è che essa sappia formare l’uomo di domani ai veri valori, “tornando ad educare”.
The globalized society we live in is proving to be challenging and complex for any educational experience. For this reason any school interested in carrying out a successful learning-teaching process should teach students how to organize their research, how to globalize their cognitive acquisitions, how to balance the acquisition of practical and theoretical notions. A school should also use updated teaching strategies, say experimental teaching practice, in order to make the learning experience more motivating and interesting. What is more is that a school should be able to show what real values is affirming its typical role of teaching institution.
Andrea Manganaro
Nel 1911 Augusto Monti indirizzò a Lombardo Radice una lettera sul «tema» d’italiano, «fulcro» dell’insegnamento di tale disciplina, e non solo agli inizi del Novecento. Monti lo considerava però didatticamente «un’assurdità», e un «incitamento a delinquere». Le riflessioni del professore piemontese vengono accostate alla riforma del 1998 della prova scritta d’italiano, e forniscono lo spunto per alcune considerazioni sulla «letteratura in pericolo» e sulle prospettive dell’insegnamento dell’italiano.
In 1911 Augusto Monti sent a letter to Lombardo Radice on the «composition» of Italian, «core» of the teaching of this discipline, and not just at the beginning of the twentieth century. Monti considered it didactically «an absurdity», and an «incitement to commit a crime». The reflections of the Piedmontese teacher are approached to the 1998 reform of the written test of Italian, and provide a starting point for considerations on «literature in danger» and on perspectives about the teaching of Italian.
Gabriella D’Aprile
Attingendo a fonti di documentazione in gran parte inedite, riportate alla luce presso il Fonds Adolphe Ferrière degli Archives Institut J.-J. Rousseau (AIJJR) dell’Università di Ginevra, il saggio riassume in forma sintetica gli esiti del lavoro di interpretazione/ricostruzione condotto sul pensiero e sull’opera del pedagogista ginevrino Adolphe Ferrière, prendendo le distanze dai più consueti protocolli di lettura fino ad oggi riferiti allo studioso e alla vivace stagione del rinnovamento educativo, didattico, pedagogico comunemente ricondotta al movimento dell’Educazione Nuova.
Drawing on documentary sources most of which have been brought to light at the Fonds Adolphe Ferrière of the Archives Institut J.-J. Rousseau (AIJJR) of the University of Geneva, the essay reports the results of a work of interpretation/reconstruction of the thought and work of the Genevan educator Adolphe Ferrière, moving away from the more usual protocol of reading till now referred to the scholar and the lively period of educational, didactic, and pedagogic renewal that leads back to the movement of the New Education.
Giovanni U. Cavallera
La figura di Angelo Mosso, fisiologo noto e apprezzato in ambito internazionale e particolarmente conoscuto nei paesi anglosassoni, viene analizzata a partire dalle sue opere più conosciute, La Paura e La Fatica, considerandone i risvolti educativi. Secondo Mosso, infatti, la fisiologia ha un ruolo decisivo nello studio e nella valutazione dei problemi educativi, per fare in modo che lo spirito speculativo e l’esercizio fisico possano costituire uno sviluppo armonico e coerente dei giovani.
The figure of Angelo Mosso, physiologist known and appreciated in the international arena, and particularly well known in the Anglo-Saxon countries, is analyzed from its best-known works, La Paura and La Fatica, considering their educational implications. According to Mosso, in fact, physiology plays a decisive role in the study and evaluation of educational problems, to ensure that the speculative spirit and exercise may constitute a coherent and harmonious development of young people.
Angela Spinelli
L’articolo presenta i nessi che legano le tecnologie interattive al processo di costruzione della metafora, che è allo stesso tempo linguistico e cognitivo. Sulla base di queste premesse si evidenziano le caratteristiche progettuali che un tale prodotto deve avere per rispondere ad esigenze didattiche.
The article presents the links between interactive technologies and the building process of metaphor, which is both linguistic and cognitive. On these premises it highlights the design features that such a product requires to meet the educational needs.
Grazia Angeloni, Alice Botler
L’articolo esplora il concetto di democrazia, seguendo una prospettiva diacronica e giuridica, con particolare riguardo al sistema scolastico delle due nazioni di riferimento: Italia e Brasile. Per quanto sostanziali siano le differenze tra i due Paesi, i quali hanno vissuto vicende storiche, politiche e sociali non comuni e distanti nel tempo, il tratto di congiunzione viene rintracciato nel paradosso di un sistema formale di educazione che, al pari del macro-sistema sociale di cui esso è parte, considera la democrazia un ideale al quale ispirarsi, richiamandone la validità negli atti costituzionali e nelle norme, per poi di fatto ignorarla nella pratica. Ci si chiede, a tal proposito, se democrazia ed educazione possano essere incluse in uno stesso ambito semantico o piuttosto debbano essere concepite quali termini in opposizione. Se è vero che una delle finalità del processo educativo è la formazione del cittadino, a nostro avviso, la scuola è tenuta ad avviare un processo di reculturing, che passi attraverso un’attenta riflessione dei propri assi culturali, assi che ne definiscono l’identità.
The work pretends to explore the notion of democracy, following a diachronic and legal perspective, with particular reference to the Italian and Brazilian school systems. As far as the differences between the two Countries are substantial, because of different historical, political and social events, they are linked by a paradox. This focuses on the principle of democracy, a beautiful word, often recalled in the Act and in the Constitution, but pragmatically an empty sign. We wonder if democracy and education can be included in the same semantic field or rather they have to be conceived as opposed terms. If one of the main goal of education is the growth of the citizen, in our opinion, the school is called to start a reculturing process which begins by a careful reflection on her cultural axes that define her identity.
