I Problemi della Pedagogia
Secondo Semestre 2009
Sommario
Siamak Movahedi
Lo studio esamina la psicologia del martirio attraverso l’analisi dei discorsi in punto di morte, le lettere d’addio, i desideri e i testamenti lasciati prima di morire da uomini mediorientali che intraprendono missioni suicide in guerra. L’autore sostiene che il corpo umano è tanto un oggetto sociale quanto un’entità biologica e che la morte è non solo un evento sociale ma anche fisico. Il corpo, vivo biologicamente, può simbolicamente morire e la persona che è morta fisicamente può essere più potente di quella che vive. Una comunicazione che una persona fa mentre sta per prevedere una morte imminente è un messaggio carico di significati paragonabile al primo o all’ultimo sogno in psicoanalisi. Esso può fornire importanti indizi non solo all’immediata esperienza psichica del soggetto ma anche alle modalità caratteristiche attraverso le quali il soggetto affronta il mondo oggettivo. Le lettere d’addio, le annotazioni prima di morire o di suicidarsi hanno una natura particolarmente impegnativa, autorevole e supplichevole. L’autore ha trovato in queste note molte modalità di comunicazione e di metacomunicazione: esse sono disimpegnate, astratte, intime, ognuna comunicante in maniera diversa i loro pensieri e le loro fantasie, i rapporti che i soggetti hanno con il mondo, con Dio, con la giustizia, la vendetta, la morte, l’immortalità, gli amori e i nemici.
The paper examines the psychology of martyrdom through the analysis of death speeches, final letters, wills, and testaments left behind, by Middle East men who undertook suicidal missions in war. The author maintains that the human body is as much a social object as it is a biological entity, and death is as much a social event as it is a physical happening. The biologically living body may be symbolically dead, and the physically dead person may be more powerful than the living. A communication that a person makes while he or she is anticipating an impending death is an overloaded message, comparable to the first or the last dream in psychoanalysis. It may provide important clues not only to the person’s immediate psychic experience, but also to one’s characteristic way of encounter with the object world. Final letters, near-death or suicide notes have a particularly demanding, commanding, and pleading quality. The author finds several modes of communication and metacommunication in the notes: they are disengaged, abstract, and intimate, each differently conveying their thoughts and fantasies, and how the subject related to the world, God, justice, vengeance, death, immortality, loved ones, and enemies.
Nicolo' Costa
L’obiettivo dell’articolo è il seguente: dimostrare che gli studi culturali hanno un importante ruolo nello sviluppo economico perchè l’economia post-industriale o terziario avanzato è un’opportunità per rinnovare i metodi di insegnamento nell’arte, nella letteratura, nella filosofia. Viene proposta la figura dell’‘umanista produttivo’ come un ‘tipo ideale’ orientato al mercato. Infine, l’articolo descrive nei dettagli le competenze liberali e professionali dell’‘umanista produttivo’. Le competenze delineano un lavoratore della conoscenza che alterna teoria e pratica nel risolvere problemi posti dalle imprese e dalle amministrazioni pubbliche. In alcune circostanze la conoscenza è basata su ricerche accademiche, in altri casi è basata sull’esperienza. Non vi è una sola ricetta o una fordista one best way per fare un grande ‘umanista produttivo’.
The aim of the article is to demonstrate that cultural studies have an important role in the economic development because the post-industrial economy or service industry is an opportunity to renew the teaching methods in literature, art and philosophy. Therefore, in this paper, it is proposed the figure of the ‘productive humanist’ seen as an ‘ideal type’ market oriented able to manage in this field. Finally, the article describes in details the liberal and professional skills of the ‘productive humanist’. The skills perform operators as a knowledge-worker who alternates theory and practice in solving problems posed by the enterprises and the government. In some instances the knowledge is based on academic research, in others cases on experience from application. There is non single recipe or an fordist one best way for the making to form a great ‘productive humanist’.