Cristiano Casalini
I Gesuiti divennero educatori per far fronte alla sfida della Riforma. Erano i tempi della carità, che nella teologia cattolica era ritenuta la forma virtutum; essi applicarono tale virtù alla loro specifica prassi educativa, accoppiandola con il valore dell’eccellenza: i Gesuiti dovevano infatti formare grandi oratori, e uomini capaci di gestire il potere. Quattro secoli dopo, sulla scia del marxismo, i tempi della carità si trasformarono nei tempi della giustizia sociale. Il padre generale Pedro Arrupe fu colui che riformò l’Ordine gesuita, modellandolo sul nuovo valore teologico. Questo adattamento produsse una profonda trasformazione nelle stesse pratiche educative nei collegi gesuiti.
Jesuits became educators to respond to the challenge of Reformation. Those were the times of charity, “forma virtutum” for catholic theology; so they applied that virtue to their educational practice, coupled with excellence: they aimed to form great orators, and men skilled in politics. Four centuries later, on the wake of Marxism, the times of social justice took place of the times of charity. Father General Pedro Arrupe was the man who reformed the Jesuit Order, fitting it to this new theological value. This adaptation caused a deep change in the educational practices of jesuits colleges.
Claudia Spina
L’articolo illustra la figura di un noto pedagogista italiano del Novecento, fondatore e direttore della rivista I Problemi della Pedagogia: Luigi Volpicelli (1900-1983). Ripercorrendo il suo iter esistenziale e professionale, fedelmente ricostruito nella monografia di Elena Zizioli (edizioni Anicia), raccogliendo preziose notizie e inediti aneddoti raccontati dal giornalista, nonché professore, Annibale Pizzi, confidente e amico dello studioso romano, viene a delinearsi nitidamente l’immagine di un uomo di grande cultura, eclettico, versatile e creativo. Nonostante abbia vissuto l’epoca del fascismo, Volpicelli non conferisce ai suoi scritti una connotazione ideologica. Egli si è sempre preoccupato di dare un contenuto improntato alla professionalità e alla cultura, elementi inscindibili per una corretta ricerca scientifica. Senza dubbio uno scrittore che rivela nei suoi testi un animo profondamente liberale. Questi il Volpicelli “autentico”.
The article illustrates the figure of a well-known Italian pedagogist of the twentieth century, founder and director of the journal I Problemi della Pedagogia: Luigi Volpicelli (1900-1983). Thinking about his life and professional career, closely reconstructed in Elena Zizioli’s monography (Anicia publishing), gathering together interesting news and undisclosed anecdotes narrated by the journalist and professor Annibale Pizzi (who was confidant and friend of the Roman scholar), the image of the Pedagogist becomes clear: a man of great culture; a versatile, eclectic and creative intellectual. Although he has lived through the Fascist period, Volpicelli confers no ideological connotations to his writings. He is always concerned with contents, marked by professionalism and culture, which are both inseparable elements for correct scientific research. Undoubtedly a writer who reveals a deep liberal spirit in his texts. This is the “real” Volpicelli.
Giacomo Cives
Sulla base di una recente antologia di alcuni scritti di Gemma Harasim, Giacomo Cives ripercorre alcuni momenti salienti della figura umana ed intellettuale della pedagogista ed educatrice fiumana, mettendone in risalto la grande apertura culturale e la finezza di comprensione dei problemi educativi.
On the basis of a recent anthology of some of Gemma Harasim writings, Giacomo Cives goes back over some of the more salient aspects of the human and intellectual figure of the Fiumanian pedagogist and educator, emphasising the important cultural opening and the keenness of the understanding of educational problems.
Marina Caffarelli
Il libro Pedagogia in circolo. Percorsi, profili, prospettive di teoria e storia dell’educazione rappresenta la pubblicazione degli atti – dei due primi cicli – di incontri pedagogici che Marco Antonio D’Arcangeli ha organizzato e condotto presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di L’Aquila. Questi incontri sono stati realizzati con persone provenienti dal mondo universitario, ma anche da ambiti lavorativi (dipendenti della Pubblica Amministrazione, professionisti) e culturali diversi (laureati in Lettere, Filosofia, Scienze dell’Educazione, Agraria, Economia-Mangement, ecc.), proprio per poter effettuare ricerche in progress, cioè ricerche che vogliono raggiungere risultati più alti. A questi seminari hanno partecipato insieme studiosi e studenti, formando insieme una «comunità di apprendimento tra “chi insegna” e “chi apprende”». D’Arcangeli, con questo lavoro, sembra voler «suggerire una nuova e diversa “circolazione” dell’educativo e del pedagogico».
The book ‘Pedagogy in Movement. Programs, profiles, prospects, see the theory and history of Education’, rappresents the publication of proceedings of the first two groups of pedagogical meetings which Marco Antonio D’Arcangeli organized and conducted at the faculty of Education at the University of Aquila. These meetings were made with people from the University, but also from working areas (Public administration workers and professionals) and different cultural backgrounds (degrees in Literature, Philosophy, Science, Agriculture, Economics, Management, etc) in order to carry out a research in progress, meaning research that wants to reach higher results. These seminars were attended by all intellectuals and students, forming a community of learning made up of those ‘who teach and those who learn’. With his work, D’Arcangeli seems to want to suggest a new and different ‘movement’ in education and teaching.
Pietro Manca
La riforma Moratti (legge 28 marzo 2003, n. 53) ha introdotto nella scuola pubblica italiana l’uso del Portfolio delle Competenze per certificare e valutare il percorso di apprendimento degli studenti secondo un criterio di continuità verticale. Il Portfolio, però, può essere impiegato anche per l’autovalutazione del processo d’insegnamento. Il presente saggio propone una riflessione teorica sul percorso “storico” che ha introdotto il Portfolio nella scuola e suggerisce una riflessione pedagogica in merito al suo utilizzo.
The reformation of the School System (“Moratti Law” n. 53, 28th March 2003) introduced in the Italian state school the “Portfolio delle Competenze”, to certificate and assess the students learning process. However, the “Portfolio” is also useful for the teachers to evaluate their teaching technique. This dissertation suggests a theorical consideration on the “historical” process that caused the “Portfolio” to be introduced in the school, together with a pedagogic remark on its use.