Nicola Siciliani De Cumis
Il saggio propone una nuova immagine di Antonio Labriola come filosofo, educatore e insegnante. Basato su lettere inedite e documenti ufficiali, offre un ritratto di Antonio Labriola, il cui marxismo chiarisce assolutamente le sue attività pedagogico-educative. In effetti l’educazione dell’autore influenza gli esiti del suo lavoro e della sua Weltanschauung. Il suo impegno come educatore sta alla base della sua filosofia e della sua concezione materialistica della storia. Il presente saggio risale al periodo di formazione di Antonio Labriola durante la sua attività come Direttore del Museo di Istruzione e di Educazione dell’Università “La Sapienza” di Roma, e presenta da ultimo il marxismo di Labriola e il suo contesto, tra materialismo pratico e teoretico.
The essay proposes a new image of Antonio Labriola as a philosopher, educator and teacher. Based on unpublished letters and official documents, the article presents a life portrait of Antonio Labriola. His Marxism explains itself throughout his pedagogical and educational activities. In fact, the author’s education influences the outcomes of his work and his Weltanschauung. His commitment as educator, found his philosophy and his materialistic conception of history. This essay goes back over the Antonio Labriola’s training period during his activity as Director of the “Museo di Istruzione e di Educazione” of the University “La Sapienza” in Rome. Finally, this essay presents the Marxism of Labriola and his background, between practical and theoretical materialism.
Vincenzo Orsomarso
L’interesse di John Dewey, come precisa Giordana Szpunar in Dewey e la Russia sovietica. Prospettive educative per una società democratica, nasce dalla particolare importanza attribuita dalla nuova società sovietica all’educazione generale e politecnica. Un’idea di educazione che per il filosofo statunitense, come per Makarenko, non può essere piegata alle esigenze immediate della produzione ma deve essere una premessa per una effettiva democrazia, nutrita da spirito sperimentale. D’altronde è anche il venire meno di quest’ultimo e il prevalere dell’ortodossia, nella Russia sovietica, a spegnere ogni entusiasmo per quella esperienza.
John Dewey’s interest, as Giordana Szpunar states in Dewey e la Russia sovietica. Prospettive educative per una società democratica, comes from the great importance given by the new Soviet society to the general and polytechnic education. An idea of education that, for the American philosopher as for Makarenko, cannot be subdued to the immediate requirements (exigencies) of production, but it must be a prerequisite for a real democracy, nourished by an experimental spirit. In any case it is also the failure of this experimental spirit and the prevailing of the orthodoxy in the Soviet Russia which expired any enthusiasm for that experience.
Giovanni U. Cavallera
La figura del filosofo e pedagogista Saverio De Dominicis (1845-1930), conosciuto per il suo lavoro sulla manualistica scolastica dell’Italia post-unitaria, è analizzata in questo saggio affrontando le opere in cui De Dominicis sviluppa le proprie idee pedagogiche prendendo spunto dall’evoluzionismo di Darwin e Spencer, proponendo in questo modo una nuova concezione della pedagogia.
This essay analyzes the figure of the philosopher and pedagogist Saverio De Dominicis (1845-1930), well-know for his task in the compilation of a series of school handbooks in the post-unified Italy. In this paper are treated some of De Dominicis’s works in which he works out his pedagogic ideas drawing on the evolutionistic doctrine of Darwin and Spencer and suggesting, in this way, a new conception of Pedagogy.
Antonio Carrannante
Attraverso la lettura delle opere principali e delle Epistole di Alcuino di York (735-804), eminente collaboratore culturale di Carlomagno, questo saggio (che esamina anche l’epistola di Carlomagno De litteris colendis e l’Admonitio generalis, capitolare del 23 marzo 789), disegna il profilo di un intellettuale e di un pedagogista di grande modernità, ben consapevole dei problemi connessi non solo all’elaborazione della cultura, ma anche alla sua diffusione: perché la conoscenza, senza la propagazione della conoscenza soprattutto fra i giovani, è per Alcuino qualcosa di sterile.
The present essay studies the main works and Epistulae of Alcuin of York (735-804), a prominent cooperator of Charlemagne in cultural politics (the essay also examines the letter of Charlemagne De litteris colendis and the capitulary Admonitio generalis, March 23, 789). This study delineated the profile of a modern pedagogist because he was conscious of the problems related to the culture production and its spread; in fact, Alcuin was convinced that knowledge is nothing without its diffusion, mainly among young people.
Salvatore Bucchieri
Nel 1861, dopo la proclamazione del Regno d’Italia, la priorità politica divenne l’unificazione culturale degli Italiani, che era ostacolata dalla carenza d’insegnanti. Poiché molti comuni meridionali, mediamente più popolosi di quelli del nord, offrivano condizioni d’ingaggio più favorevoli, si determinò un flusso migratorio di maestri verso l’Italia del sud, mai più verificatosi. Molte volte, però, l’incolmabile diversità ambientale fu causa di amare delusioni.
In the 1861, after the proclamation of the Reign of Italy, the political priority became the cultural unification of Italians, that was hampered by the shortage of teachers. A lot of southern towns, generally more populated than the north ones, offered more favourable conditions of engagement. So, in that period, occurred a migratory flow of schoolmasters towards southern Italy, never more happened. However, many time the insurmountable environmental diversity was the reason of bitter disappointments.
Francesco Clemente
Questo studio intende sottolineare la problematicità della riflessione jaspersiana in ambito epistemologico. In particolare, la questione principale è rappresentata dalla ricezione jaspersiana della gnoseologia kantiana, dalla specificità del contributo che Kant ha fornito alla filosofia di Jaspers in direzione di un’epistemologia del finito d’intonazione esistenziale.
This study wishes to underline the complexity of the jaspersian consideration about epistemological sphere. In particular the main issue is concerns the jaspersian reception of the Kantian gnoseology, and the specificity of Kant’s contribution to Jasper’s philosophy in the direction of an epistemology of the “finished”, having an existential intonation.
Dario Costantino
La pluralità in musica è espressione di un pensiero divergente, quindi, uno “specchio” per vedere l’altro. Educare i giovani alla fruizione di nuovi percorsi culturali, confrontare comportamenti e generi musicali è indice di apertura mentale e di superamento delle barriere dell’incomprensione.
Plurality in musical field is the expression of «divergent thought», so, it is a “mirror” to see other people. Open-mindedness and overcoming of obstacles of the incomprehension exact young people’s music appreciation for new musical itinera, comparing behaviours and different kinds of music.
Elena Cingolani
In ambiti come quelli della Bioetica, della Filosofia Politica e dell’Estetica, quanto spazio è legittimo concedere a una ragione che si appella alla sua autonomia nel formulare giudizi e norme d’azione da esprimere e mettere in pratica? E quanto, tale ragione, deve invece scendere a compromessi e limitare la sua suddetta autonomia allorquando si confronta con altri parametri e canoni di valutazione eterogenei nell’intento di raggiungere un accordo con essi? E, ancora, è davvero possibile pervenire a un siffatto accordo? Se sì, in che modo? L’articolo Autonomia della ragione affronta alcune delle tesi al riguardo espresse durante il V Meeting internazionale tra filosofia Americana e Italiana tenutosi nel 2007 a Roma.
In fields such as Bioethics, Philosophy of Politics and Aesthetics, is Reason legitimate to appeal to its autonomy in making judgments and rules of action? And how much this reason has to make compromises and limit its autonomy to meet other parameters and heterogeneous ways of assessment in order to reach an agreement with them? And, moreover, is it really possible to achieve such an agreement? If yes, how? The article Autonomy of reason addresses some of the theses expressed in this regard during the Fifth International Meeting between Italian and American Philosophy held in Rome in 2007.
Adriana Urna
Questo articolo riguarda la terribile e magnifica forza dell’insegnamento, capace di causare le più importanti mutazioni nella società. Come è dimostrato dalla rivolta dei Gracchi e, generalmente parlando, da quell’Ellenismo, promosso da Aristotele, ma che ebbe come geniale interprete Alessandro.
This article concerns the terrible and wonderful strenght of teaching, capable to cause the most important changes in our society. As it is demonstrated by the Gracchi’s rebellion and, generally speaking, by the “Hellenism”, promoted by Aristotele, perfectly interpreted by the genius of Alessandro.
Bruno Schettini
L’educazione degli adulti in Europa e in Italia ha radici profonde e segue l’evoluzione dei tempi. Movimenti ed esperienze significative esprimono il suo volto nel tempo. Oggi l’educazione degli adulti non si è esaurita anche se prende strade e denominazioni diverse. In particolare, occorre riprendere la dimensione politica ed etico-sociale dell’educazione degli adulti, per ricostruire una società che sempre più appare disorientata e, come impazzita, catapultata in un futuro senza senso.