Francesca Cugno Garrano
In una società in cui il fenomeno migratorio cresce, la pedagogia interculturale conta su un passato pedagogico che, a partire dalla Montessori, cerca una forma di diversità a partire da un presente rappresentato da Morin, fautore di un nuovo umanesimo non più dominio dell’uomo sull’universo, che tende ad un futuro, ravvisabile nel documento La via italiana dell’intercultura, che promuove la formazione di un cittadino che costruisca una società basata sull’idea di una cittadinanza unitaria e globale. Tale principio deve essere insegnato a scuola.
In a society in which the migratory phenomenon grows, the intercultural education counts on a past education, which from Montessori looks after any form of diversity by means of a present representative, from Morin, promoter of a new humanism, not more man’s control over the universe, which tends to a future, recognizable in the document The Italian way of interculture, which promotes the formation of a citizen who builds a society based on the idea of a unitary global citizenship. This principle must be taught at school.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
G. ANGELONI, E. AURELI CUTILO, A. BOTLER, M. CAFFARELLI, D. CALABRÒ, C. CAPPA, C. CASALINI, G. U. CAVALLERA, G. CHISARI, G. CIVES, M. COSENTINO, F. CUGNO GARRANO, G. D’APRILE, M. DURST, F. FRABBONI, G. GRENGA, A. MANGANARO, P. MANCA, F. MATTEI, P. PALADINO, F. PIZZI, E. ROMANO, C. SPINA, A. SPINELLI, I. VOLPICELLI
I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2009
Sommario
Siamak Movahedi
Lo studio esamina la psicologia del martirio attraverso l’analisi dei discorsi in punto di morte, le lettere d’addio, i desideri e i testamenti lasciati prima di morire da uomini mediorientali che intraprendono missioni suicide in guerra. L’autore sostiene che il corpo umano è tanto un oggetto sociale quanto un’entità biologica e che la morte è non solo un evento sociale ma anche fisico. Il corpo, vivo biologicamente, può simbolicamente morire e la persona che è morta fisicamente può essere più potente di quella che vive. Una comunicazione che una persona fa mentre sta per prevedere una morte imminente è un messaggio carico di significati paragonabile al primo o all’ultimo sogno in psicoanalisi. Esso può fornire importanti indizi non solo all’immediata esperienza psichica del soggetto ma anche alle modalità caratteristiche attraverso le quali il soggetto affronta il mondo oggettivo. Le lettere d’addio, le annotazioni prima di morire o di suicidarsi hanno una natura particolarmente impegnativa, autorevole e supplichevole. L’autore ha trovato in queste note molte modalità di comunicazione e di metacomunicazione: esse sono disimpegnate, astratte, intime, ognuna comunicante in maniera diversa i loro pensieri e le loro fantasie, i rapporti che i soggetti hanno con il mondo, con Dio, con la giustizia, la vendetta, la morte, l’immortalità, gli amori e i nemici.
The paper examines the psychology of martyrdom through the analysis of death speeches, final letters, wills, and testaments left behind, by Middle East men who undertook suicidal missions in war. The author maintains that the human body is as much a social object as it is a biological entity, and death is as much a social event as it is a physical happening. The biologically living body may be symbolically dead, and the physically dead person may be more powerful than the living. A communication that a person makes while he or she is anticipating an impending death is an overloaded message, comparable to the first or the last dream in psychoanalysis. It may provide important clues not only to the person’s immediate psychic experience, but also to one’s characteristic way of encounter with the object world. Final letters, near-death or suicide notes have a particularly demanding, commanding, and pleading quality. The author finds several modes of communication and metacommunication in the notes: they are disengaged, abstract, and intimate, each differently conveying their thoughts and fantasies, and how the subject related to the world, God, justice, vengeance, death, immortality, loved ones, and enemies.
Nicolo' Costa
L’obiettivo dell’articolo è il seguente: dimostrare che gli studi culturali hanno un importante ruolo nello sviluppo economico perchè l’economia post-industriale o terziario avanzato è un’opportunità per rinnovare i metodi di insegnamento nell’arte, nella letteratura, nella filosofia. Viene proposta la figura dell’‘umanista produttivo’ come un ‘tipo ideale’ orientato al mercato. Infine, l’articolo descrive nei dettagli le competenze liberali e professionali dell’‘umanista produttivo’. Le competenze delineano un lavoratore della conoscenza che alterna teoria e pratica nel risolvere problemi posti dalle imprese e dalle amministrazioni pubbliche. In alcune circostanze la conoscenza è basata su ricerche accademiche, in altri casi è basata sull’esperienza. Non vi è una sola ricetta o una fordista one best way per fare un grande ‘umanista produttivo’.
The aim of the article is to demonstrate that cultural studies have an important role in the economic development because the post-industrial economy or service industry is an opportunity to renew the teaching methods in literature, art and philosophy. Therefore, in this paper, it is proposed the figure of the ‘productive humanist’ seen as an ‘ideal type’ market oriented able to manage in this field. Finally, the article describes in details the liberal and professional skills of the ‘productive humanist’. The skills perform operators as a knowledge-worker who alternates theory and practice in solving problems posed by the enterprises and the government. In some instances the knowledge is based on academic research, in others cases on experience from application. There is non single recipe or an fordist one best way for the making to form a great ‘productive humanist’.
Nicola Siciliani De Cumis
Il saggio propone una nuova immagine di Antonio Labriola come filosofo, educatore e insegnante. Basato su lettere inedite e documenti ufficiali, offre un ritratto di Antonio Labriola, il cui marxismo chiarisce assolutamente le sue attività pedagogico-educative. In effetti l’educazione dell’autore influenza gli esiti del suo lavoro e della sua Weltanschauung. Il suo impegno come educatore sta alla base della sua filosofia e della sua concezione materialistica della storia. Il presente saggio risale al periodo di formazione di Antonio Labriola durante la sua attività come Direttore del Museo di Istruzione e di Educazione dell’Università “La Sapienza” di Roma, e presenta da ultimo il marxismo di Labriola e il suo contesto, tra materialismo pratico e teoretico.
The essay proposes a new image of Antonio Labriola as a philosopher, educator and teacher. Based on unpublished letters and official documents, the article presents a life portrait of Antonio Labriola. His Marxism explains itself throughout his pedagogical and educational activities. In fact, the author’s education influences the outcomes of his work and his Weltanschauung. His commitment as educator, found his philosophy and his materialistic conception of history. This essay goes back over the Antonio Labriola’s training period during his activity as Director of the “Museo di Istruzione e di Educazione” of the University “La Sapienza” in Rome. Finally, this essay presents the Marxism of Labriola and his background, between practical and theoretical materialism.
Vincenzo Orsomarso
L’interesse di John Dewey, come precisa Giordana Szpunar in Dewey e la Russia sovietica. Prospettive educative per una società democratica, nasce dalla particolare importanza attribuita dalla nuova società sovietica all’educazione generale e politecnica. Un’idea di educazione che per il filosofo statunitense, come per Makarenko, non può essere piegata alle esigenze immediate della produzione ma deve essere una premessa per una effettiva democrazia, nutrita da spirito sperimentale. D’altronde è anche il venire meno di quest’ultimo e il prevalere dell’ortodossia, nella Russia sovietica, a spegnere ogni entusiasmo per quella esperienza.
John Dewey’s interest, as Giordana Szpunar states in Dewey e la Russia sovietica. Prospettive educative per una società democratica, comes from the great importance given by the new Soviet society to the general and polytechnic education. An idea of education that, for the American philosopher as for Makarenko, cannot be subdued to the immediate requirements (exigencies) of production, but it must be a prerequisite for a real democracy, nourished by an experimental spirit. In any case it is also the failure of this experimental spirit and the prevailing of the orthodoxy in the Soviet Russia which expired any enthusiasm for that experience.
Giovanni U. Cavallera
La figura del filosofo e pedagogista Saverio De Dominicis (1845-1930), conosciuto per il suo lavoro sulla manualistica scolastica dell’Italia post-unitaria, è analizzata in questo saggio affrontando le opere in cui De Dominicis sviluppa le proprie idee pedagogiche prendendo spunto dall’evoluzionismo di Darwin e Spencer, proponendo in questo modo una nuova concezione della pedagogia.
This essay analyzes the figure of the philosopher and pedagogist Saverio De Dominicis (1845-1930), well-know for his task in the compilation of a series of school handbooks in the post-unified Italy. In this paper are treated some of De Dominicis’s works in which he works out his pedagogic ideas drawing on the evolutionistic doctrine of Darwin and Spencer and suggesting, in this way, a new conception of Pedagogy.
Antonio Carrannante
Attraverso la lettura delle opere principali e delle Epistole di Alcuino di York (735-804), eminente collaboratore culturale di Carlomagno, questo saggio (che esamina anche l’epistola di Carlomagno De litteris colendis e l’Admonitio generalis, capitolare del 23 marzo 789), disegna il profilo di un intellettuale e di un pedagogista di grande modernità, ben consapevole dei problemi connessi non solo all’elaborazione della cultura, ma anche alla sua diffusione: perché la conoscenza, senza la propagazione della conoscenza soprattutto fra i giovani, è per Alcuino qualcosa di sterile.
The present essay studies the main works and Epistulae of Alcuin of York (735-804), a prominent cooperator of Charlemagne in cultural politics (the essay also examines the letter of Charlemagne De litteris colendis and the capitulary Admonitio generalis, March 23, 789). This study delineated the profile of a modern pedagogist because he was conscious of the problems related to the culture production and its spread; in fact, Alcuin was convinced that knowledge is nothing without its diffusion, mainly among young people.
Salvatore Bucchieri
Nel 1861, dopo la proclamazione del Regno d’Italia, la priorità politica divenne l’unificazione culturale degli Italiani, che era ostacolata dalla carenza d’insegnanti. Poiché molti comuni meridionali, mediamente più popolosi di quelli del nord, offrivano condizioni d’ingaggio più favorevoli, si determinò un flusso migratorio di maestri verso l’Italia del sud, mai più verificatosi. Molte volte, però, l’incolmabile diversità ambientale fu causa di amare delusioni.
In the 1861, after the proclamation of the Reign of Italy, the political priority became the cultural unification of Italians, that was hampered by the shortage of teachers. A lot of southern towns, generally more populated than the north ones, offered more favourable conditions of engagement. So, in that period, occurred a migratory flow of schoolmasters towards southern Italy, never more happened. However, many time the insurmountable environmental diversity was the reason of bitter disappointments.
Francesco Clemente
Questo studio intende sottolineare la problematicità della riflessione jaspersiana in ambito epistemologico. In particolare, la questione principale è rappresentata dalla ricezione jaspersiana della gnoseologia kantiana, dalla specificità del contributo che Kant ha fornito alla filosofia di Jaspers in direzione di un’epistemologia del finito d’intonazione esistenziale.
This study wishes to underline the complexity of the jaspersian consideration about epistemological sphere. In particular the main issue is concerns the jaspersian reception of the Kantian gnoseology, and the specificity of Kant’s contribution to Jasper’s philosophy in the direction of an epistemology of the “finished”, having an existential intonation.
Dario Costantino
La pluralità in musica è espressione di un pensiero divergente, quindi, uno “specchio” per vedere l’altro. Educare i giovani alla fruizione di nuovi percorsi culturali, confrontare comportamenti e generi musicali è indice di apertura mentale e di superamento delle barriere dell’incomprensione.
Plurality in musical field is the expression of «divergent thought», so, it is a “mirror” to see other people. Open-mindedness and overcoming of obstacles of the incomprehension exact young people’s music appreciation for new musical itinera, comparing behaviours and different kinds of music.