The education of adults in Europe and in Italy is a deeply rooted process that constantly evolves through meaningful movements and experiences. Far from being exhausted, nowadays the education of adults is taking different denominations and routes. Its political and socio-ethical dimensions are very important in order to re-establish social order in the contemporary context, which appears purposeless and void of future perspectives.
Elvira Lozupone
Sono molte le motivazioni che spingono, nell’epoca attuale, verso un radicale ripensamento della funzione del medico e delle pratica clinica, così come della formazione di area sanitaria. Le innovazioni apportate dalla concezione dell’ospedale come azienda e la richiesta di aumento delle prestazioni sanitarie al fine di ottenere i necessari finanziamenti, stanno producendo un progressivo abbandono degli ospedali da parte dell’utenza a favore della scoperta di medicine alternative in cui talvolta è particolarmente curato l’aspetto della relazione medico-paziente. Tale aspetto deve essere recuperato dalla medicina classica attraverso la riscoperta di una pratica clinica intrisa di humanitas. Sono molte infatti, le situazioni nelle quali assume un particolare rilievo lo specifico educativo degli interventi in campo sanitario. In questo lavoro si intende dar conto proprio di una crescente possibilità di applicazione di metodiche educative in ambito sanitario e della possibilità di instaurare una relazione che attraverso la cura divenga anche un “prendersi cura”. Tale aspetto riguarda principalmente le situazioni di cronicità che rappresentano oggi una importante sfida per i medici, ai quali spetta il compito di instaurare un rapporto con i propri pazienti qualitativamente diverso, perchè non orientato alla guarigione, e perchè non occasionale, ma continuativo. Gli interventi di Educazione terapeutica hanno l’obiettivo di migliorare la gestione della malattia cronica attraverso un rapporto con educatori e personale opportunamente formato che trasmetta in modo adeguato i saperi necessari a colmare i bisogni che emergono dalla “diagnosi educativa”.
There are many reasons, nowadays, which oblige towards a different way of thinking medical’s role and clinical practice as well as sanitary training. Innovative trends due to thinking hospitals like organisations and the need of increasing sanitary services to obtain necessary foundings, are producing a progressive default by users towards alternative medicines in which sometimes there is a particular attention devoted to doctor-patient relationship. Classical medicine ought to make up this relationship through humanitas. There are many situations in which education assumes an important role in practical clinic. The aim of this work is to show the possibility to apply educational methods in health. Other aim is to show the need to change a curing relationship into a caring one. According to this point o f view, a great challenge for medicine is cronic illness. In this situation doctors are obliged to change a practice oriented to a complete recovery to a qualitative different one because of different time and scope. Therapeutical education interventions want to manage cronic illnesses through a relationship with educators and health personnel properly trained who transmit suitable necessary needs emerging from an “educative diagnosis”.
Donatello Smeriglio
In una società che muta rapidamente, volta sempre più verso l’orizzonte della globalizzazione che deve e dovrebbe costituire il tessuto culturale, politico ed economico delle future generazioni, il sistema formativo (scuola, università, ecc.) si trova a dover riflettere sulle effettive possibilità di sviluppo di coscienze e personalità orientate verso le nuove dimensioni intellettuali e professionali, consapevole, inoltre, dell’ampia diffusione e dell’affermarsi delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), della rete Internet, nella vita quotidiana, che hanno sensibilmente cambiato i modi del relazionarsi con la conoscenza, con il mondo del lavoro, con gli altri, in virtù delle molteplici funzionalità ad esse collegate. In tal senso la scuola e gli insegnanti sono chiamati a svolgere un ruolo di fondamentale importanza per le generazioni a venire in un era, quella tecnologica appunto, che mette in luce nuove esigenze, prospettive ed emergenze educative che sono strettamente connesse alla necessità di riconsiderare e di riaffermare la dimensione didattico-pedagogica come principio guida del progresso evolutivo dell’uomo. Il presente articolo si muove all’interno di questa cornice argomentativa, mettendo in evidenza il rapporto tra didattica e tecnologie, nonché alcuni pareri degli insegnanti rispetto al dilagare dei sistemi informatici nelle prassi e routine scolastiche.