Elena Cingolani
In ambiti come quelli della Bioetica, della Filosofia Politica e dell’Estetica, quanto spazio è legittimo concedere a una ragione che si appella alla sua autonomia nel formulare giudizi e norme d’azione da esprimere e mettere in pratica? E quanto, tale ragione, deve invece scendere a compromessi e limitare la sua suddetta autonomia allorquando si confronta con altri parametri e canoni di valutazione eterogenei nell’intento di raggiungere un accordo con essi? E, ancora, è davvero possibile pervenire a un siffatto accordo? Se sì, in che modo? L’articolo Autonomia della ragione affronta alcune delle tesi al riguardo espresse durante il V Meeting internazionale tra filosofia Americana e Italiana tenutosi nel 2007 a Roma.
In fields such as Bioethics, Philosophy of Politics and Aesthetics, is Reason legitimate to appeal to its autonomy in making judgments and rules of action? And how much this reason has to make compromises and limit its autonomy to meet other parameters and heterogeneous ways of assessment in order to reach an agreement with them? And, moreover, is it really possible to achieve such an agreement? If yes, how? The article Autonomy of reason addresses some of the theses expressed in this regard during the Fifth International Meeting between Italian and American Philosophy held in Rome in 2007.
Adriana Urna
Questo articolo riguarda la terribile e magnifica forza dell’insegnamento, capace di causare le più importanti mutazioni nella società. Come è dimostrato dalla rivolta dei Gracchi e, generalmente parlando, da quell’Ellenismo, promosso da Aristotele, ma che ebbe come geniale interprete Alessandro.
This article concerns the terrible and wonderful strenght of teaching, capable to cause the most important changes in our society. As it is demonstrated by the Gracchi’s rebellion and, generally speaking, by the “Hellenism”, promoted by Aristotele, perfectly interpreted by the genius of Alessandro.
Bruno Schettini
L’educazione degli adulti in Europa e in Italia ha radici profonde e segue l’evoluzione dei tempi. Movimenti ed esperienze significative esprimono il suo volto nel tempo. Oggi l’educazione degli adulti non si è esaurita anche se prende strade e denominazioni diverse. In particolare, occorre riprendere la dimensione politica ed etico-sociale dell’educazione degli adulti, per ricostruire una società che sempre più appare disorientata e, come impazzita, catapultata in un futuro senza senso.
The education of adults in Europe and in Italy is a deeply rooted process that constantly evolves through meaningful movements and experiences. Far from being exhausted, nowadays the education of adults is taking different denominations and routes. Its political and socio-ethical dimensions are very important in order to re-establish social order in the contemporary context, which appears purposeless and void of future perspectives.
Elvira Lozupone
Sono molte le motivazioni che spingono, nell’epoca attuale, verso un radicale ripensamento della funzione del medico e delle pratica clinica, così come della formazione di area sanitaria. Le innovazioni apportate dalla concezione dell’ospedale come azienda e la richiesta di aumento delle prestazioni sanitarie al fine di ottenere i necessari finanziamenti, stanno producendo un progressivo abbandono degli ospedali da parte dell’utenza a favore della scoperta di medicine alternative in cui talvolta è particolarmente curato l’aspetto della relazione medico-paziente. Tale aspetto deve essere recuperato dalla medicina classica attraverso la riscoperta di una pratica clinica intrisa di humanitas. Sono molte infatti, le situazioni nelle quali assume un particolare rilievo lo specifico educativo degli interventi in campo sanitario. In questo lavoro si intende dar conto proprio di una crescente possibilità di applicazione di metodiche educative in ambito sanitario e della possibilità di instaurare una relazione che attraverso la cura divenga anche un “prendersi cura”. Tale aspetto riguarda principalmente le situazioni di cronicità che rappresentano oggi una importante sfida per i medici, ai quali spetta il compito di instaurare un rapporto con i propri pazienti qualitativamente diverso, perchè non orientato alla guarigione, e perchè non occasionale, ma continuativo. Gli interventi di Educazione terapeutica hanno l’obiettivo di migliorare la gestione della malattia cronica attraverso un rapporto con educatori e personale opportunamente formato che trasmetta in modo adeguato i saperi necessari a colmare i bisogni che emergono dalla “diagnosi educativa”.
There are many reasons, nowadays, which oblige towards a different way of thinking medical’s role and clinical practice as well as sanitary training. Innovative trends due to thinking hospitals like organisations and the need of increasing sanitary services to obtain necessary foundings, are producing a progressive default by users towards alternative medicines in which sometimes there is a particular attention devoted to doctor-patient relationship. Classical medicine ought to make up this relationship through humanitas. There are many situations in which education assumes an important role in practical clinic. The aim of this work is to show the possibility to apply educational methods in health. Other aim is to show the need to change a curing relationship into a caring one. According to this point o f view, a great challenge for medicine is cronic illness. In this situation doctors are obliged to change a practice oriented to a complete recovery to a qualitative different one because of different time and scope. Therapeutical education interventions want to manage cronic illnesses through a relationship with educators and health personnel properly trained who transmit suitable necessary needs emerging from an “educative diagnosis”.
Donatello Smeriglio
In una società che muta rapidamente, volta sempre più verso l’orizzonte della globalizzazione che deve e dovrebbe costituire il tessuto culturale, politico ed economico delle future generazioni, il sistema formativo (scuola, università, ecc.) si trova a dover riflettere sulle effettive possibilità di sviluppo di coscienze e personalità orientate verso le nuove dimensioni intellettuali e professionali, consapevole, inoltre, dell’ampia diffusione e dell’affermarsi delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), della rete Internet, nella vita quotidiana, che hanno sensibilmente cambiato i modi del relazionarsi con la conoscenza, con il mondo del lavoro, con gli altri, in virtù delle molteplici funzionalità ad esse collegate. In tal senso la scuola e gli insegnanti sono chiamati a svolgere un ruolo di fondamentale importanza per le generazioni a venire in un era, quella tecnologica appunto, che mette in luce nuove esigenze, prospettive ed emergenze educative che sono strettamente connesse alla necessità di riconsiderare e di riaffermare la dimensione didattico-pedagogica come principio guida del progresso evolutivo dell’uomo. Il presente articolo si muove all’interno di questa cornice argomentativa, mettendo in evidenza il rapporto tra didattica e tecnologie, nonché alcuni pareri degli insegnanti rispetto al dilagare dei sistemi informatici nelle prassi e routine scolastiche.
In a society that changes quickly, turned more and more to the horizon of the globalization that is or should be the cultural, political and economical tissue of the future generation, the educational system (School, University, etc.) find itself to must think about the real possibilities of development of consciences and personalities oriented to the new intellectual e professional dimensions, informed, moreover, of the wide diffusion and achievement of the new information and communication technologies (TIC), of the web, Internet, in the everyday life, that considerably changed the way of learn, to do and to use the knowledge, the job’s world, everybody, owing to multiple functionalities connected to the same technologies. So, the school e the teachers are called to develop an important and fundamental role for the next generation in an age, just that technological, that brings in evidence new needs, views and educational emergences that are strongly connected to the necessity to examine again and to confirm the didactic-pedagogical dimension as principal value to the progress of the human being. The present article analyses these topics, in particular the relation between didactic and technologies, besides some teachers’ opinion about the diffusion of the web technologies in the scholastic practise and “routine”.
Lelia Di Natali
La problematicità dell’incontro fra la prospettiva pedagogica e quella sperimentale è da sempre oggetto di particolare interesse. Essa nasce dal fatto che i criteri di misura e di controllo, primari nel discorso sperimentale, sembrerebbero, a prima vista, poco idonei ad integrarsi con il discorso educativo. La presente ricerca vuole dimostrare, invece, che detta integrazione è non solo auspicabile ma anche possibile, visto che lo studio del fatto educativo, mediante l’adozione del metodo scientifico-sperimentale, è garanzia di razionalità e di oggettività, pur nel rispetto dell’unicità e dell’irripetibilità del fatto stesso.
The problematic nature of the encounter between the experimental and pedagogical perspective has always been a subject of particular interest. It arises from the fact that the criteria for measurement and control, primary discourse in experimental, seems to be at first sight, little suited to integrate with the educational field. However, this research wants to demonstrate, that such integration is not only desirable but also feasible because to study the educational process by adopting the scientific and experimental method, is a guarantee of rationality and objectivity, while respecting the uniqueness of the fact itself.
Claudia Spina
L’articolo illustra la figura di un noto pedagogista italiano del Novecento, fondatore e direttore della rivista I Problemi della Pedagogia: Luigi Volpicelli (1900-1983). Ripercorrendo il suo iter esistenziale e professionale, fedelmente ricostruito nella monografia di Elena Zizioli (edizioni Anicia), raccogliendo preziose notizie e inediti aneddoti raccontati dal giornalista, nonché professore, Annibale Pizzi, confidente e amico dello studioso romano, viene a delinearsi nitidamente l’immagine di un uomo di grande cultura, eclettico, versatile e creativo. Nonostante abbia vissuto l’epoca del fascismo, Volpicelli non conferisce ai suoi scritti una connotazione ideologica. Egli si è sempre preoccupato di dare un contenuto improntato alla professionalità e alla cultura, elementi inscindibili per una corretta ricerca scientifica. Senza dubbio uno scrittore che rivela nei suoi testi un animo profondamente liberale. Questi il Volpicelli “autentico”.
The article illustrates the figure of a well-known Italian pedagogist of the twentieth century, founder and director of the journal I Problemi della Pedagogia: Luigi Volpicelli (1900-1983). Thinking about his life and professional career, closely reconstructed in Elena Zizioli’s monography (Anicia publishing), gathering together interesting news and undisclosed anecdotes narrated by the journalist and professor Annibale Pizzi (who was confidant and friend of the Roman scholar), the image of the Pedagogist becomes clear: a man of great culture; an versatile, eclectic and creative intellectual. Although he has lived through the Fascist period, Volpicelli confers no ideological connotations to his writings. He is always concerned with contents, marked by professionalism and culture, which are both inseparable elements for correct scientific research. Undoubtedly a writer who reveals a deep liberal spirit in his texts. This is the “real” Volpicelli.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
S. BUCCHIERI, A. CARRANNANTE, G. U. CAVALLERA, E. CINGOLANI, F. CLEMENTE, N. COSTA, D. COSTANTINO, L. DI NATALI, A. KAISER, E. LOZUPONE, S. MOVAHEDI, F. R. NOCCHI, V. ORSOMARSO, B. SCHETTINI, N. SICILIANI DE CUMIS, D. SMERIGLIO, C. SPINA, A. URNA
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2009
Sommario
Antonio Erbetta
A partire dalla sua morte esemplare, il saggio tratteggia, a ritroso, la figura e l’opera di Piero Bertolini, il Maestro della pedagogia fenomenologica italiana: dal contesto sociale della sua vita, al periodo dei suoi studi sotto la guida di Enzo Paci; dall’esperienza di Direttore dell’Istituto Beccaria di Milano, alla cattedra di Pedagogia nell’Università di Bologna. Un tragitto, quello di Bertolini, che trasferendo in chiave pedagogica i temi etici della giovinezza, riconduce l’orizzonte della ricerca alla limpidezza di una vocazione politica. Una vocazione entro la quale esperienza educativa e riflessione teorica trovano, a ben vedere, la loro sintesi ultimativa.
To begin with his exemplar death, the essay outlines backwards the character and the work of Piero Bertolini, the pivotal figure in the Italian phenomenological pedagogy. From the social context of his life, to the time of his study under the guidance of Enzo Paci; from his experience of Beccaria Institute direction in Milan to the tenure of pedagogy at the University of Bologna. Bertolini’s path shows how the ethical assumptions in his youth are translated into a pedagogical core, bringing the investigation forth to a clear political vocation. A kind of vocation which includes as a whole both the educational experience and the theoretic reflection.