In a society that changes quickly, turned more and more to the horizon of the globalization that is or should be the cultural, political and economical tissue of the future generation, the educational system (School, University, etc.) find itself to must think about the real possibilities of development of consciences and personalities oriented to the new intellectual e professional dimensions, informed, moreover, of the wide diffusion and achievement of the new information and communication technologies (TIC), of the web, Internet, in the everyday life, that considerably changed the way of learn, to do and to use the knowledge, the job’s world, everybody, owing to multiple functionalities connected to the same technologies. So, the school e the teachers are called to develop an important and fundamental role for the next generation in an age, just that technological, that brings in evidence new needs, views and educational emergences that are strongly connected to the necessity to examine again and to confirm the didactic-pedagogical dimension as principal value to the progress of the human being. The present article analyses these topics, in particular the relation between didactic and technologies, besides some teachers’ opinion about the diffusion of the web technologies in the scholastic practise and “routine”.
Lelia Di Natali
La problematicità dell’incontro fra la prospettiva pedagogica e quella sperimentale è da sempre oggetto di particolare interesse. Essa nasce dal fatto che i criteri di misura e di controllo, primari nel discorso sperimentale, sembrerebbero, a prima vista, poco idonei ad integrarsi con il discorso educativo. La presente ricerca vuole dimostrare, invece, che detta integrazione è non solo auspicabile ma anche possibile, visto che lo studio del fatto educativo, mediante l’adozione del metodo scientifico-sperimentale, è garanzia di razionalità e di oggettività, pur nel rispetto dell’unicità e dell’irripetibilità del fatto stesso.
The problematic nature of the encounter between the experimental and pedagogical perspective has always been a subject of particular interest. It arises from the fact that the criteria for measurement and control, primary discourse in experimental, seems to be at first sight, little suited to integrate with the educational field. However, this research wants to demonstrate, that such integration is not only desirable but also feasible because to study the educational process by adopting the scientific and experimental method, is a guarantee of rationality and objectivity, while respecting the uniqueness of the fact itself.
Claudia Spina
L’articolo illustra la figura di un noto pedagogista italiano del Novecento, fondatore e direttore della rivista I Problemi della Pedagogia: Luigi Volpicelli (1900-1983). Ripercorrendo il suo iter esistenziale e professionale, fedelmente ricostruito nella monografia di Elena Zizioli (edizioni Anicia), raccogliendo preziose notizie e inediti aneddoti raccontati dal giornalista, nonché professore, Annibale Pizzi, confidente e amico dello studioso romano, viene a delinearsi nitidamente l’immagine di un uomo di grande cultura, eclettico, versatile e creativo. Nonostante abbia vissuto l’epoca del fascismo, Volpicelli non conferisce ai suoi scritti una connotazione ideologica. Egli si è sempre preoccupato di dare un contenuto improntato alla professionalità e alla cultura, elementi inscindibili per una corretta ricerca scientifica. Senza dubbio uno scrittore che rivela nei suoi testi un animo profondamente liberale. Questi il Volpicelli “autentico”.
The article illustrates the figure of a well-known Italian pedagogist of the twentieth century, founder and director of the journal I Problemi della Pedagogia: Luigi Volpicelli (1900-1983). Thinking about his life and professional career, closely reconstructed in Elena Zizioli’s monography (Anicia publishing), gathering together interesting news and undisclosed anecdotes narrated by the journalist and professor Annibale Pizzi (who was confidant and friend of the Roman scholar), the image of the Pedagogist becomes clear: a man of great culture; an versatile, eclectic and creative intellectual. Although he has lived through the Fascist period, Volpicelli confers no ideological connotations to his writings. He is always concerned with contents, marked by professionalism and culture, which are both inseparable elements for correct scientific research. Undoubtedly a writer who reveals a deep liberal spirit in his texts. This is the “real” Volpicelli.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
S. BUCCHIERI, A. CARRANNANTE, G. U. CAVALLERA, E. CINGOLANI, F. CLEMENTE, N. COSTA, D. COSTANTINO, L. DI NATALI, A. KAISER, E. LOZUPONE, S. MOVAHEDI, F. R. NOCCHI, V. ORSOMARSO, B. SCHETTINI, N. SICILIANI DE CUMIS, D. SMERIGLIO, C. SPINA, A. URNA