Fiorella Caputo
Viene ricostruita, a grandi linee, l’emozione del sublime “celeste o matematico”, nell’accezione kantiana del termine, com’è stata realizzata in serie di esperienze osservative del cielo notturno, in collaborazione tra l’università della Calabria (dip. di Fisica e dip. di Scienze della Formazione) e gli istituti scolastici di alcune città dell’osso appenninico calabrese. Le esperienze si sono svolte focalizzando l’attenzione dell’alunno-spettatore sulla dimensione, emotiva e razionale ad un tempo, delle immani grandezze spazio-temporali che caratterizzano il Cosmo quale lo rappresenta l’astronomia moderna.
This study outlines the emotion of the “celestial or mathematical” sublime in the Kantian sense of the term. It illustrates how such emotion has been pursued in a series of observation sessions of the nocturnal sky, through the collaboration between the University of Calabria (Dept. of Physics and Dept. of Sciences of Education) and public schools located in some cities on the Calabrian Apennine mountainside. The sessions have been held focusing the attention of the studentspectator on the emotional and rational dimension of cosmic spatial and temporal immensity, just as the Cosmos is represented by modern Astronomy.
Elena Madrussan
Il problema della persona permea tutta l’opera di Antonio Banfi. Eppure egli non ha mai dato forma compiuta ad uno studio organico in proposito. In questo saggio si tenta di analizzare i manoscritti sulla persona a cui Banfi si era dedicato nel 1942/43, pubblicati postumi, e di interpretarli sia come possibile sfondo pedagogico dei suoi lavori di quel periodo, sia nel quadro complessivo della sua riflessione filosofico-educativa.
The concern of the individual pervades Antonio Banfi’s work. Yet he has never given a completed form to an organic study on this matter. This essay tries to analyze the manuscripts built around the concept of the individual Banfi focused on in 1942-43 and which were published after his death. This in order to show their meaning both as a pedagogical reference for his works in the same period and putting them inside the global frame of his philosophical reflection on education.
Giovanna Alatri
Nella prima meta del secolo scorso, la mancanza di fondi, la carenza di valide leggi, il peso delle alterne vicende politiche e dell’impresa bellica avevano impedito nel nostro paese un rapido sviluppo del sistema scolastico e dell’assistenza infantile. Nonostante le condizioni sfavorevoli, a Roma, con il contributo dell’Amministrazione comunale e del Patronato, erano nate a favore dell’infanzia alcune iniziative del tutto originali e si erano verificati dei “casi” di illuminata azione educativa e sociale ad opera di tre maestri: Federico Di Donato, Felice Socciarelli e Alfredo Bajocco. Accomunati dalla medesima passione per la scuola e i suoi problemi, questi insegnanti si sono distinti, ciascuno a suo modo, in ambito educativo e assistenziale, per l’impegno umanitario, culturale e professionale profuso nei confronti dei bambini disagiati e della classe magistrale.
In the beginning of the last century, the lack of funds, the non existante of valid laws, the burden of alternating political affairs and war activities, prevented Italy a rapid development in the scolastic system and child assistance. Even though in Rome, with the contribution of the Town Administration and institutional social assistance, there were developed some original initiatives and there were cases of illuminated activities in social and educational fields by the work of three teachers: Federico Di Donato, Felice Socciarelli and Alfredo Bajocco. These teachers had in common the same passion for the school and its problems. They were distinguished in social and educational fields, each one in his way, for their dedication humane, cultural and professional, in favour of disadvantaged children and teachers category.
Elena Zizioli
Non esiste ad oggi una raccolta completa degli scritti di Luigi Volpicelli nel periodo compreso tra il 1922 e il 1983 (anno della morte). La presente nota bibliografica riproduce perciò la produzione scientifica, culturale e didattica, vasta ed articolata del fondatore de “I Problemi della Pedagogia” ad integrazione e perfezione della raccolta curata da Ester Segrè, segretaria di redazione della rivista, e delle bibliografie pubblicate nei seguenti volumi: AA.VV, Prospettive su Luigi Volpicelli, Facoltà di Magistero, Istituto di Pedagogia, Roma, 1964, aggiornata al 1963; I. PICCO (a cura di), Il senso della vita, Istituto di Pedagogia della Facoltà di Magistero, Roma, 1972, aggiornata al 1970.
Up to now we lack a complete collection of Luigi Volpicelli’s works between the years 1922 and 1983 ( the year of his death). The following bibliographical note is meant to give evidence to the wide scientific, cultural, didactic production of the founder of “Problemi della Pedagogia”as integrated to the collection edited by Ester Segré, the Review Editorial Secretary and to the bibliographies published in the volumes: AA.VV., Prospettive su Luigi Volpicelli, Facoltà di Magistero, Istituto di Pedagogia, Roma, 1964, updated to 1963; I. PICCO (edited by), Il senso della vita, Istituto di Pedagogia della Facoltà di Magistero, Roma, 1972, updated to 1970.
Gianluca Giachery
Nel XIX secolo lo stretto rapporto che si viene a creare tra medicina e pedagogia fa emergere la necessità di una maggiore attenzione ai deficit di sviluppo del bambino che, fino a quel momento, erano ritenuti incurabili. Il francese Edouard Séguin, allievo di Jean Itard, costituisce una figura esemplare di medico e pedagogista che, con il suo metodo di cura degli idioti, imprime una nuova direzione scientifica all’approccio e allo studio dei cosiddetti anormali.
The close relationship between medicine and pedagogy in the XIXth century highlights the necessity of a major regard for child’s development deficiencies, up to now believed incurable. The French Edouard Seguin, Jean Itard’s disciple, is a model figure of physician and pedagogist who, with his method for the idiots’ treatment, gives a new scientific direction to the approach and the study of the so called abnormal people.
Francesco Clemente
La filosofia di Giordano Bruno non smette di affascinare lettori e cultori del pensiero rinascimentale. Non solo gli aspetti ontologici e gnoseologici ma anche quelli riguardanti la morale dimostrano ancora di suscitare vivaci dibattiti. Perciò questo saggio intende soffermarsi sulle implicazioni morali della filosofia bruniana, in particolare della prospettiva emergente da Lo Spaccio della bestia trionfante e da La Cabala del cavallo pegaseo, al fine di chiarire i motivi profondi della polemica di Bruno con la morale cristiana, in particolare con il luteranesimo, ma anche per tentare un confronto con le suggestioni morali della filosofia di Nietzsche fino alle ultime espressioni di un certo edonismo etico contemporaneo.
Giordano Bruno’s philosophy still keeps on fascinating both the readers and the scholars of the Renaissance thought. Not just the ontological or gnosiological aspects but also the ethical aspects still spark eager debates. This essay, therefore tries to reflect on Bruno’s philosophical moral concerns, in particular on the emerging perspective in Lo Spaccio della Bestia Trionfante and La Cabala del Cavallo Pegaseo. The goal is, on one hand to make clear the deep reasons for Bruno’s fight against the Christian ethics, in particular against Lutheranism, on the other it tries to outline a comparison with Nietzsche’s moral suggestions up to the last expressions of a certain contemporary ethical hedonism.
Stefano Salmeri
La pedagogia democratica deve aprirsi ai problemi della società e favorire l’inclusione di ogni soggetto. L’educazione interculturale diventa allora un settore fondamentale, perché anche gli allievi stranieri hanno il diritto/dovere di apprendere e di partecipare alla vita di tutti. Peraltro con la globalizzazione non ha senso parlare di nazionalità perché tutti siamo cittadini di un unico villaggio. L’identità non è più un principio forte, ma una realtà dinamica che si precisa attraverso la relazione. L’educazione interculturale ha quindi la funzione di abbattere le barriere e di promuovere la partecipazione di tutti alle conoscenze, alla vita politica e all’acquisizione dei saperi.
Democratic pedagogy needs to open to the problems of society and facilitate the inclusion of every individual. Intercultural education becomes then a fundamental filed of action and reflection as foreign students have the same right and duty to learn and to play an active part in everyday life. Furthermore, because of the globalization, there is no sense to talk of nationality as we are all citizens of the “global village”. Identity is not a strong principle any more, rather a dynamic reality that is qualified through interaction. Intercultural education has therefore the function of eliminating barriers and promoting general participation to culture, political life and acquisition of knowledge.
Anna Maria Disanto, Loredana Teresa Pedata
L’immaginazione rappresenta un processo psichico che compie un lavoro di rappresentazione mentale a partire dai dati dell’esperienza e dagli scambi tra mondo interno ed esterno. Quando l’attività immaginativa è bloccata viene a mancare la premessa essenziale per stabilire relazioni di empatia. Nei gruppi di lavoro con insegnanti della scuola d’infanzia abbiamo realizzato in ogni incontro un “cartellone” dove sono state annotate le emozioni, le sensazioni e le percezioni presenti nella relazione con le “diversità”, per favorire il riconoscimento e l’elaborazione trasformativa dei conflitti.
Imagination represents a psychic trial that completes a job of mental representation beginning from the data of the experience and from the exchanges among inside and external world. When imaginative activity is jammed it comes to miss the essential premise to establish relationships of empathy. In the groups of job with teachers of the school of the infancy we have realized in every meeting a “placard” where the emotions, the feelings and the present perceptions are been annotated in the relationship with “the differences”, to favor the recognition and the elaboration of the conflicts.
Maria Assunta Palmieri
Con questo lavoro ci si è proposti di esplorare il punto di vista dei bambini stranieri nei riguardi del Paese ospitante ed in merito a specifiche aree tematiche legate al loro inserimento nella società italiana. La tabulazione dei dati ha messo in luce che le principali differenze sembrano essere date dall’età dei bambini e dal più o meno lungo periodo di tempo (misurabile in anni) che essi hanno trascorso in Italia. Quanto sopra consente di formulare l’ipotesi che l’influenza della cultura del paese di origine cresca in maniera proporzionale alla quantità di tempo in cui i soggetti siano stati sottoposti all’influenza di una cultura più o meno sostanzialmente diversa da quella del paese ospitante.
With this work we want to explore the points of view of foreign children about the host country and about some specific thematic areas related to their integration into the Italian society. The data processing (information) revealed that the main difference seems to be the age of the children and the span of time ( measured in years), more or less long, they spent in Italy. All of this brings us to the hypotheses that the influence of their mother Country’s culture grows proportionately to the amount of time people have been subjected to the influence of a culture, more or less, substantially different from that of the host country.
Bruno Schettini
L’educazione degli adulti in Europa e in Italia ha radici profonde e segue l’evoluzione dei tempi. Movimenti ed esperienze significative esprimono il suo volto nel tempo. Oggi l’educazione degli adulti non si è esaurita anche se prende strade e denominazioni diverse. In particolare, occorre riprendere la dimensione politica ed etico-sociale dell’educazione degli adulti, per ricostruire una società che sempre più appare disorientata e, come impazzita, catapultata in un futuro senza senso.
The education of adults in Europe and in Italy is a deeply rooted process that constantly evolves according to times. Movements and meaningful experiences show its significance over and over. Far from being exhausted, nowadays the education of adults is taking different denominations and routes. Its political and socio-ethical dimensions are very important in order to re-establish social order in the contemporary context, which appears purposeless and void of future perspectives.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
G. ALATRI, F. CAPUTO, A. CARANNANTE, A. CIONI, F. CLEMENTE, A. M. DISANTO, A. ERBETTA, G. GIACHERY, E. MADRUSSAN, V. ORSOMARSO, A. ORSINI, M. A. PALMIERI, G. PATELLA, L. T. PEDATA, S. SALMERI, B. SCHETTINI, E. ZIZIOLI